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A scuola arrivai quasi in anticipo, misi piede in classe e seduto al suo banco trovai solo Malcolm, ovviamente lui è sempre il primo.
«Wow George è dalle medie che non arrivavi in orario»
Mi prese bonariamente in giro Malcolm visto che arrivo sempre o in ritardo o al ridosso della campanella.
«Buongiorno anche a te Malcolm. Sei riuscito a finire il compito di storia?»
Camminai fino al mio banco e ci lanciai su lo zaino per poi spostarmi vicino ad una delle finestre e osservare gli altri ragazzi.
«Si, è stato strano però, per la prima volta che non avevo fatto i compiti il professore li vuole correggere» Mi rispose ridendo poi mi raggiunse alla finestra.
«C'é una prima volta per tutto»
Dissi, lui mi sorrise. Malcolm è sempre stato un buon amico, aveva i voti del classico secchione ma per certi versi non rispecchiava per niente le “caratteristiche” del secchione cocco del prof.
Quasi mi dispiaceva che a parte per le lezioni di algebra, biologia e storia, avevano orari di lezione diversi.
«Conviene che ti metti comodo, la campanella suona tra quindici minuti, i nostri compagni di classe non arriveranno prima di dieci»
Mi disse Malcolm tornando a sedersi al suo posto.
Mi voltai a guardarlo.
«Per me oggi è stato un caso, ma tu perché vieni così presto allora?»
Domandai avvicinandomi a lui sedendomi sul banco avanti al suo.
«Beh sai che mi sono trasferito un po' più lontano dal centro, e dalle mie parti ci sono solo due linee che mi portano qui e l'unico autobus che posso prendere per non arrivare in ritardo è quello che fa il giro lungo che passa prima alla stazione e poi per il centro città alle sei di mattina. Arrivo qui per le 7:15/7:20, la campanella è alle 7:45 ma visto che puoi entrare dalle 7:30 entro e aspetto qui. Sempre meglio di aspettare per strada» Mi spiegò.
Onestamente era troppo per me e connettere i fusibili nel cervello, non prestai molta attenzione e mi persi tra la serie di numeri e orari che disse sparando a raffica. Ma ciò che disse dopo mi fece svegliare in un istante.
«Sai vedo spesso Lukas»
Continuò prendendo dal suo zaino il libro di storia
«Quando salgo lui è già seduto e scende prima di me, alla stazione. L'ho riconosciuto perché sta sempre a disegnare e se c'è qualcuno che può disegnare su quei tipi di autobus senza avere la nausea quello è lui»
Rimasi sorpreso dalle sue parole, beh almeno ero felice che Lukas potesse incotrare qualcuno che già conosceva e parlare con un amico sull'autobus, fare il liceo in città significa che dovrà fare di nuovo amicizia con tutti, ma sono sicuro non sarà un problema per lui, lui è bravissimo a fare nuove amicizie.
«Si ha iniziato a disegnare da piccolo, potrebbe riuscirci anche ad occhi chiusi»
Risposi con un pigro sorriso.
«Tu ci hai mai più parlato?...Dopo la festa intendo, sembra abbia ignorato tutti da dopo quel giorno. Ma tu e lui eravate migliori amici, no? Magari sai come se la passa»
Lo guardai per qualche secondo prima di abbassare lo sguardo e distoglierlo verso la finestra.
«No, non parla neanche più con me»
Tornai al mio banco sconfitto, scrissi un messaggio a Dylan e presi anche io il libro di storia. Pochi minuti dopo arrivano anche i gli altri compagni.
«Wow George se ieri non fossi stato a casa da te potrei pensare che hai dormito qui. Sei caduto dal letto?»
Mi salutò Dylan avvicinandosi al nostro banco. «Tieni questo è per te»
Continuò passandomi un bicchiere di Starbucks, mi sa di dejavú.
«Dato che tuo fratello lavora da Starbucks mi porterai una loro bibita ogni volta?»
