Tredicesimo capitolo

Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!

*****

Louis si alzò dal divano, stiracchiandosi; davvero, iniziava ad essere scomodo dormire lì, e levare ogni giorno il lenzuolo e riporlo nel mobile lì davanti insieme al cuscino era fastidioso. Che poi, se pensava che Harry invece dormisse in un comodo e ampio letto, gli veniva voglia di buttarlo giù dal materasso, rubargli le coperte e prendere possesso della sua stanza lanciandogli dietro quella sua maledetta gatta.

Ma poi Harry, come ogni mattina, entrava in cucina passando dal soggiorno, stropicciandosi un occhio e rivolgendogli un sorriso assonnato; si piegava per accarezzare Buffy, prendeva il latte dal frigo versandogliene nella ciotola, e poi ne metteva altro in un pentolino ponendolo sui fornelli a riscaldare. Quando finiva aggiungeva un po' di cacao, porgeva la sua tazza a Louis sveglio da prima di lui, osservava sempre tutti i suoi movimenti, e facevano quattro chiacchiere prima di andarsi a vestire.

Harry adorava la voce di Louis al mattino. Non era roca come la sua, ma era insolitamente più bassa, il che avendo il ragazzo sempre un tono acuto era davvero strano; adorava come le parole sembrassero più sensuali, nonostante i discorsi di Louis erano quasi sempre ridicoli; adorava il suo parlare così tanto, costantemente, cosa di cui si era accorto sopratutto nell'ultima settimana. Quando Louis era a suo agio, automaticamente iniziava a straparlare. E diceva le cose più assurde di questo mondo, come il sogno incredibilmente stupido che aveva fatto quella notte, o la ricetta migliore con cui cucinare Buffy, soffermandosi però la maggior parte di volte sul tema preferito da Harry: sé stesso. Louis parlava tantissimo di sé stesso, e grazie a tutte quelle informazioni Harry già lo conosceva bene. Sapeva fosse allergico al burro d'arachidi, che odiasse ballare, che avesse una segreta passione per la musica, che conoscesse Zayn da più di dieci anni, che adorasse le magliette a righe e che tenesse nascosti in camera sua un paio di pantaloni rosso acceso troppo gay per essere indossati, e che amasse con tutto sé stesso le bretelle. Che ne avesse tutta una collezione, in stile altare, o almeno così se la immaginava Harry.

Louis era così bello, rilassato. Non parlava mai della sua famiglia, ma a Harry andava bene lo stesso; non gli interessava se i suoi sapessero o meno che lui si trovasse lì a casa sua, o quale fosse il motivo per cui non telefonava mai loro. Per essere sicuro di non ferirlo -perché qualcosa doveva essere successo di sicuro- chiamava sempre sua madre o Gemma quando lui era fuori casa, non parlando mai loro del suo nuovo coinquilino.

E poi, ogni tanto, c'erano quei momenti che Harry amava. Quei momenti in cui Louis gli dedicava piccole, quasi invisibili tenerezze, come una carezza fra i capelli o qualche sorriso che non fosse scaturito da una risata o da un pensiero divertente, solo dalla voglia di vederlo sorridere a sua volta per quel privilegio.

Sì, perché ormai Harry era un privilegiato. Louis non avrebbe alzato ancora le mani su di lui nemmeno sotto tortura, e ormai quasi tutte le ferite e i lividi di Harry stavano passando.

Il posto preferito di Harry era ormai diventato casa sua, casa loro; Liam l'aveva visto arrossire e sorridere almeno un centinaio di volte, nel pronunciare quell'ultima parola. Casa era Louis, adesso. Casa erano loro insieme.

Louis, dal canto suo, iniziava a ritrovare i suoi pezzi. Ogni tanto gli capitava di pensare alle sue sorelle, di chiedersi come stessero le gemelle, di domandarsi cosa stesse facendo Lottie e ipotizzare su un ragazzo che aveva visto in compagnia di Fizzy un paio di volte; poi però si rendeva conto che stava meglio da Harry, con Harry che con chiunque; anche con Zayn.

