Quarantatreesimo capitolo
Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!
*****
Harry adorava il Natale; gli addobbi, gli alberi, le vetrine dei negozi e la neve sui marciapiedi. Non che fosse la prima volta che li vedeva durante l'anno -insomma, era inverno da parecchio-, ma quell'atmosfera natalizia rendeva tutto più luccicante.
"Dovrò fargli un regalo!" esclamò riferendosi a Louis, più rivolto a se stesso che a Gemma, che camminava accanto a lui.
"Tipo? Sorprenderlo non sembra facile" osservò la ragazza, specchiandosi in una vetrina per sistemarsi i capelli arruffati dal vento. Anche Harry lanciò loro un'occhiata.
"Non li hai pettinati? Sono un disastro" commentò. Gemma lo guardò male.
"Sono sposata, che mi importa?! Tanto Jake dovrà aspettare almeno qualche altro mese, prima di chiedere il divorzio" sbottò acida. "Allora tornerò ad essere carina e gentile."
Harry alzò gli occhi al cielo, ma non poté trattenere una risata leggera. Tornò al nocciolo della questione.
"Gem, non so davvero cosa regalargli" piagnucolò, abbassando gli occhi e mordendosi il labbro inferiore.
Proprio in quel momento passarono davanti ad un negozio che non sfuggì agli occhi di Gemma; la ragazza tirò subito il fratello indietro, indicandogli l'insegna.
"Haz, è perfetto!" esclamò, ma Harry era tutt'altro che entusiasta.
"Sei pazza?" borbottò, arrossendo.
"Gli piacerà tantissimo. Gli farai la sorpresa più bella di sempre."
Harry s'incupì. "Questa è roba da coppie sposate, Gem. Io e Louis stiamo insieme da poco."
"Ma hai detto che ne avete passate di tutti i colori, no? Secondo me vi sposate sul serio" rise, "anche io e Jake siamo fidanzati dal primo anno del liceo, e adesso vogliamo creare una famiglia tutta nostra."
Si perse nei suoi castelli in aria. "Dio, ma ci pensi? È successo davvero! Mi sono sposata sul serio!" cinguettò.
Harry roteò gli occhi. "Di solito questi discorsi si fanno il giorno del matrimonio, Gemma, non quello dopo."
"Ero troppo impegnata a trovare un modo per far dormire te e Louis in albergo, Harold" ribatté lei, offesa, "è così che mi ringrazi?"
Harry la ignorò. "Pettinati i capelli."
"E tu entra in quel negozio."
Gemma lo spinse verso la porta; Harry la guardò incerto, ma poi si fece coraggio.
*****
Non erano nemmeno arrivati a casa, che era già arrivato il momento di salutarsi. Zayn e Liam se n'erano andati la mattina dopo il matrimonio -in buona parte a causa dell'insistenza di Louis, che continuava a chiedere dove fosse Buffy e con chi stesse-, e avevano fatto in tempo solo a dormire un'ultima volta insieme; in quel momento Liam stava parcheggiando nel cortile di casa Malik, e Zayn uscì pochi minuti dopo dal veicolo.
Buffy correva libera nello spiazzo, inseguita da Safaa. Non appena la bambina vide il fratello, non esitò un secondo a cambiare direzione; lasciò in pace la povera Buffy e si catapultò tra le braccia del ragazzo, facendo un salto e lasciandosi sollevare per stringergli le spalle.
"Sei tornato!" strillò, entusiasta. Buffy balzò agilmente sull'automobile, prendendo a pulirsi.
"Ti avevo detto di non farla uscire" ridacchiò Zayn, guardando la gatta, "ora dovrò lavarla."
Safaa si sporse per incontrare gli occhi divertiti di Liam, ancora all'interno dell'auto. "Vieni con noi a farle il bagnetto, Lee?" domandò con un sorrisone. Il ragazzo però scosse la testa, e quell'espressione felice sparì subito.
"Lee deve andare a casa sua, domani sarà Natale" le ricordò l'altro, facendola tornare a terra. Safaa annuì, un po' delusa, prese Buffy come un pupazzetto e se la strinse al petto, tornando in casa dopo averlo salutato tristemente.
"Oh, mi dispiace" mormorò Liam. Zayn rise e lo rassicurò.
"Sta' tranquillo, fra un momento se ne sarà già dimenticata. Salutami i tuoi, mh?"
"Sì, anche tu Walihya e Doniya."
