Ventunesimo capitolo
Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!
*****
Liam aveva in mano un libro di fisica, mentre Zayn si dondolava pigramente su un'altalena. Si stava bene, c'era una piacevole brezza e un tranquillo silenzio nel parco giochi ancora vuoto, e il sole accarezzava timidamente i loro volti.
"Hai finito?" chiese Zayn, annoiato.
"Quasi" rispose, tracciando un'ultima linea lungo il foglio, per sottolineare un concetto importante. Poi richiuse il libro, e Zayn tornò a sorridere.
"Mi piace passare del tempo con te" ammise poi, lasciando spaziare gli occhi. "Anche mentre tu o io stiamo studiando e, di fatto, non stiamo parlando. Mi piace sentire che sei vicino..."
"Ne sono felice" ridacchiò Liam, vagamente imbarazzato. In quel momento, Zayn lo guardò negli occhi.
"E a te, Liam?" domandò, con quella che l'amico percepì come una strana serietà. "A te piace stare con me?"
Il cuore di Liam fece un tuffo. Quella era esattamente la domanda che anche lui si faceva, a cui non riusciva mai a rispondere.
"Certo, certo" si affrettò a dire. "Siamo amici, è normale che a me piaccia stare con te, no?"
Zayn esitò un attimo prima di parlare. "Sì. Credo di sì."
A Liam sembrò intristirsi, ma Zayn si riprese un attimo dopo.
"Ti va bene che stiamo sempre qui, di pomeriggio?" continuò a chiedere. "Non mi sono mai domandato se fosse un problema."
"In effetti ti auto inviti sempre" rise Liam, "ma no, non è un problema. Per niente."
"Bene" ridacchiò Zayn. "Mi dispiace, ma non sono una persona molto...uhm, non conosco bene tutte le regole del vivere in società" alzò gli occhi al cielo. "Il mio unico migliore amico finora è stato Louis, e non abbiamo mai fatto tante cerimonie. Se volevamo vederci, c'infiltravamo l'uno nella stanza dell'altro tramite la finestra."
Liam non sembrò divertito come lui, anzi, si era fatto più attento. Temendo di aver detto qualcosa di sbagliato, Zayn gli lanciò un'occhiata interrogativa.
"Questo vuol dire..." spiegò Liam, "che tu mi consideri il tuo migliore amico?"
Zayn si accigliò. "Mi infilo nella tua stanza dalla finestra?" chiese, perplesso.
"No", Liam si lasciò scappare una risata. "Hai detto che il tuo migliore amico, finora, è stato Louis. Questo vuol dire che c'è qualcun'altro, giusto?"
"Io..." Zayn abbassò gli occhi, "l'ho detto senza pensarci."
Esitò un secondo prima di proseguire, pregando di trovare le parole giuste. "Non so se siamo migliori amici" mormorò, "ma di sicuro tu per me non sei solo un amico, Li."
Arrossì quando si rese conto di ciò che aveva ammesso. "Cioè, ehm" tossì, imbarazzato, "con questo non volevo dire che-"
Le urla dei bambini appena arrivati lo interruppero. Tirò un sospiro di sollievo, mentre alcuni di loro si lanciavano su Liam.
"Ci guardi anche oggi, veeero?" lo pregò una bambina. "Dai, dai, dai, mamma ha detto che ci controlli tu!"
Liam lanciò uno sguardo a Zayn, che rise divertito.
"Non puoi dirle di no!" sorrise. "Fa' il bravo baby-sitter, Payne."
Liam sospirò. "D'accordo" conciliò, facendo strillare di felicità la bambina e suo fratello, assieme a un altro piccolo gruppo di bambini. "Però" continuò, con aria furba, "stavolta anche il mio amico Zayn mi darà una mano!"
Zayn sbiancò mentre una massa di bambini entusiasti gli si catapultavano addosso.
******
Il giorno dopo, mentre in lontananza Zayn e Liam chiacchieravano seduti sul cofano dell'auto del più giovane, Harry era stato appena avvicinato da Niall.
"Ehi!" lo salutò l'amico, facendolo sobbalzare. "Non ci vediamo da una vita, Haz!"
"Scusa" sorrise Harry. "Come va?"
"A posto" scrollò le spalle Niall, come se le sue stesse parole avessero appena perso importanza. Gli diede un biglietto, con su scritto una via e degli orari.