A proposito di Zayn...Louis, seduto al tavolo della cucina mentre Harry era da un amico -un certo Niall, che non conosceva- , ricordò di avergli parlato del perché fosse accorso così in difesa di Harry. Dopo una bella scazzottata si era tutto risolto, certo, ma non si era lasciato sfuggire una strana aria mezza sognante che aveva il suo migliore amico parlando di Liam; quand'era stato che lo aveva visto fare certi sorrisetti, o che aveva sentito la sua voce abbassarsi di poco, farsi quasi timida? Forse solo quando, alle elementari, si era innamorato di quella bambina con dei giganteschi occhi azzurri...Perrie. Sì, l'avevano vista poi al liceo un paio di volte; era diventata una ragazza bellissima e completamente folle, con i capelli tinti di colori assurdi. Zayn le aveva sorriso, ricordandosela, ma tutto era finito là.

Comunque, in quel momento Louis era lungi dal pensare a Zayn e alla sua cotta infantile per Perrie; tra l'altro, era anche abbastanza sicuro che fosse cotto perso di Payne, quindi non c'era motivo di preoccuparsi. No, in quel momento Louis stava decisamente pensando ad altro; dov'era il ricciolino? Era uscito con quel suo amico parecchio tempo prima, erano passate almeno tre o quattro ore e quella casa era davvero troppo vuota e silenziosa, senza nessuno da imbarazzare -o accarezzare. In effetti, cosa di cui iniziava a preoccuparsi, Louis aveva cominciato a sviluppare una sorta di dipendenza dai capelli ricci di Harry.

Quando finalmente la porta si aprì con uno scatto nella toppa, Louis si preparò all'assalto. Harry era stato per ore e ore in compagnia di qualcun altro? Benissimo, gli avrebbe fatto capire che la cosa non doveva succedere due volte.

Harry, preparati per una bella dose di imbarazzo.

"Oh, sei tornato" soffiò, assottigliando le palpebre. Harry comprese subito che doveva essere un altro dei suoi momenti di pazzia, così si limitò ad ignorarlo e ad appendere la giacca all'attaccapanni.

Un secondo dopo, sempre sotto lo sguardo inquietante di Louis, e tentando di ignorare la sua espressione preoccupante, raggiunse Buffy sul divano nel sentirla miagolare a mo' di benvenuto. La accarezzò e la gatta cominciò subito a fargli le fusa; Louis osservò l'amorevole coppia, preparandosi alla sua vendetta.

Mettendosi seduto al tavolo della cucina e raccogliendo da uno scaffale un libro che aveva già finito di leggere quel pomeriggio, finse interesse per il testo finché non vide Buffy saltare giù dal divano, stanca di coccole, e solo allora mentre Harry cercava il telecomando sul tavolino, sotto le riviste e frugando sotto i cuscini al suo fianco, si alzò dalla sedia.

Un secondo dopo le sue mani erano intrecciate ai suoi ricci, quasi coperte da quella massa di capelli indomabili.

"Uhm, Louis?" chiese Harry, leggermente sorpreso. Se Louis gli lasciava delle carezze fra i capelli, era sempre per via di contatti veloci e leggeri; ma il ragazzo non sembrava affatto intenzionato a lasciare la presa tanto presto.

"Ti sei divertito, Harry?" lo ignorò totalmente il più grande, cominciando ad accarezzargli la cute. Harry mandò giù la saliva.

"Sì" mormorò con un filo di voce, già in imbarazzo.

"Mi fa piacere saperlo" sibilò l'altro, e dai suoi capelli scese alle sue guance. Erano già rosse, e vide gli occhi del ragazzo guizzare velocemente a destra, poi in basso e infine a sinistra. Oh, bastava così poco per vederlo imbarazzato...era adorabile. Prese ad accarezzarlo, con una delicatezza che non credeva nemmeno di possedere.

"Louis?", chiamò piano Harry, palesemente a disagio. Louis si era quasi dimenticato della sua vendetta.

