CAPITOLO 17


Da lontano riesco a scorgere il mio gruppo d'amiche che sta parlando con Cameron. Vedo gesticolare Madhison, segno che il discorso che sta mettendo in atto è importante, mentre le altre ascoltano attentamente per non ricevere un suo rimprovero. Sally nel frattempo guarda Cameron pensierosa e con un volto rattristito. Vorrei tanto sapere cosa le sta accadendo!

Mi avvicino a loro nell'intento di aggiungermi alla loro conversazione ma, appena gli sono accanto, Sally si accorge di me e fa zittire tutti troncando così la frase di Madhison a metà.

"Perché mi hai bloccata!?" chiede infastidita in tono acuto la mia rossa.

Il suo sguardo si posa su di me e sembra calmarsi un poco.

"Cioè, certo, sto zitta." rimedia subito alla sua frase precedente.

Li saluto incuriosita dal loro strano comportamento. Non faccio nemmeno tanto caso che lì con loro c'è anche Cameron, ormai me lo ritrovo sempre fra i piedi. Altre persone che non mancano mai a dare fastidio sono Sherill e Cindy. Passeggiano per la scuola con la loro aria altezzosa e i tacchetti che tintinnano sul pavimento in modo assolutamente fastidioso. Ci passano accanto lasciando occhiate superiori a noi ragazze e un'ultima maliziosa al moro di fianco a me.

Ancora non capisco cosa hanno contro le scarpe basse di tela, non so se sanno che sono molto comode! Cinque anni che le conosco e cinque anni che si vestono in modo così stranamente monotono: vestitini troppo in stile barbie per venire a delle semplici e noiose lezioni, capelli di Cindy troppo biondi per essere naturali e atteggiamento troppo egocentrico per due normali ragazze di diciott'anni.

Cinque lunghi anni a sopportarle e finalmente il prossimo anno me le toglierò dai piedi.

In fin dei conti loro non hanno fatto niente di male a me direttamente, ma ad altre ragazze più deboli di carattere; anche se queste ultime non sono mie amiche non mi piace il fatto che ci siano persone che vengono prese in giro da due stupide esuberanti. In poche parole odio Sherill e Cindy a prescindere e questo odio è assolutamente reciproco. Loro non mi sopportano perché io non le sopporto e io non le posso vedere perché sono insopportabilmente fastidiose in tutto e per tutto. "Ragazze, andiamo in classe."

"Che ne dici se oggi, invece di studiare a casa, andiamo in biblioteca e poi ci fermiamo a mangiare fuori?"

"Oggi? Dovevo andare a fare shopping con le mie amiche."

"Oh no, vai pure con lui, noi faremo altro." Mi rassicura Stacee.

"Allora ti accompagno io se non ti dispiace..." in realtà mi sentirei un po' in imbarazzo a fare compere con lui. Però decido di accettare perché con Cameron mi diverto sempre molto.

"Va bene. A domani." Saluto le mie amiche prima di seguire Cameron dentro la sua macchina. Mi piace prendere passaggi da ragazzi che hanno la macchina o, meglio ancora, se questi ragazzi sono Austin o Cameron. Le loro macchine sono spettacolari, adoro salirci. Quella di mio fratello è scura mentre quella di Cameron è rossa. Si sentono tutti i cavalli che hanno, soprattutto se sei con quest'ultimo.

"Dai, provalo. Ti starebbe bene Kay!" era da un po' che non lo vedevo fare lo spiritoso con me. Era diventato troppo amichevole ultimamente, niente battutine stupide o espressioni che lo avrebbero fatto mettere in mostra, ora sì che riconosco il mio Cam!

"Cameron non ci pensare nemmeno!" arrossisco violentemente alla sua frase. Come può chiedermi di provare un reggiseno e fargli vedere come mi stia, non so che amiche avesse in Brasile ma io mi vergognerei.