"Verrete, vero? C'è una festa a casa mia."
Harry corrugò le sopracciglia. "Verrete?" ripeté.
"Sì, tu e il tuo ragazzo" specificò Niall, "Tomlinson."
Il cuore di Harry fece capriole a sentire Louis chiamato in quel modo, ma si sforzò di accennare un sorriso.
"Glielo dici tu, vero?" chiese ancora Niall. Harry annuì.
"Perfetto" sorrise l'amico. "Allora ci vediamo domani sera!"
Prima ancora che Harry potesse rispondere, in quell'esatto momento, una mano scivolò nella sua intrecciando le sue dita con le proprie.
"Chi si vede domani sera con chi?" Harry voltò il viso, scoprendo che quella mano apparteneva a Louis. Un Louis piuttosto infastidito, a giudicare dal suo tono di voce.
"Non te lo ruba nessuno, Tomlinson" rise Niall, "volevo solo invitarvi alla festa a casa mia di domani sera."
"Lo spero" borbottò Louis, lievemente minaccioso.
"E io spero che veniate" replicò Niall, con un sorriso innocente.
Louis lo scrutò per qualche secondo, in silenzio, poi corrugò la fronte.
"Horan" esordì, con aria seria, "a te non piace Harry, vero?"
Harry fece un passo indietro involontariamente, con l'intento di andarsene e mettere fine alla discussione che già poteva prevedere. Louis invece strinse più forte la sua mano, facendogli intendere che doveva restare lì dov'era.
"Altra squadra, amico" gli fece l'occhiolino lui.
"Oppure entrambe?" ribatté Louis.
"Non credo" si strinse nelle spalle. "Ma sicuramente non ci proverei con il tuo ragazzo, Tomlinson."
Rimase un attimo in silenzio a pensare. "Ci sono già tanti in fila" aggiunse, ma stavolta senza aria di scherzo. "Sinceramente non so come fanno a pensare di mettersi contro di te."
"Contro di me?" ripeté Louis, alzando un sopracciglio con aria divertita. "Beh" rise, guardando Harry, "non credere che lui sia da meno."
Niall sgranò gli occhi. "Giusto!" esclamò. "Ho sentito dire che hai dato un pugno dritto in faccia a Grimshaw."
Harry iniziò a sentirsi a disagio. "Non volevo" mormorò, con espressione colpevole.
"Invece hai fatto benissimo" ridacchiò Niall. "È uno stronzo, se lo meritava."
La campanella della quarta ora suonò, e Harry lasciò timidamente andare la mano di Louis.
"Ho la verifica di trigonometria" spiegò, "ci vediamo dopo."
Sorrise. "Ciao!" salutò entrambi, facendo per andarsene. Ma Louis gli afferrò subito un polso e lo riportò indietro, schioccandogli un bacio sulle labbra prima di lasciarlo di nuovo andare.
Sorrise del rossore sulle sue guance, poi tornò a rivolgersi a Niall.
"Verremo alla tua festa" si affrettò a rispondere, vedendo il suo professore entrare nell'aula dove doveva dirigersi. "Ma se fai di nuovo bere alcolici a Harry, sappi che ti spacco la faccia."
"Perché potresti cadere in tentazione?" lo istigò Niall, divertito.
"No" rispose Louis con una smorfia, "perché poi deve smaltire la sbornia e sta male. Non voglio che gli venga un mal di testa epocale, non c'è abituato e si deprime."
Niall rise rumorosamente. "D'accordo" acconsentì, "allora a domani."
*******
Zayn guardava attentamente la scacchiera davanti a sé, mentre Liam davanti a lui con aria furba faceva una nuova mossa.
"Odio questo gioco" borbottò. "Vinci sempre tu."
In solo pochi minuti Liam fece scacco matto, come al solito, allora Zayn prese la scacchiera e la nascose sotto il letto del ragazzo.
"Ehi!" rise quest'ultimo. Sentendo la sua risata, Zayn sorrise a sua volta.
Erano seduti entrambi sul tappeto della stanza di Liam, decisi ad evitare l'assalto dei bambini al parco giochi. Trascorse un secondo in cui semplicemente si sorrisero l'un l'altro, poi Liam sembrò ricordarsi di sentirsi in soggezione e distolse lo sguardo.
"Hai intenzione di andare alla festa di Niall?" chiese, per cambiare argomento. Zayn alzò un sopracciglio.
