Capitolo 14

Vi informo che c'è una scena leggermente violenta, ma non è nulla di serio. A chi comunque non regge queste scene, consiglio di saltare le parti di Lucy verso metá capitolo.

Lucy é li, seduta su un marciapiede con una bottiglia di vodka in mano. Mi avvicino sorpresa e un po' preoccupata, che cavolo è successo? Prova ad alzarsi e dopo essere riuscita a restare in piedi, cammina verso di me. Barcolla un po' e mi avvicino velocemente per sostenerla. Puzza di alcol e dagli occhi arrossati capisco che è ubriaca. Chiamo un taxi per farla andare a casa, ma quando sto per chiudere la portiera, lei mi afferra un lembo della felpa.
~Non lasciarmi sola~ sussurra con voce roca. Sospiro e entro in macchina anche io. Durante il tragitto lei si addormenta con la testa sulla mia spalla, mentre io scrivo a mia madre che resto da lei a dormire. So che tanto  sarebbe uscita con papa' per una cena di lavoro, quindi sarei rimasta a casa da sola. Di nuovo. Arriviamo davanti ad un grande edificio a tre piani, e dopo aver pagato il taxi scendiamo dirigendoci all'appartamento. Per fortuna lei aveva ancora dei soldi con sè, se no i miei dieci dollari non sarebbero bastati a pagare la quota. A fatica arriviamo al secondo piano, dato che con un braccio la sostengo e con l'altro mantengo lo skate. Arriviamo davanti ad una porta rossa, alta circa un metro e ottanta a occhio. Non riuscendo a beccare la serratura mi passa le chiavi, e dopo aver aperto la porta entriamo. La chiudo dietro di me e cerco un divano o una sedia su cui farla sedere. Individuo una poltrona e la appoggio delicatamente su questa. Poso poi lo skate di fianco la porta di ingresso e poi accendo la luce. Rimango sorpresa dalla grandezza della stanza. Salotto e cucina sono separate, al centro della sala c'è un tavolo rettangolare con sei sedie e alla sua destra un divanetto a due posti. Di fronte al tavolo si trova un mobile davvero grande, contenente libri, CD, DvD, foto e una tv al centro di tutto. Mi riscuoto sentendo Lucy appoggiare la bottiglia di vodka a terra. Senza pensarci due volte gliela prendo e la butto nel pattume, dopo averlo cercato in ogni mobile della cucina. Quando ritorno è imbronciata e poi inizia a guardare fuori. La poltrona è davanti al balcone, e da qui puoi vedere parte della città e il cielo notturno. É un bel paesaggio e capisco perchè abbia scelto questo punto per metterla.
Prendo una sedia dal tavolo e la posiziono difronte a lei, mi siedo e inizio a parlare.
-Che è successo?-
Mi guarda di sfuggita e poi torna ad osservare fuori. Se prima avevo un tono dolce ora decisamente era glaciale.
-Lucy, che è successo per farti ridurre così?-
Stavolta si gira a guardarmi e quegli occhi color pece sembrano quasi volermi uccidere. Il rossore poi non aiuta a migliorare quello sguardo sprizzante d'odio.
~Mia nonna abita qua vicino~ inizia lei ~ e per andarci ho dovuto prendere il pullman dato che la moto è dal meccanico. Stavo andando verso Manhattan per andare a comprare qualcosa da mangiare al discount, per poi tornare qui, quando..~ e qui si ferma un attimo. Sento il suo respiro aumentare e vedo la mascella del viso contrarsi. Le prendo una mano e la stringo tra le mie.
-Respira lentamente e continua- le intimo cercando di essere dolce.
~Stavo per entrare quando ho sentito un urlo. Mi sono fermata al vicolo prima del negozio e sai cosa ho visto? Tre ragazze che cercavano di picchiare una più piccola di loro.~
Mentre parla sento qualcosa di secco sulla sua mano e quando abbasso lo sguardo sgrano gli occhi. Sangue. Ha le nocche sbucciate e sporche di sangue. Guardo l'altra mano ed é ridotta allo stesso modo.
-Lucy che è successo dopo?- chiedo preoccupata.
~Una di loro è venuta verso di me provando a farmi paura, peccato che fosse più bassa e avesse una faccia da schiaffi. Le ho tirato un pugno e lei è caduta a terra. Un'altra ha iniziato a urlarmi contro e a correre verso di me, mentre l'ultima (che penso fosse il capo) ha iniziato a prendere la più piccola a schiaffi e pugni. In quel momento non ci ho visto più. Alla seconda le ho tirato un calcio nella pancia e un pugno, alla terza..~ si blocca e si incupisce.
-Lucy che è successo alla terza?-
~Ha provato a picchiarmi ma la più piccola l'ha trattenuta per aiutarmi, finendo per essere sbattuta per terra da un calcio di quella stronza. Mi ci sono lanciata a dosso e ho iniziato a riempirla di pugni.~
Parla con rabbia, ma noto il suo sguardo triste e schifato.
Non dice nulla di più, ma dalle sue mani capisco che la picchiata pesantemente.
-La ragazzina sta bene?-
Annuisce e poi come se mi avesse letto nella mente dice:
~Tranquilla, non ho ucciso nessuno. Dopo sono andata a comprare da bere e ti ho chiamata. Se non avessi bevuto, ora sarei ancora a picchiare quelle stronze.~ ringhia. Non sapendo cosa fare, ricordo che spesso, quando io ero di malumore, mia sorella mi abbracciava. Faccio lo stesso, cercando di farle capire che io ci sono, sono qui con lei. Ricambia l'abbraccio e restiamo così per qualche minuto. Mi stacco quasi di malavoglia e le chiedo dove posso trovare qualcosa per medicarla. Dopo averle messo una pomata e averle fasciato le nocche, preparo qualcosa da mangiare, anche se non è molto dato che il frigo é quasi vuoto. Sono le 22:00 ed io mi sento maledettamente stanca. L'accompagno nel suo letto e dopo essere stata tirata su questo da lei, capisco che devo restare li. Le chiedo dove posso trovare un cambio da darle, dato che i jeans e la maglia bianca sono sporchi di sangue. Mi indica un armadio di fronte al letto e da li prendo una maglia a mezze maniche e un pantaloncino. L'aiuto a cambiarsi dato che le mani non riesce a muoverle benissimo. Non so che cosa stia provando di preciso, ma per un certo senso posso capire la sua rabbia. Cerco di guardarla sempre negli occhi, imponendomi di non fare altro. Mi tolgo i vestiti e prendo soltanto una canottiera lunga fino a metá coscia, poi mi metto sul letto al suo fianco. Mi da' la schiena e questa cosa mi infastidisce parecchio. Mi alzo di poco rendendomi più alta di lei e l'abbraccio da dietro, poggiando il mio mento sui suoi capelli. Annuso il loro profumo come se fosse una droga ed io ne fossi in astinenza e in quel momento la sento sorridere.
~Grazie~ sussurra. Non le rispondo, di rimando rafforzo la stretta dell'abbraccio e poi mi addormento. Non so perchè io mi senta strana, ma so che lei mi sta cambiando. Lei è come una tempesta che arriva improvvisa in un giorno di quiete e distrugge tutto. Una domanda quindi inizia a tormentarmi: distruggerá anche me?

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