Ventiseiesimo capitolo

Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!

*****

Il silenzio regnava sovrano nella stanza, nel momento in cui Harry sollevò le palpebre e si mise seduto; aveva addosso una maglietta a maniche corte, visto che aveva avuto caldo la sera prima, e incrociò le gambe coperte invece da pantaloni lunghi mentre si strofinava gli occhi e si guardava intorno alla ricerca di Louis.

Non c'era alcun rumore, quindi doveva per forza essersi alzato ed uscito. "Non mi avvisi mai" borbottò fra sé e sé, facendo per alzarsi, ma qualcuno rise e lo tirò indietro, facendogli prendere un colpo.

Si voltò subito, preoccupato, ed incontrò gli occhi tranquilli e allegri di Louis, scoprendo di avere la schiena contro il suo petto e le sue braccia intorno al corpo. "Di cosa non ti avviso, sunshine?" chiese Louis, per poi stringerlo più forte. "Dio, sei caldissimo" rise ancora, accarezzando le sue braccia bollenti dal sonno appena concluso, ancora riscaldate dal tepore delle coperte in cui era stato avvolto fino a poco prima.

Le mani di Louis scivolarono sotto la sua maglietta, a diretto contatto con la pelle calda e morbida del ventre, e intanto gli baciò una guancia con aria divertita. Harry si agitò subito, non comprendendo la totale assenza di malizia in quei gesti.

"Oggi fa un freddo cane, e tu sei una stufa umana!" Louis sembrava entusiasta come non mai. "Staremo tutto il giorno a letto a farci le coccole, ho deciso!"

Immerse il viso nei suoi ricci, insipirando a fondo l'odore piacevole di cocco. "Domani dobbiamo andare dai miei...e voglio coccolarti tutto il tempo che posso, fino ad allora" spiegò, percependo la confusione di Harry a quelle attenzioni così tenere ed inaspettate.

Anche Buffy saltò sul letto, miagolando affamata. "No, tu vattene" Louis la guardò male, "sono ancora arrabbiato con te."

Harry ridacchiò, adesso sveglio, e si strinse un po' di più al petto accogliente di Louis. Era seduto tra le sue gambe, che però a differenza delle proprie non erano coperte dal lenzuolo e dal pail che vi aveva poggiato sopra la notte prima.

Buffy si intestardì e continuò a miagolare, allora Louis sbuffò. "Via, Buffy, va' via" ordinò, spingendola indietro con un piede. Di certo non si aspettava che Buffy si afferrasse a quello e iniziasse a morderlo, cogliendolo alla sorpresa.

Cominciò ad imprecare mentre agitava il piede da una parte all'altra, con l'unico risultato di fare attaccare Buffy anche con gli artigli. Harry non era più capace di fare nulla, non riusciva a smettere di ridere, sopratutto nel momento in cui finalmente Buffy si stancò e, con assoluta calma, prese a fargli le fusa ignorando Louis.

"Ma- è un demonio" fece incredulo questi, osservandosi la caviglia piena di piccoli morsetti.

Buffy miagolò in sua direzione, e Harry si scusò per lei schioccandogli un bacio leggero sulle labbra, quasi piangendo per il ridere.

*******

Quando Zayn era tornato in camera con sottobraccio una scatolina nera che somigliava vagamente ad una trousse, Liam si era immediatamente preoccupato.

E poi, vedendo Walihya al suo seguito, aveva direttamente deciso di buttarsi dalla finestra di casa di Zayn.

"Caro Leeyum" chiamò il ragazzo, con un ghigno poco rassicurante, "Walihya ha espresso la sua volontà di truccarti."

Liam sbiancò. "Ma Walihya, tesoro" la pregò con occhi dolci, "non credi che Zayn starebbe molto meglio, con i tuoi fantastici trucchi?"

La ragazza si portò una mano sotto il mento, indagando curiosa. "Ah, sì?"

