Ventiduesimo capitolo

Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!

*****

"Zay si è addormentato!"

La piccola Safaa sgranò gli occhi, voltandosi durante una scena del film che non le piaceva. Liam arrossì, rendendosi conto di aver sperato inconsciamente che nessuna delle Malik vedesse loro fratello con il viso poggiato sulla sua spalla; anche se, in effetti, dubitava che adesso quella sarebbe stata una spiegazione adatta.

Zayn si era mosso leggermente nel sonno, forse a causa della posizione scomoda, e Liam aveva assecondato i suoi movimenti fino a stringerlo quasi in un abbraccio. Zayn aveva la fronte contro il suo collo, il viso all'altezza della sua clavicola, e Liam gli avvolgeva un fianco con il braccio in maniera tenera.

Anche Walihya si voltò; non disse nulla, fece solo un sorrisetto a Liam e poi tornò a guardare il film.

Liam tirò un sospiro di sollievo, felice che le sorelle di Zayn non fossero infastidite da quella vicinanza fra di loro.

"Voi potreste essere come Holly ed Eric del film" commentò poi la più grande, tirando indietro la testa fino a posare la nuca sul divano e guardare Liam al contrario. "Io, Safaa e Doniya potremo essere come Sophie, perché nostro papà non c'è mai e mamma..."

Si interruppe, chiudendo gli occhi. "Mamma se n'è andata."

"Dovreste ribellarvi anche voi" replicò serio il ragazzo, senza ben capire a cosa si riferisse. "Se lei è andata via di casa, anche voi dovreste-"

Safaa si girò di nuovo, con i grandi occhi neri umidi e una lacrima solitaria su una guancia. "Mamma non è andata via di casa", lo corresse, "mamma è andata in cielo."

"Non pensiamoci ora!" finse di sorridere Walihya, rivolgendosi alla sorellina: temeva segretamente che, se fosse scoppiata a piangere, avrebbe avuto un'altra crisi respiratoria. "Guardiamo il film!"

Liam non disse nulla, ma guardò Walihya con occhi pieni di ammirazione e dispiacere insieme. Era ovvio di quanto lei, Zayn e probabilmente anche Doniya si sforzassero per mantenere Safaa allegra e tranquilla; nonostante fossero loro le prime vittime di loro padre, tutto passava in secondo piano in confronto a Safaa. La difendevano a qualsiasi costo.

Perso in questi pensieri, il tempo passò in fretta. Quando il film terminò, Zayn era ancora addormentato e anche Safaa era molto assonnata.

"Vieni, piccola, andiamo a letto!" sorrise Walihya, alzandosi dal tappeto e porgendole una mano. Mentre le due sparivano in corridoio, anche Liam cercò di svegliare Zayn.

"Ehi, Zee" chiamò, accarezzandogli un fianco per svegliarlo. Zayn non aprì subito gli occhi, ma parlò senza rendersene conto mentre stringeva il pugno sulla sua maglietta.

"Ho fatto un sogno" mormorò con voce assonnata. "Era la stessa scena che ho visto io...quando tu eri con Danielle..." le parole erano spezzate, e Liam dovette prestare molta attenzione per capirle tutte, "però, al posto suo...intorno a quell'aiuola..."

Zayn sembrò sospirare per un secondo, prima di riaddormentarsi, "...c'ero io..."

*****

Louis si fece spazio a gomitate fra la folla; urtò una ragazza dai capelli fucsia, fece cadere per sbaglio un ragazzo altissimo e dall'aria minacciosa, imprecò quando capestò gli occhiali di qualcuno e infine, finalmente, vide Harry insieme ad Eleanor.

"El!" esclamò, a voce alta per coprire il frastuono della musica. "Che ci fai con lui?"

"E meno male che non servo a niente nelle vostre cose fra uomini!" sorrise lei, rinfacciandogli le stesse frasi che lui le rivolgeva quando erano bambini, e lei si intrometteva per giocare a calcio con il suo gruppo di amici. "Non so cos'è successo, era sconvolto e-"

Prima ancora che Eleanor potesse finire di spiegare, Harry gettò le braccia al collo a Louis e gli stampò un bacio lungo, umido e parecchio audace sulle labbra. Eleanor alzò un sopracciglio, Louis rimase interdetto.