La sua risata mi fa sorridere e scoppio a ridere anche io con lui, divertita dalla situazione ma soprattutto dal mio stupido imbarazzo. Se Cindy fosse stata al mio posto a quest'ora si sarebbe fatta non solo vedere in reggiseno da Cameron ma se lo sarebbe fatto perfino allacciare mentendo spudoratamente che da sola non ce l' avrebbe fatta.

Per tutto il pomeriggio abbiamo girato negozi su negozi provando pantaloni e maglioni per la stagione invernale, la quale non tarderà ad arrivare.

All'ora di cena ci fermiamo a prendere un pezzo di pizza e andiamo a mangiarla su una panchina al parco, sotto le stelle. La notte non è nuvolosa anzi, tutt'altro, è serena come non mai.

Chiacchieriamo un po' ma ad un certo punto della serata la conversazione cala in un silenzio privo di parole. Siamo rimasti a corto di discorsi. Pur di non guardarlo rimanendo così in imbarazzo a fissarlo intensamente, continuo a mangiare nervosamente il pezzo di pizza. Per non finirlo in fretta e tornare a casa presto, rallento il ritmo e la grandezza dei miei morsi, più di quanto già non lo siano.

Ormai quasi alla fine della pizza decido di non pensarci più e voltarmi nella sua direzione, non so il perché ma ero timorosa. Lo trovo a fissarmi e appena il mio sguardo si appoggia sul suo non riesco a distoglierlo. Ogni volta la stessa identica storia: è più forte di me, il suo sguardo è così profondo che riesce ad incatenarmi così bene da non lasciarmi più. Anche se è scuro e profondo è rassicurante, mi conforta in qualche strano modo. Nemmeno lui si decide a distogliere lo sguardo da me fino a quando il suono del suo telefono lo fa smettere di guardarmi per controllare la notifica arrivata.

La sua macchina è sovrana del silenzio, sembra quasi che nessuno di noi sappia cosa dire per qualche strano ed ignoto motivo. Mi riaccompagna a casa e lo saluto "Ciao Cam, a domani grazie per il pomeriggio..."

"A domani Kay, buona notte" mi sorride.

Dopo un sonno lungo e riposante mi sveglio che è già il momento di alzarsi per prepararsi ad una nuova giornata di lezioni.

Quando entro in cucina trovo i miei genitori intenti a fare colazione. Quando si accorgono del mio arrivo mi vengono ad abbracciare facendomi gli auguri di un felice diciottesimo compleanno.

"Auguri tesoro!" mia madre mi lascia un bacio sulla guancia mentre mio padre mi abbraccia.

"Mi ha detto tuo fratello che ieri sera sei uscita con Cameron..."

"Sì ma perché dovevamo studiare e poi ci siamo fermati a cena fuori." Mi giustifico perché so che a mio padre non fa piacere che io esca con i ragazzi, ma ora lo dovrà accettare dato che ho ufficialmente diciotto anni.

"Ora è maggiorenne." cerca di fargli capire mia madre.

"Siete fidanzati?"

"Cosa!? No!" esclamo ,arrossendo leggermente, sorpresa dalla sua domanda.

" Se non erro è il figlio dei Johnson! Invitiamoli a cena una sera di queste Rosamund!" forse Cam ha fatto un bel effetto a mio padre.

" Ma certo! Mi ero ripromessa di invitarli per passare una serata insieme!"

Intanto che la loro conversazione va avanti, decidendo il giorno e il menù, io mi gusto la colazione e successivamente mi incammino verso il Seneca. Mio fratello ci si è già recato senza di me; è abbastanza strano visto che in questi ultimi giorni mi stava accompagnando tutte le mattine.

Fuori dalla scuola non trovo le mie amiche ad aspettarmi come al solito così mi dirigo al mio armadietto.

Mi accorgo di essere in anticipo di più di dieci minuti per entrare in aula, così decido di farmi un giro per la scuola, per passare un po' di tempo.

La vibrazione dalla tasca dei pantaloni che mi sfiora la pelle mi fa realizzare di aver ricevuto una notifica. Accendo lo schermo e leggo il messaggio di Madhison.

