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Una volta aver presentato Miiria anche a Jacob e Dylan restammo parlare e conoscerci fin a quando la professoressa ci richiamò per comunicarci chi aveva vinto questo concorso e avrebbe poi gareggiato con le altre scuole.
La preside si congratulò con tutti e annunció che in futuro avrebbe organizzato piú attività musicali, poi comunicò solo il nome dello studente vincitore, un certo Anthony qualcosa, ovvero il ragazzo che suonava l'arpa.
«Si certo ci credo suona uno strumento particolare, ovvio che vogliano mandarlo a competere con le altre scuole. Allora prendiamo un gelato per risollevare i nostri animi?!»
Disse Jacob cercando di sollevarci il morale.
Così ci incamminiamo verso un bar-gelaterie, Miiria prese il suo frappè mentre noi i nostri gelati e ci sedemmo nel giardinetto per continuare la nostra conversazione.
«Si ma tu l'hai sentito il nuovo Album?»
Disse Jacob rivolto a Alex, i due erano molto presi da una discussione su una band che di recente stava diventando popolare.
«Sapete che faranno un concerto qui in primavera?» Si aggiunse Miiria.
«Che! Davvero?!»
Esclamò Alex sorpreso.
«Che ne dite se ci andiamo insieme? Tutti e cinque? I rock spirit piacciono anche voi, giusto?»
Propose Jacob, soffermandosi a guardare me e Dylan che a differenza degli altri stavamo partecipando passivamente alla conversazione.
«Si certo!»
Rispose Dylan, anche io confermai poco dopo.
La musica in generale mi è sempre piaciuta, qualsiasi tipo di musica.

I miei nuovi amici continuarono a parlare io restai a fissare Dylan, era così distratto e perso nella discussione che il gelato stava iniziando a sciogliersi e colare sulla sua mano.
Nonostante avesse scelto la coppetta al posto del cono!
Notai che era sporco sulla guancia, presi un fazzoletto e pulii il gelato dalla sua faccia.
Entrambi arrossimmo, d'istinto ritirai la mano.
Perché diamine l'ho fatto?
«Ehm, eri sporco. E ah, tieni prendi anche questo ti sta colando sulla mano» Mi affettai a dire tremendamente imbarazzato e gli passai un altro fazzoletto.

Perché cavolo ho avuto l'istinto di pulirgli la guancia?
Potevo semplicemente dirgli che si era sporcato.
E poi perché Dylan mi ha guardato così?
Ovvio perché era in imbarazzo.

Che diamine mi prende lui non è Lukas, non abbiamo quel livello di intimità, sí siamo compagni di banco e siamo molto amici, ma non così amici.
É solo che quella scena mi era sembrata così familiare, quando eravamo piccoli il mio migliore amico combinava sempre pasticci col gelato, zia Sandra alla fine si rassegnò e iniziò a portarsi in giro quelle bavette di carta monouso che si attaccano alla maglietta e che di solito utilizzano i neonati.

Basta pensare a Lukas.

E Dylan è solo un amico.

«George? Sei dei nostri?»
Alex mi richiamó schioccando le dita davanti ai miei occhi.
«Oh si, sto ascoltando»
Mentii, mi ero totalmente perso a pensare a Dylan e Lukas che non li stavo nemmeno ascoltando.
Dylan mi tirò leggermente.
«Stavamo parlando della festa  dell'oratorio»
Mi sussurrò ad un orecchio aggiornandomi sul pezzo di conversazione che mi ero perso.
Alex ci aveva invitato ad una specie di festa, che l'oratorio che lui e Dylan frequentano stava organizzando. 