"Certo" replicò Liam, osservando Zayn che cominciava a preoccuparsi a sua volta. "Guarda che lineamenti! È davvero perfetto, molto meglio di me, e poi è tuo fratello quindi ha la tua bellezza, figurati se non sarà più divertente truccarlo proprio come tu trucchi te stessa!"

La mascella di Zayn toccò praticamente terra. "Liam" chiamò offeso, "tu usi la psicologia inversa con mia sorella?!"

"Ha ragione!" tagliò corto la ragazza, battendo allegra le mani. "Coraggio Zay, siediti qui" e lo mise seduto a forza sulla sedia della scrivania, ignorando le sue proteste e mentre Liam tratteneva a stento le risate. Questi si sedette invece al tavolo, davanti ai due, per ammirare meglio la trasformazione.

Walihya si portò teatralmente le mani al cuore. "Oh, mai vista una simile bellezza!" recitò. "Sicuramente è il dna, non c'è altra spiegazione, visto che lo condividiamo!"

Liam pensò che qualcosa non quadrava, ma lasciò stare.

"Allora, iniziamo con un po' di fondotinta, poi voglio metterti la matita, e l'eyeliner, e il mascara" elencò, facendo sbiancare Zayn. Liam non smise un attimo di fissarlo, ridacchiando alle sue smorfie disperate, ma notando anche come il trucco lo stesse rendendo...diverso. Walihya rinunciò al rimmel, visto il modo in cui suo fratello la stava pregando di non usarlo, ma quando chiese a Liam quanto orrendo fosse da uno a dieci il ragazzo rise e scosse la testa.

"In realtà stai benissimo!" lo contraddisse. Zayn alzò un sopracciglio.

"Non mi prendere in giro" sbuffò. Walihya fece una smorfia offesa.

"Accentua il tuo sguardo, sei bellissimo" protestò.

"Okay, ho capito" alzò gli occhi al cielo lui. "Vado a struccarmi" fece poi, uscendo dalla camera, rincorso da Walihya che lo pregava di non farlo.

Liam continuò a ridacchiare fra sé e sé, aspettando con pazienza che Zayn tornasse, sentendo in sottofondo le proteste di Walihya. In fondo, era una buona cosa che loro padre non fosse mai a casa; Zayn gli aveva detto di non avere idea di cosa facesse o di dove passasse la notte, ma non gli interessava. Di conseguenza, se Zayn e le sue sorelle stavano bene, non interessava nemmeno a Liam di dove fosse.

Il ragazzo tornò poco dopo, proprio mentre lui stava per alzarsi dalla scrivania per riportare la trousse nera in camera di Walihya, visto che la ragazza l'aveva lasciata lì. Zayn lo fermò repentinamente.

"Non credo tu voglia davvero restituirgliela" fece con un sorriso furbo. Liam lo guardò interdetto.

"Ti faccio vedere una cosa" continuò il ragazzo, accostando la porta e poi chiudendola, dopo essersi assicurato per un istante che non ci fosse nessuno in giro. Si rivolse nuovamente a lui. "Chiudi gli occhi e siediti sul tappeto" gli indicò, divertito.

Liam pensò che, in qualità di migliore amico di Louis, quei due dovessero pur avere qualcosa in comune. E, a giudicare dall'aria perennemente imbarazzata che Harry aveva nei momenti in cui si trovava con il suo ragazzo...sapeva già di doversi preoccupare.

In ogni caso, si ritrovò ad ammettere fra sé e sé che a lui non sarebbe dispiaciuto stare insieme a Zayn in quel senso. Era il primo e l'unico ragazzo per cui provava una certa attrazione fisica, ed era davvero curioso di scoprire come sarebbe stato se...

Si impose di ritornare con la mente a pensieri un po' più casti, concentrandosi invece sui rumori attorno a sé. In pochi secondi comprese che Zayn si era seduto davanti a lui e fece per aprire gli occhi, ma la mano del ragazzo gli coprì subito le palpebre.