Zayn fece sì con la testa, poi si chinò per abbassare il volto all'altezza del finestrino e baciare Liam a mo' di saluto. Liam intrappolò per qualche istante il suo labbro inferiore tra i denti, giocosamente, e Zayn ridacchiò.
Siccome Zayn era musulmano non si erano scambiati dei regali, ma andava bene così. Liam gli sorrise e lui ricambiò.
"Ci vediamo tra qualche giorno, allora" continuò, mettendo in moto. "Ciao, Zaynie."
"Ciao, Leeyum" rispose Zayn, prima di vederlo allontanarsi dopo un ultimo bacio veloce.
Poi qualcuno gli morse con forza una caviglia, facendogli distogliere lo sguardo e trasalire.
"Safaa- Safaa, Buffy è diventata una selvaggia! Levala, levala, levala!"
*****
Era tutto il giorno che Niall passeggiava per casa, trovando sempre cioccolatini nei luoghi più svariati; sotto il cuscino, mezzi sciolti, dietro la televisione, nei cassetti della biancheria e sul frigorifero. Niall sbuffava tutto il tempo, pronunciando mezze imprecazioni miste ad insulti, raccogliendo in un vassoio tutte quelle piccole scoperte.
"Mi hai detto 'niente regali', Ni" sorrise innocentemente Nick, seguendolo, "ho rispettato le regole."
"Sì, anticipando San Valentino" sbottò, con le guance leggermente arrossate. Faceva tanto l'infastidito, Niall, e invece si sentiva scoppiare di felicità.
"Oh, a San Valentino non mi limiterò a così poco."
"Allora nuovo ordine: non voglio nulla per San Valentino!"
"Peccato, pensavo ad una enorme torta al cioccolato..."
Niall si prese del tempo per rifletterci, alla fine si arrese. "Vabbé, magari faremo un'eccezione."
Nick scoppiò a ridere, mentre il suo ragazzo trovava l'ennesimo cioccolatino fra i giochi per l'X-box.
"Non ti piacciono i regali?" domandò, curioso. Niall scosse la testa.
"Non mi piacciono le sorprese, ecco" chiarì. "Non so mai cosa mi aspetta...è una cosa che mi mette in ansia."
"Però di me ti puoi fidare" replicò Nick. Niall lo guardò con un sopracciglio alzato.
"Certo, certo, sicuramente" ribatté ironico.
"Guarda che mi offendo!" scoppiò a ridere Nick.
"Meglio, così te ne vai, non ti sopporto più" borbottò il più giovane. Sulle labbra dell'altro si delineò un sorriso sicuro.
"Davvero? Allora vado, ciao."
Niall parve sorpreso per un attimo, ma riprese la sua espressione irritata un istante dopo. "Sì, vattene, ciao!"
"Sei arrabbiato?" lo istigò Nick.
"No, affatto, non mi interessa niente di te!"
"Ridammi i cioccolatini" ordinò, serissimo. Mantenere quell'espressione gli costò un'immensa fatica, moriva dalla voglia di ridere.
Niall si avvicinò il vassoio al petto come se fosse il suo tesoro più prezioso. "Le cose regalate sono belle e incatenate!" ribatté, al pari di un bambino di cinque anni.
Nick non riuscì più a resistere, scoppiò a ridere tanto forte da quasi lacrimare. Afferrò il ragazzo per un braccio mentre lui lo fissava come se fosse impazzito, gli prese il viso tra le mani e gli stampò sulle labbra un bacio lungo e affettuoso.
"Sei un idiota" lo apostrofò subito dopo, scompigliandogli i capelli biondi.
"E tu uno maniaco stalker alcolista" ribatté prontamente Niall. "Non provare mai più a cambiare il tuo nome nella mia rubrica! Tanto lo modifico appena me ne accorgo."
Nick lo mise a tacere con un bacio. E Niall, ovviamente, si lasciò zittire.
*****
"Casa, dolce casa!" esclamò Louis, a braccia spalancate, entrando all'interno della loro casa a Londra. Certo, era stato difficile lasciare la famiglia Styles -Anne non faceva altro che piangere-, ma in fin dei conti sia lui che Harry erano contenti di essere tornati -e Buffy era a casa con loro, gli era mancata così tanto.
"E finalmente..." Louis si voltò all'improvviso verso Harry che chiudeva la porta, facendolo trasalire, "possiamo condividere il letto, il divano, la doccia e il tavolo."