"Mh?", rispose, distratto. "Non posso accarezzarti?" Stavolta non c'era nessuna cattiveria nella sua voce, e il ragazzo ne fu sorpreso. "Sei così morbido", continuò Louis, come rapito dai suoi pensieri. Gli accarezzò le labbra, fissandole; era sicuro che fossero ancora soffici, morbide e piene come la prima, unica volta che le aveva baciate.

Gli alzò il mento, guidato solo dal desiderio di riprovare le stesse sensazioni appena ricordate, e poté sentire il respiro accelerato di Harry mentre si avvicinava lentamente.

Il più piccolo aveva già chiuso gli occhi mentre il cuore minacciava di esplodergli nel petto, quando improvvisamente Louis si ricordò d'essere arrabbiato con lui per averlo trascurato; si risollevò repentinamente, gli posò un bacio veloce su una palpebra -teneva ancora gli occhi chiusi- e si allontanò di poco.

Harry gli rivolse lo sguardo più sorpreso del mondo; insieme alla confusione, vedeva chiaramente anche la delusione.

"La prossima volta che stai via così tanto" fece Louis, certo che avrebbe interpretato la sua frase, "avvisami prima."

Harry sospirò.

Messaggio ricevuto.

*****

Sua madre glielo diceva sempre, quando era piccolo; "sei una persona ossessiva". Il motivo era semplice: Louis sviluppava una vera e propria dipendenza verso ciò che gli piaceva. In quel caso, le vittime della sua nuova fissazione erano le espressioni facciali di Harry, assolutamente irresistibili.

Perciò, per distrarsi -povero Harry, dopotutto se voleva ancora vederlo vivo ogni tanto doveva dargli un po' di tregua-, uscì di casa e si diresse, quasi senza realmente accorgersene, verso quella di Zayn.

Per prima cosa controllò da lontano, stando ben attento a sentire i rumori provenienti da casa Malik; si avvicinò cautamente alla villa, e solo quando vide che l'auto del padre di Zayn non c'era andò a bussare alla porta.

Venne ad aprire Doniya, la quale era bellissima come sempre, se non fosse stato per una macchia rossastra proprio all'angolo delle labbra.

"Ciao, Louis" gli sorrise, facendolo entrare. Louis guardò il suo viso per alcuni secondi, abbozzò un sorriso -era impossibile non tentare un po' di dolcezza con le sorelle di Zayn, non si meritavano nessuna cattiveria- e poi fece un piccolo sospiro.

"Si...si vede" mormorò poi, abbassando leggermente gli occhi. La ragazza si portò una mano alla ferita, inizialmente sobbalzando, poi sorridendo tristemente.

"Ho cercato di coprirla al meglio possibile" ammise abbassando lo sguardo, per poi guardare di nuovo lui. "Chi è stato a dirtelo?"

Louis esitò un secondo prima di rispondere. "Safaa."

"Me lo aspettavo" sospirò lei. Poi gli rivolse un sorriso triste, ma dolce. "Mi dispiace che ti abbia coinvolto, Louis."

"Non mi ha coinvolto" scosse la testa Louis. "Mi piacerebbe...poter fare qualcosa."

Doniya stava per rispondere, probabilmente con un "grazie" o con un "anch'io", ma in quel momento si sentì Zayn parlare dalla sua stanza e Louis, salutando un'ultima volta sua sorella, si diresse lì.

Il suo migliore amico parlava al telefono; aprì la porta della sua stanza senza bussare, e senza fare troppe cerimonie si sedette sul letto ascoltando la sua conversazione.

"No, Liam!" ecco, si stava giusto chiedendo chi fosse, mistero svelato. "Che c'entra? Devo farti un discorso!"

Louis gli lanciò un sorrisetto da presa in giro, perché se lo conosceva bene -e , lo conosceva bene- , sapeva già cosa stava dicendo.

Zayn lo ignorò, troppo impegnato a tentare di convincere il ragazzo dall'altra parte della cornetta. "Oh, Liam, non ci credo. Non puoi essere occupato. Ah sì? Allora verrò a casa tua a controllare!"

Seguì qualche istante di silenzio, poi Zayn sorrise compiaciuto. "Ecco, ne ero sicuro."