Ironizzai e ringraziandolo accettai la bibita. Dylan aveva un fratello maggiore che lavorava part-time quanto non aveva le lezioni all'università.
«Il locare non è lontano dalla scuola e visto che la mattina mi accompagna mi lascia lì invece che portarmi prima a scuola perché si scoccia di fare il giro e in cambio mi faccio preparare la colazione. A te piace Starbucks, vero?»
Mi chiese e io annuii.
«Perfetto allora te ne porterò uno ogni giorno» Mi disse sorridendomi.
Arrivò il professore e ci sedemmo al nostro posto, passarono così le cinque ore di lezione.
Sembrava un normale secondo giorno ma poi durante la pausa pranzo l'attuale rappresentante degli studenti entrò nella mensa con un megafono annunciando che avrebbero organizzato una sorta di assemblea per promuovere i vari club pomeridiani della scuola e servivano dei ragazzi per far parte del gruppo organizzato e sistemare l'evento.
Io non trovando nessun tipo di club che mi interessasse finivo sempre per non sceglierne neanche uno e accompavo Dylan al suo di calcio. Forse dovrei proporre un club musicale, sicuramente anche a qualche altro studente potrebbe interessare.
Mi proposi per entrare nel gruppo organizzativo, almeno ora ho qualcosa da fare, e in più da crediti, quindi perché no?!
All'uscita da scuola Dylan camminò con me fino alla fermata dell'autobus, la mattina può contare sul passaggio del fratello mentre per il ritorno era costretto a prendere l'autobus.
«Ti ve di venire da me?»
Mi propose Dylan mentre aspettavamo. Lo guardai sorridendogli.
«Si certo, d'altronde non abbiamo neanche compiti per domani»
Avvisai mia madre e accettai.
Si sono felice dell'invito del mio amico, mi piace passare del tempo fuori e fare qualcosa di divertente e allora perché mi sento triste?
Cercai di non pensarci, se mi diverto questa sensazione svanirà.
Presi il pullman con Dylan e ci sedemmo vicini, come era ovvio che fosse, d'altronde non è che c'erano tutti questi posti liberi, eppure Dylan sembrava agitato.
«Hey tutto bene?»
Gli chiesi avvicinandomi a lui, ma credo che questo lo fece agitare di più.
«S-si,come al solito l'autista guida sbandando ovunque, deve essere per questo»
Mi rispose balbettando lievemente.
«Conosco un modo per non soffrire il mal d'auto, appoggiati a me così puoi girarti verso il finestrino e guarda fuori»
Mi spostai di lato per dargli più spazio per girasi e si appoggiarsi a me.
Impressione mia o ha la guance più rosse dl normale?
Forse ha la febbre, gli posai un mano sulla fronte.
«Sicuro che stai bene?» Dylan annuì.
«Si si, ora mi passa, tranquillo»
Mormorò, ma anche quando scendemmo dall'autobus e salimmo a casa sua continuava ad avere in faccia quel tono tinto di rosso. Forse è il caldo.
Appena entrati in camera di Dylan lui lanciò lo zaino suo letto del fratello e si sedette alla scrivania, io posai il mio zaino con delicatezza sul pavimento e segui il mio amico sedendomi sull'altra sedia della scrivania.
«Hey ho un nuovo gioco per play dqvvero incredibile. Vuoi giocarci?»
Mi propose passandomi la custodia del videogioco.
«No, ma tranquillo mi limito a guardarti»
Gli risposi passandogli il gioco.
«Sicuro?»
«Si, tranquillo»
Lo rassicurai, e così lui mise il CD e fece partire il gioco.
Dopo essere stato brutalmente massacrato in una partita Dylan mise in pausa e si girò verso di me.
«Dai fai almeno una partita, sono sicuro che se giochiamo insieme riusciamo a sconfiggere il boss finale»
Mi esortò avvicinandomi il controller.
«Non so gioc-...»
Iniziai a mentire ma fui interrotto.