"Vieni in classe."

Senza nemmeno risponderle mi dirigo verso la classe della prima ora.

Mentre vado in classe, noto dei foglietti mai visti prima attaccati sui muri. Mi avvicino ad uno di quelli e mi accorgo che è una mia foto con su scritto '+18'.

Comincio a sospettare che i miei amici abbiano qualcosa in mente. Percorro tutto il corridoio osservando tutte le foto che sono state attaccate sulle pareti. Le mie amiche non si sono risparmiate nessun tipo di foto in cui non ci sia io. Alcune sono carine ma altre mi fanno vergognare davvero tanto!

Prima di entrare nell'aula stacco una fotografia in cui siamo ritratte io, Sally, Madhison e Stacee in un giorno d'inverno sotto la neve, con i sorrisi stampati in volto. Mi ricordo quel giorno molto bene perché credo che sia stato uno dei più divertenti di questi miei diciott'anni di vita. Sotto le vacanze di Natale aveva nevicato molto e siamo andate a giocare a 'palle di neve' come delle bambine. Abbiamo riso molto e sono proprio questi momenti di libertà che mi piace passare con loro.

Ma il bello è arrivato quando dovevamo attraversare la strada. Stacee e Madhison avevano appena smesso di ridere per una povera signora che era scivolata a causa del ghiaccio. Quando le mie due amiche hanno messo piede fuori dal marciapiede sono cadute come due pere anche loro. Hanno attraversato la strada a gattoni perché non riuscivano ad rialzarsi. Le risate che ci siamo fatte io e Sally sono indescrivibili. Non le abbiamo nemmeno soccorse perché eravamo troppo impegnate nel ridere. Con loro tutti i momenti sono divertenti, sono come delle sorelle per me.

"Auguri Kay." Una voce profonda mi distrae da dietro.

Mi volto trovando il volto di Brian rivolto verso me e a pochi centimetri di distanza dal mio.

"Grazie." Sorrido debolmente.

"Posso abbracciarti... da amici, ovviamente?" è un po' titubante.

"Sì..." rispondo incerta. Ci stacchiamo dopo poco e lui mi saluta allontanandosi. Sono felice che si sia ricordato del mio compleanno.

Apro una volta per tutte la porta della stanza che mi attende. La luce del sole irradia tutta l'aula, la quale è decorata da foto-polaroid che scendono dal soffitto, attaccate tramite delle mollette a delle cordicine molto carine. L'idea delle mie amiche è stata fantastica!

Incomincio a camminare e a guardare le foto. Ognuna di esse è piena di ricordi che mi fanno sorridere. Nella mia mente passano decine di immagini confuse, ma che racchiudono momenti indimenticabili. Stacco le fotografie una ad una con l'idea di attaccarle in camera mia. Dopo averle raccolte tutte le stringo fra le mie mani scorrendole per un'ultima volta veloce tutte, e le stringo al petto.

In fondo l'aula c'è un grande sacchetto dorato con un bigliettino attaccato, su cui è scritto "non aprire il regalo finché non ti sarà detto di farlo".

Mi volto e trovo le mie quattro amiche, Cameron e mio fratello a fissarmi.

Corro da loro e le abbraccio ringraziandole infinite volte, ripetendogli quanto gli posso voler bene. Dopo aver ringraziato le mie amiche passo al mio fratellone.

"Auguri piccola mia." Austin fa scorrere una mano sulla mia schiena, baciandomi fra i capelli.

"Ehi, e a me non ringrazi?" mi richiama Cameron.

"No, a te no." Rispondo il più seriamente possibile ancora abbracciata a mio fratello.

"Dovresti, ha avuto lui quest'idea." Mi informa Sally.

"Proprio così." Conferma il diretto interessato.

"Eh va bene." Alzo gli occhi al cielo sbuffando, come se non sopportassi abbracciarlo, anche se in realtà non è proprio così. 

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