Undicesimo capitolo
Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!
*****
Zayn pensava che Styles fosse importante per lui? Benissimo, gli avrebbe dimostrato che non era assolutamente vero.
Avanzava a passo sicuro lungo i corridoi del liceo, certo di trovarlo, ormai si stava facendo tardi e lui era una di quelle poche persone che uscivano una buona mezz'ora dopo il suono dell'ultima campanella; qualcuno dei pochi in questione fuggì a gambe levate nel vederlo, qualcun altro completamente atterrito cercava di nascondersi in qualche luogo e le ragazze, abbassando lo sguardo su quel fondoschiena da urlo, mormorarono "Tomlinson". Ma Louis non vide nessuno di loro; avanzava a lunghe falcate verso un ragazzo dai capelli ricci, che aveva appena terminato una telefonata con qualcuno e stava riponendo il cellulare. Quest'ultimo era appena scivolato nella sua tasca, quando Louis arrivò di scatto davanti a lui e gli sferrò un unico pugno, misurato e forte, sulla mandibola.
Gli occhi di Harry lo guardarono spaventati, stupiti, delusi. E Louis, pur di mettere a tacere quegli occhi -sì, perché quegli occhi parlavano- , gli gettò un altro pugno in pieno stomaco, costringendo i presenti a correre via per timore che Tomlinson, una volta finito con lui, decidesse di pestare anche qualcun altro.
"Louis" provò a mormorare Harry, ma non era quel tono debole a cui era abituato, ormai l'aveva conosciuto e pensava forse che si sarebbe fermato. No, non l'avrebbe fatto. Anzi.
Gli sferrò il calcio più potente di sempre proprio sotto la cintura, per poi ridere sprezzante dell'espressione di puro dolore del ragazzo. "Tanto non ti servono" lo derise, gettandogli poi un pugno devastante nello stomaco. Non ricordava di essere mai stato così violento prima d'allora, lo stava picchiando senza trattenersi minimamente, avrebbe potuto ucciderlo; Harry sentì le gambe cedere, ma Louis se ne accorse e lo sbatté violentemente contro gli armadietti, afferrandolo per il colletto della camicia bianca dell'uniforme scolastica e avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
"Buonanotte, frocetto" sorrise agghiacciante, prima di caricare un pugno estremamente forte.
Harry ne era sicuro, con un colpo del genere sarebbe finito in ospedale di certo. Serrò le palpebre, non pensò a nulla, ma invece del dolore sentì una voce.
"Louis" era una voce calda e profonda, ma seria e infastidita, "non lo farai sul serio."
Harry riaprì gli occhi lucidi, e vide Zayn Malik a pochi passi da loro.
"Non lo farò sul serio?", ripeté Louis, evidentemente scettico e stupito. "Cos'è, adesso ti sei messo a difenderlo?"
"Non se lo merita, avanti, lascialo", replicò Zayn con un leggero sospiro, "e poi so meglio di te che non gli vuoi fare male sul serio."
Louis lo fissò aggrottando le sopracciglia, e dopo un lunghissimo istante sbatté di nuovo Harry contro gli armadietti, più violentemente e costringendolo a soffocare un gemito di dolore. "Ti sbagli di grosso, Zayn", sibilò Louis. Un rivolo di sangue colò dal viso di Harry fino a sporcare il dorso della sua mano, e Zayn lo osservò facendo una smorfia.
"Non se lo merita", ripeté, ma senza alzare la voce, "lascialo."
Louis lo guardò con aria di sfida, ironico. "Altrimenti?"
"Altrimenti", rispose Zayn deciso, "intervengo io."
E Louis non credette alle sue orecchie.
"Che cosa?" chiese tranquillizzandosi dopo qualche istante, sorridendo scettico, pensando a uno scherzo.
"Sono serio, Louis", ripeté l'amico, "se tu picchi lui, io picchio te."
No, un attimo. Cosa diavolo stava succedendo? Evidentemente Louis l'aveva pestato selvaggiamente ed era morto, perché per Harry era impossibile che Malik stesse sul serio prendendo le sue difese.