Annuii, ringraziai Dylan per l'aggiornamento e cercai di seguire con più attenzione la conversazione.
Decidemmo di fare un giro, e nonostante avessimo appena conosciuto Jacob e Miiria ci trovavamo in sintonia come se ci conoscessimo da sempre.
Miiria è una ragazza molto spigata e allegra, e io che a prima vista credevo fosse una ragazza timida e misteriosa, mi sbagliavo di grosso.
Jacob invece sembrava un ragazzo energetico e lo era, non stava mai fermo e trasportava chi gli era intorno nel suo vortice di allegria.
Mentre stavamo camminando sul marciapiede all'improvviso Dylan, che stava camminando dietro di me e parlava con Alex, mi finì addosso.
«Scusa George!»
Disse in imbarazzo, lo presi posando le mani sulle sue spalle anche per aiutarlo a recuperare l'equilibrio.
«Scusa davvero. È stato Alex a spingermi»
«Io sono innocente!»
Esclamò Alex sarcastico e poi corse davanti al gruppo. Dylan lo guardò scuotendo la testa.
«Il mio migliore amico è proprio un idiota» Ironizzò.
In quel momento mi accorsi di avere ancora le mani sulle sue spalle, con uno scatto le tolsi.
«Gia, tipico dei migliori amici»
Gli risposi con un sorriso, per dissimulare il lieve imbarazzo e disagio che provavo da quel rapido, breve e innocente tocco.

Già anche il mio migliore amico fa cose stupide, lo amo sì ma resta lo stesso il mio idiota.

«Comunque grazie per prima, non mi ero accorto di essere sporco di gelato, se non era per te avrei fatto il bagno di vaniglia e cioccolato, e poi chi la sentirebbe mia nonna!»
Mi disse e notai che le sue gote farsi rosee.
Che strano con Alex non lo vedo sempre così a disagio eppure anche se non siamo migliori amici ci conosciamo da due anni, non c'è quella imbarazzo che c'è tra due sconosciuti, no?!
«Di nulla, è a questo che servono gli amici, giusto?»
Gli risposi sorridendogli, lui annuì e mormorò un si sottovoce.
«Okay ragazzi, che ne dite se facciamo chat di gruppo? Così possiamo anche organizzarci meglio per la festa proposta da Alex, o il concerto o qualsiasi altro evento in futuro»
Prorose Miiria voltandosi verso tutti noi con un sorriso, il tenue sole e i colori di un tramonto imminente riflettevano sui suoi capelli accentuando le striature violette tra la chioma blu.
«Sembra un ottima idea! Dai su sparate i numeri che vi segno tutti!»
Esclamò entusiasta Jacob mentre estraeva il telefono pronto a salvare nuovi contanti in rubrica.

Uno a uno dettammo i nostri numeri e Jacob creò la chat.
«Okay ma come chiamiamo il gruppo?»
Domandò Jacob mentre armeggiava col telefono.
«Quattro amici al bar»
Alex sputó fuori con nonchalance e un briciolo di ironia.
«Okay citazioni a parte, noi poi siamo cinque» Risposi.
«E non siamo neanche ad un bar» Aggiunse con sarcasmo Dylan.
«Bho raga. Non ho molta fantasia»
Si difese scherzosamente Alex.
«“Bho raga“ si mi piace come nome»
Disse Jacob. Alex subito intervenne per bloccarlo prendendogli il telefono dalle mani.
«No aspetta non stavo proponendo nessun nome!»
«Non so. Sembriamo quasi una band, anche loro hanno questo dilemma del nome.»
Si aggiunse Miiria con uno sguardo pensieroso.
«Uhm, vediamo...ci siamo conosciuti per via del concorso musicale, potremmo prendere qualcosa inerente a questo»
Pensai ad alta voce.
«Ci sono! ”battuti dall'arpista“!  Dopotutto è anche grazie a quell'Anthony che ha vinto se poi siamo usciti insieme ora»
Esclamò Dylan.
«E poi è divertente che voi quattro vi siete fatti battere da un'arpa» Aggiunse con sarcasmo.
«Ma non vale! Tu nemmeno hai partecipato al concorso!»
Lo prese bonariamente in giro Alex.
«Vero, ma, vi sono vicino col cuore, non è questo quello che conta?!»
Rispose Dylan portandosi una mano sul petto e si appoggiò con la testa sulla spalla di Alex, con una drammaticità comica che fece ridere tutti.
«Okay ”battuti dall'arpista“ sia allora! Va bene per tutti?»
Concluse Miiria, noi quattro ci guardammo e poi annuimmo, Jacob aggiornò il nome nella chat.