Louis lo vide accigliarsi, borbottare qualcosa, poi tornare a gongolare. "Sì, certo che va bene! Allora a domani!"

Chiuse la telefonata e ripose il cellulare in tasca con un'aria parecchio soddisfatta, per poi rivolgere la sua attenzione all'amico.

"Ciao, Lou" salutò, senza levarsi quel sorrisetto idiota dalla faccia, "qual buon vento?"

"Oddio, Zayn" lo prese in giro l'altro, "sono anni che nessuno lo dice più. Comunque, era solo per chiacchierare. A proposito, di cosa stavate parlando con Liam?"

Lo interruppe ancor prima che il più piccolo rispondesse. "Anzi, mi correggo: cosa stavi tentando di convincerlo a fare?"

"Togli pure quel 'tentando', amico" gongolò Zayn, per poi corrugare la fronte. "Cioè, non lo stavo convincendo."

Louis lo guardò ironico, prima che l'amico sbuffasse ma sorridesse come un innamorato senza speranza, davvero terrificante secondo Louis. "Domani ci vediamo. Dobbiamo parlare di una cosa."

"Ti dichiari, Zayn?" lo canzonò l'amico.

"Ehi!", protestò l'altro. "Guarda che..." borbottò, arrossendo, "a me...a me Liam piace."

Stavolta quel sorriso da presa in giro scomparve dalle labbra di Louis, il quale lo guardò accigliato. "Cosa? Sul serio?"

Zayn annuì, troppo imbarazzato per rispondere. "Non mi piace...nel senso solo fisico del termine."

Osservando quanto il suo amico stesse arrossendo -e le parole 'Zayn' e 'arrossire' non andavano affatto, per niente d'accordo-, Louis decise di salvarlo dall'imbarazzo. "Bene", fece cambiando argomento, "giochiamo alla play?"

Zayn ghignò. "Oh, assolutamente no" e lì Louis capì immediatamente che stava pensando a Harry, "io e te abbiamo qualcuno di cui parlare."

******

"Harry, Harry, fammi spazio!"

Quando Harry sollevò le palpebre nel sentire la voce di Louis a notte fonda, quasi fu tentato di chiedersi se fosse sveglio sul serio. Si voltò di poco, e vide che invece il ragazzo -con tanto di pigiama addosso- stava effettivamente aspettando che si spostasse.

Mugugnò qualcosa di incomprensibile circa il fatto che dormisse sempre al centro del letto, ma Louis lo scosse leggermente con insistenza.

"Non mi interessano i tuoi mugolii in sanscrito, il divano è scomodo e io voglio dormire qui" borbottò, e Harry si spostò di poco mentre Louis si infilava sotto le coperte.

"Sanscrito?" ripeté, inceppando la lingua fra le lettere. Poi si rese conto di quel che stava succedendo, e lo guardò sorpreso. "Louis, dormi con me?"

"Mh" assentì Louis, posando il viso sul cuscino. "Aah. Avevo quasi dimenticato come si stesse in un letto. Brutto egoista, avresti potuto dirmi di dormire con te!"

Harry lo guardò stranito, sbattendo un paio di volte le palpebre assonnate. No, stava di sicuro ancora dormendo. Stava sognando. Quindi poteva parlare come gli pareva, giusto?

"Mi va bene che stai qui" sbadigliò, "però non mi violentare mentre dormo."

Gli diede le spalle e, prima di riaddormentarsi, gli sembrò di sentire Louis ridere.

Il mattino dopo, tutto gli sembrò ancora più impossibile; Louis stava davvero dormendo accanto a lui, con il volto rilassato e i pugni quasi chiusi sul cuscino. Sembrava così tranquillo, era assolutamente bellissimo.

Harry sorrise, trattenendosi dal sbadigliare per non svegliarlo. Dormiva così profondamente! Si arrischiò ad allungare una mano, e timidamente la posò fra i capelli di Louis. Erano lievemente in disordine, morbidi e lisci. Ed era meraviglioso stare lì ad accarezzarlo, ascoltando il suo respiro tranquillo nella stanza silenziosa.