«Dai non mi bevo la storia che non giochi. Chi ha a casa quattro console diverse, una miriade di giochi e non gli piacciono i videogiochi?! E non dirmi che ci gioca tuo padre perché per gli horror okay ma per quel vecchio gioco di “Impariamo i numeri con Mr Fluffy l'unicorno” non c'è verso che possa giocarci un adulto»
Mi dice guardandomi serio.
Sospirai.
Okay non c'è verso che possa mentirgli ancora, non è giusto mentirgli.
Presi un altro respiro profondo.
«É che ho deciso di non giocare mai più ai videogiochi con un amico»
Confessai, lui mi guardò pensieroso. Poi arrivò a una conclusione.
«Giocavi con lui vero? Il ragazzo nella foto?»
Mi chiese abbassando lo sguardo. Annuii.
«C'era qualcosa di speciale tra di voi?» Continuò.
Vorrei dire che la sua domanda mi sorprese ma non fu così. Me lo aspettavo.
«No, siamo cresciuti insieme, solo questo»
Fa male dire questo, io e Lukas non siamo solo cresciuti insieme, c'era molto di più ma non mi va di parlarne ora, qui. Mentire è più facile di dire la verità.
Dylan mi guardò.
«Capito. In ogni caso devi superare qualunque cosa sia questo.»
Disse mentre muoveva le mani in aria intorno a me.
«Vedrai che prima o poi si risolve tutto. Nel frattempo che ne dici di una partita? Guarda qui»
Dylan prese l'altro joystick e tornò alle impostazioni principali del gioco e cambiò modalità.
«Hai detto che non giochi con un amico, che ne dici di contro? Ho impostato la modalità 1Vs1»
Disse sorridedomi porgemdomi il secondo joystick.
Lo guardai e titubante presi il controller.
Ma si una sola partita che vuoi che sia, e poi Dylan ha ragione per quanto mi è doloroso ammetterlo ma ho bisogno di accettare che Lukas potrebbe non ritornare da me.
La semplice partita si trasformó in un interno pomeriggio trascorso a sfidarci a vicenda.
«Cavolo a saperlo non ti facevo giocare»
Si lamentó con ironia dopo che l'avevo battuto nell'ennesima partita.
«Bhe io ti avevo detto che non sapevo giocare»
Lo presi in giro.
Dylan mi guardò.
«Ora mi prendi anche in giro! Te ne pentirai»
Disse saltando verso di me in una finta lotta, riuscii a prevedere le sue mosse e lo bloccai sul pavimento, Dylan scoppiò a ridere.
«Okay okay me la sono cercata»
Rispose, mi alzai da lui e entrambi rimanemmo seduti sul pavimento.
In quel momento entró Josh il fratello di Dylan, aveva da poco compiuto diciotto anni, ha gli stessi capelli ricci e scuri di Dylan ma gli occhi verdi della madre, ci salutó con un leggero gesto della mano e fece per buttarsi sul suo letto ma fu bloccato dallo zaino che Dylan aveva lasciato.
«Hey nerdino perche il tuo zaino è sul mio letto?»
Disse suo fratello.
«Perché so che a te da fastidio»
Rispose Dylan.
«Ti ho detto mille volte, se continui a farlo il tuo zaino fa un volo di sei piani»
Replicò lanciando lo zaino sul letto di Dylan, quando toccò il materasso l'impatto fece cadere un fumetto che era appoggiato al bordo del letto.
Visto che ero più vicino lo raccolsi e lo passai a Dylan. Era un fumetto di Deadpool.
«Sai questo weekend esce il nuovo film al cinema. Se ti va possiamo andarci insieme a vederlo»
Gli dissi. Dylan era stranamente arrossito di nuovo.
«Oh si-si ho sentito. Quindi saremo solo noi due...al cinema?»
Dylan stranamente balbettava agitato.
«Beh si, se poi vuoi invitare anche qualche tuo amico andiamo in gruppo»
Gli dissi, lui sembrò agitarsi di piu.