Il giorno dopo come ogni giovedì, alle 14:30 andai alla mia lezione di chitarra.
Oggi però avevamo gli esami di avanzamento, Alex ha fatto il suo per il pianoforte la settimana scorsa.
Entrai nella stanza dove di solito si tendono le lezioni per gli strumenti a corda o a fiato e trovai già seduti sugli sgabelli una ragazza con i capelli castani e occhi quasi dorati che accordava la sua chitarra e accanto a lei un ragazzo afroamericano che con tranquillità scorreva dei video sul telefono.
Salutai Gwen e Stephan, gli altri due ragazzi del mio corso, e presi posto nell'aula tirai fuori la mia chitarra e iniziai ad accordarla, nel frattempo arrivò anche Emma, un'altra ragazza che doveva fare l'esame con noi, lei studia da privatista e viene all'Accademia solo per fare gli esami.
«Ciao ragazzi, come va? Ansia per gli esami?»
Ci domandò prendendo posto accanto a noi, per Gwen non era necessario una risposta, era così in ansia e continuava a esercitarsi con gli accordi e sistemare le corde affinché fosse perfettamente accordata.
Stephan ripose scuotendo la testa e si alzò per bere dell'acqua.
«Wow George hai una nuova chitarra?»
Mi domandò Emma, come un riflesso involontario abbassi la testa sulla chitarra elettrica che stavo accordando.

Avevo due chitarre in realtà, una classica e una elettrica, avevo ricevuto la prima quando ero piccolo e avevo iniziato a suonare quindi era un modello più piccolo e adatto ad un bambino ora crescendo avevo bisogno di una nuova.
Per questo già da un paio d'anni avevo preso la chitarra elettrica, che di solito suono.

Avevo circa dodici anni e mio padre mi portò in un negozio di musica per sceglierla, con me venne anche Lukas, io avevo visto una Fender e mi innamorai di quel modello, ero solo indeciso sul colore a me piacevano tutti, perciò chiesi al mio migliore amico che mi indicò quella rossa e bianca.

Ovviamente era inutile chiedere a lui, sapevo già in partenza quale avrebbe scelto. Lukas adora ogni cosa che sia rossa.

«Oh si, già da qualche anno, a lezione suono questa. Di solito agli esami porto sempre quella classica ma il maestro mi ha detto che potevo tranquillamente portare anche quella elettrica. Ci sono molto legato, l'ha scelta una persona molto importante. Spero che mi porti fortuna» Risposi.
Dopo qualche minuto arrivarono il nostro maestro con l'esaminatore e iniziammo il test.

Una volta finito uscii e aspettai qualche minuto nella sala all'ingresso prima di tornare a casa.
Tra circa quindici minuti Alex dovrebbe venire per la sua lezione e mi aveva detto che sarebbe venuto un po' prima così ci saremo visti perché voleva chiedermi una cosa.
Mi domando cosa, non mi tocca che aspettare e scoprirlo.