"Non puoi guardare" rise, divertito. Poi quella mano scivolò sul suo viso, a sollevargli con leggerezza il mento, prima di posare le labbra sulle sue.

Liam sentì subito un sapore particolare, che gli ricordava seppur artificialmente le fragole in estate. Zayn si spostò con un leggero schiocco, sorridendo furbo.

"Questa è la più facile di tutti. Cos'era?"

Liam comprese subito il gioco e non sapeva se ritenerlo innocente o peggio, molto peggio. Decise di non pensarci, anche perché gli piaceva. "Fragola" rispose sicuro.

Zayn annuì, e il ragazzo lanciò velocemente un'occhiata alla trousse sopra il letto. Notò dei piccoli tubetti di lucidalabbra o di burrocacao; ridacchiò tra sé e sé, poi richiuse gli occhi.

Stavolta il sapore che sentì sulle labbra era più dolce, gli ricordava il miele nella tazza di latte. Ma certo, miele! Sorrise, scostandosi di poco.

"Miele" affermò. Zayn rise e, accarezzandogli lievemente una guancia, gli fece segno di chiudere ancora gli occhi. Tornò a baciarlo solo pochi istanti dopo, facendogli assaggiare un dolcissimo sapore di vaniglia. Liam lo indovinò subito.

"Adesso passiamo a qualcos'altro" sorrise Zayn, ammirato. E, dopo la vittoria sul cocco e il caffè e la pesca, e aver sbagliato ad indovinare il lampone e il mango, Liam sentì sulle sue labbra quello che era indubbiamente sapore di cioccolato; e gli venne quasi automatico fargli dischiudere le labbra, per sentire di più quel sapore misto a quello di Zayn. Sembrava un mix perfetto, e il bacio si era fatto più intenso senza che quasi se ne fosse accorto.

Zayn si lasciò scappare un piccolo mugolio, mentre Liam accarezzava la sua lingua con la propria. Si scostò solo per mancanza di ossiggeno, guardandolo poi sorpreso e con le labbra appena più arrossate dai loro baci.

"Oh" sussurrò. "Wow" concluse, le guance imporporate di poco, ma che comunque si notavano anche sulla pelle scura. "Sai...Harry, il tuo migliore amico, ed io non credevo che..."

Liam ridacchiò al pensiero che la castità e la purezza di Harry fossero ormai un affare pubblico, ma sorrise al pensiero di aver stupito Zayn. "Beh, ma io e Harry abbiamo caratteri davvero diversi" ammise, prima di fiondarsi di nuovo sulle sue labbra.

E a Zayn non dispiaceva, non dispiaceva proprio affatto.

******

Harry non si sarebbe stupito se, alla voce del vocabolario "koala", vi avrebbe letto affianco "vedi Louis Tomlinson". Perché era tutto il giorno che gli stava addosso come una seconda pelle, ora a riempirgli il viso di baci, ora ad accarezzargli i capelli, ora ad intrecciare quasi distrattamente le sue dita alle proprie.

Harry si sentiva così felice, coccolato e amato da poter scoppiare da un momento all'altro. Le sue guance erano perennemente arrossate dalla gioia e dall'imbarazzo; proprio come le sue labbra, così rosse da sembrare possedere vita propria.

E poi...c'era qualcosa di terribilmente diverso. Si sentiva così...strano, nel momento in cui la sua pelle e quella di Louis entravano in contatto, e provava...attrazione. Un'irrimediabile attrazione fisica che, ovviamente, non gli era sconosiuta, ma che non aveva mai sentito prima così forte.

