7
Durante la pausa pranzo mi incontrai nel cortile con Alex Jacob e Miiria.
Camminai fino a raggiungere i tre ragazzi seduti sull'erba.
«Ciao ragazzi!»
Li salutai e mi sedetti accanto a loro.
Dylan mi raggiunse portando due frullati, uno alla fragola, l'altro alle mandorle, mi passò quello alle fragole e si sedette accanto a me.
Quando tutti ci mettemmo comodi Alex, leggermente agitato guardò me e Dylan, annui cercando di incoraggiarlo e alla fine prese coraggio.
Inspirò, chiuse gli occhi e parlò spedito come un razzo.
«Che ne dite se formiamo una band?»
Calò il silenzio per qualche secondo, poi Jacob saltò in piedi.
«Yees! È un idea geniale Alexei!»
Esclamò entusiasta e saltellò energicamente, poi iniziò a muoversi come se stesse suonando la batteria facendo il rumore dei vari componenti.
«Ho sempre sognato di fare parte di una band!»
Ci voltiamo tutti verso Miiria attendendo la sua risposta.
Lei sorrise. «Immagino che vi serva una cantante, giusto? Va bene, d'altronde qualcuno deve pur badare a voi tre»
Jacob la guardò «Perfetto!»
Vidi Alex sospirare rilassato, aveva così ansia e paura che rifiutavano la sua offerta o che la reputavano stupida che quasi smise di respirare.
«Okay, ragazzi però dobbiamo iniziare a pensare anche a come chiamarci!»
Puntualizzò Jacob.
«Si e deve essere un nome che calza a pennello, dobbiamo pensarci bene» Osservò Miiria.
«Dylan!» Esclamai e di colpo ebbi tutti gli occhi puntati addosso, occhi che si spostarono rapidamente su Dylan che stava osservando la scena bevendo il suo frullato.
Nel silenzio creatosi si sentiva solo il rumore della cannuccia e del drink mezzo vuoto di Dylan, che si sentiva leggermente in soggezione.
«Cosa?» Disse guardandomi.
«Hai già dato il nome alla nostra chat di gruppo, sei l'ideale per trovare anche il nome per la band»
Gli risposi poggiandogli una mano sulla spalla.
«Si ma ma io non sono nemmeno un musicista e tutto il resto» Mi rispose guardandomi.
Jacob si avvicinò.
«Amico sei perfetto invece. Sarai tipo, come si chiama? Ah si il manager! L'hai detto anche tu “sei il supporto emotivo”, a noi serve quel supporto!»
Gli disse con un sorriso rassicurante.
«Si Dy sei perfetto! Sei sempre stato un genio in queste cose. Ricordi quando andavamo al campo estivo? Eri sempre tu che trovavi il nome per la nostra squadra, sono sicuro che lo troverai anche per la band» Lo incoraggiò Alex.
Alla fine Dylan si convinse.
«Okay, lo farò» Disse.
«Ottimo, manager! Quando lo avrai trovato provvederò a fare delle magliette per tutti e cinque»
Esclamò Miiria.
Sorrisi felice, è bello avere un gruppo di amici, o almeno stavamo iniziando a diventare un gruppo.
Mi chiedo come sia, di solito più che gruppo sono abituato ad un duo, immagino che ora le cose saranno leggermente diverse.
«George vieni? Stiamo andando alla caffetteria della mensa»
Mi domandò Alex, guardai di nuovo i miei nuovi amici che nel frattempo si erano tutti alzati dal prato e preso in mano zaini e borse, sorrisi e annuendo mi alzai anche io e li seguii.
Ho un nuovo gruppo di amici.
Dopo pranzo avevo la mia ultima lezione, letteratura antica.
Dovrebbe essere illegale farla all'ultima ora, dannazione a mia madre che ha insistito per inserire questo corso tra gli altri facoltativi quando confermò l'iscrizione a scuola, ma a detta sua il latino e greco mi sarebbe stati utili.
Non capisco ancora a cosa serva sapere qual era il pugnale preferito di Diomede o di che stoffa erano fatte le tuniche di Nerone, ma lasciamo perdere per ora.