Harry gli lanciò un'occhiata storta. "Magari il tavolo evitiamo, Louis."
Louis scoppiò a ridere e gli si avvicinò, facendo collidere le loro labbra e prendendogli il viso tra le mani, stampandogli poi un bacio leggero sulla punta del naso. Harry arrossì e sorrise, intenerito dal gesto, prima di stringerlo in un abbraccio e posare una guancia sulla sua spalla.
"Sono felice di essere a casa" bisbigliò in un sorriso.
"Anche io, Haz" conciliò Louis, accarezzandogli i ricci, "anche io."
*****
Passarono il Natale nel modo più semplice e bello possibile; insieme. Prima andarono a festeggiare con gli amici -Harry notò che Niall sembrava diverso e Louis e Nick si scambiarono meno occhiatacce del solito, stranamente, ma nessuno ci fece particolarmente caso-, poi tornarono a casa ancor prima che scoccasse la mezzanotte. Harry voleva a tutti i costi che Louis vedesse il regalo che gli aveva preparato esattamente nel giorno del suo compleanno.
"Di che si tratta, Haz?" domandò Louis, incuriosito, mentre Harry chiudeva la porta di casa e lo prendeva per mano.
"Non sono sicuro che ti piacerà" ammise il più giovane, mordicchiandosi il labbro inferiore, "ma lo spero tanto."
Louis strinse più forte la sua mano, vivace come un bambino. "Dov'è?" chiese, guardandosi intorno. "L'hai nascosto bene, ero certo che ci fosse un pacco regalo qui in giro, ma non l'ho visto da nessuna parte sin da quando siamo tornati." Harry alzò gli occhi al cielo.
"Non dirmi che l'hai davvero cercato. Che sorpresa è se lo vedi prima?" fece, imbronciandosi.
"È il mio compleanno, sii buono." ribatté Louis, schioccandogli un veloce bacio di scuse sulle labbra, prima di tornare a voltarsi in qualsiasi direzione come se fosse impazzito.
Harry arrossì, sbuffando leggermente. Iniziava a pentirsi della sua idea. "Non- non serve che lo cerchi" mormorò, "non è nascosto in casa."
Louis alzò un sopracciglio. "Che vuoi dire?"
Harry ostentò un sorriso, felice della sua espressione sorpresa. Non avrebbe mai potuto immaginare il regalo che gli aveva preparato; di solito Louis era capace di indovinare tutto, ma stavolta non ci sarebbe riuscito.
Senza rispondere, lo trascinò per mano fino alla camera da letto. Louis gli lanciò uno sguardo malizioso non appena lui lo fece sedere sul bordo del letto, iniziando a farsi una sua idea del proprio regalo, ma Harry non sembrava avere la stessa intenzione.
Spostò le sue mani che facevano già per spogliarlo; "sarebbe troppo cliché se fosse solo questo, non trovi?" sbuffò un sorriso, cominciando a svestirsi da solo.
"Giusto, anche lo spogliarello mi sembra perfetto" rise Louis, non resistendo all'impulso di stringergli i fianchi tra le dita, mentre lo osservava spogliarsi della felpa, del maglione, della canottiera. Lo attrasse a sé per posargli un bacio all'altezza della cassa toracica, e subito dopo aiutò i suoi movimenti nel togliersi i jeans.
Harry rimase con i boxer addosso, senza toglierli; sembrava esitare, incerto sul da farsi. Louis alzò un sopracciglio, giocando con l'elastico attorno ai suoi fianchi, tirandolo leggermente indietro e lasciandolo poi andare contro la pelle di Harry. Questi lo rimproverò con un mormorio di disaccordo, facendolo ridacchiare.
"Alza le braccia" bisbigliò, per aiutarlo a togliersi il maglione pesante. Louis sorrise; era forse la prima volta che si spogliavano a vicenda, lentamente. Sollevò le braccia, lasciando che Harry gli togliesse delicatamente i vestiti.
Si sfilò i jeans, prima di attrarlo a sé per un bacio passionale e invertire le posizioni. Lo stese sul materasso, intrecciando le dita ai suoi capelli per fargli alzare il viso e ottenere maggiore accesso alla sua bocca; Harry glielo concesse senza esitare, ma si irrigidì non appena sentì di nuovo le sue mani sulle cosce. Louis non se ne accorse, troppo preso dalla foga del momento, spogliandolo anche dei boxer e solo allora notando qualcosa.