Dio, quanto voleva baciarlo! Ogni secondo gli tornava in mente quel loro splendido primo bacio, e il desiderio di sentire di nuovo le labbra di Louis sulle sue era così difficile da ignorare. Sospirò piano, poi si alzò dal letto e si stiracchiò.

Si chiese se Louis avrebbe dormito con lui anche quella notte...magari pure quelle dopo. A lui non avrebbe dato fastidio. Anche se doveva tenere in considerazione l'ipotesi di essere stuprato nel sonno, ma era una possibilità a cui cercava di non pensare troppo.

Controllò sul calendario, era domenica. Finalmente! Le giornate si erano fatte così terribilmente stressanti, sopratutto ora che aveva cominciato a trascorrere i pomeriggi con Niall. Certo, si divertivano un mondo, ma proprio per questo ogni volta che tornava a casa era sempre stanco. Felice, ma esausto.

Nemmeno a dirlo, qualcuno suonò alla porta; Harry andò ad aprire, temendo che il rumore avesse svegliato Louis.

"Hazza!" esclamò Niall allegramente, vedendolo e abbracciandolo di slancio.

"Niall, silenzio" lo sgridò Harry sottovoce, cercando di liberarsi dalla presa mortale del ragazzo. Niall sciolse l'abbraccio, curioso.

"Cosa c'è? Hai paura che la tua gatta si svegli?" lo prese in giro, e quasi a farlo apposta Buffy sbucò dal nulla andando a strusciarsi contro le sue gambe. Niall si abbassò per accarezzarla, mentre Harry chiuse la porta di casa e controllò l'orologio. Non erano nemmeno le dieci.

"No" mormorò. "Però non urlare."

"Woo-hoo" alzò le sopracciglia Niall, "hai un ospite!"

Harry sentì un terrificante flusso di calore salirgli alle guance, e fu certo d'essere arrossito. "No, no! Niente di tutto questo, Niall, non-"

E in quel momento Louis, capelli leggermente arruffati e pigiama ancora addosso, fece la sua apparizione in cucina. Dall'ingresso, che si trovava lì accanto, Niall gli lanciò un'occhiata prima perplessa, poi incredula, infine terrorizzata mentre quello lo ignorava totalmente.

"Dio. Santo." disse senza fiato.

"Buongiorno anche a te, Horan" fece Louis, lanciandogli un'occhiata assassina e al contempo indifferente, capace di fargli venire i brividi. Niall giurò su sua madre di non aver mai visto nessuno versarsi il caffè in una tazzina in modo così altamente inquietante.

"Tu" esclamò, puntando il suo sguardo su Harry, e facendo una pausa come se gli mancasse l'aria, "tu scopi con Tomlinson."

Fece un'altra pausa, Harry temette che sarebbe svenuto lì per la mancanza di ossigeno. "Dimmi che non è vero."

Harry sospirò. "Noi non andiamo a letto insieme, Niall" tentò di tranquillizzarlo, sincero.

"Tranne ieri notte", commentò perfido Louis: una mezza verità. Cioè, le parole erano quelle, il significato...beh, un altro. Niall si fece totalmente bianco in volto -già era pallido di suo, adesso sembrava morto sul colpo.

"No, no!", dissentì Harry, imbarazzato. "Abbiamo dormito insieme, era questo quel che voleva dire Louis", spiegò, mordendosi il labbro inferiore, "ma fra di noi non è successo niente!"

Louis fece una smorfia infastidita; quello che era successo fra di loro non poteva assolutamente definirsi niente. Niall notò la sua espressione e sgranò ancora di più gli occhi.

"Non sto capendo nulla" mormorò, scioccato, "perché lui è qui?"

"Viviamo insieme" confessò Harry, a disagio. Fortunatamente c'era lui vicino a Niall, perché sembrò svenire e Harry lo fece sedere sul divano.

"Niall, calmati!", fece, preoccupato, mentre Louis mormorava "femminuccia" in tono derisorio. Harry gli lanciò uno sguardo minaccioso -esatto, minaccioso- e il ragazzo ne fu particolarmente incuriosito.