«Si, okay, perfetto, allora chiedo a Alex se vuole venire, lui adora Deadpool»
Si affretta a dire Dylan prendendo il telefono per inviare un messaggio, dopo averlo inviato lo posò sulla scrivania.
«Ecco fatto. Viene anche Alex»
Mi disse e sembrò rassicurarsi un pochino, gli sorrisi felice.
Josh che era ancora steso sul letto si alzò mettendosi seduto, guardó il fratello e prese il telefono, probabilmente per chiamare un amico.
«Idiota la tua ragazza ti ha proposto un appuntamento. Che diavolo fai? Devo spiegarti tutto io? Sei impossibile lo sai»
Lo sentimmo parlare, quando la sua breve telefonata finì ci guardó.
«Oh scusate il mio amico è un idiota. Non capisce quando deve approfittare delle situazioni.»
Guardò prima me, poi suoi fratello e infine tornò a guardarmi.
«George ti fermi a cena?»
Mi chiese mentre si alzava dal letto e camminava verso l'armadio per cambiarsi la maglietta.
«Mi piacerebbe ma stasera torna mio padre da un viaggio di lavoro quindi non posso mancare alla cena»
Gli risposi.
«Oh va bene. Se vuoi posso darti un passaggio, mi trovo a scendere e non mi piace che dei ragazzini come voi prendiate l'autobus di sera»
Mi rispose, mi trovai ad accettare con gratitudine il passaggio.
Dylan lo guardò preoccupato?
Con un po' di ansia?
Non so, ma improvvisamente si agito di nuovo.
«Devi scendere?»
Domandó a Josh.
«Si, contrariamente a qualcuno uso il cervello, ho un appuntamento con Sabry. Non ceno a casa, l'ho già detto a nonna. Non aspettarmi alzato nerdino»
Rispose e avvicinandosi a Dylan gli scompigliò i capelli.
«Riccioli d'oro andiamo, la batmobile attende»
Mi disse facendomi segno di seguirlo. Salutai Dylan.
«Tranquillo nerdino il tuo amico è in ottime mani»
Rispose Josh a Dylan.
Il viaggio in auto è stato divertente, Josh metteva dell' ottima musica e sapeva intrattenere con racconti vivavi e divertenti, quando arrivai davanti cancello lo ringraziai ancora per il passaggio prima di salutarlo.
Superato il cancello ma torvai nel cortile cin i due palazzi difronte, un imponente edificio nonostante i quattro piani in tutto, senza contare però che l'abitazione all' ultimo piano in realtà è a due livelli, quello a desta era il condominio in cui abita Lukas, mi chiedo se sia gia a casa.
Mi voltai a sinistra e entrai nel portone del mio palazzo e raggiunsi il quarto piano.
«Ciao mamma, papà è già tornato?»
Domani una volta entrato e subito fui assalito da Roody.
«No non ancora, ma tra una decina minuti sarà qui. Tu tutto bene a casa del tuo amico?»
Mi chiese comparendo dalla cucina con indosso ancora il grembiule.
Risi divertito quando vidi che aveva delle tracce di farina tra i capelli.
«Si tutto bene»
Lei mi guardò aggrottando le sopracciglia.
«Hey giovanotto perche ridi?»
Cercò di guardarmi seria, ma quello sguardo non le è mai riuscito bene.
«Oh niente»
Mi avvicinai e scostai i suoi capelli, togliendo la farina.
«Avevi della farina. Ecco qua ora ti ho tolto qualche anno di vecchiaia»
Le dissi ironico.
«Stai insinuando che con la farina in testa sembravo una nonna? Ti faccio vedere io George Richard William Edward III che quando sarò davvero nonna mi prenderanno per tua sorella minore talmente che sembrerò giovane!»
Rispose prendendo un pizzico di farina e la lasciò cadere sulla mia testa.
Scoppiai a ridere.