Fissò per lunghissimi istanti quel tatuaggio sull'inguine del suo ragazzo, prima di sollevare gli occhi nei suoi.
"Buon compleanno, Lou" sussurrò Harry, arrossendo appena.
Louis abbassò di nuovo lo sguardo, senza sapere cosa dire. Accarezzò con i polpastrelli la L che Harry aveva tatuato lì, dove solo lui poteva vederla, in un regalo così intimo e speciale da farlo rabbrividire di felicità.
"Non ti piace?" domandò Harry, con tono di voce basso e deluso. Louis incatenò i loro occhi, lasciandosi finalmente andare e sorridendo, scuotendo lievemente la testa.
"Harry, questo è- è il regalo più bello che tu potessi farmi. È il regalo più bello che potessi ricevere."
Il più giovane non poté non sorridere. "Lo stesso vale per me" bisbigliò, guardandolo come se il regalo più bello fosse semplicemente averlo lì con sé.
Louis alzò un sopracciglio. "Ma non hai ancora visto cosa-"
"Sei un idiota." rise Harry contro le sue labbra, baciandolo subito dopo per zittirlo prima ancora che cominciasse a parlare.
Fecero l'amore tutta la notte, con l'iniziale di Louis cucita sulla pelle di Harry.
*****
Liam si portò le mani sulle orecchie, cercando di isolare il suono proveniente dagli auricolari e di ridurre il rumore del chiasso intorno a sé. "Cosa? Zayn, se non parli a voce più alta non-"
Zayn, dall'altra parte dello schermo, sospirò rassegnato. "Lee, è la quinta volta che te lo ripeto ma tu non senti, Safaa e Walihya qui già dormono."
"Eh?" replicò Liam. Zayn scosse la testa, sorridendo divertito.
Prese un foglio dalla scrivania, uno miracolosamente bianco in mezzo a tutti gli altri scarabocchiati. Liam l'aveva chiamato su Skype, pur essendo nel bel mezzo della festa di Natale a casa sua; Zayn aveva avuto modo di vedere le sue sorelle ubriache, il suo vecchio migliore amico, qualche zio dal sorriso bonario e tutta una serie di volti passati velocemente davanti allo schermo, diretti da una stanza a un'altra. E tuttavia, Liam ancora non si arrendeva a parlare un po' con lui.
'Safaa e Walihya dormono' scrisse sul foglio, non avendo altro modo di fargli capire. Liam lo guardò fisso per alcuni secondi, sorpreso dall'idea, prima di scoppiare a ridere.
"Non ho mai sentito di nessuno che dorme durante la notte di Natale" commentò. Zayn alzò solo gli occhi al cielo, scrivendo ancora: 'almeno io non avrò un terribile mal di testa".
Lo guardò di sbieco, poi aggiunse: 'comunque, non mi interessa. Domani ci vediamo, chiaro?'
Liam rise nuovamente, immaginando il suo tono di voce. "Chiarissimo", affermò divertito.
Zayn sorrise dolcemente, cambiando subito umore e passandosi una mano nei capelli per sistemare il ciuffo, sorridendogli soltanto. Disse qualcosa che Liam, naturalmente, non riuscì a capire; rise tra sé e sé, riprendendo il foglio di prima e girandolo dalla parte pulita, afferrando una matita di colore rosso dal borsellino enorme.
Scrisse qualcosa, poi voltò il foglio verso la telecamera e Liam si sentì scaldare l'anima.
Sul foglio c'era un grandissimo cuore rosso, con dentro la scritta "ti amo". Si portò davvero le mani sul petto, al pari di una dodicenne, tanto da far ridere Zayn; il quale vide dietro di lui sua madre che gli lanciava un'occhiata perplessa, e scoppiò a ridere.
"Anch'io, Zaynie" replicò il ragazzo, sfoggiando un sorriso enorme. Quella piccola cosa era bastata a riempirgli gli occhi di felicità.
Qualcuno lo chiamò per il conto alla rovescia; probabilmente il suono arrivò anche alle orecchie di Zayn, perché il ragazzo gli fece cenno di andare con un sorriso. Liam gli soffiò un bacio, interruppe la video chiamata e si diresse nel salotto, con il cuore leggero come una piuma.