"Siamo coinquilini da un po'. Non stiamo insieme. Non...non facciamo cosacce."

Louis rise fortissimo; Harry si comportava esattamente come una verginella. Quell'Horan, poi...stava ancora cercando di riprendersi? Femminuccia, ripeté fra sé e sé.

"Okay" sospirò Niall, dopo qualche minuto di spiegazioni da parte di Harry, "ditemi se ho capito. Tu" fece guardando Louis, che lo fissava con aria di sufficienza, "sei venuto a vivere da Harry per motivi sconosciuti, e tu" spostò lo sguardo ad Harry, "gliel'hai permesso. Quindi" continuò disperato, "fino a un mese fa voi due avevate la relazione peggiore del mondo, e adesso vivete felicemente insieme?"

"Non proprio" si rabbuiò Harry. "Louis cerca sempre di violentarmi."

Louis tentò invano di non ridere ancora più forte di prima. Inutilmente, appunto.

"Va bene" soffiò Niall, ma non sembrava davvero convinto. "Credo...ho bisogno di tempo per assimilare la notizia."

Harry annuì -ricordava bene anche lui, quanto fosse scioccato quando aveva scoperto che Louis si era stabilito senza permesso a casa sua- e senza parlare lo accompagnò alla porta.

"Ti accompagno a casa?" propose, chiedendosi se fosse in grado di tornarci da solo.

Niall però sembrò riprendersi, scosse la testa, lo salutò lanciando un ultimo sguardo inquieto a Louis e infine lasciò che Harry chiudesse la porta alle sue spalle.

"Era sconvolto" commentò subito Louis, sorseggiando ancora il suo caffè. Harry sospirò, passandosi una mano fra i capelli ancora in disordine.

"Sì, decisamente" annuì, preoccupato. "Spero che non lo dica a nessuno."

"E anche se lo facesse?", scrollò le spalle l'altro. Harry lo guardò, sorpreso.

"Non ti darebbe fastidio se i tuoi amici sapessero che vivi con me?", chiese stupito.

"No" alzò un sopracciglio Louis. "Perché dovrei?"

"Beh, perché tu sei popolare e hai la scuola in mano" mormorò il più piccolo. "Io, invece..."

"Dio, Harry" sospirò Louis, annoiato, "non dirmi che non te ne sei accorto. Saranno le fossette" spiegò alzando gli occhi al cielo, "ma tutti vorrebbero stare con te."

Harry arrossì violentemente, Louis proseguì e il suo tono si fece infastidito. "Quell'Horan, ad esempio..."

"Oh" lo interruppe Harry, sorpreso. "No, no. Non gli piaccio. Ne sono sicuro."

"Però passi un sacco di tempo con lui" commentò l'altro, stizzito. A Harry parve di vedere una scintilla di gelosia nascere nei suoi occhi, si convinse di aver visto male.

"Sì, siamo amici" fece, confuso da quella sua aria irritata. Louis alzò un sopracciglio, sciacquando la tazzina ormai vuota nel lavello.

"Oh, siete amici" ripeté Louis, sibilando pericolosamente. Posò la tazzina nella lavastoviglie, con malgarbo, poi uscì dalla cucina con l'aria più isterica del mondo.

"Louis!", lo chiamò Harry, sorpreso. "Louis!", riprovò, corrugando le sopracciglia. Il ragazzo sparì nel bagno, chiudendosi la porta dietro e sbattendola rumorosamente.

Harry sospirò: quello era davvero un brutto, pessimo inizio di giornata. E meno male che voleva rilassarsi...

Decidendo, per una volta, di mettere in pausa il cervello, prese dei vestiti dall'armadio e si diresse nell'altro bagno. Gli ci voleva una bella doccia fredda che lo svegliasse del tutto, perché evidentemente stava ancora dormendo.

Si asciugò i capelli e si vestì velocemente, già più tranquillo. Tornò nel salotto, cercò il suo cellulare -Buffy ci era comodamente stesa sopra- e compose il numero di Niall per chiedergli se fosse ancora vivo.

