CAPITOLO 30

La mattina seguente la mia faccia è pessima. Una nottata passata quasi insonne, sempre per colpa di quel ragazzo impertinente e talmente confuso che mi ci ha fatto diventare anche a me. Se sta con Sally perché mi ha dati quei baci? Perché vuole parlarmi? Adesso l'unica cosa da fare è aspettare che si faccia sentire il prima possibile. Non avendo mai avuto troppa pazienza in vita mia mi consolo con una doccia calda. Voglio eliminare completamente l'odore di fumo rimasto impregnato nei capelli. Fumano peggio dei turchi gli invitati di Cindy.

Uscita dalla doccia mi asciugo e mi vesto pesantemente. E' abbastanza freddo in casa, non voglio immaginare di fuori. Infilo il maglioncino verde militare con un paio di comode pantacalze e dei calzettoni in lana, realizzati a mano con l'uncinetto, dalla mia splendida nonna. A proposito di nonna, i miei genitori sono già partiti per la consueta messa della domenica e a quanto pare anche mio fratello. Bene, ho tutta casa per me, e sono sola soletta. Dopo essermi fatta uno scottante tè caldo mi stendo un pò sul divano; accompagnata dalla dolce melodia della mia playlist di musica e i compiti da svolgere per lunedì. Mia mamma mi avvisa che si fermeranno pranzare dalla nonna e che mio fratello andrà con loro. Mi dovrò arrangiare pure con il pranzo. Bene. A distrarmi dal mio compito di storia è un messaggio di Madhison sul gruppo Whatsapp. Lo abbiamo nominato " El trio". Dopo la scomparsa di Sally dal nostro gruppo abbiamo deciso di dargli un nome spagnolo.

Madh:

Eiii non sapete cos'è successo ieri sera! Domani vi racconto.

Io:

Perché non ora???

Madh:

Ha a che fare con il ragazzo di ieri sera: Tom.

Stacee:

Tom?!

Madh:

Sì... domani vi racconto!

E con quest'ultimo messaggio si chiude la nostra conversazione. Chissà che avrà combinato Madhison con quel ragazzo. Speriamo sia un tipo per bene, non voglio che la mia amica si cacci in situazioni scomode.

Mentre sono in cucina a prepararmi qualcosa da mangiare sento suonare il campanello di casa. Vado alla finestra per vedere chi sia e riconosco Cameron sul marciapiede. Ha appena suonato a casa mia! Forse è qui per Austin. Basterà mandarlo via dicendogli che Austin non è in casa.

Apro il cancelletto e il portone aspettandolo in salotto, facendo finta di essere interessata al mio compito. Dall'ingresso viene diretto in sala. Quando sento la sua voce sopra il volume della musica la stoppo subito. Alzo lo sguardo. Non riesco più a trattenermi. Lo vedo lì appoggiato allo stipite della porta. Mi sta fissando con uno sguardo strano, perso in qualche pensiero.

"Ei, scusa stavo facendo i compiti..."

"Sì, non ti preoccupare. Possiamo parlare ora?" probabilmente mi sta chiedendo in qualche modo se i miei genitori siano in casa. Afferro l'allusione e rispondo agitata.

"S-sì, certo. Siamo soli." Ma come cavolo mi è uscita! Così sembra tutt'altra cosa. In risposta ricevo un sorrisetto malizioso a cui il mio corpo risponde facendo arrossire un poco le mie guance. Finisco frettolosamente di sgombrare il divano da fogli e quaderni vari, invitandolo a sedersi.

Quando ce l'ho davanti mi aspetto che cominci una conversazione, che dica qualcosa, anche di stupido. Ma non quell'imbarazzante silenzio. Tutto ma non quello!

Mi guarda, continua a passare lo sguardo sul mio viso, i miei occhi, aumentando così il rossore cosparso sulle gote. Cerco di abbassare lo sguardo, non farlo intrecciare col suo, ma invano. Ad un tratto, forse per sbaglio, i miei occhi puntano proprio fissi nei suoi. Non riesco più a distoglierli; ogni volta è così: un'attrazione infinita.