«Prima che suona la campanella. Qualcuno sa dirmi qual é la rappresentazione caratteristica del dio Apollo?»
Domandò il professore mentre girava tra i banchi tenendo il libro tra le mani, nonostante avesse suoi 27-30 anni era vestito come se fosse appena uscito dal secolo scorso, pantaloni lunghi e giacche di tela, con un gilet di lana o a volte cotone sopra la camicia, mi ricordava un po' lo stile del mio vecchio professore di storia delle elementari.
La classe restò in silenzio.
«Ne abbiamo letto un esempio anche in un brano qualche lezione fa»
Continuò cercando di darci indizi o riportare in mente qualcosa, io personalmente ultimamente non ho prestato molta attenzione.
«David vuoi darci tu la risposta?»
Disse il professore riferito all'unico studente che aveva alzato la mano.
Io come gli altri miei compagni di classe ci voltammo verso di lui.
«Allora, la rappresentazione di Apollo, prima cosa con un fisico perfetto e capelli biondi, sorriso luminoso. Indossa Jean, maglie alla moda e occhiali da soli. Ah e guida una Maserati rossa decappottabile. Ma beh essendo divinità possono mutare il loro aspetto quando vogliono» Rispose.
Il professore alzò gli occhi al cielo e si risistemò gli stretti occhiali da vista sul naso, poi sospiró.
«Grazie David per il tuo intervento, ma quando parlavo del brano letto a lezione mi riferivo al poema a pagina 135, no ai libri di Percy Jackson»
Gli rispose con calma per poi tornare a rivolgersi al resto della classe.
«Allora nessuno sa di cosa parla questo brano?»
La classe restò di nuovo in silenzio.
Il professore roteò gli occhi.
«Sembrate che siete appena sbarcati sull'isola delle gorgoni e incontrato medusa»
Ironizzò il professore visto che nessuno in classe si muoveva o faceva rumore, sembrava quasi di stare in un museo delle ceri.
«D'accordo ho capito, per la prossima volta mi riportate il brano a pagina 135 e ne discutiamo insieme»
Terminò chiudendo il libro e nel mentre che lo posó sulla cattedra suonò la campanella.
Il professore ci salutó tutti con un sorriso e ci ricordó di leggere il brano.
Ecco una cosa che amo di questo corso, il suo professore.
Quando voleva sapeva essere severo ma credo di non aver mai visto il Signor Domer arrabbiarsi o essere di cattivo umore, nemmeno quando sbagliavi l'ennesima declinazione o quando nelle versioni uscivano frasi tipo “i cavalli senatori marciarono con dei mandarini portando i vasi”, anzi lui era il primo a farsi una risata con noi.
Era ancora quasi l'unico professore con cui se avevi un problema potevi parlane e essere capito.
Tutto sommato mi piace il corso di letteratura antica.
Al termine della lezione trovai Dylan ad aspettarmi fuori dall'aula, lui in quest'ora aveva il corso di francese.
«Hey, camminiamo insieme fino alla fermata?»
Mi proposte, benché la fermata del autobus era solo a qualche metro dalla scuola acconsentii e insieme uscimmo dalla scuola.
Ad aspettare trovammo anche Alex, lo salutammo e ci fermiamo a parlare, fino a quando non venimmo interrotti da un guidatore e dal rumore della sua auto che parcheggiò fermandosi proprio difronte al marciapiede dove stavamo aspettando noi.
Dal finestrino del passeggero, sporgendosi dal posto del guidatore sbucò Josh.
«Hey ragazzi» Ci salutó poi guardó il fratello «nerdino, oggi passo a prenderti io. La nonna ha un appuntamento con la parrocchia e mi ha detto di badare a te questo pomeriggio, io ho un incontro con i miei amici amici al bowling, perciò hai dieci secondi per portare le tue chiappe in auto e passare un pomeriggio incredibile col tuo fratellone»
Dylan sbuffó.