Louis lasciò improvvisamente la presa sulla sua camicia, ed Harry si sforzò con tutto sé stesso di non crollare distrutto a terra. Si poggiò contro gli armadietti, rifiatando piano, asciugandosi il sangue che gli colava dalle labbra.
"Tu vuoi morire, Zayn" ringhiò Louis, fronteggiando l'amico.
"Ho parlato con Payne" fantastico, adesso con quella storia ingarbugliata c'entrava anche Liam, "e tu non hai il diritto di fargli questo."
Guardò qualcuno alle sue spalle, e Harry si voltò leggermente seguendo il suo sguardo mentre Louis continuò a fissare il suo amico negli occhi. Liam raggiunse il più piccolo dei tre, lo avvicinò delicatamente a sé e sorreggendolo ringraziò Zayn con uno sguardo.
"Cosa..." fece Louis, girandosi immediatamente, e stava quasi per lanciarsi contro Liam quando sentì Zayn afferrarlo per un braccio.
"Devi lasciarli in pace" sibilò il ragazzo dagli occhi dorati, "adesso sono io il tuo avversario."
*****
Liam posò un ultimo bacio sulle labbra della sua ragazza -sì, alla fine era riuscito a vincere la sua timidezza e a dichiararsi a Danielle, la quale ricambiava i suoi sentimenti e gli aveva subito gettato le braccia al collo- a mo' di saluto, poi s'incamminò verso l'entrata principale della scuola e riuscì a raggiungere Zayn un secondo prima che si infilasse il casco.
"Ehi, Malik, aspetta un secondo!", lo chiamò e Zayn gli sorrise vedendolo, posando il casco sul sedile della sua moto nerissima.
"Payne!", esclamò allegramente. Liam si fermò dinanzi a lui, gli rivolse un mezzo sorriso di risposta e poi tornò subito serio.
"Grazie", disse guardandolo negli occhi -accidenti, com'erano dorati- "e...scusa."
Osservò per qualche secondo il suo zigomo arrossato, alcuni lividi sulle braccia e le nocche sbucciate delle sue mani. "Ah, non ti preoccupare", sorrise Zayn, "non è la prima volta che io e Louis ce le diamo di santa ragione."
"Alla fine ce l'hai fatta a...dissuaderlo?", chiese Liam, e Zayn s'incupì.
"Beh, ecco, è stato più un pareggio", disse storcendo il naso, e la risata di Liam gli arrivò alle orecchie come il vento in una giornata troppo calda.
"Sul serio, mi dispiace" tossicchiò Liam, cercando di ritrovare il contegno perduto, "voglio dire, ehm, che tu le abbia prese per difendere Harry. Solo che l'hai detto con un tono che...scusa, davvero", cercò invano di smettere di ridacchiare, ma Zayn invece di infastidirsi sorrise ancora di più.
"Payne che ride!", lo prese in giro. "Quale onore."
Liam gli sorrise, e Zayn cambiò argomento. "Come sta Styles?"
"Tomlinson ci è andato pesante, ieri", sospirò il ragazzo, "è a casa sua, gli fanno male tutti i muscoli."
"Lo capisco" fece una leggera smorfia Zayn, in effetti Louis non si era trattenuto neppure con lui, e Liam gli lanciò un'altra occhiata dispiaciuta. "Ma", si affrettò ad aggiungere, per non farlo sentire ancora in colpa, "io ci sono abituato." Si morse la lingua un secondo dopo, ci mancava solo che oltre a sorridere come uno scemo gli raccontasse anche la storia della sua vita.
Fortunatamente Liam non fece domande, annuì incerto e poi s'inumidì le labbra prima di riprendere a parlare. "E Tomlinson?"