" Mi piaci Kaycee." A quel punto è lui a distogliere lo sguardo per un momento per poi riportarlo sui miei occhi solo un attimo dopo. Forse si sente in colpa. Forse pensa che avrebbe fatto meglio lasciar perdere con Sally. Vorrei non guardarlo, non averlo qui ad incutermi così tanto imbarazzo. Invece è proprio qui, seduto sul mio divano, le sue gambe che toccano le mie e i miei occhi che si sono paralizzati su di lui, spalancati.

"Ehm.." ho la gola secca e le parole mi si mozzano in gola, non escono.

"Mi piacevi prima e anche tutt'ora." A quella rivelazione il mio cuore prende il volo.

I suoi capelli, il suo ciuffo che urla a tutte le ragazze che lo ammirano 'Ehi, bambola, sono bello anche spettinato!', un lieve accento di barba sotto il mento ad incorniciargli il viso. Mi rendo conto di quanto mi era mancato averlo così vicino, ma non per caso. Perché lo ha voluto lui.

Si avvicina lentamente fino a che le nostre bocche non si incontrano, non si trovano, cercandosi e volendosi. Mi era mancato così tanto. E da quanto non ci baciavamo? Un mese quasi? Bhè, devo dire che bacia così bene.

Appena si stacca di poco ho il respiro leggermente affannato. I pensieri, il bacio, le emozioni e lui mi hanno fatto accelerare il battito cardiaco.

Accarezza lentamente la mia guancia, continua a guardarmi in modo dolce e rilassante. Se non fosse che sono ancora scossa mi addormenterei.

"Mi piaci anche tu." E come se quella fosse la chiave per aprire la porta con su scritto 'Cameron', tutto ha un senso, la speranza rifiorisce come un papavero in primavera, sotto al sole cocente di giugno.

"Non mi piace Sally, non mi è mai piaciuta." La mia bocca si spalanca completamente, così tanto che mi duole la mandibola.

"Non in quel senso, per lo meno." Sono un po' confusa, vorrei fargli mille domande. Vorrei ricevere delle risposte chiare, senza più segreti o bugie.

"Ma non state insieme?" una domanda così banale che però sembra necessaria per la comprensione di questa stramba situazione.

"Sì, ma ..." sta per dire qualcosa ma si blocca, cercando di non incontrare il mio sguardo. Capisco che vorrebbe non dirmela. Ormai però ha incominciato la frase, e la mia curiosità unita alla voglia di risolvere la situazione, mi inducono a chiedergli altro.

"Ma cosa? Cameron dimmelo..." lo prego dolcemente, prendendogli una mano con la mia. Il suo tocco mi fa fremere, ma cerco di far finta di niente, rimanendo salda, convinta di voler sapere tutto. Trae un profondo sospiro prima di dire: " Mi aveva costretto lei."

"Cosa?!" sono stupita. Non pensavo che Sally potesse cadere così in basso.

"Perché? Perché lo ha fatto? Perché hai accettato?" mille domande e scene mi passano per la mente ;mi rendono confusa, così tanto che sparo domande a manetta senza capirci niente nemmeno io.

"Non credo capiresti. Non te l'avrei dovuto dire." Ora mi guarda e sembra preoccupato. Perché non me l'avrebbe dovuto dire? MA COSA STA SUCCEDENDO ALLA MIA VITA!

"Cameron, raccontami che è successo, ti ascolto" cerco di convincerlo, ma senza riscontri positivi.

"No, non posso." Mi risponde con tono duro. Rimango tanto sorpresa quanto irritata. Non sopporto che gli altri usino questo tono superiore con me.

"Devo andare adesso." E così la situazione mi scivola dalle mani come una saponetta. La mano stessa scivola via dalla mia, prima che possa riprenderla per trattenerlo. Esce dalla porta di casa lasciandomi crogiolare nella curiosità e confusione più totale. Nemmeno riesco ad essere addolorata per l'accaduto tanta è la confusione. Proprio non capisco.


NOTA AUTRICE:

CHE NE PENSATE DI CAMERON? CHE VORRA' QUESTA VOLTA??!!?

ALLA PROSSIMA,

Fede&Silvy. 

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