CAPITOLO 13


Sento qualcosa di lato che mi tocca insistentemente creandomi fastidio. Mi giro su un fianco per stare più comoda e continuare a dormire sommessamente, quando sento un calcio deciso sul sedere che mi fa precipitare giù dal letto. Ancora mezza addormentata non capisco la situazione e con gli occhi chiusi cerco di rialzarmi, ma tasto qualcosa di morbido e peloso sotto di me, così mi ci accascio per continuare a dormire comoda.

"SCUSA Kay!!!" urla una voce femminile che subito riconosco. Alzo la testa aprendo lentamente gli occhi e inquadro la situazione: io stesa sul tappeto vicino al letto, mentre Madhison mi guarda assonnata con aria di scuse e i capelli arruffati che le ricadono sul viso.

"Non fa niente, ma che calcio!"

"Scusa quando sogno mi muovo spesso." Mi spiega lentamente con voce impastata dal sonno.

Mi alzo leggermente indolenzita sul fondoschiena. Fallisco miseramente quando cerco di stendermi sul letto perché ci sono Stacee in dormi veglia e Madhison sul ciglio del letto in procinto di cadere. Ora comprendo perché sono caduta, fortunatamente c'era il tappeto. Però per essere quattro su un letto ci siamo allargate parecchio...

Tra il buio scorgo solo due figure delle mie amiche e non c'è traccia di Sally. Sono le undici di mattina passate da qualche minuto e questo pomeriggio andremo a vedere la partita di mio fratello.

Sveglio le altre avvisandole di iniziare a prepararsi per la colazione che fungerà anche da pranzo. Apro le finestre lasciando entrare aria pulita. Immediatamente un bel raggio di sole rompe il buio lasciandoci spiazzate, senza il tempo di abituarci a tanta luminosità. In corridoio incontro per primi mia madre e mio padre i quali saluto con un mugugno equivalente al buongiorno, poi vado in camera di mio fratello per svegliarlo.

Busso ma non ricevo alcuna risposta, così apro senza esitazioni.

Per un attimo ho creduto che nel letto ci fosse anche Sally, nonostante sarebbe stato troppo azzardato e assurdo. Infatti quando apro trovo solo un Austin dormiente a torso nudo, disteso a pancia in sotto, con i piedi penzolanti fuori dal letto e le braccia incrociate sotto il cuscino. La stanza è ancora completamente buia e faccio fatica a non inciampare a causa del pavimento ricoperto di vestiti.

"Austin..." lo chiamo smuovendolo delicatamente per un braccio. Fa qualche verso senza senso e continua a dormire come se niente fosse. Non riuscendo a svegliarlo decido di passare alle maniere forti: prendo un piccola rincorsa e mi butto a peso morto su di lui.

Sento una scossa che pervade e percorre il suo corpo, si sveglia di soprassalto e questo mi fa precipitare a terra, per la seconda volta in dieci minuti, stamattina. Cos'hanno tutti oggi?!

"Vattene..." prova a formulare una frase di senso compiuto ma il mondo dei sogni ancora lo tiene prigioniero. Apro le finestre facendolo lamentare, e curiosa gli chiedo:" Com'è stata la festa ieri sera? Hai bevuto tanto??"

"No...sono stanco ...lasciami in pace..." farfuglia rigirandosi nel letto voglioso di dormire.

"Oggi hai una partita, la prima del campionato, svegliati Campione!"

A quest'affermazione si alza di scatto, come sull'attenti. Soddisfatta esco dalla stanza per prepararmi alla colazione.

"Non risponde al telefono da ore e ci ha lasciato solo un biglietto! Dove si sarà cacciata!" esclama Madhison mentre cammina, da più di mezz'ora, avanti e indietro per il salotto senza trovare pace. Dopo che ha letto il bigliettino in camera non si è riuscita a calmare, non c'è stato verso. Sally è chissà dove perché è dovuta "andarsene urgentemente" ma ci ha scritto di non dirlo ai suoi genitori, come biasimarla.

"Probabilmente ha dovuto fare una delle sue scappatelle d'amore, tornerà presto! " le ripete Stacee per la milionesima volta.

" Se così non fosse? Che facciamo?" chiede ancora più preoccupata e agitata.

" Se non fosse così allora andremo a denunciare la sua scomparsa!"

"La madre crede stia con noi! Non possiamo lasciare che le succeda qualcosa solo perché noi non abbiamo detto niente alla polizia!" insiste Madhison.

Continuano a discutere animatamente finché non decido di fermarle.

"Ragazze basta! Ne state facendo un dramma, non sarà niente, d'accordo? Probabilmente la vedremo alla partita!" alzo la voce per sovrastare le loro e la stanza si riempie d'un improvviso e spaventoso silenzio.

La partita, ci ha informate mio fratello, si terrà al campo della nostra scuola, alle tre. Ci vestiamo e prepariamo in un silenzio di tomba, ognuna assolta nei propri pensieri; tutti rivolti sicuramente a Sally. Non è la prima volta che scappa senza avvisare nel cuore della notte. Solitamente il motivo è sempre stato che dopo aver discusso, lei permalosa com'è, decideva di tornare a casa di nascosto.