«Da dove ti sono usciti tutti quest'altri nomi»
Risposi scuotendomi velocemente la testa per togliere la farina.
Roody che era vicin a noi starnutì un paio di volte, della farina deve avergli colpito il naso.
«Ho pensato molto durante la gravidanza, quindi ringraziami che tu ti chiami solo George, potevo decidere di chiamarti Guglielmo o che ne so Ambrogio»
Mi rispose prendendomi in giro.
«No grazie mi piace George. Okay io vado in camera a suonare un po'»
Risposi correndo su per le scale con Roody che mi rincorreva.
Mi sedetti sul letto e presi la chitarra con Roody che cantava ululando piu o meno a ritmo.
Quando mio padre arrivò a casa scesi per la cena.
«Allora sono stato fuori per tre giorni, cosa mi raccontate?»
Ci chiese.
«Oh le solite cose caro, George ha fatto sky walking sul tetto, io ho deciso ristrutturare gli interni e visto che Roody voleva una piscina ci siamo adatti per ricrearla una nel salotto bloccando le tubature del bagno»
Disse ironica mia madre.
«Oh si poi abbiamo acceso il condizionatore così che la piscina si ghiacciasse e abbiamo giocato ad hockey, io e Roody contro la mamma»
Mi aggiunsi, mio padre ci guardò incuriosito.
«Eh chi ha vinto?»
Ci domandò trattenendo una risata.
«Ovviamente la mamma» Risposi.
«Avevi dei dubbi caro?»
Chiese mia madre.
«Oh no tesoro, sapevo che avresti vinti tu. La prossima volta inviatemi se decidete di allagare casa e far una piscina»
Replicò mio padre, io scoppiai a ridere e vidi che anche i miei genitori avevano sul viso dei sorrisi divertiti.
«Hockey e attività da brivido è successo altro? Tu George tutto bene con la scuola?»
Domandó mio padre tornando ad essere un po'piu serio.
«Si si, tutto bene. Ah e per la cronaca oggi sono arrivato a scuola prima che suonasse la campanella»
Risposi, mi padre mi guardò sorpreso, per lui era più credibile che io e la mamma avessimo trasformato il salone in una piscina piuttosto di me che arrivo puntuale a scuola, perfino quando mi accompagnava lui con l'auto riuscivo a fare tardi.
«É un miracolo. Dobbiamo preoccuparci?»
Riprese con il tono ironico. Gli rispose mia madre.
«No nulla del genere, gli ho chiesto di svegliarsi prima per portare Roody a fare la sua passeggiata, visto che io non potevo»
Rispose.
Mi ricordai di questa mattina. Come colpito da un fulmine mi venne un'idea.
«Posso portare Roody giù anche domani?»
Entrambi i miei genitori mi guardarono spaesati, sanno quanto odi scendere la mattina presto. Continuai spiegando loro i miei motivi.
«Beh se porto giù Roody ogni mattina quando c'è scuola mi sveglierei prima e prenderei il pullman delle 7 invece di quello delle 7:30 e arriverei in orario a scuola ogni giorno» e così avrei l'opportunità di vedere Lukas prendere l'autobus ogni giorno, aggiunsi mentalmente.
Guardai i miei genitori facendogli gli occhi dolci.
«Non desideriate che il vostro amato figlio arrivi in orario e avesse una condotta eccezionale a scuola?!» Aggiunsi.
Ovviamente i miei genitori acconsentirono, d'altronde non gli avevo chiesto la luna.
«Okay ma se “il svegliarti presto” inizia a stancarti troppo, Roody lo porto io. George ti ho gia detto molte volte che mi importa più che tu stia bene dei tuoi voti. Non devi stressarti e caricarti di troppe cose»
Mi disse mio padre.
Tranquillo non sarà un peso scendere per vedere Lukas.
Finita la cena lasciai i miei genitori a finire di vedere il film sul divano, io andai in camera.
Per la prima volta ero felice di svegliarmi per andare a scuola.
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