«Per forza? Dai sai che mi annoio con i tuoi amici. Posso restare da solo a casa, sono grande ormai»
«La nonna ha detto no. Se vuoi puoi portarti i tuoi amici. George, Alex volete venire al bowling?»
Ci domandò passando lo sguardo da Dylan a me e poi a Alex.
«Mi dispiace ma ho lezione di scacchi, mio padre mi fa fuori se le salto. Ovviamente non dico che mi fa fuori letteralmente»
Disse Alex e guardò di sfuggita l'ora sul cellulare.
«Okay, Giorgino tu?» Mi chiese Josh.
«Si ci sono, devo avvertire i miei però. Per loro di sicuro non ci saranno problemi»
Il sorriso di Josh si allargò. «Perfetto! Allora saltate in auto» Disse guardando il fratello.
Dylan sembrò agitarsi all'improvviso.
«Dai Alex, sei sicuro che non vuoi venire?!»
Si aggrappò letteralmente al cappuccio della felpa di Alex e cercava di trattenerlo e di convincerlo a venire con noi.
Josh credo perse le pazienza o qualcosa di simile perché sospiró, mise il freno a mano e scese dall'auto, diretto verso Dylan.
Lo staccò letteralmente da Alex afferrandolo per il busto, sembrava quando un allevatore cerca di prendere un cucciolo di panda aggrappato ad un albero. Stessa scena.
Josh si caricó Dylan su una spalla e lui rimase appeso con le braccia e la testa verso la schiena del fratello e gambe dall'altro lato.
Devo ammettere che Josh ha un fisico ben allenato, osservai affascinato il fratello del mio amico, nel mentre Dylan si lamentava ma lui riusciva a tenere una presa ferrea come se sulla spalla avesse un cuscino e non una persona.
«Nerdino andiamo. Poi mi ringrazierai.» Mormorò. «Ciao Alex ci vediamo» Disse salutandolo poi mi guardò e aprì la portiera posteriore.
«Prego George dopo di te»
Mi invitò a salire e una volta che avevo preso posto e mi ero spostato dall'altro lato dei sedili scaricò Dylan accanto a me e chiuse la portiera.
«Ti odio quando fai così!»
Si lamentó il mio amico mentre si sistemava meglio i vestiti e i capelli, che a causa della presa di Josh di erano scombinati.
«Tu non ti muovevi più e io ho i miei amici che stanno già lì che aspettano» Ripose mettendo in moto.
Arriviamo al bowling e noto subito due persone che sembrano stiano attendendo noi, gli amici di Josh presumo.
Erano un ragazzo e una ragazza.
Il ragazzo probabilmente ha qualche origine russa, o di qualche paese a nord dell'Europa, capelli corti di un biondo pallido e occhi chiari, indossava un semplice Jeans scuro e una maglietta bianca con delle scritte in giapponese o coreano, non so, probabilmente sarà un riferimento a qualche manga.
La ragazza aveva dei lunghi e ricci capelli castano e occhi color cioccolato che le contornavano dolcemente il viso, indossava una carina gonna a falde bianca decorata con foglie e fiori molto autunnali e sopra un semplice top color ambra. Un outfit perfetto per ottobre.
Ci avvicinammo e Josh mi presentò ai suoi amici.
«Scusate ragazzi ma devo tenere d'occhio il mio fratellino. E lui è George, un amico del nerdino»
Disse.
«Ciao io sono Micol, e lui è Seth»
Si presentò gentilmente la ragazza. Aveva un sorriso e una voce davvero dolce.
Finite le brevi presentazioni entriamo nel edificio e prendemmo posto ad una delle piste da bowling libere.
Il posto era veramente enorme, mio padre ci portò un paio di volte da piccoli, o ci venivamo quando qualche compagno di classe organizzava li la festa.
C'erano le varie piste ognuna con un proprio tabellone segnapunti e uno spazio con divanetti e un tavolino, sulla sinistra c'era una piccola sala giochi mentre sulla destra c'era un punto ristoro con dei tavolini, dove potevi prendere bevande, hot dog o pizza.