*****
"Chi scopa a Capodanno scopa tutto l'anno!" trillò Nick, salendo all'improvviso a cavalcioni sul suo ragazzo, facendogli quasi perdere l'equilibrio nel vuoto. Niall era seduto su un muretto che affacciava sulla spiaggia sottostante, e se non fosse stato che era già abituato a rischiare costantemente la vita -con Nick c'era poco da rilassarsi-, probabilmente gli sarebbe venuto un infarto.
Invece si limitò ad alzare un sopracciglio con aria eloquente, e chiarire: "non è Capodanno."
"Però è Natale" protestò l'altro, sporgendo il labbro inferiore. "Ci siamo quasi."
Niall rise senza riuscire a trattenersi e lo spinse giù dalle sue gambe, facendolo stare di nuovo in piedi sul marciapiede. Avevano entrambi bevuto qualcosa, erano un po' alticci e rumorosi, parlavano e ridevano a voce alta senza nessun rispetto per le famiglie che camminavano tranquillamente per strada aspettando i fuochi d'artificio -più che altro, non avevano nessuna pietà per le orecchie innocenti dei bambini. Nick aveva anche urlato ad una bambina bionda che Babbo Natale non esisteva, facendola scoppiare a piangere e beccandosi uno scappellotto da parte di Niall.
"Sei uno scemo" sospirò il ragazzo, ancora seduto sul muretto, tentando di non sorridere. "Però mi piaci per questo."
Si sporse per baciarlo, ma Nick si allontanò di colpo -facendolo rischiare stavolta di cadere in avanti, finendo con la faccia per terra e il naso rotto.
"Perché hai-"
"Non c'è il vischio" lo anticipò il maggiore, con un sorrisetto dispettoso.
Niall roteò gli occhi, lo afferrò per il colletto del maglione e lo avvicinò a sé.
"In realtà non mi piaci affatto" sbuffò, prima di baciarlo.
Nick rise contro la sua bocca, mentre il primo fuoco d'artificio scoppiava nel cielo.
"Buon Natale anche a te, Raggio di Sole."
*****
Forse era impazzito, oppure no. Magari voleva soltanto fare un bel regalo al suo ragazzo, ecco.
Era l'alba; il suo orologio da polso segnava le sette e mezza del mattino, e okay, forse non era esattamente l'alba, ma era ancora in piedi dopo aver festeggiato tutto il giorno e tutta la notte precedente.
Non aveva bevuto molto, però evidentemente un po' ubriaco lo era comunque; non sapeva nemmeno quando avesse effettivamente deciso di adottarlo, né come -anzi, in realtà ricordava vagamente il canile dove sua zia lo aveva portato alle prime luci del giorno, ma era troppo stanco per pensarci-, però adesso sui sedili posteriori della sua auto c'era un cucciolo vivace e leggermente spaventato dall'ondeggiare della macchina.
Parcheggiò sotto casa di Zayn, incurante di tutte le finestre chiuse, prese in braccio il cucciolo facendogli una carezza sulla testa e cominciò a parlargli come avrebbe fatto ad un bambino, usando tantissimi vezzeggiativi e domande retoriche senza senso e adattando la voce ad un tono di voce più alto e dolce. Sperava seriamente che nessuno lo vedesse mai in momenti simili.
Suonò alla porta, suonò di nuovo, e ancora una volta. Al quarto tentativo Zayn arrivò ad aprire; aveva gli occhi socchiusi e uno sguardo assassino, i capelli che andavano in tutte le direzioni, il pigiama bianco che metteva in risalto la sua carnagione scura e un paio di calzini gialli ai piedi. Ecco, quelli avrebbe potuto risparmiarseli.
Zayn non fece in tempo ad abbassare gli occhi sul cucciolo -né ad imprecare, o a chiudere la porta in faccia a Liam- che quello saltò giù dalle braccia del ragazzo e iniziò ad annusarlo, abbaiando e facendogli le feste; Zayn trasalì, tentando di chiuderlo fuori e lanciando qualche urletto poco virile, Liam scoppiò a ridere mentre il cagnolino continuava ad abbaiare e tutto quel rumore, evidentemente, svegliò Safaa e Walihya che scesero al piano di sotto. Doniya non si prese nemmeno la briga di raggiungerle, si limitò a premersi il cuscino su un orecchio e restare in camera sua.
"È un cucciolo!" strillò Safaa, abbassandosi all'altezza del cagnolino, lasciandosi leccare le mani.
"Possiamo tenerlo, vero Zee? Vero che possiamo? È dolcissimo!" conciliò Walihya. Zayn rabbrividì quando il cane le leccò una guancia e la bocca, assumendo un'espressione schifata.