"Mi dispiace" biascicò Harry, appena interruppe quel bacio così poco da lui. "È stata solo colpa mia."

"Non è ancora troppo ubriaco" fece Eleanor ignorandolo, incontrando gli occhi sorpresi e confusi del suo migliore amico, "con qualche caffè dovrebbe tornare in sesto. Se vuoi ho qualche buono sconto per gli Starbucks, posso-"

"El, hai idea di che ore siano? Non ci sono negozi aperti!" sbuffò Louis, alzando gli occhi al cielo. "Capisco che questi dannati Starbucks sono la tua ossessione, ma adesso non mi sembra proprio il caso."

Eleanor lo incenerì con lo sguardo, colpita nel profondo. "In ogni caso, appena torni a casa dagli da bere del caffè." sbottò.

"Lo farò" assicurò Louis, prendendo Harry per mano e trascinandolo subito fuori dal locale, non prima di aver raccomandato anche ad Eleanor di fare attenzione.

Finalmente, al riparo dalla musica assordante e dalla folla fastidiosa, all'interno dell'auto di Louis, Harry sembrò tranquillizzarsi. Guardò Louis con gli occhi lucidi dall'alcool, e Louis lo fissò in attesa.

"Ti giuro che io non volevo, Lou."

Il ragazzo alzò un sopracciglio. "Harry, non volevi cosa?"

"Nick!" sbottò l'altro, come offeso che lui non capisse di cosa stava parlando. "Nick mi ha baciato!"

L'espressione di Louis si trasformò velocemente da confusa a gelosa e arrabbiata.

"Ed ora ce l'hai con me" piagnucolò il più piccolo, nascondendosi in un angolino del sedile. Louis si sforzò di calmare la rabbia: da ubriachi si è sinceri, quindi non aveva motivo di dubitare delle parole del suo ragazzo.

"Non sono arrabbiato" scosse la testa, avvicinandosi a lui per farlo di nuovo voltare e senza ancora mettere in moto l'auto. "Mi spieghi però cos'è successo?"

"Ha detto che voleva essere mio amico" mormorò Harry, "e io gli ho creduto."

I suoi occhi si fecero subito più lucidi e si morse forte un labbro per non piangere. "E- e ha detto altre cose brutte e poi mi ha- mi ha baciato e io mi sentivo come...come se ti stessi tradendo!"

Louis sospirò, ma sentendo la voce di Harry tremare sganciò la cintura che aveva legato e aprì le braccia, guardandolo rassicurante. "Non c'è bisogno di piangere, piccolo!" esclamò, mentre Harry si rifugiava contro il suo petto. "Ho capito, ho capito. Non ci pensare più."

Harry tirò su col naso, ma non pianse. Si beò del calore dell'abbraccio di Louis, mentre la sua mano gli accarezzava i capelli e tutto tornava a splendere, le musiche della discoteca in lontananza diventavano solo bisbigli e il freddo dei sedili diventava caldo come il petto di Louis sotto alla sua guancia.

"Amo solo te." sussurrò, facendo sgranare gli occhi al ragazzo. "Tu mi ami?"

"Certo che ti amo" mormorò Louis, a bassa voce, come se dirlo fosse sbagliato. Non si era ancora abituato all'idea di pronunciare quelle parole, al fatto che quella semplice frase fosse così vera.

"Mi ami anche se sono stupido?" continuò Harry. "Ho dato retta a Nick."

"Non sei stupido..." fece Louis, pensando a un'altra maniera per giustificare il suo comportamento, "sei solo un po' ingenuo. Ma va bene così."

"Lou, mi sento in colpa" disse piano il ragazzo. L'altro temette seriamente il peggio.

"Nick...ti ha fatto qualcos'altro?" chiese, non sicuro di voler sentire la risposta. Ma, fortunatamente, Harry scosse la testa.

"Ha detto che io non ho idea di ciò che vuole" raccontò, "allora gli ho tirato un calcio nelle palle e sono scappato."

Louis rise forte per quelle parole, che proprio non stavano bene in bocca a Harry. "Hai fatto bene!"

