CAPITOLO 25
Parla, parla, parla e continua a parlare ma io non ascolto, sento una voce acuta, lontana e basta. La mia mente è troppo impegnata in altre preoccupazioni e tra questi l'aritmetica non è ben accetta. L'eco della voce di Mrs. Flores si fa spazio tra i miei pensieri senza smuoverli. Rimangono fissi in un punto esatto formando immagini, spezzoni di scene di fronte a me. Pian piano una ad una si frantumano e si trasformano in altre.
Alzo la mano interrompendo il lontano rimbombo della squillante voce.
"Mi scusi, potrei andare in bagno?" chiedo gentilmente sperando che mi dia il permesso. Annuisce e ricomincia ad assegnare gli esercizi lasciando infiniti segni bianchi sulla lavagna nera. Ma ora il mio problema principale non è il numero di esercizi da fare, nemmeno di svolgerli, ma il numero di giorni prima che tutto questo passi, che mi tolga dalla testa quel maledetto Cameron.
Nonostante tutto quello che è successo sere fa non riesco a realizzare e a comprendere del tutto quello che è successo. Quando quel tonfo sordo ha segnato l'apertura della porta ed io e le mie amiche ci siamo voltate nella sua direzione ignare di tutto, abbiamo commesso un immenso errore. Se sapevo quello che sarebbe accaduto poi avrei evitato fin dall'inizio la conoscenza di quell'essere insopportabilmente affascinante.
La campanella suona e immediatamente le lezioni terminano facendo affollare i corridoi di studenti. Madhison e Stacee mi sono rimaste vicine e dopo aver scoperto cosa mi aveva fatto Sally hanno deciso di allontanarla per un po', almeno finché non riceveranno delle scuse da parte sua. Credo che invece da parte mia queste spiegazioni dovranno essere molto, ma molto convincenti, perché altrimenti non saprò se perdonarla.
"Kay, lascia stare, andiamo." Cerca di convincermi Stacee bloccandomi per una spalla e tentando di tenere sotto controllo la situazione.
"Sì, andiamo, è meglio." Ringhio a denti stretti, lasciando un'occhiata di fuoco alla coppia. Tra un po' mi potrebbe anche uscire del fumo dalle orecchie.
Mi trascinano via da quella scena altamente raccapricciante. Dopo che la porta di camera mia quel famoso pomeriggio si spalancò trovammo i due piccioncini baciarsi in bocca. Sally e Cameron si stavano sbaciucchiando, in casa mia, davanti la mia camera. Poco dopo si sono staccati e Sally ci ha informate che stavano già insieme da tempo ma era una cosa "segreta" e noi eravamo le prime ad averlo saputo. Oh Dio, allora mi sarei dovuta sentire importante?
Li ho cacciati gentilmente da casa mia, a suon di ringhi e imprecazioni; in primis verso la mia ex-amica. Prima di richiudergli la porta in faccia ho sibilato alla bionda presuntosa:" Stai diventando il tipo di persona che temevi tempo fa." I primi due anni Cindy e Sherill l'avevano presa di mira e la portavano in giro in tutti i modi possibili immaginabili: a mensa, in classe, nei corridoi, con i loro giochetti e scherzetti innocenti per ragazze deficienti. E' stato dopo quei due anni infernali che è cambiata. Si incominciò a vestire più simile a loro, gonne costose, vestiti firmati, giacche di alta moda. Si atteggiava, ma era rimasta sempre la nostra Sally, dentro era la stessa, aveva solo costruito un muro esterno che la separava da quelle vipere e dalle loro offese. Invece quest'anno è diversa, è cresciuta ma anche cambiata in peggio. Sembra quasi di non riconoscerla. Non si confida più con noi, ci nasconde delle situazioni o fatti di cui ci ha sempre parlato apertamente.
Appena ho sbattuto la porta mi sono lasciata cadere in una valle di lacrime di delusione e singhiozzi silenziosi. Stavo credendo veramente di aver frainteso la situazione quel pomeriggio, non so cosa pensavo potessero essere se non fidanzati, probabilmente mi stavano rifilando tutte scuse, ed io ingenua ci credevo. Per fortuna avevo le mie due amiche a consolarmi, che mi erano vicine e mi appoggiavano, proprio come facevamo tutte e quattro fino all'anno scorso.
"Una bella cioccolata da Starbucks?" chiede retorica Madhison che sa sempre come tirare su di morale le persone. Io e Stacce annuiamo istintivamente e la seguiamo in direzione della prima fermata della metro. E' da un po' che non ci vado, da quando sono maggiorenne ho sempre ricevuto passaggi da mio fratello e Cameron.
"Inserisci le monete Kay." Mi riprende Stacee. Distolgo la mente dai pensieri e li riporto sulla macchinetta di fronte a me. Inserisco i soldi e immediatamente il biglietto spunta fuori da una fessura producendo un suono macchinale.
