CAPITOLO 22
CAMERON'S POV
Devo assolutamente convincerla ad effettuare il mio piano. Non possiamo mettere in atto il suo. Non posso lasciare che la passino liscia di nuovo. Dopo anni sono tornato per una missione e la porterò a termine. Con o senza alleati, con o senza un piano B, ma per certo senza fallimenti. Ora che ho 18 anni ho il diritto di fare quello che da piccolo non potevo.
Ora che ne ho la possibilità devo farcela, con o senza il suo aiuto. Se fosse necessario potrei anche ingannarla affinché la mia missione non fallisca.
Kaycee sarà molto utile, e senza volerlo ne farà parte anche lei, mi serve il suo aiuto, ma prima di questo, la sua fiducia. Per questo devo chiarire con lei le cose, forse non tutte, solo quelle che vorrà e che saranno utili per mandare avanti il piano.
Le cose si stanno complicando più del previsto ma devono assolutamente sistemarsi prima che tutto crolli.
"Facciamo come dico io, li dobbiamo proteggere."
"No, ne ho abbastanza delle loro cazzate!" sbraito acciecato dalla rabbia. Non posso crederci che al mio ritorno la pensi così. Quando anni fa la lasciai, pensavo che essendo più piccola di me mi avrebbe ascoltato e fatto ciò che volessi io, però mi sbagliavo e le cose sono cambiate.
"Eh va bene, facciamo come vuoi tu." Dico dopo essermi calmato.
"Sapevo che avresti accettato." Sorride sorniona consapevole della sua vittoria.
E' il momento di mettere in atto il MIO piano.
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KAYCEE'S POV
Prendo tutti i libri dall'armadietto e lo richiudo violentemente. Questa settimana è stata lunghissima, non vedo l'ora che arrivi il weekend. Ho dovuto evitare Sally e nel contempo stare con le mie amiche senza raccontargli cosa è successo tra me e Cameron e nemmeno il motivo per il quale sono arrabbiata con Sally. Non sono ancora pronta , inoltre si metterebbero in mezzo e questo non lo voglio. Hanno insistito per volerlo sapere ma poi si sono arrese, credo che questo le abbia fatte dispiacere. Non voglio che pensino che non mi fido di loro.
Sento la sua voce profonda rimbombare per il corridoio, percorrerlo e giungere alle mie orecchie forte e chiara. Non è molto lontano. Altri passi susseguono quel suono e una mano mi afferra per un braccio facendomi voltare. Da una settimana non provo quelle sensazioni che avevo in sua presenza e da una settimana cerco inevitabilmente di evitarlo. Ha continuato a cercarmi e tentare di parlarmi inutilmente perché sono sempre riuscita a fuggire, ma non oggi.
"La smetti di evitarmi?" mi sblocca dalla sua presa. " ti devo assolutamente parlare."
La mia faccia seria è quello che riceve come risposta. Posso sembrare calma e indifferente ma in realtà non lo sono. Il mio cuore batte all'impazzata ricordandomi chi ho di fronte e in testa ho milioni di pensieri contraddittori. Il cuore e la testa lottano per chi ha la meglio sull'altro. Il cuore accelera, la mente formula pensieri sempre più irritati e arrabbiati nei suoi confronti.
"Possiamo andare a parlare fuori di qui?" Accenno un gesto di consenso e usciamo dalla scuola.
Lo seguo in silenzio, col broncio stampato in viso per ricordargli qual'é la mia posizione.
Lo vedo estrarre le chiavi da una tasca e cliccare un pulsante che fa lampeggiare i fari di un auto rossa. Assomiglia molto a quella di mio fratello. Deve essere la sua macchina.
"Sali."
"Cosa?" devo aver capito male.
"Sali sull'auto." Ripete aprendo la portiera.
"Ti informo che non prendo ordini da te." Una piccola risata trattenuta esce dalla sua bocca.
"Per favore." Aggiunge poco dopo accorgendosi che non scherzavo.
"Facciamo in fretta." Lo accontento sbuffando e salgo in macchina, prima che me ne penta.
Dopo circa trenta minuti di un silenzio imbarazzante arriviamo a Downtown, una zona molto rinomata del centro di Toronto. Durante la settimana, soprattutto il pomeriggio è pieno di ragazzi. I bar e le caffetterie, specialmente in questo periodo pre-invernale nel quale le temperature sono abbastanza fredde, sono piene di vitalità e ai tanti ristoranti e fast-food non mancano gente affamata, come me in questo momento.