Quelle carezze che prima gli provocavano soltanto imbarazzo, adesso portavano lungo la sua schiena piccoli brividi. Il giorno prima, sul divano, con Louis a sorridergli rassicurante, si era sentito talmente bene...come se non avesse più paura di nulla; sapeva di potersi fidare, sapeva che l'avrebbe trattato bene, che non gli avrebbe fatto del male. E se solo non fosse stato così timido glielo avrebbe detto, che moriva dalla voglia di fare l'amore con lui, che il momento giusto poteva anche essere quello, o quello precedente, o quello successivo: voleva soltanto percepire di nuovo il cuore battere a mille, ma allo stesso tempo sentirsi protetto e amato tra le braccia di Louis.

"Cucciolo, tutto bene?" lo richiamò il ragazzo, vedendolo improvvisamente assente mentre giocavano alla playstation. Harry annuì, arrossendo, incapace di abituarsi a quella dolcezza inaspettata che aveva caratterizzato Louis per l'intero giorno.

"Voglio solo..." fare l'amore con te. "Prendere un po' di aria" concluse con un sorriso timido.

"Non credi che dovremmo innaffiare le piante?" propose Louis, riluttante all'idea di lasciarlo andare verso il balcone. Il tempo per Harry di annuire, e la sua mano scivolò in quella di Louis, che si diresse per primo verso il davanzale.

Raccolse una bottiglia d'acqua vuota da un mobiletto, che poi riempì in cucina mentre Harry insipirava a fondo l'aria notturna. Era piacevole sapere di non essere soli, di aver qualcuno con cui parlare e scherzare anche in una serata tranquilla, qualcuno che lo amasse e che lo coccolasse come un cucciolo -o come un amante. Sorrise fra sé e sé, prima di sentire il rumore dell'acqua e intuire che Louis stava innaffiando le piante nei vasi sostenuti dalla righiera.

"Hai freddo?" chiese Louis, non appena finì. Harry aveva ancora gli occhi chiusi come quando il vento aveva cominciato a sferzare il suo viso, ma non sembrava preoccuparsene. "No" rispose infatti, e si ricredette un secondo dopo.

Louis gli aveva gettato l'acqua addosso, guadagnandosi la sua attenzione e una sua espressione sorpresa.

"Non mi ignorare!" rise. Harry si riscosse dallo stupore, poi sorrise a sua volta e prese un'altra bottiglia piena da terra, piena di acqua gelata perché era rimasta fuori tutta la notte precedente, e la gettò quasi interamente addosso a Louis.

"No, non vale, è gelida!" rabbrividì il ragazzo, senza smettere di ridere, lanciandogli ancora acqua dalla sua bottiglia sulla maglietta e sui pantaloni, proprio dove anche Harry lo aveva bagnato. E continuarono a schizzarsi, divertiti, fino a quando i sorrisi divennero baci e le bottiglie si svuotarono completamente, lasciate poi a giacere sul terrazzo, mentre Louis stringeva Harry in un abbraccio troppo intimo e Harry sospirava contro le sue labbra.

Non servirono parole; fra di loro c'era già un tacito accordo. Louis prese Harry da sotto le ginocchia, facendogli incrociare le gambe attorno al proprio bacino, e fermandosi solo un attimo per chiudere alla cieca il balcone arrivò poi fino in camera da letto.

Posò delicatamente Harry sul materasso, il quale ancora non si decideva a lasciarlo andare e aveva le mani tra i suoi capelli morbidi, appena umidi, giusto quanto i suoi. Le mani di Louis scivolarono sui suoi fianchi, afferrarono i lembi della sua maglietta, li portarono verso l'alto e poi la levarono. Harry lo guardava con i suoi enormi, bellissimi occhi verdi, mentre il ragazzo faceva scivolare a terra anche la propria maglietta, e il pavimento continuava a bagnarsi dell'acqua sui loro vestiti ad ogni indumento che toglievano.