Lui era già seduto nella stanza all' ingresso, mi tolsi la chitarra dalle spalle poggiandola al muro e mi sedetti accanto a lui.
«Hey George come è andato l'esame?» Mi chiese.
«Non ci hanno detto ancora i risultati ma credo bene. Tu hai ricevuto i risultati del tuo?»
«Non ancora, oggi a lezione in teoria, ma la maestra ci ha detto un paio di cose in anticipo e ha detto che è andato bene, quindi sono tranquillo.»
Gli sorrisi sereno. «Wow fantastico amico. Ho sentito che quest' anno sono stati veramente duri con gli esami di piano.»
Alex annuì. «Si. Hai presente la prova dello spartito a sorpresa? Ecco era un brano di Strawinsky assurdo.» Mi rispose.
«Allora, mi hai scritto di aspettarti perché dovevi parlarmi, cosa dovevi dirmi?»
Alex sembrò all'improvviso agitarsi.
«Ah si. Ecco riguarda a una cosa di cui stavamo parlando ieri»
Iniziò a dire anche se sembrava in imbarazzo e come se facesse di tutto per cambiare argomento.
«Si è un idea stupida, quindi non ridere, visto poi quello che detto anche la preside di voler organizzare altri eventi musicali, stavo pensando che tipo, noi due potremmo sai creare un gruppo insieme anche a Miiria e Jacob, ovviamente. Ho sempre voluto creare una band ma fino a poco tempo fa gli unici amici che suonano qualcosa sono tutti interessati solo alla musica classica.»
Mi disse, rimasi sorpeso, non avevo mai pensato l'idea di fare parte di una band, ma sembra elettrizzante.
Alex inpanicato dal mio momento silenzio riprese subito a parlare come una trottola.
«Pensi sia un' idea stupida?! Dopotutto conosciamo Miria e Jacob solo da un giorno, ma mentre parlavamo ieri eravamo così in sintonia che sembrava ci conoscessimo da anni»
«Alex penso sia un' idea fantastica. Domani a scuola dovremmo chiederlo anche a Miiria e Jacob, sono sicuro che anche loro saranno entusiasti»
Lo fermai poggiando le mani sulle sue spalle, mentre lui mi guardò sorpreso.
«Tu dici?»
«Si perché non dovrebbero?»
Alex nervoso iniziò a rigirarsi un vecchio ciondolo tra le dita.
«Oh è solo che a volte penso che la gente creda io sia noioso, mi credono un tipo classico e ordinario, questo perché sin da piccolo mia madre mi ha fatto studiare e mi ha preparato per essere il perfetto pianista di musica classica, ma a me piace più la musica pop-rock»
Mi confessò tenendo lo sguardo basso.

Capii come si sentiva, ho una certa esperienza con amici che temono il giudizio degli altri e per questo si sentono insicuri.
«Hey tu non sei noioso»
Gli dissi dandogli un pugno amichevole sulla spalla, cercando di consolarlo.
«Alex, devi credere di più in te stesso. E sono sicuro che una band ti aiuterà a farlo, poi così se la scuola organizzerà altri concorsi potremmo partecipare in gruppo e batteremo tutti, perfino l'arpista. Scrivo agli altri di incontrarci domani dopo scuola e gli proponi la tua idea»
Continuai, lo vidi sorridere rassenerato.
Successivamente lui dovette andare alla sua lezione quindi lo salutai.

Appena fuori l'edificio cercai l'auto di mio padre che mi stava aspettando da un po'.
«Ti vedo euforico, l'esame è andato bene?»
Mi disse mio padre appena entrai e mi sedetti sul sedile anteriore.
Posando la chitarra per terra difronte a me.
«No. Cioè voglio dire non so come è andato l'esame, ma sono felice per un altro motivo»
Guardai il portachiavi appeso ad una delle cerniere.
Un pupazzo di un robot rosso, di quelli che vinci alle macchinette sulla spiaggia, io in realtà vinsi quello blu, mi ritenni anche fortunato perché il blu era il mio colore preferito, ma decisi di fare uno scambio con Lukas, così avremmo avuto ciascuno un portachiavi che ci ricordava un po' dell' altro.
«Ho incontrato Alex. Un amico di Dylan e ora anche mio amico. Mi ha chiesto se volevo creare una band con lui e altri due nostri amici, si insomma cosa ne pensavo di questa idea»
Vidi gli occhi di mio padre illuminarsi mentre guidava.
«Wow, sembra fantastico. È fantastico giusto?»
Disse girandosi a guardare pensieroso.
Distolsi lo sguardo dalla chitarra e dai miei pensieri e annuii.
«Si certo. Non vedo l'ora di dirlo anche gli altri!» Esclamai.

Mio padre tornò a guardare la strada, sul viso in sorriso sereno e tranquillo.
«Sai ero un po' preoccupato, non sembravi molto entusiasta del liceo e della scuola nuova, e sembravi molto giù da quando tu e Lukas avete litigato. Sono felice di vedere che ti stai finalmente ambientando e facendo degli amici»
Alzai il volume della radio lasciando che la musica mi distraesse mentre guardo fuori dal finestrino.

Non voglio pensare a Lukas e al nostro litigio-non-litigio.

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