Scesi dalla macchina abbiamo cominciato a vagare fra vie piene di locali accoglienti e questo non fa altro che alimentare la mia fame.
"Hai fame?" mi chiede il ragazzo al mio fianco.
"In realtà, sì." Ammetto.
"Cosa vuoi mangiare?"
"Non saprei" ci penso su un po' "...o un frullato, o un cappuccino...non so, forse un donut, o se invece un panino.."
Quando mi giro nella direzione in cui dovrebbe esserci la figura alta di Cameron, non lo vedo più.
Guardo dietro di me e a pochi passi di lontananza c'è Cameron che si beffeggia di me ridendo. Non ci posso credere! Mi avranno presa per una stupida che parlava da sola per strada. La gente che passa mi rivolge un' occhiata veloce continuando a camminare svelta per la propria direzione. Poco dopo Cameron mi raggiunge ancora sogghignando.
"Allora, che cosa volevi?" mi chiede ancora divertito.
"Se vuoi chiarire le cose con me, non penso sia un buon inizio." Non credo abbia capito che non ho voglia di scherzare.
"Decido io dove si va: seguimi."
Arriviamo davanti una caffetteria bio, è qui che adoro venire, sia per come si mangia che per il clima tranquillo che mi trasmette il locale: piccolo ma accogliente.
"Non ci posso credere..." sussurra incredulo Cameron al mio fianco.
"Entra o non ti parlerò più." Lo minaccio con un sorriso sul volto, consapevole che lo farà.
Io ordino la mia cioccolata calda con panna e un piccolo dolcetto al farro biologico, Cameron invece un cappuccino da portare via.
"Perché l'hai preso take-away? Ogni volta che vengo io mi fermo almeno un'ora qui dentro."
"Perché almeno ero sicuro che mi avrebbero dato il bicchiere di cartone, come da Starbucks." Esala fiero dei suoi gusti.
"Sei fissato, peggio di me." Alzo gli occhi al cielo, consapevole che anche a me piace molto lo stile di Starbucks e spesso, quando ci vado, ordino la bevanda più grande proprio per il bicchiere.
"Kay, ti sei sporcata..."mi fa notare indicando il naso.
Prende un tovagliolino e lo avvicina al mio naso sfiorandolo.
"No Cameron." Mi allontano levandogli il pezzo di carta dalle mani.
"Parliamo, non devi distrarmi con i tuoi gesti dolci."
"Chi ha detto che era un gesto dolce?" dice misterioso.
"Lascia stare." Mi alzo ed esco dal locale immergendomi nella dinamica e fredda città, iniziando a camminare verso una meta sconosciuta. So che Cameron mi sta seguendo, lo sento, ma non voglio voltarmi per dargliela vinta. Voglio che sia lui a seguirmi, e lo farà se ci tiene veramente a me.
"Aspetta Kaycee!" mi afferra per un braccio bruscamente.
"Perché scappi in continuazione?" mi domanda leggermente agitato.
"Forse non voglio stare con te." Mi acciglio e incrocio le braccia al petto in attesa di una sua risposta.
"Siediti e parliamo." Fa un lungo sospiro prima di sedersi sul bordo di un muretto.
Rimango immobile e quando capisce aggiunge "Per favore, Kay." Sembra esasperato e bisognoso di chiarire le cose.
Mi siedo accanto a lui pronta per ascoltarlo, come lui fece con me tempo fa.
NOTA AUTRICE
Abbiamo deciso di scrivere una piccola parte di questo capitolo dal punto di vista di CAMERON. Non ci saranno molti POV di persone diverse, infatti fin ad ora era tutto sotto il punto di vista di Kaycee, però questo tratto è stato particolarmente importante per la svolta della storia, per fargli prendere la piega che volevamo.
Chissà cosa starà tramando CAM, e per fare cosa????
Quindi speriamo che vi abbia incuriosito e vi abbia fatto piacere conoscere un pò di più Cameron, per quanto quel pezzo possa essere stato utile al fine di ciò. hihihihi!!!
Vi aspettiamo al prossimo capitolo,
INTANTO METTETE TANTE STELLINE E COMMENTI!
baci!
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