CAPITOLO 40

La macchina si ferma, il motore si spegne e Cameron si volta a guardarmi con un espressione preoccupata. "vado a prenderlo e poi ti riporto a casa" tra un profondo respiro come se gli costasse farlo " aspetta qui, ok?" guardo fuori dal finestrino e noto che siamo proprio di fronte ad un pub, sembra più per adulti, non tanto per ragazzini appena maggiorenni, insomma. Questa zona della città non deve essere frequentata da persone troppo per bene. La porta del locale, sull'altro lato della strada, è chiusa ma vedo uscire due donne con pantaloni di pelle aderenti poco stabili, mezze barcollanti, sulla quarantina, forse. "No, non lasciarmi sola." Lo prego afferrandogli un braccio. Pare pensarci su spostando lo sguardo sulla strada e poi di nuovo su di me: "ti fidi di me, no?" annuisco cercando di capire cosa vuole dirmi. "torno tra due minuti, non aprire la portiera a nessuno" mi guarda fisso negli occhi,è serio. Vuole farmi capire che non sta scherzando. "E va bene." Sbuffo lasciando la presa della mia mano dal suo braccio. Lascia le chiavi infilate ed esce nella fredda oscura notte a spalle contratte e sicuro di sé, come al solito. Mi chiudo dentro, mettendo la sicurezza alle porte dell'auto. Afferro il telefono in caso di emergenza e mi accovaccio sul sedile, ansiosa di andarmene da questo schifoso posto. Mentre stringo forte il telefono nella mano guardo fuori, al di là del finestrino cercando di vedere qualcosa o qualcuno, tipo mio fratello. Cosa avrà dovuto fare con Sally! Non ci posso credere che si stia fidando di lei, ma come ci ha pensato. Avrei dovuto dirgli di starle lontano, che non è affidabile. Era mia amica, non pensavo si potesse arrivare a tutto questo, anzi, nemmeno ricordo come sia arrivata a tutta questa stramba situazione. Le mie amiche mi sostengono, mi vogliono bene, mi danno consigli, si confidano con me e io gli sto tenendo nascosta una parte della mia vita, non sono completamente fedele con loro. Non sono giusta, non sono una vera amica. Ma lo faccio per Cameron, non possono sapere certe cose se Cameron non vuole. Tradirei la sua fiducia e al momento non posso scegliere nessuno, non posso avere Cameron oppure solo le mie amiche. Voglio entrambi. Come sempre voglio tutto e di più, mi dice sempre mia madre. Un improvviso rumore mi scuote dai pensieri. Alzo di scatto il volto notando un uomo che sbatte la mano sul finestrino. Ha una folta barba, capelli scuri e occhi color legno scuro leggermente arrossati. Sembra spaventato e guardando bene ha l'occhio un po' gonfio. Continua a insistere cercando di aprire la portiera ma ovviamente non ce la fa. Cerco invano di scappare e cercare una via di fuga mi viene un'idea. E' una follia ma la paura ha il sopravvento e così mi sposto al sedile del guidatore. Afferro il volante, metto il piede sull'acceleratore. Mi volto ed è ancora lì, i suoi occhi che mi fissano supplichevoli, il battito che aumenta per l'agitazione. Giro le chiavi ed un rombato risuona cupo sotto di me. Dopo di questo mi odierà. Ma lo devo fare.

Chiudo gli occhi per un attimo cercando di farmi forza e cercando di dimenticare i colpi insistenti al finestrino. Lo faccio: mi dico. Così mi faccio forza, stringo il volante, mi sistemo sul sedile, mi volto un'ultima volta e prima che faccia la pazzia l'uomo viene scaraventato da qualcuno. Cameron lo ha preso da dietro e lo sta spingendo con forza sulla macchina. Sento delle grida ovattate, così decido di scendere. Cameron è col pugno alzato, la bocca spalancata e il volto impallidito. L'uomo sotto di lui ha un espressione simile, sconvolta è il termine giusto. "Cameron, lascialo." Lo supplico quasi piangendo. Nemmeno mi ero resa conto. Stavo per scoppiare a piangere e avrei voluto guidare la macchina di Cameron senza avere una patente o un minimo di esperienza pratica. Forse è il caso che mi sbrighi e prendi quella maledetta patente al più presto. Mi stringo nelle spalle, quando Cameron volge a me lo sguardo e lasciando subito l'uomo mi viene ad abbracciare. Se non ci fosse stato lui avrei fatto la cavolata più grossa del secolo. "Cosa volevi fare Kay?" mi chiede in tono un po' divertito per smorzare la tensione che si è creata. Mentre tengo la testa sul suo petto dietro di lui noto due figure che ci guardano preoccupate. Riconosco mio fratello e al suo fianco Sally. Sposto lo sguardo da loro appoggiandolo su un quarto presente, una figura oscura: l'uomo di poco prima. Mi stacco velocemente da Cameron. Lui mi guarda confuso, si gira in direzione dello sconosciuto e poi si volta nuovamente nella mia direzione con un espressione rassegnata in volto. "Kaycee...lui..." si blocca per un momento, come se stesse per dire una cosa importante. Poi spezza il silenzio creatosi nella notte, riempito solamente dal rumore ovattato delle urla e della musica provenienti dal pub poco lontano da noi, pronunciando quella frase con voce affranta "lui è mio padre, il mio padre biologico."

Siamo partiti presto questa mattina, ci siamo imbarcati poco dopo il chek-in e siamo saliti su quest'aereo in direzione della bellissima Miami. Dopo aver passato la Vigilia ed il Natale a pensare e rimuginare all'accaduto di quella sera finalmente siamo partiti in volta di una fantastica settimana lontano da Toronto. Quella sera stessa Cameron mi voleva spiegare tutto quello che era successo, perché Sally e mio fratello erano lì insieme, cosa stava succedendo, ma non ho voluto sapere. Ho subito capito che perfino Austin ne sapeva più di me. Erano andati in uno schifoso bar, fuori città, solo per divertirsi? Mi vogliono far credere che non lo abbiano fatto per un fine preciso, del quale io sono assolutamente ignara? So che mi stanno nascondendo qualcosa e non gli permetterò di portarmi più in giro. Non ho voluto più rivolgere la parola né a Cameron né a mio fratello, e bhe, con Sally la situazione era così da un po'. Ora guardo fuori dal finestrino pensando a tutto questo, e che la città sotto di me mi sta facendo portare dietro troppi segreti. Le mie amiche, ancora all'oscuro di tutto, mi chiedono perché sto così giù, perché mi sono allontanata da Cameron e troppi, troppi: "cos'è successo?" mi rivolgono. Si stancheranno di me e delle bugie che gli sto dicendo, lo hanno capito anche loro che mento. Però sono rimaste, e ancora mi sono vicine facendo finta di non sapere che c'è qualcosa che non voglio dirgli. Però questa settimana voglio dimenticare, accantonare tutto e godermi quest'esperienza.


NOTA AUTRICE:

so che passa sempre tanto tempo prima di un aggiornamento ma questo sono i tempi in sui riesco a scrivere. Oggi avevo l'ispirazione :) 

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A PRESTO, 

Fede&Silvy.

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