I loro baci erano già interrotti dagli ansiti, e il modo in cui Harry mugolava timidamente mentre gli accarezzava il petto stava già mandando in tilt Louis. Aveva rinchiuso uno dei suoi capezzoli tra indice e pollice, strofinandolo con delicatezza, facendo già inarcare Harry per quel piacere inatteso; e l'idea di avere davanti a sé un ragazzo quasi completamente inesperto, capace di ansimare per qualsiasi suo tocco e di venire a qualsiasi sua attenzione, quasi gli causò un capogiro. Harry era lì solo per lui, stavolta non c'era imbarazzo nelle sue iridi; i suoi polsi non erano abbandonati sul cuscino, le sue gambe non erano timidamente chiuse, e i suoi occhi cercavano i suoi senza esitazione. Dio, Louis non aveva mai fatto l'amore, ma in quell'istante capì che stavano facendo esattamente quello.

Perché, mentre lo baciava con dolcezza e foga insieme, si rese conto di poter quasi sentire il suo cuore nelle orecchie, nella gola, come se gli appartenesse. E Harry provava le stesse, identiche emozioni.

Louis aveva ragione, il più piccolo se ne accorse solo allora. Fare l'amore sarebbe stato esattamente come aveva detto lui.

Istintivo.

Il modo in cui le sue stesse mani accarezzavano la sua schiena, quello in cui il suo corpo si scioglieva come argilla sotto il tocco delicato, ma deciso, dei suoi polpastrelli. Harry non aveva mai sentito tanta adrenalina scorrergli nelle vene; ed era una bella, bellissima sensazione.

Naturale.

Lo era tremare sotto ai baci di Louis, alle sue carezze marcate sulla sua erezione, lo era alzare il mento per permettergli di baciarlo sulla gola, di marchiarlo con una macchia rossa che suggeriva possesso e gelosia. Ma lo era anche stringere le braccia intorno alle sue spalle, riportare il suo volto al proprio, chiedere le sue labbra e ottenerle in un bacio passionale.

...Bello.

Harry non avrebbe saputo come altro definirlo. Non soltanto fare l'amore con Louis; ma Louis stesso, con i suoi occhi azzurri e pieni di lui, le mani che accarezzavano con dedizione ogni angolo del suo corpo, le labbra sottili ma morbide che cercavano le sue ogni qual volta desiderava rassicurarlo. Ed era belloquando si abbassava sulle sue clavicole, a sfiorarle con la bocca, a tracciare una scia umida di baci fino ad arrivare al suo ombelico, accarezzandolo con la lingua in modo quasi insistente e facendolo sospirare.

"Sei pronto?" sussurrò il ragazzo, accarezzando a palmi aperti l'interno delle sue cosce. Harry percepì la familiare sensazione di paura, di incertezza, ma si fidava ciecamente di Louis; ed era ora di dimostrarglielo, come anche il suo corpo desiderava. Perciò annuì, mordendosi appena il labbro inferiore.

I suoi denti in quel punto morbido e delicato della sua bocca furono subito sostituiti da quelli di Louis, che ne accarezzò la parte ferita con la lingua come a risanarla. "Dimmelo, se ti faccio male" raccomandò in sussurro, prima di portare le mani al suo sedere, come se già conoscesse a memoria il suo corpo.

Il cuore di Harry batteva folle e fortissimo nella cassa toracica, minacciando di uscire e di correre fuori, sul balcone, dove aveva capito che tutto stava per cambiare. Sibilò quando Louis introdusse il primo dito nella sua apertura, accarezzando il suo interno con dolcezza, ma senza per questo fargli meno male di quanto Harry si aspettava.

Le sue ginocchia si chiusero per riflesso, ma Louis le allargò di nuovo con delicatezza. "Rilassati" consigliò, facendo scivolare anche un altro dito e muovendo, lentamente, le falangi insieme. Harry gettò la testa indietro sul cuscino, respirando pesantemente per il dolore, ma a Louis non era mai sembrato così bello; finalmente sincero, finalmente vero, il reale Harry che si lasciava andare all'istinto senza mai, però, smettere di arrossire. Sorrise a quel pensiero, raggiungendo la sua guancia bollente per baciarla, mentre un terzo dito scivolava dentro di lui e il ragazzo gemeva piano, cercando di controllarsi.