"L'irlandese?" replicò. "Niall Horan?"
"Esatto" annuì Liam. "Anche tu sei stato invitato, no?"
"Già" rispose Zayn. Ci pensò su per qualche secondo prima di rispondere. "Non so...finisco sempre in qualche rissa quando vado alle feste, e non ne ho molta voglia."
Liam sembrò dispiaciuto. "Capisco..."
"Lee" Zayn si fece attento un secondo dopo, "mi stai invitando?"
"Cosa?" si accigliò Liam, imbarazzato.
"Mi stai chiedendo di venire con te alla festa?" ripeté Zayn, un sorriso che si stava facendo spazio da solo sul suo volto.
"No- no, affatto!" si affrettò a ribattere Liam, arrossendo. "Volevo solo sapere se- insomma, non avevo voglia ma- sarebbe stato divertente se-"
Si interruppe, più che altro perché sulle labbra di Zayn c'era un sorriso bellissimo e a vederlo aveva perso il filo del discorso. Si schiarì la voce, imbarazzato. "Non mi piacciono le feste e tu non ci vuoi andare" riprese, incerto, "quindi abbiamo un programma, no?"
Zayn, senza smettere di sorridere, lo guardò con aria interrogativa. "Un programma per cosa?" domandò.
"Per non passare la serata da soli mentre tutti si divertono" spiegò frettolosamente Liam.
Gli occhi di Zayn erano così dorati! E Liam perdeva battiti a guardarli, talmente felici da fare invidia.
"Abbiamo un programma" annuì Zayn, e Liam impose al suo cuore di calmarsi.
******
Louis sembrava estremamente concentrato, mentre si avvicinava a Buffy intenta a lavarsi sul divano; aveva tirato fuori la lingua e si leccava le zampette, dandosi una pulita a modo suo.
Harry, da lontano, osservava la scena; era entrato nel salotto solo pochi istanti prima, e Louis non se n'era accorto.
Buffy alzò i suoi giganteschi occhi su Louis, che si avvicinava sempre più cauto.
"Ciao, Buffy" disse sottovoce, come ad infrangere silenziosamente una regola. "Possiamo essere amici, se vuoi."
Allungò una mano e le fece una carezza sulla testolina. Buffy sembrò indifferente alla cosa, e Louis ritirò la mano imbronciandosi.
"Quindi è così?" sbottò, guardando altrove. "Allora me ne va-"
Prima che potesse finire la frase, sentì qualcosa di peloso e morbido accanto ai suoi fianchi e, un secondo dopo, si ritrovò Buffy seduta sulle cosce.
La guardò, sorpreso; la gatta miagolò, esigente. Harry rise piano, attento a non farsi sentire.
"Vuoi...qualche coccola?" domandò Louis, interdetto. Buffy abbassò la testa e la premette contro il suo petto, chiedendo le sue attenzioni.
"Okay" borbottò Louis, incerto. Posò le mani lungo la sua spina dorsale e iniziò ad accarezzare il suo pelo morbido.
Buffy miagolò, apprezzando quelle coccole; iniziò a premere le zampe sulle cosce di Louis, come accarezzandolo a sua volta, mentre si beava delle sue attenzioni tenere ed insicure.
Con somma sopresa di Louis, Buffy prese a fare le fusa. Era un rumore così strano! A Louis venne da sorridere, mentre la coccolava con più sicurezza.
Allora Harry li raggiunse, intenerito dalla scena. Non disse nulla, si limitò a ricevere e a ricambiare il sorriso stupito e felice di Louis.
Pensò a un futuro di fiocchi azzurri o rosa, e il suo cuore fece un tuffo.
******
"Siete diventati migliori amici?" rise Harry la sera dopo, appena uscito dalla sua camera, pronto per dirigersi alla festa.
Louis smise di accarezzare Buffy, sollevando le sopracciglia. "Io, ehm" mormorò, come colto sul fatto. "Non mi piacciono i gatti" concluse burbero.
"Quindi Buffy che ti fa le fusa è solo frutto della mia immaginazione?" sorrise innocentemente l'altro. Louis si alzò in piedi, ignorando il miagolio di protesta di Buffy, prendendo per mano il suo ragazzo e dirigendosi alla porta.
"Esattamente" assicurò, schioccandogli un bacio sulle labbra prima di uscire di casa.
