Capitolo 8

L'ora di italiano passa in fretta, e mancano ormai 10 minuti alla fine della terza ora. Stiamo commentando un brano appena letto. Parla di uomo che incontra una bellissima donna in paese. Alcuni giorni sembra pazzo di lei, mentre altri la tratta come fossero semplici amici. Un giorno si dichiara alla donna, che peró non risponde. Non sa se lui sia serio o se sia uno scherzo, dato che spesso scherza su queste cose. Lui se ne andó dicendo di avere un impegno improvviso a lavoro e dopo quel giorno non si dissero più nulla. Questa storia mi fa pensare a ieri, a quando per poco Lucy non mi baciava. Poi si è comportata come non fosse successo nulla e non ha detto niente riguardo questo. Un attimo prima sembra volermi e l'attimo dopo sembra aver cambiato idea. Vorrei solo capirci qualcosa perchè non so come comportarmi.
<Secondo me la donna non lo amava, quindi per non ferirlo troppo non ha risposto alla sua dichiarazione> dice Rosa.
<<Allora vuoi dire che l'ha ignorato?>> dice Laura, una delle piu brave della classe.
-Io dico che in realtà non sapeva cosa rispondere perchè aveva paura- dico seria.
~E di cosa?~ chiede Lucy.
-Di essere ferita. L'uomo non le ha mai fatto capire chiaramente i suoi sentimenti, quindi lei non sapeva se essere sincera o mentire.- le spiego alzando un sopracciglio.
~Magari lui pensava che lei avesse capito i suoi sentimenti e quindi nonostante i suoi scherzi lei avesse compreso.~ risponde un po' imbronciata.
-Ma lei non poteva. Lui cambiava atteggiamento ogni cinque minuti, le dava un bacio e poi se ne andava o ignorava l'accaduto subito dopo.- sento la stizza crescere.
~Magari aveva paura anche lui di essere rifiutato~ ribatte lei.
<Okay ragazze calmatevi, sembra quasi che stiate parlando di voi.> scherza Rosa. La gelo con gli occhi e poi mi alzo dirigendomi in bagno. La campanella suona contemporaneamente al mio gesto e quindi non devo chiedere il permesso al prof. Entro e mi sciacquo la faccia. Me l'asciugo con un fazzoletto e poi mi appoggio al muro con la schiena. Prendo un gran respiro e sospiro stressata.
"Che cavolo mi é preso? Perchè sono così confusa e nervosa?"
Mi chiedo. Siamo ad una settimana prima di natale e quella ragazza giá non mi sta facendo capire più niente. Non finisco nemmeno di pensarlo che la persona a cui sto pensando entra in bagno. Viene verso di me e dopo avermi presa per un polso mi spinge nella cabina della lavenderia, situata poco distante da dove mi trovavo.
~Mi spieghi che hai?~ la sua voce è bassa e la sua espressione confusa.
-Io? Sei tu quella che per poco non mi mangiava due minuti fa.-
~Scusa per quello mi sono lasciata trasportare. Ma anche tu non scherzavi~
-Mi sono lasciata trasportare-ribatto acida, ripetendo cio' che lei ha detto poco fa. Per fortuna la lavanderia contiene solo detersivi, scope, palette e degli stracci per lavare. È abbastanza grande e non è una tortura stare qua. Mi squadra dalla testa ai piedi e poi si avvicina lentamente. Io non mi muovo di un passo, sono il tipo che non indietreggia difronte a nulla. Mette una mano sul mio fianco e mi attira a se, mentre con l'altra mi accarezza la guancia sinistra. Sento lo stomaco contorcersi, il cuore fermarsi e la pelle d'oca. Si morde le labbra e dio vorrei ucciderla. Quel semplice gesto mi mette in confusione, e fa si che il mio sguardo gelido venga sostituito da uno sguardo confuso, impaurito, ma anche voglioso. Lei sorride amaramente e si allontana. Apre la porta e prima di uscire mi dice:
~Come posso capire cosa provi se mi guardi così?-
E detto questo se ne va.
Salto la quarta ora e la passo chiusa nella lavanderia a pensare.