«Okay nerdino, giocate con noi, se dopo un po' vi scocciate tu e George potete andare nella sala giochi»
Disse Josh lasciandoci sul tavolino una manciata di gettoni per i giochi.
Lui era davvero un fratello premuroso.
Iniziammo così a giocare a bowling, io con un po' di fortuna feci uno strike al primo tentativo, Dylan invece sembrava che stesse per farlo anche lui ma alla fine l'ultima birillo nell'angolo rimase in piedi.
Josh lo prese bonariamente in giro.
«Dai Josh non tormentare il tuo fratellino»
Micol fulminò con lo sguardo Josh e passò a Dylan il pacco di patatine, mentre lui tornava a prendere posto suo divanetti.
«Ha sempre fatto più punti di te, maestro del bowling »
Stavolta fu Seth a parlare guardando Josh divertito e nel mentre si alzava per prendere la palla e lanciarla.
«Wow chi abbiamo qui?»
Sentiamo una voce dietro di noi e dopo un gruppo di tre ragazzi ci venne incontro, ad occhio e croce dovrebbero avere la stessa età di Josh e i suoi amici, anno più anno meno.
Vestiti che sembravano la copia pezzotta e uscita male dei peggio rapper.
Li analizzai uno per uno, non sono uno che giudica dall'aspetto ma a pelle non mi stanno simpatici.
Uno di loro aveva un qualcosa di familiare.
«Amici tuoi?»
Domandò Dylan al fratello, che scosse la testa. Sembrava leggermente arrabbiato, Micol sembrava stringersi a se cercando di non farsi notare facendosi piccola piccola.
Seth esclamò per lo strike appena fatto ma poi la gioia mutò quando vide chi era appena arrivato.
«Wow Seth bravo!»
Disse uno dei tre, quello che aveva addosso un capello con visiera rosso.
«Piccolo il mondo, incontrarci tutti qui!» Ora parló quello che teneva al collo una grossa catena dorata.
Da come si pone col corpo e con le movenze credo che lui sia quello che più comanda nel trio.
«Si e il mondo sarebbe migliore se voi ve ne andate. Questo posto è grande, scegliete una delle piste lontano da qui» Disse Seth.
«Non sapevo che ora i froci comandassero»
Replicò quello che mi sembrava lontanamente familiare, con un tono minaccioso.
Un senso di paura e rabbia si scatenarono, Josh che era ancora un piedi, si spostò leggermente ponendosi davanti a me a Dylan.
Il mio amico era agitato.
«E io non sapevo che gli idioti parlassero»
Ripose Josh guardando quel tipo negli occhi.
Il ragazzo con la catena d'oro si fece avanti.
«Fil lascia perdere, è meglio allontanarci da loro»
Comandò facendo cenno verso un'altra pista libera e per fortuna molto lontana da noi.
«Si meglio non confonderci con loro, meglio andare prima che Micol ci trasformi tutti in froci mascherati»
Disse questo “Fil" mentre si allontana con i suoi amici.
Di colpo riconobbi perché “Fil” mi sembrava familiare e riconobbi quell' appellativo orribile con cui aveva appena chiamato Micol.
L'avevo già sentito, in passato, andavo alle elementari avevo circa 11 anni, e quelle stesse parole uscirono dalla bocca del fratello di Marcus, Filippo, e quella volta le aveva rivolte a Lukas.
Non mi aspetto che mi riconosca, probabilmente ora Filippo non si ricorda nemmeno il mio viso, per lui ero solo un bambino con cui il fratellino litigava alle elementari.
Strinsi un pugno dalla rabbia, voglio picchiarlo non mi importa se è più grande di me di tre anni, lui e Marcus non li ho mai perdonati.
Il fratello di Dylan mi prese il braccio per non farmi muovere, come se avesse capito le mie intenzioni, restammo tutti fermi a guardare quei tre andarsene.
Tutti tranne Seth.
«Hey Filippo!» Lo raggiunse e lo chiamò. Lui si voltò. «Il frocio vuole lasciarti un regalo» E in una frazione di secondi un pugno forte e violento volò sulla mascella di Filippo.
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