Man mano che ci avviciniamo le urla si fanno sempre più forti e rumorose. Per arrivare al campo dobbiamo passare per la scuola.

I corridoi sono percorsi da studenti, genitori e ragazzi, di altre scuole, più grandi di noi che non abbiamo mai visto. Il campo da gioco è vuoto in attesa che venga riempito dai giocatori delle rispettive squadri: del Seneca e della George Brown College.

Le cheerleader, tra cui ne fanno parte anche Cindy e Sherill, sono a bordo campo per riscaldare le loro articolazioni e gole: devono urlare a più non posso incitando la nostra squadra. Io, Madh e Stacee ci sediamo sugli spalchi perdendoci così tra una marea di persone.

D'un tratto parte la musica ad alto volume e le ragazze ponpon si posizionano in mezzo al campo, in fila, creando un corridoio di passaggio. Prime ad entrare sono le mascotte delle squadre che vengono accolte da un caloroso applauso. Subito dopo attraversano il campo una trentina di ragazzi con la divisa e i caschetti rossi e poi altrettanti vestiti di blu.

Tra i ragazzi di rosso riconosco mio fratello, Cameron e Brian.

Il primo tempo finisce con il vantaggio della squadra avversaria. Poco dopo inizia il secondo e Cameron viene messo in campo mentre Brian se ne sta ancora in panchina. Devo dire che il Mr 'So tutto io' è davvero forte, corre abbastanza veloce ed è molto efficiente. Questo tempo finisce in parità e inizia la pausa di quindici minuti.

Alcune persone scendono in campo, altre iniziano a parlare a voce alta, a salutare amici, a mangiare o bere. E' cosi pieno di vitalità ed energia questo posto che mi viene voglia di andare a salutare mio fratello ed incitarlo. Insieme alle mie amiche mi dirigo agli spogliatoi.

Raggiunti chiamo mio fratello e gli chiedo di uscire.

"Kaycee, che ci fai qui?" vado verso di lui e gli do una pacca sulla spalla.

"Sei stato bravo Austin, continua così!" lo incito.

"Non mi vieni a salutare a me?!" chiede furbo Cameron sbucando all'improvviso da dietro mio fratello.

Ha i capelli tutti arruffati e leggermente bagnati dal sudore. La divisa gli sta proprio bene, sembra fatta apposta per il suo fisico.

"Ciao Cam." lo saluto arrossendo un po'. Sono contenta che voglia che lo saluti, mi fa sentire importante.

"Ragazzi vi devo parlare, entrate tutti!" annuncia l'allenatore passandoci accanto, entrando negli spogliatoi.

"Noi andiamo, ci vediamo a fine partita!" ci salutano ed entrano.

Ritorniamo ai nostri posti e la partita riprende col terzo tempo, che purtroppo finisce ancora in parità. L'altra squadra sembra allo stesso nostro livello. L'ultimo tempo in campo, che io riconosca, ci sono: Cam, Austin e Brian.

Devo ammettere che quest'ultimo non gioca male ma Cameron lo supera nettamente in velocità, ed è molto più scattante. Questi brasiliani...

A cinque minuti dalla fine la squadra avversaria sembra diventare più forte e riesce a fare un punto. La nostra probabilmente dopo aver corso ininterrottamente è stanca e pronta a perdere. Le cheerleader non sembrano avere un riscontro positivo sulla squadra; voglio fare qualcosa per aiutarli...

"Ragazze inventiamoci una frase incitante per dare il via ad un coro!" esclamo alle mie amiche.

" Seneca, Seneca: facci sognare!" inventa sul momento Madhison, un po' spiazzata.

"Seneca, Seneca: facci un Touchdown!" continua Stacee.

"Seneca, Seneca facci sognare! Seneca, Seneca facci un Touchdown!" grido a voce alta per sovrastare le urla dei tifosi. Alzo un braccio verso il cielo e lo agito a ritmo. Le mie amiche si uniscono a me e iniziamo a gridarlo più forte finché altre persone non si aggiungono a noi.

Mi blocco un momento e guardo intorno a me: parecchi studenti, genitori e ragazzi stanno incitando la squadra col coro che abbiamo improvvisato. Adesso ci sono anche battiti di mano tra un incitazione e l'altra. Guardo meglio nel campo e noto che ad avere la palla è Austin che corre per fare touchdown.

A questo improvviso calore del pubblico la squadra sembra caricarsi e Cameron fa uno scatto, pronto per prendere la palla al volo. Austin gliela lancia superando l'avversario e Cameron salta prendendola. Incomincia a correre per fare il punto e quando sta per arrivare cade a terra inciampando. Rotola per un paio di metri a causa della tanta velocità che aveva preso e arriva ad un passo dalla linea del touchdown. La folla è col fiato sospeso. Cameron si rialza con una velocità sovrumana e si lancia con la palla al di là della linea bianca scaturendo così un improvviso boato da parte dei tifosi. Speriamo non si sia fatto troppo male!

"Grandi!!!" esulto battendo forte le mani sopra la testa. Dopo un paio di minuti la partita finisce in parità.