Buffy, evidentemente, non era d'accordo. Salì in braccio al suo padrone, premendo la testolina contro il suo stomaco e richiedendo, con un leggero rumore di fusa, le sue attenzioni.

Harry sorrise e iniziò ad accarezzarla, avvicinando le gambe al petto, mentre faceva per chiamare Niall. Ma ancora, qualcuno lo interruppe; stavolta non era un gatto, comunque.

"Chi chiami?" domandò Louis, avvicinandosi. Non sembrava più arrabbiato, ma c'era ancora un leggero fastidio nella sua voce.

"Uhm" Harry si prese un secondo prima di rispondere, controllando la sua espressione, "Niall."

Louis trattenne con immensa fatica un sospiro, chiudendo invece le labbra fra i denti con un'aria pensierosa. Si sedette vicino a lui sul divano, lo guardò negli occhi: sembrava serio.

"Questo ragazzo" scandì lentamente, "ti piace?"

Harry arrossì; Louis doveva avere qualche rotella fuori posto. Era totalmente, completamente, disperatamente cotto di lui, e lui gli veniva a chiedere se gli piacesse Niall?

"Louis" rispose in un soffio. Non ce la fece a guardarlo negli occhi, abbassò i propri e arrossì. "A me", borbottò, adesso anche Buffy lo osservava curiosa, "piaci tu, Lou."

Louis fece un mezzo sorriso furbo, soddisfatto, e Harry pensò che l'aveva chiesto solo per sentirselo dire; sapeva che a Louis piaceva giocare con i suoi sentimenti...non era la prima volta che lo faceva.

Corrugò leggermente le sopracciglia pensando ciò, sicuro che lo stesse solo prendendo in giro come al solito. Proprio in quell'istante, però, sentì un braccio intorno alle sue spalle e, quando voltò il viso con un'espressione interrogativa, incontrò le labbra di Louis.

Immediatamente respirò dal naso, forte, sorpreso, mentre chiudeva gli occhi e arrossiva. Louis lo stava baciando, ma era un bacio così diverso dal primo! Gli posò un bacio, un altro, un altro ancora sulle labbra. Harry si costrinse a non restare immobile, ricambiò il quarto e il quinto; baci veloci, ma intensi, che facevano ogni volta un delizioso schiocco. Le labbra di Louis premevano su quelle di Harry, quelle di Harry rispondevano con timidezza. Louis si avvicinò ancora di più, Buffy saltò giù dallo stomaco del suo padrone, l'orologio segnò le dodici precise; Louis lambì le labbra di Harry, poi riuscì a dischiuderle. E Harry pregò di non morire in quel momento.

Il cellulare scivolò via dalle sue mani, posandosi con un leggerissimo tonfo sulla stoffa morbida del divano, mentre la lingua di Louis accarezzava quella di Harry all'interno della sua bocca. Il più piccolo sentiva uno strano formicolio partirgli dallo stomaco e diffondersi sulle mani, lungo la spina dorsale, fino alla punta dei capelli; Louis lo stava baciando come mai nessuno prima di allora.

Quando pose fine al contatto, accarezzandogli un'ultima volta le labbra con la lingua prima di allontanarsi, per un secondo ad Harry parve di tremare. "Lou-Louis" balbettò, più incredulo che stupito, più confuso che felice, e terribilmente imbarazzato. Louis rise.

"Beh, meglio così", sorrise, baciandolo poi di nuovo, in modo giocoso e leggero. Harry fece un mezzo sorriso, stravolto da tante sensazioni e da simili, particolari e sorprendenti attenzioni da parte di Louis. Non osò dire una parola, non avrebbe potuto nemmeno se avesse voluto; il sapore di Louis era lì, sulle sue labbra, e non lo avrebbe cancellato per niente al mondo.

"Allora, Harry" riprese a parlare Louis, giocherellando con un suo riccio vicino alla tempia, "vogliamo parlare di quello sguardo minaccioso che mi hai rivolto prima?"

Harry lo guardò stranito, rosso come non mai. Troppi baci, troppe carezze, troppe emozioni e, ancora, nessuna certezza. Louis fece un sorriso furbo.

E Harry, già vinto, sospirò.

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