"Mh, non lo so, credo stia riflettendo", rispose Zayn, "quando ieri si è calmato ho provato a fargli accettare i suoi sentimenti per Styles. Oggi non è nemmeno venuto a scuola, quindi credo che abbia preso la cosa seriamen-"
Liam lo interruppe. "Perché ne sei così sicuro?", domandò. "Che a Tomlinson piaccia Harry, intendo."
"Perché lo conosco meglio di chiunque altro", fece spallucce Zayn, "e poi perché è chiaro che stia fuggendo da ciò che prova. Inoltre...non ti offendere" continuò cauto, "ma se non provasse qualcosa per lui a quest'ora gli avrebbe già..." si fermò per non essere troppo volgare, "insomma, l'avrebbe già...uhm..."
Liam lo fermò, con un'espressione a metà fra la risata e il sospiro. "Sì, lo so, non si sarebbe limitato a baciarlo."
"Ecco, appunto", annuì l'altro, "e fidati che Louis questo non l'ha mai fatto per nessuno, mai."
"Grazie, Zayn" fece il ragazzo, pensieroso, "questo non l'avevo considerato. E..."
Si interruppe, notando il sorriso strano che si era allargato sulle labbra di Zayn. "Ehi, che c'è?"
"Oh, niente, niente" arrossì Zayn -cosa? Malik che arrossisce?- "va' avanti."
Liam gli lanciò un'occhiata indagatrice, "e niente, beh, questo. Grazie. Avresti potuto anche fregartene altamente, ma hai aiutato Harry lo stesso."
"Ti ho già detto", sospirò Zayn fingendosi scocciato, ma senza smettere di sorridere, "che Styles a Louis piace. E siccome è ora che metta la testa a posto, cercherò di convincerlo."
"Beh, non è mica un bravo ragazzo del tuo calibro" lo prese in giro Liam, con un sorrisetto.
"Già" annuì Zayn, per poi rendersi conto di quel che stava dicendo. "Ehi!" fece offeso, provocando la risata di Liam.
"Senti...", ostentò Liam, ondeggiando per un secondo sui talloni, per poi pronunciare una serie di numeri. Zayn lo guardò alzando un sopracciglio, e il ragazzo si morse il labbro inferiore. "È, ehm" spiegò schierendosi la voce, "è il mio numero. Cioè, adesso siamo...soci, no?"
Zayn sorrise, un sorriso che gli illuminò tutto il volto. Annuì.
"Soci."
*****
Louis si passò una mano sul viso, la infilò poi fra i capelli e sospirò tirando indietro il sedile della sua auto. Voleva avere lo spazio per allungare le gambe, chiudere gli occhi e riflettere.
In teoria, era sotto casa di Harry da tre quarti d'ora. In pratica, non era ancora riuscito a muovere un passo dalla sua macchina.
Ma perché, perché Zayn non poteva semplicemente starsene zitto, invece di fargli un discorso epico circa i suoi sentimenti? E non l'aveva nemmeno messo a tacere come si deve, siccome quando aveva finalmente esaurito le forze il suo amico, piuttosto che arrendersi o perlomeno tentare di spaccargli la faccia, aveva cominciato a parlare in modalità vecchio saggio. Colpa di Payne, ne era sicuro. Bisogna stare lontani dagli amici di Harry -ma non da Harry. Non in quel momento, almeno.
Aveva promesso a Zayn che gli avrebbe parlato, e Zayn aveva a sua volta promesso a Liam che Harry non sarebbe più stato picchiato, e Liam...chissà, magari aveva promesso anche lui a Harry che non sarebbe più tornato a casa con i muscoli a pezzi.
Liam Payne...quel ragazzo era interessante, o meglio, era interessante il modo in cui Zayn l'aveva aiutato senza farsi pregare. Aveva sempre notato i suoi occhi seguirlo quando camminava davanti a loro per caso, ma non credeva che Zayn avrebbe accolto la sua richiesta così, senza battere ciglio. E poi...non era normale, si era messo contro di lui, contro il suo migliore amico. Non che se la fosse presa, si picchiavano anche per il programma da vedere in televisione o per chi doveva giocare alla play station, ma era davvero insolito.