Perchè deve farmi sentire così? Io che non mi sono mai innamorata, io che ce l'ho sempre fatta da sola, io che avevo smesso di pensare a me e a ciò che mi circonda. Perchè devo sentirmi cosi confusa e vuota quando non c'è? Perchè il cuore deve battere così forte e l'aria deve mancarmi quando mi sta così vicino? Perchè quando guardo i suoi occhi mi sento piccola e nuda, come se mi leggesse dentro? La campanella rompe il silenzio e i miei pensieri. Esco dalla lavanderia e dal bagno dirigendomi in classe. Entro senza guardare nessuno e mi siedo. Sento dire "ore buca" e quindi mi rilasso, non dovró dare spiegazioni. Metto le cuffie e inizio a guardare fuori dalla finestra. Mi piace guardare le foglie mosse dal vento, il sole che riflette la luce dei suoi raggi sull'erba, vedere le rondini in volo, insomma, amo guardare la natura. Un movimento d'aria mi fa abbassare gli occhi sul banco. Una mano mi sta porgendo un foglio piegato in due, ed io lo apro senza vedere chi sia la persona al mio fianco. Osservo il disegno fatto un po' a schizzo ma veramente bellissimo. Il soggetto è una ragazza dai lunghi capelli ricci che guarda fuori dalla finestra. Mi accorgo di essere io solo dopo pochi secondi, e in quel momento alzo lo sguardo. Lucy ha un sorriso soddisfatto in faccia e guarda il suo capolavoro con orgoglio. Mi toglie una cuffia così che io possa sentirla.
~Bello vero?~
-Uhm, si, sei bravissima-
Perchè tutto ad un tratto fa di nuovo finta di nulla se poco fa abbiamo discusso (indirettamente) proprio di questo? Smetto di pensare a questa domanda che gira nella mia testa da mesi e mi comporto in modo normale.
~Sei un bel soggetto da disegnare~ dice tranquillamente. Sorrido di scherno.
~Dov'eri?~ chiede all'improvviso, mascherando la sua precupazione.
-A fare un giro, non mi andava di fare due ore di palestra, anche se a quanto pare non c'è stata nemmeno la prima.- dico ridacchiando. Ormai mi sono arresa, con lei non riesco a non sorridere, ridere, insomma, con lei non riesco a indossare la mia maschera. Suona la campanella e tutti si precipitano all'uscita. Ci dirigiamo alla fermata insieme, ormai è di routine, e lei aspetta con me l'autobus.
~Stasera c'è la festa del nostro istituto al night club di North Ave. Ci sarai vero?~
Mi è sempre piaciuto ballare, quindi perchè non andarci?
-Uhm penso di si, è da tanto che non mi diverto un po'-
~Per le 21:30 ti passo a prendere, non farti aspettare~ e detto questo va via con il sorriso sulle labbra. Io invece torno a casa, pranzo e vado a dormire. Mi sveglio con mia madre che mi chiama disperata e dopo circa due minuti riesco ad alzarmi.
<Amy, si puó sapere che fai? É tardissimo!>
La guardo senza capire finchè non mi indica il telefono. 20:30. Sgrano gli occhi e la guardo confusa.
-Mamma, devo essere pronta per le 21:30, la sveglia è tra 5 minuti-
Biascico ancora un po' assonnata. Guardo il telefono e noto un messaggio di Lucy.
"Arrivo per le 21:15, hanno anticipato l'apertura."
Merda. Corro in bagno a farmi una doccia veloce mentre mi lavo anche i denti. Così riduco il tempo. Esco, mi asciugo e metto l'intimo. Mi trucco mettendo la matita nera sugli occhi, facendo si che li renda più grandi e risalti il colore ghiaccio delle miei iridi; applico poi il mascara sulle ciglia e un po' di blache sulle guance. Metto il mio burro cacao alla ciliegia e poi mi asciugo i capelli. Guardo l'orologio appeso al muro e leggo 21:00. Beh direi che sono puntuale dato che devo solo vestirmi. Infilo il top bianco senza spalline, che arriva fin sotto all'ombelico. L'ho scelto apposta dato che copre le cicatrici e la schiena. Sto cercando i pantaloni a vita alta, quando all'improvviso sento la porta della mia camera aprirsi e richiudersi. "Merda" penso.

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