Se Harry sembrava già così stretto e caldo, non poteva non immaginare come sarebbe stato essere connesso a lui in quel modo. Non era mai stato con nessuno che non avesse avuto decine e decine di partner prima di lui, e non aveva quasi idea di quanto una persona priva di esperienze di quel tipo potesse essere così interessante; moriva dalla voglia di stare dentro di lui, laddove a nessuno prima era stato concesso.

"Stai bene?" bisbigliò. L'altro annuì piano, ma gli occhi lucidi lo tradivano.

"Fra poco starai meglio" promise, toccando solo per un attimo la propria erezione dura e lasciandosi scappare un mugolio di desiderio. Harry era bellissimo, il suo corpo era morbido e accondiscendente sotto al proprio, le sue labbra più rosse che mai e i suoi occhi brillanti, splendenti come due smeraldi. E Louis si sentì come se trovasse quelle pietre preziose per primo al mondo; gliele avrebbe portate via, certo, ma le avrebbe custodite con cura. Proprio come la sua innocenza, quella che il suo corpo nascondeva, e che aveva aspettato solo lui tutto quel tempo per essere trovata.

Entrò delicatamente nel suo corpo, spingendosi al suo interno con estrema lentezza e dolcezza. Mai prima d'allora era stato così attento alle emozioni di qualcuno; non era una scopata, non era ubriaco, e il suo compagno stavolta non era un altro ragazzo sicuro di sé ed esperto quanto lui, ma era invece un ragazzino poco più giovane di lui che tremava ad ogni suo bacio un po' più audace, che gli aveva cambiato la vita, che l'aveva salvato in tutti i modi in cui una persona potesse essere salvata.

Scivolò fino in fondo al suo corpo, dandogli poi il tempo di abituarsi. Non si mosse di un millimetro, ed Harry nemmeno; ricominciò solo quando il suo ragazzo sospirò, riprendendo a respirare dopo aver mozzato bruscamente il proprio respiro. Gli accarezzò le gambe strette intorno ai suoi fianchi, mentre continuava ad affondare nel suo corpo con quanta più delicatezza fosse capace.

Ma dov'era? Di certo doveva essere nei paraggi, e probabilmente...

Eccolo. Harry sgranò gli occhi non appena una strana sensazione lo distrasse dal dolore, come se all'improvviso qualcosa fosse stato colpito dentro di lui.

"L'abbiamo trovato" rise Louis, divertito dal suo sguardo sorpreso. Si spinse di nuovo nella stessa zona; stavolta il piacere arrivò ai circuti celebrali di Harry forte e incontrollabile, facendolo inarcare involontariamente per averne di più. "Lou" sospirò, quasi stupefatto, ma sopratutto travolto dal piacere.

"Lascia fare a me" sorrise il ragazzo. Continuò a colpire nello stesso punto innervato, vedendolo ogni volta più bello; le labbra dischiuse in deliziosi gemiti, i capelli ricci sul cuscino a muoversi quando Harry allungava la testa all'indietro in un gesto dettato dall'istinto, i suoi occhi appena più scuri di lussuria e le mani che si erano intrecciate quasi inconsapevolmente alle sue, alla ricerca di un appiglio solido alla realtà mentre le spinte dei fianchi di Louis lo spedivano direttamente in Paradiso.

E non era il solo. Louis non si era mai spinto in un antro così caldo, stretto e accogliente; e avere negli occhi gli occhi della persona che amava mentre ci faceva insieme l'amore, era assolutamente incredibile. Non avrebbe mai più saputo rinunciarci, rinunciare agli ansiti sconnessi di Harry che rabbrividiva dal piacere sotto di lui, alla sua pelle morbida e bollente a contatto con la sua, alle sue labbra che puntualmente incontravano le sue ad ogni spinta un po' più forte.