Mmh, doveva ricordarsi di fare quattro chiacchiere con lui...
Sospirò, nervosamente e rumorosamente. Poi si decise, si impose di non pensare, aprì con un gesto secco la portiera dell'auto e corse su per le scale del palazzo in cui viveva Harry, entrando quasi con un salto in casa sua.
Meno male che aveva ancora le chiavi...beh, di certo non era stata proprio una bella cosa duplicarle a sua insaputa, ma adesso gli tornavano veramente utili.
"Harry?" ostentò, titubante. "Harry, dove sei?"
Camminò cauto, temendo una pugnalata alla schiena o una qualsiasi vendetta del ragazzo, finché non entrò nella sua stanza e lo vide addormentato sul letto, tutto raggomitolato su sé stesso come un gatto.
Indossava una tuta che somigliava a una che gli aveva visto addosso qualche giorno prima, ma non ci pensò più di tanto e si sedette piano sul letto. Gli venne in mente la mattina in cui aveva lanciato la sua sveglia fuori dalla finestra e poi si erano presi a cuscinate...doveva ammetterlo, aveva trascorso solo due giorni in compagnia di Harry, ma Zayn aveva detto il vero. Non si era mai rilassato così tanto, in quel -seppur poco- tempo con lui.
Allungò la mano con una leggera esitazione, fino a posarla sui suoi capelli. Oh, non si era mai accorto di quanto i suoi ricci fossero morbidi! Praticamente gongolando immerse la mano fra i suoi capelli fino a non vederla più, nacque una risata sulle sue labbra perchè -diavolo, erano davvero troppo morbidi.
Eppure, quando Harry sollevò le palpebre, tornò subito serio e sgranò leggermente gli occhi, chiedendosi quale sarebbe stata la sua reazione nel vederlo.
"Louis?", fece piano. Aveva il labbro inferiore spaccato, la linea della mandibola arrossata, gli occhi ancora umidi di lacrime che aveva versato in precedenza. Louis annuì, come a rispondergli: sì, c'era, era lì sul serio.
Lì con una mano nei suoi capelli. Davvero, stava provando ad allontanarla, ma non ci riusciva proprio!
"Che ci fai qui?", domandò intimidito, anzi, spaventato. Il ragazzo notò come stesse facendo per mordersi il labbro, ma avesse subito rinunciato al suo intento; in effetti, proprio dove di solito chiudeva la pelle fra i denti, adesso c'era un taglio abbastanza evidente.
"Mi dispiace" Louis decise di uscire dal suo carattere almeno per un giorno, mosse piano la mano fra i suoi ricci morbidi per accarezzarli. "Non ti volevo fare del male, non..."
La mano scese dai capelli alla guancia, accarezzandola delicatamente, prima di scendere ancora lungo tutto il braccio. Prima che potesse scivolare anche dal dorso della mano del ragazzo, questi subito la coprì con la sua fermandola. "Louis" disse in un respiro, chiudendo gli occhi, "resta."
Louis sbarrò leggermente gli occhi. "Dopo tutto quello che ti ho fatto, Harry?", domandò sorpreso, senza ritirarsi dal tocco del ragazzo.
"Dopo tutto quello che mi hai fatto" confermò Harry, sospirando. "Mi vai bene così come sei."
Stavolta fu Louis a mordersi il labbro inferiore; quel ragazzino era troppo perfetto, assolutamente incredibile. Non era umanamente possibile che, al mondo, ci fosse qualcuno come lui.
Lo faceva sentire felice, voluto, amato...tutte emozioni che aveva completamente dimenticato, delle quali aveva ignorato il bisogno da sempre, ma che adesso si stavano mescolando tutte insieme all'improvviso in un carnevale di polvere e coriandoli.
"Resto" assicurò allora, sforzandosi di sorridere, anche se lui non poteva vederlo perché aveva chiuso gli occhi. "Dormi, Harry. Non me ne vado."
Sì, doveva decisamente parlare con Zayn.
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