"E se poi non riuscirà ad avere dei bambini?" replicò il più piccolo, preoccupato. Il ragazzo rise ancora di più.

"Non ti preoccupare, tanto di figli non ne vuole...e dubito farà mai coppia fissa con una donna" commentò, mentre Harry si accoccolava meglio fra le sue braccia.

"Dormiamo qui" propose, come dimenticandosi di tutto. Louis scosse la testa.

"Domani dobbiamo andare a scuola, love. Ed è tardi, quindi diamoci una mossa."

"Voglio stare qui con te..." sussurrò Harry, senza dargli ascolto, "voglio stare con te tutta la vita."

Louis, intenerito, gli grattò l'orecchio con una risatina. "Davvero mi vorresti per tutto questo tempo?"

Harry lo guardò negli occhi, serio: "io ti vorrei per sempre."

"D'accordo" sorrise Louis, dopo qualche secondo di sorpresa. "Non capirò mai perché..."

"Perché sei speciale" spiegò Harry, con voce strascicata per via dell'alcool. "Io l'ho capito subito, quando ti ho visto in bagno. Avevi gli occhi azzurri e bellissimi e io non avevo mai visto degli occhi così azzurri e bellissimi."

Louis rise per la ripetizione delle stesse parole. "Quindi, spiegami. Se non avessi avuto le gambe, le braccia...se fossi stato muto, o sordo...tu ti saresti innamorato di me lo stesso?"

"Mi sarei innamorato di te in qualsiasi modo. Mi sarei innamorato di te anche se vivessi in un altro universo." sbottò Harry, come se fosse scontato e Louis fosse proprio un idiota a non saperlo.

"Questo è piuttosto impossibile, piccolo" ridacchiò l'altro.

"No!" protestò Harry. "Ti avrei sognato!"

"Oh, adesso ha senso" lo prese in giro il maggiore, sorridendo. Accarezzò i suoi capelli con aria pensierosa, ma tranquilla. "Mi dispiace se-"

"Non lo dire più" lo interruppe Harry, per poi fermarsi a causa di un singhiozzo dato dall'alcool. "A me no, a me non dispiace. Non mi dispiace tutto quello che è successo prima che ci mettessimo insieme, perché fa comunque parte della nostra storia..."

Rimase in silenzio per molto tempo, e Louis iniziò a credere che si fosse addormentato, ma riprese poco dopo. "Ed io la nostra storia non la cambierei per nulla al mondo."

Louis si morse forte un labbro, perché era così felice che se non l'avesse fatto avrebbe iniziato ad urlare.

"Tu la cambieresti, Lou?"

"Sì" ammise il più grande. "Te l'ho già detto..."

Harry sospirò, ma Louis dubitava che avesse davvero sentito la sua risposta. "Ho sempre paura di non essere abbastanza" ammise in un sussurro, pochi secondi dopo, "ho sempre paura di non renderti abbastanza felice."

Louis quasi trasalì. "Haz, ma che dici?" lo rimproverò. "Nessuno...nessuno mi ha mai reso felice come hai fatto tu" confessò, arrossendo impercettibilmente. "Tu mi hai migliorato, Harry. Io non me lo sarei mai aspettato, ma lo hai fatto, e per tutta la tua pazienza...per tutto il tuo amore...io ti ringrazio" soffiò. "Nessuno è mai stato disposto a tanto, per me. Nessuno nessuno."

"Mi prendo io cura di te!" promise Harry, in uno slancio d'infantile entusiasmo. "Non so se riesco. Ma ci provo!"

"Lo stai facendo, piccolo!" assicurò Louis, ritrovando il sorriso. "Ci stai riuscendo. Vai alla grande, Haz."

"Voglio solo...vederti sorridere" bisbigliò il più piccolo. "Tu non sorridevi mai, mai per davvero. Mi ricordo che la prima volta che ti ho visto sorridere sul serio è stata quando mi hai fatto il solletico sul divano."

"Ti ho fatto male anche in quel caso" sospirò Louis, amareggiato, "mi ricordo che eri dolorante ed io non ci ho pensato."