******
Zayn non credeva che fosse una buona idea.
Liam neanche; ma non gli importava.
Si trovavano in casa Malik, avevano appena finito di cenare e adesso Waliyha cercava di far partire il lettore di dvd; Safaa si era già seduta sul tappeto davanti alla televisione, mentre Doniya finiva di prepararsi per uscire.
"Non dovresti essere qui" mormorò Zayn, mentre sia lui che l'amico si trovavano ancora nella sua stanza. "Lui non dovrebbe tornare stasera, ma se lo facesse io...io non saprei perdonarmi, e tu..."
Liam sorrise tranquillo e lo interruppe. "Questo è il nostro programma" lo rassicurò, "e non c'è niente di cui preoccuparsi. Fidati, niente di ciò che ho pianificato è mai andato male!"
Zayn ricambiò debolmente il sorriso, ancora incerto. "D'accordo" sospirò, appena più calmo. "Andiamo di là?"
Liam annuì e si diressero nel salotto. Walihya stava ancora litigando con il dvd player, imprecando sottovoce; Zayn ridacchiò e le spiegò come farlo funzionare, visto che in anni e anni lei non aveva ancora imparato. Nel frattempo Doniya li salutò e uscì di casa, ricevendo le raccomandazioni di Liam; rise, lanciando un'occhiata al fratello che in qualche modo gli infuse un'aria malinconica. Liam non comprese, ma sorrise ancora a Zayn per farlo tornare allegro.
"Che film avete scelto?" chiese, sedendosi sul divano accanto all'amico. Walihya gli porse il contenitore del cd, che aveva già inserito nel lettore.
"Tre all'improvviso?" si accigliò per un momento Liam. "Sembra molto carino" conciliò, prima che partisse.
Trascorsero sì e no una decina di minuti, prima che Zayn cercasse di sbadigliare silenziosamente. Non riuscì nel suo intento, e Safaa gli lanciò un'occhiataccia.
"Scusate" ridacchiò, "ma questo film è noioso!"
Walihya gli fece segno di star zitto e alzò il volume.
"Scelgono sempre queste robe romantiche" scosse la testa Zayn divertito, alzando gli occhi al cielo.
"Non me ne parlare" rise sottovoce Liam. "Anche le mie sorelle!"
"Mi fanno venire il sonno" aggiunse Zayn, stroppiciandosi un occhio. "E stanotte ho dormito poco!"
"Puoi dormire, se vuoi" sorrise Liam, vagamente intenerito. "Ti sveglio quando finisce."
"Nah" scosse la testa Zayn, incrociando le braccia al petto, "questo divano non è molto comodo."
Liam guardò per un secondo la propria spalla, poi arrossendo impercettibilmente nel buio distolse lo sguardo dagli occhi di Zayn. "Puoi poggiarti a me, se vuoi" propose, imbarazzato.
Zayn sgranò leggermente gli occhi. "Sei sicuro?" domandò. Liam annuì, senza ancora azzardarsi a guardare nella sua direzione.
"Okay" soffiò l'amico, prima di posare la guancia contro la sua spalla. Chiuse gli occhi un secondo dopo, rilassato; era bellissimo stargli così vicino, sentire il suo profumo e il suo calore. Senza nemmeno accorgersene, si accoccolò di più contro il suo corpo.
Invece Liam se ne rese conto, e si irrigidì leggermente. Zayn lo comprese e ridacchiò piano.
"Scusa" disse dolcemente. "Sei comodo."
Liam arrossì lievemente, prima di lasciar scivolare un braccio dietro la sua schiena e posargli incerto una mano sul fianco.
"E sei caldo" aggiunse Zayn, con una risata leggera. "Posso dormire?"
Anche Liam si rilassò, annuì accarezzandogli il fianco con vaga tenerezza. "Ti sveglio io." ripeté con un sorriso.
Per la prima volta, sua madre scomparve dai pensieri di Zayn.
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Aveva appena finito di chiacchierare con Niall, Harry, quando Nick Grimshaw gli si avvicinò; Louis, dopo avergli chiesto se andasse bene, era andato a parlare con i gemelli Devine di qualcosa e non era più con lui da un po'.
"Ciao, Harry" sorrise Nick, stranamente amichevole. "Ti stai divertendo?"