E quando vennero travolti dal piacere lo furono entrambi, nello stesso momento, coinvolti in baci umidi e quasi disordinati per la loro intensità, con i cuori che battevano l'uno contro l'altro desiderosi di uscire dai loro corpi ed abbracciarsi, bramosi di fare l'amore anche loro, passare oltre la loro pelle e amarsi a loro volta.

Stavano lentamente riprendendo a battere normalmente, mentre la fronte di Louis era contro quella di Harry, e respiravano l'uno sulle labbra dell'altro alla ricerca dell'aria perduta negli ansiti. Louis posò un bacio tenero e stanco sulla sua bocca morbida e rossa, prima di scivolare fuori dal suo corpo con estrema delicatezza, attento a non farlo diventare troppo sensibile ai suoi movimenti dall'interno.

"Ti amo" mormorò subito dopo, quasi stentando a credere di averlo detto sul serio, stendendosi al suo fianco e aprendo le braccia per accorglierlo sul suo petto. Non si era mai perso in frasi sdolcinate dopo averlo fatto con qualcuno, anzi, a dirla tutta se n'era sempre andato non appena veniva soddisfatto; aveva sempre considerato il rapporto sessuale come sveltine senza importanza, ma stavolta gli era sembrato un modo per essere più vicini, fino a sentire la propria anima e quella della persona che amava abbracciarsi e fondersi proprio come i loro corpi.

"Anch'io" pigolò Harry, di nuovo timido ed imbarazzato, nascondendo il viso nel'incavo fra la sua spalla e il suo collo. "Anch'io ti amo."

Louis sorrise e gli accarezzò pigramente il fianco nudo, prima di coprirli entrambi con la coperta. "Ti ho fatto male?" domandò, premuroso.

"No" bisbigliò Harry, come se ci fosse bisogno di parlare a voce bassa per non essere scoperti da chissà chi. "Solo un po' all'inizio. Ma poi..."

Sulle labbra del ragazzo si aprì un sorrisetto furbo. "Poi?" lo incitò, divertito.

"Poi è stato incredibile" borbottò in conclusione il più piccolo, imbarazzato. L'altro rise e lo strinse più forte; gli piaceva sentire il corpo di Harry a diretto contatto con il proprio, privi di vestiti a dividere gli spazi.

"Anche per me è stato...diverso" rispose, decidendo che Harry aveva il diritto di sapere cosa ne pensasse lui. "Fare l'amore è davvero differente da fare sesso."

Riuscì a percepire il lieve disagio del suo ragazzo anche senza guardarlo. "L'hai fatto tante volte?" domandò infatti lui, tracciando nervosamente linee immaginarie sul suo torace.

Louis esitò un attimo prima di rispondere. "Sì, un po'" ammise infine. "Ma non è mai stato così bello."

Harry annuì piano, anche se non sembrava convinto. "Perché?"

"Perché era con te" rispose il ragazzo, d'istinto. A quella frase Harry parve tranquillizzarsi, perché si accoccolò maggiormente contro il suo petto e posò un timido bacio morbido sulla sua clavicola.

"Sono felice che tu sia il primo" ammise piano. "Ho sempre voluto che lo fossi."

Louis gli sollevò il mento con due dita e abbassò il proprio viso per raggiungere il suo, facendo incontrare le loro labbra e baciandolo con dolcezza, cercando di esprimere con quel gesto tutte le sue emozioni. Harry era quello giusto, quello che non avrebbe mai lasciato andare, quello che avrebbe amato fino alla fine- ed anche dopo.

Lo abbracciò più forte, felice, accarezzandogli dolcemente i capelli affinché si addormentasse senza difficoltà. E si ricordò di quando lui stesso si era sentito debole e ferito, e Harry gli aveva rivolto lo stesso identico trattamento, facendolo sentire protetto e al sicuro; decise di imitarlo, così cominciò a canticchiare piano una che anni prima era stata la sua canzone preferita.

"Oh, oh, oh, be my baby, and I'll look after you..."

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