"Lou!" lo ammonì l'altro. "Io rivivrei quel giorno milioni di volte!"

"D'accordo, non ti arrabbiare" fece Louis, con una piccola risata. Harry sembrava un bambino capriccioso, in quel momento, ed aveva un adorabile broncio sulle labbra.

"Adesso torniamo a casa?" propose, con un sorriso dolce sulle labbra. "Sei stanco, non voglio che tu vada subito a dormire, prima voglio farti qualche caffé per riprenderti. Altrimenti domani avrai un mal di testa terribile!"

Harry scosse la testa, appigliandosi maggiormente alla sua maglietta e borbottando qualcosa in protesta. Louis gli prese delicatamente i polsi, facendogli lasciare la presa.

"Coraggio, cucciolo" gli disse teneramente, coniando un nuovo vezzeggiativo, "torna al tuo posto e metti la cintura."

Harry tornò sul suo sedile a malincuore, non prima che Louis posasse un bacio tenero sulle sue labbra.

Appena arrivati a casa, mentre Louis stava preparando del caffè e l'orologio segnava l'una e mezza, Harry si perse nei suoi pensieri. Voleva davvero rendere felice Louis, ma non sapeva proprio come fare.

"Credi che io sia...giusto, per Louis?"

"No! Sei ingenuo, pudico e dolce. L'esatto contrario di lui."

Le parole di Zayn gli ronzavano in testa. Ricordava che aveva anche detto altro, vero?

"Credo che dovresti osare un po' di più. Potresti stupire Louis, e stai certo che ne sarebbe entusiasta."

Stupirlo...osare.

Arrossì vistosamente, e anche Louis lo notò. "Piccolo, tutto a posto?"

"Lui di certo non si aspetta che tu faccia qualcosa di anche solo lontanamente imbarazzante, per cui potresti sorprenderlo."

Si alzò dalla sedia, mentre Louis gli si avvicinava per porgergli un intero bicchiere di caffé caldo.

Mentre Harry beveva, il suo ragazzo gli accarezzò delicatamente i fianchi. "Spero che tu non abbia mal di testa, domani" mormorò ancora, dispiaciuto, "altrimenti resteremo di nuovo a casa. Accidenti, ma quante assenze stiamo facendo?" sospirò, pensieroso, e nel frattempo Harry posò il bicchiere sul tavolo. "Hai finito?" gli sorrise, tornando tranquillo e incontrando i suoi occhi verdi e liquidi. "Ok, adesso andiamo a dormi-"

Prima che potesse finire la frase, Harry lo zittì baciandolo. Fece scivolare la lingua nella sua bocca, non incontrando nessuna resistenza; Louis sentì forte il sapore del caffè, piacevole, anche se lui aveva sempre preferito il the. Forse adesso iniziava a cambiare idea...

Harry spostò le mani sui suoi fianchi, stringendoli appena, come per fargli capire che adesso era lui a comandare. Louis si sorprese della sua adaucia, chiedendosi cosa diavolo avesse in mente; nel frattempo Harry continuò ad approfondire il bacio, e lo fece indietreggiare fino ad urtare contro il ripiano vicino ai fornelli.

"Haz" mormorò Louis fra un bacio e un altro. "Cosa..."

E, in quel momento, Harry scivolò inaspettatamente tra le sue gambe, mantenendo ancora le mani sui suoi fianchi.

Una scarica di eccitazione attraversò il corpo di Louis, che però si sforzò di ragionare a mente lucida.

"Harry, non è una buona idea, domani te lo dimenticherai e-"

Ma il più piccolo gli aveva già tirato giù la cerniera dei jeans, e incurante delle parole dell'altro aveva abbassato anche i suoi boxer.

Quando poi espirò sulla sua erezione prima di accoglierla nella sua bocca, Louis perse definitivamente qualsiasi buona intenzione e si arrese.

I movimenti di Harry erano sconnessi e inesperti, ma non per questo non eccitanti. Louis si ritrovò a sospirare quasi subito, mentre l'altro si spingeva la sua erezione in gola e si impegnava nel dargli piacere.