Harry era convinto che ci fosse del buono in chiunque, quindi ricambiò il sorriso che il ragazzo gli rivolgeva. "Sì, è una bella festa" rispose, "e tu?"
"Oggi sono qui da solo, perciò mi sto annoiando..." sospirò Nick, "ti va di tenermi compagnia?"
Il più giovane esitò qualche secondo prima di rispondere, incerto. "Avanti, non ti mangio mica!" lo incoraggiò Nick, ridendo.
"Ma Louis..." provò a protestare il ragazzo, mordicchiandosi il labbro inferiore.
"Lui è andato a divertirsi, no?" continuò a spronarlo l'altro. "Anche tu ne hai il diritto!"
"Non è andato a divertirsi" dissentì Harry, serio. "Ha detto che era una questione importante."
"Anche questa lo è" gli fece l'occhiolino Nick. "Devo insegnarti come divertirti...sembra che tu non sappia farlo!"
"Io..." Harry si interruppe da solo, insicuro. Nick lo prese per un polso.
"Dai, non c'è niente di male! Vieni, ti racconto qualcosa!" gli sorrise, portandolo lontano dalla folla e, sopratutto, lontano da Louis; l'aveva intravisto poco prima, e non voleva correre il rischio di essere scoperto. Conosceva la casa di Niall, c'era già stato ad altre volte partecipando ad altre feste e si ricordò subito di quali stanze avrebbe trovato vuote.
"Hai il permesso di Niall di entrare qui dentro?" lo fermò Harry, cercando di liberarsi dalla sua presa. Nick fece di sì con la testa, mentendo, e aprendo la porta lo spinse nella stanza.
Accese la luce, rivelando la camera di Niall. Harry si guardò intorno, attendendo che Nick dicesse qualcosa.
"Volevo farti i complimenti" esordì il ragazzo, con una risata. "Sei davvero bello stasera!"
"Grazie" arrossì Harry. "Uhm, credo sarebbe meglio se torna-"
"No, no" lo anticipò Nick, "c'è un sacco di casino di là. Meglio stare qui, non trovi? Possiamo chiacchierare senza urlare!"
"Okay" mormorò Harry. Sospirò nervosamente. "Non sei arrabbiato con me? L'altra volta ti ho dato un pugno."
Nick rise, senza riuscire a mascherare del tutto il fastidio. "Sì, me lo ricordo. E no, non sono arrabbiato...non più. Pensavo potessimo diventare amici."
Harry lo scrutò a lungo, cercando quache traccia di falsità nei suoi occhi
"Coraggio, non dubitare di me!" sorrise Nick. "Mi sono pentito di quello che ho fatto, giuro. Mi sono comportato male" sospirò, "mi dispiace così tanto! Ma dopotutto, se sei riuscito a perdonare Tomlinson, perdonerai anche me. Vero?"
Harry abbassò un attimo gli occhi, poi annuì. Si sforzò di fidarsi e gli rivolse un sorriso. "D'accordo" decise, "possiamo essere amici."
"Benissimo!" sorrise genuinamente Nick. "E ascolta, Harry" proseguì, "se ti dicessi che la mia situazione è proprio come quella di Tomlinson...se ti dicessi che mi piaci, cosa succederebbe?"
Harry arrossì. "Io- io sto con Louis, non potrei-"
"Ma Louis ti fa soffrire in continuazione!" lo interruppe Nick. "Pensa a me, io ti renderei felice. Te lo assicuro! Litigo solo con quelli del suo gruppo, non vado mica in giro a picchiare la gente solo perché mi va di farlo. Inoltre..."
Nick lasciò volontariamente a metà la frase, fingendo aria colpevole mentre lasciava spaziare lo sguardo.
"Inoltre?" lo spronò Harry, percependo un cattivo presentimento.
"No, non posso dirtelo..." mormorò Nick. "E poi sono solo voci di corridoio, non è il caso che tu le sappia, non voglio che tu e Louis litighiate per questo..."
Harry corrugò la fronte. "Dimmelo, Nick!"
"No" si impuntò lui, anche se dentro di sé sorrideva segretamente.
"Per favore" lo pregò Harry. Nick esalò un sospiro, poi lo guardò negli occhi.
"Ho saputo che sta progettando di bruciare il negozio di suo padre..." raccontò, "per vendetta."