"Che idea fantastica Kay!" si congratula Stacee mentre Madhison fa degli urletti saltellando eccitata.

Ad un tratto quest'ultima si blocca , trattiene per un attimo il fiato ed esclama improvvisamente: "Sally!"

Quel nome richiama tutta la mia attenzione e il mio sguardo si posa sulla figura di Sally, seduta con il capo chino verso il basso e uno sguardo assente, mentre attorno a lei c'è un continuo movimento di persone deluse ma speranti in una prossima vittoria.

Le andiamo incontro correndo "Sally dov'eri finita?!" domanda preoccupata Madh una volta raggiunta.

" Cosa...? " sembra pensarci su prima di rispondere. "Ahh giusto... no niente avevo bisogno di prendere un po' d'aria..."riprende incerta.

" Sal, cosa ci nascondi...?" chiedo in tono indagatorio.

"Si capisce che nascondi qualcosa..." aggiunge Stacee.

"Ve l' ho detto! Avevo solo bisogno di stare da sola!!"

"Va bene, scusa..." rispondo un po' offesa dal suo tono.

"Va bene... noi andiamo Kay, a domani." le saluto e si allontanano tutte e tre.

Mi avvicino agli spogliatoi per aspettare che esca mio fratello. Si spalanca ad un tratto la porta e a varcarne la soglia è Cameron. Questo fa una delle sue solite comparse "poco appariscenti". Esce spostandosi il ciuffo con la mano destra mentre con l'altra tiene in mano un asciugamano. Sposta lo sguardo su di me assumendo un'espressione molto attraente, infine corruga leggermente la fronte alzando un sopracciglio.

I suoi addominali sono in piena vista data l'assenza della maglietta. Mi si avvicina portandosi l'asciugamano sulla spalla sinistra e smuovendo leggermente il capo che fa spostare il ciuffo scuro mostrando a pieno i suoi occhi intensi. Inizia a far volteggiare il pezzo di stoffa in aria mentre con le labbra mima un bacio. Lo ripete finché non mi è abbastanza vicino da portarmi l'asciugamano attorno al collo, trattenendo le estremità e facendolo scorrere in continuazione mentre muove a ritmo i fianchi. Oddio che imbarazzo!

"Kay... " domanda Cameron mentre muove una mano davanti alla mia faccia. Smuovo leggermente la testa sbattendo più volte le palpebre.  Mi risveglio dal mio stupido sogno ad occhi aperti realizzando la circostanza in cui mi trovo.

" Scusa, mi ero incantata...".

" Lo so, lo so, non riesci a resistere al mio fascino..." Purtroppo è vero.

"Ma cosa ti inventi!?"esclamo risoluta.

"Pura verità, solo questo."

" Piuttosto... ti sei fatto male prima?" cerco di sviare l'argomento.

"Niente di che, un piccolo graffietto sul gomito..." fa spallucce.

Ad interromperci sono delle urla provenienti dagli spogliatoi maschili. Entro incuriosita con Cameron a vedere cosa succede.

Si è formata una cerchia di persone prese dalla situazione, così ci avviciniamo per capire meglio. Mi alzo sulle punte saltellando per scavalcare con lo sguardo la fascia di teste dei giocatori di football.

Scorgo due figure maschili con un' espressione in viso furiosa: uno è mio fratello e l'altro è Brian. Cameron appena capisce la situazione si fa spazio fra i compagni per raggiungere Brian e cercare di bloccare da dietro il suo attacco su mio fratello. Mi intrufolo anche io fra la gente e presa dal panico urlo "Fermatevi!!!". Mi fiondo in mezzo ai due bloccando così Austin mentre Brian viene fermato definitivamente da Cameron. Noto solo ora che mio fratello ha il labbro inferiore spaccato e sanguinante, mentre l'altro ha un occhio gonfio che ben presto diventerà viola. I ragazzi che prima erano entusiasti della situazione ora sbuffano tornando a fare quello che stavano facendo prima che iniziasse tutto.

"Ahi..." mugola per il dolore Austin scansando il suo viso dalla mia presa mentre è disteso sul letto.

"Fermo, un po' di ghiaccio farà passare il dolore... la prossima volta placa la tua ira diversamente..." lo rimprovero continuando a raffreddargli la parte gonfia di labbro.

"Ha iniziato lui!" si giustifica come un bambino, dimenandosi.

"Non cominciare...Comunque, cosa ti ha detto per farti arrabbiare così tanto?"

"Prima ha iniziato con l' accusarmi di essere la causa per non aver vinto la partita..." sembra voler continuare ma si interrompe.

"E poi?" lo incito a raccontare.

"E poi mi ha iniziato a parlare della mia ex dicendo: era una ragazza fighissima, quanto baciava bene; cose del genere...e non ho più resistito quando ha messo in mezzo te dicendo che non l'avevi mai soddisfatto!"

"Che pezzo di merda! Però ,fratellone, per quelli come lui non vale neanche la pena sprecare il fiato... ora riposa..."lo bacio sulla guancia ed esco dalla stanza pensando che dovrò presto parlare con Brian e mettere in chiaro tutte le cose.

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