Passiamo due lunghe ore da Starbucks e ogni volta che il bicchiere di cartone si avvicina alle mie labbra delle piccole fitte si fanno strada nel mio petto ricordando quelle parole di Cameron e dell'ultimo pomeriggio passato insieme, quasi pacificamente. Anche lui amava venire da Starbucks, i loro gusti, il loro stile e il famoso bicchiere con il logo, allora perché sono qui se anche a lui piaceva? Devo fare tutto ciò che detesta per dimenticarlo, ma anche in quel caso lo ricorderei perché odia farlo. Quindi quello che dovrei fare è ...un bel niente, non devo fare niente. Perché anche nel caso farei ciò di cui lui non mi ha parlato mi riporterebbe i pensieri su di lui.
E come se fosse un organismo a parte il mio sguardo va a finire sulla sua alta e muscolosa figura che attraversa la zona dei tavoli e si dirige alla cassa. Non mi meraviglio nemmeno che il destino lo abbia fatto finire qui, ce l'ha con me. Ogni giorno che passa mi rendo conto che mi ero affezionata veramente alla sua presenza, alla nostra strana amicizia, al fatto che gli potessi piacere veramente come mi aveva confessato. A dire la verità mi mancano anche i suoi baci, le uniche volte che ce li siamo dati sono stati fantastici senza nemmeno approfondirli, non potrei immaginare... Scuoto la testa per abbandonare il mio sguardo da stupida innamorata di uno stronzo, a quello della ragazza terribilmente arrabbiata, con lo stronzo.
"Kay ce ne vogliamo andare?" mi chiede gentilmente Stacee accortasi della presenza di Cameron.
"No, rimaniamo pure." Lancio una sguardo di sfida al ragazzo in questione, anche se credo non mi abbia ancora notata. Come se quello sguardo fosse stata una scarica elettrica attira la sua attenzione e si accorge che lo stavo fissando. Prima che i suoi occhi mi mettano a disagio torno a bere la mia cioccolata, improvvisamente mi è tornata fame.
"Ciao." Appena quelle parole escono dalla sua bocca il mio cuore incomincia battere velocemente, quel ritmo che solo la sua presenza è in grado di creare. Percepisco la sua figura imponente dietro di me, quasi ho paura di voltarmi e vederlo così vicino a me. E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che siamo stati a questa distanza. Di preciso nove giorni e venti tre ore. Giusto poco prima che scattasse il decimo giorno rieccoci, faccia a faccia, uno perso nel decifrare l'espressione dell'altro. Forse lo sto scrutando, ammirando e adorando, ma non posso farne a meno, mi manca anche solo averlo vicino di banco a scuola. Da quando è compagno di banco di Sally in tutte le lezioni che hanno in comune, le mie amiche, quelle ancora fedeli a me, devono fare a turni per affiancarmi e non farmi sentire sola.
"Posso parlarti?" sussurra con voce calda, ancora perso a guadarmi negli occhi. Sto per rispondere di sì quando Madhison si alza rumorosamente facendo strusciare la sedia per terra e risponde a posto mio.
"No, ce ne stavamo giusto andando." Mi prende per un braccio e mi trascina via. Perché non ho avuto la forza di respingerlo fin da subito? Che problemi ho? Perché stavo quasi pensando di accettare la sua proposta? Forse sono impazzita!
Durante il nostro tragitto verso la fermata della metro quasi come per uno scherzo del destino ci imbattiamo nella presuntuosa Cindy affiancata da Brian e Sherill. Ultimamente questo trio sempre più frequente mi inquieta. Chissà cosa potranno combinare quei tre insieme.
Non ci degnano nemmeno di uno sguardo, limitandosi a passarci affianco come se non ci conoscessero. Oh ma certo, siamo di una classe sociale troppo inferiore noi! Non che mi dispiaccia la cosa, affatto, ma ancora non mi sono abituata al nuovo gruppetto.
La sera appena tornata a casa mi concentro sui compiti e provo a svolgere gli esercizi assegnati oggi dalla professoressa di matematica, ma proprio non ci riesco. Passo a storia canadese ma risulta ancora più faticoso studiare senza al fianco Cameron. Non è più divertente, non trovo più soddisfazione nel farlo da sola. L'unica cosa da fare è abbuffarsi di cibo e poi andare a dormire. Da domani mi dimenticherò di lui, mi ripeto insistentemente nella mente come fosse una formula necessaria per sopravvivere. Ed è così, se non farò presto a levarmelo dalla testa non riuscirò ad andare avanti.
NOTA AUTRICE:
PIU' DI 1400 PAROLE PER QUESTO CAPITOLO MOLTO SAD PER la nostra kaycee...
SE VI PIACE E VOLETE IL SEGUITO, CHE HO GIA' INIZIATO, METTETE TANTE STELLINE E LASCIATECI TANTI COMMENTI!
A PRESTO,
Fede&Silvy.
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