"Non è possibile" scosse la testa Harry, il cuore che batteva forte. "Ne abbiamo parlato, noi-"
"Eppure sembra che sia così" mormorò Nick. "Lunedì notte..."
Aggiunse anche il posto in cui si trovava il locale. "Non ho intenzione di fermarlo o di fare la spia" assicurò, "troverebbe il modo di incastrare anche me. Come ti dicevo, Louis non è come pensi..."
"Non ci credo" dissentì Harry, con gli occhi lucidi. "Non lo farebbe mai."
"Ma è così, dolcezza" fece il ragazzo con tono morbido. "Ti assicuro che, se stessi con me, cose di questo genere non accadrebbero mai. Non farei mai nulla che possa ferirti."
Harry scosse ancora la testa, sentendosi vicino alle lacrime. "Stai mentendo!"
"Te lo giuro!" ripeté Nick, sicuro. "Lo farà. Io starei sempre attento a te, ai tuoi sentimenti."
"Lasciami stare" mormorò debolmente Harry, voltandosi per uscire dalla stanza. Ma non fece in tempo a raggiungere la porta che Nick gli afferrò i polsi e, fermandolo, premette le labbra contro le sue.
Harry cercò invano di sciogliere la sua presa, si agitò per ribellarsi al bacio, ma i suoi sforzi furono inutili. Nick gli fece dischiudere le labbra con la forza, entrò prepotentemente nella sua bocca con la lingua e ne esplorò ogni singolo centimetro, ignorando i suoi mugolii di protesta. Continuava a baciarlo, stringendo di più la presa sui suoi polsi fino a fargli male, riuscendo a farlo smettere di agitarsi. Harry si arrese al bacio, senza ricambiarlo, aspettando che Nick ne avesse abbastanza.
Funzionò; poco dopo, Nick si allontanò dalle sue labbra. Harry lo guardò con astio, sentendosi sporco come se avesse appena tradito Louis.
"Era tutta una messinscena" mormorò ferito. Nick fece un sorriso sicuro, ma prima che Harry riaprisse bocca lo sbatté contro la porta.
"Hai ottenuto quello che volevi" si oppose il ragazzo, ignorando il dolore, "adesso lasciami andare!"
"Quello che volevo?" gli fece eco Nick, ironico. "Non hai nemmeno idea di quello che voglio, bellezza."
Strinse di più i suoi polsi, Harry avrebbe potuto giurare di sentire le sue dita premute contro le proprie ossa. Gemette di dolore, e appena dischiuse le labbra per farlo Nick ne approfittò per baciarlo ancora, mordendogli le labbra per evitare che urlasse, soffocando le sue proteste con baci affamati e prepotenti.
Lo spinse di più contro la porta, senza dargli vie di fuga, e gli lasciò i polsi. Harry sperò si fosse stancato, ma avvenne l'esatto opposto; le mani di Nick scesero lungo i suoi fianchi, e arrivarono sul suo sedere.
Il ragazzo protestò sonoramente, ancora bloccato nel bacio di Nick, cercando di spingerlo indietro e mettere distanza fra i loro corpi premendo i palmi aperti contro il suo petto. Ma Nick era più grande, più alto e più forte, anche più di Louis, e non avrebbe potuto opporsi a lui fisicamente in nessun modo.
Ormai i suoi occhi avevano iniziato a diventare lucidi, pieni di rabbia e di fastidio; non poteva credere che stesse succedendo davvero.
Pensò a Louis, a come l'avrebbe ferito se fosse entrato in quel momento, vedendo Nick intento a divorarlo. Trovò la forza di ribellarsi; alzò repentinamente un ginocchio, colpendo in pieno le parti basse di Nick e costringendolo così ad allontanarsi dal suo corpo.
Fece appena in tempo a realizzare che era libero dalla sua presa, che ricordò anche alcune mosse che Louis gli aveva mostrato davanti al sacco da boxe e gli sferrò un pugno in faccia, poi un calcio nello stomaco. Appena lo vide piegarsi, uscì subito dalla stanza come a scappare da un incubo.
La musica bussò subito alle sue tempie, fastidiosa e incessante, mentre si asciugava gli occhi. Pensò alla sensazione che prendeva il sopravvento su di lui quando beveva troppo; non esitò nemmeno un secondo prima di versarsi chissà quale drink alcolico nel bicchiere fino all'orlo, e poi a berlo.
Voleva solo non pensare.
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