Il più grande portò automaticamente una mano fra i suoi ricci, e l'altra quasi si appigliò al mobile dietro di sé per reggersi in equilibrio. Le mani di Harry fra le sue cosce erano calde e stringevano appena la sua pelle, poi una corse sul suo stomaco a tenergli su la maglietta mentre sfiorava con il naso il suo pube.

Louis gettò indietro la testa poco dopo, con un ultimo ansito di piacere, prima di raggiungere il culmine; con sua sorpresa Harry mandò tutto giù, come se non aspettasse altro. Voleva fargli capire di essere alla sua altezza, di essere anche lui in grado di stupirlo.

Louis sospirò, cercando di regolarizzare il proprio respiro, sentendosi subito in colpa. Harry non avrebbe ricordato niente il giorno dopo, e sarebbe stata tutta colpa sua.

"Ora- ora dovremmo davvero andare a dormire, Hazza" pronunciò con tono dispiaciuto e ancora tremante.

Harry si sollevò, baciandolo ancora e ancora.

"Non voglio andare a dormire" sussurrò contro le sue labbra, "voglio fare l'amore con te."

*****

Liam, dopo le parole di Zayn, rimase a fissarlo basito; cosa? Come era possibile che avesse fatto un sogno del genere?

Si sforzò di non pensarci, perché il suo battito cardiaco era a mille e oltre allo stupore c'era un'altra emozione che batteva prepotentemente contro le porte del suo cuore, e non voleva proprio dargli un nome, sapeva che se lo avesse fatto sarebbe stato felicità. Sospirò, cercando di concentrarsi solo su Zayn e non sulle sue parole.

"Dai, Zee, ti porto in camera tua. Però alzati, mh?"

Zayn si strofinò un occhio con un pugno, annuendo con aria ancora assonnata, e Liam si alzò in piedi tendendogli una mano per aiutarlo a fare lo stesso. Si aspettò che Zayn gli prendesse un polso, invece prese la sua mano nella propria come solo pochi istanti prima aveva fatto Safaa con Walihya, in modo tenero e quasi infantile.

Liam arrossì, ma dopo un secondo di esitazione strinse la sua mano. La sua pelle era calda e la sua mano era appena più piccola della propria, cosa che lo fece sorridere.

Lo guidò fino in camera sua, ma al momento di metterlo a letto Zayn oppose resistenza, stringendo forte la sua mano.

"Resti con me?" domandò, non ancora del tutto cosciente. "Per favore, solo un altro po'."

Liam sospirò, indeciso, ma poi fece sì con la testa. Zayn si stese sopra le coperte, senza cambiarsi, e Liam fece lo stesso.

"Mi piace stare con te..." soffiò Zayn, "tu ti prendi cura di me, mi fai stare bene."

"Lo spero" sussurrò Liam, a bassa voce per paura che qualcuno entrasse sentendo rumore. Insomma, era una scena più da persone che stanno insieme che da amici.

"Lo fai" assicurò Zayn. Non disse più nulla, perché poi si addormentò.

Liam sciolse delicatamente la presa delle loro mani, rimpiangendo di nascosto anche a sé stesso il calore piacevole del palmo di Zayn contro il proprio.

Fece per uscire, ma poi sospirò perché aveva davvero troppa voglia di accarezzarlo. Si avvicinò di nuovo, si sedette accanto a lui e passò delicatamente il polpastrello dell'indice lungo il suo profilo addormentato.

Era...bello. Bello come nessun altro al mondo. Liam si accorse, solo in quel momento, di non aver mai visto niente di così bello.

Gli si mozzò il respiro quando, premendo delicatamente la punta delle dita sulle sue labbra, desiderò baciarlo. Non era bello, era bellissimo. Quei tratti orientali, quella pelle color cappuccino, quegli occhi tendenti al dorato; tutto in lui era esotico e particolare.

Si chinò leggermente, avvicinandosi pian piano alla sua bocca, ma quando mancavano solo pochi centimetri fra le loro labbra si chiese cosa diavolo stesse facendo e, sollevando di poco il viso, gli lasciò un piccolo bacio sulla fronte.

"Dormi bene, Zayn" mormorò incerto, lasciando la stanza.

In quel momento, Doniya entrò in casa.

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