"È la dolcezza" commentarono le due, in coro. "È un mostro" replicò atono Zayn.
"Si chiama Ziam." replicò Liam, serissimo.
"No, Walsaf." protestò Walihya.
"Perché il tuo nome deve venire prima del mio? Safwal è meglio!" ribatté Safaa, offesa.
"Vada per Ziam" sbuffò Zayn, mettendo a tacere le due sorelle. "E non se ne parla più."
"Quindi lo teniamo!" urlò Safaa, abbracciando il fratello di slancio. "Grazie, Zee, grazie!"
Walihya e Safaa scomparvero in salotto, giocando con il nuovo arrivato. Zayn continuò a puntare gli occhi su Liam, ridotti a due fessure con un'espressione di odio, senza dire una parola.
"So che ti piace, Zaynie" si difese Liam, con un sorriso da ebete sulle labbra. "Ti sei solo svegliato troppo male per capirlo."
Zayn rispose con un grugnito. "Preparami la colazione" ribatté, "e magari ne potremo discutere."
Liam lo seguì a ruota dentro casa, quasi scodinzolando e facendogli le feste anche lui.
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Harry fu svegliato dai baci che Louis premeva sulla sua pelle; sulle spalle, nell'incavo tra le clavicole, sul petto, sullo stomaco, facendosi leggermente spazio tra le sue cosce per baciargli anche l'inguine, proprio sulla sua L tatuata.
Louis se ne accorse, gli sorrise con le labbra ancora contro l'inchiostro.
Harry sorrise a sua volta, gli occhi socchiusi dal sonno appena concluso e la neve fuori dalla finestra.
Questo era di sicuro uno dei suoi risvegli preferiti.
*****
"Va bene, forse non è un mostro."
Zayn sbuffò, sentendosi puntato addosso lo sguardo scettico di Liam; lasciò scoppiare tutto l'entusiasmo che nascondeva, iniziando a coccolare Ziam con una dolcezza nauseante. "Anzi, è fantastico! Dio, Lee, non so come possa esserti venuto in mente, ma gra-"
Liam lo interruppe con un bacio. "Mi sposerai per davvero, quando saremo adulti?"
Zayn rimase per qualche istante senza parole, poi sorrise. "Certo che ti sposerò, Leeyum."
Nessuno dei due parlò, anche Ziam tacque in attesa. Poi Zayn ridacchiò, interruppe il silenzio, e "dov'è l'anello?!" si finse alterato, facendo scoppiare a ridere anche Liam.
Sì, magari non avrebbero rispettato i patti, erano ancora troppo giovani per prendere davvero una decisione.
Ma, pensarci, era meraviglioso.
*****
Harry giocherellò con il ciondolo della collana che Louis gli aveva regalato; aveva la forma di un aeroplano di carta, fatto in argento e con qualche spruzzo di oro a renderlo luminoso. Louis gli aveva spiegato il perché di quel regalo; ma sarebbe per sempre rimasto un loro segreto.
"Lou" lo chiamò, seduto tra le sue gambe, mentre lui giocava alla Play Station. "Mh mh?" rispose il ragazzo, senza dargli troppa retta.
"Secondo me, in un altro universo" cominciò il più piccolo, rigirandosi tra le dita il ciondolo, "siamo due cantanti famosi e dobbiamo nascondere la nostra relazione."
Louis, arrivato primo alla gara automobilistica virtuale, mise il gioco in pausa e lo guardò perplesso, prima di ridere.
"Sicuramente!" lo assecondò, ironico.
"Sul serio, me lo sento!" sbottò Harry, indignato. "Ti dico di più: siamo in una band con Niall, Liam e Zayn e tu sei costretto a fingere di stare con Eleanor."
Louis sospirò, rassegnato. "E, fammi indovinare: magari tu hai finto di stare con Taylor?"
Harry sgranò gli occhi. "Esatto! Come fai a saperlo?"
Louis scoppiò a ridere, cingendogli la vita con le braccia e mordendogli leggermente la spalla, incontrando poi le sue labbra.
"A me importa solo del nostro, di universo" sorrise contro la sua bocca. "Quello in cui siamo liberi."
Harry ridacchiò, intenerito dai suoi baci. Poi si fece di nuovo serio.
"Comunque, Lou" sussurrò, come se fosse un segreto, "anche lì facciamo coming out."
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