Quarantaduesimo capitolo

Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!

*****

Anne era sul punto di avere una crisi isterica; non faceva altro che telefonare a tutti gli invitati al matrimonio, controllando che nessuno avesse avuto degli imprevisti. Ma, quando Louis entrò in salotto e la trovò pallida come un cencio, comprese che non era andato tutto come programmato.

"Qualcosa non va?" chiese, interdetto. Anne si fece aria con una mano, come sul punto di svenire.

"Due degli invitati non potranno venire" lo informò, ansiosa, "ma avevo già prenotato tutto anche per loro! Devo trovare altre due persone subito, ma chi sarebbe disposto a venire così, all'improvviso? Mancano solo tre giorni al matrimonio!"

Gemma, stesa pigramente sul divano, sbuffò annoiata. "Avanti, mamma, nessuno si accorgerà di due posti vuoti. E se avessi fatto le cose prima, piuttosto che all'ultimo minuto, il problema non si porrebbe nemmeno."

Anne la incenerì con lo sguardo, ma lo squillo del cellulare di Harry sul tavolo la distrasse. Louis lesse il nome sullo schermo, Liam, e senza pensarci rispose.

"Avete qualcosa da fare dopodomani, tu e Zayn?" gli chiese senza salutare, e immediatamente Anne e Gemma gli puntarono stupite gli occhi addosso. Louis annuì fra sé e sé un paio di volte, spiegò in breve a Liam la situazione, e terminò la telefonata con un sorriso soddisfatto stampato in faccia.

"Signore" scherzò, sicuro di sé, "problema risolto."

*****

Zayn aveva ascoltato la telefonata, e aveva sgranato gli occhi non appena Liam aveva confermato la loro presenza al matrimonio di Gemma; continuava a fissarlo come se volesse svegliarsi da un incubo, e Liam alzò un sopracciglio in sua direzione.

"Cosa c'è?" domandò, sinceramente confuso. Zayn sospirò, incrociando le braccia al petto.

"Lee, io e Harry avremo parlato sì e no cinque volte in tutta la vita, cosa c'entro io con il matrimonio di sua sorella?" gli fece notare, tentando di mantenere i nervi saldi.

"Sei il mio ragazzo" ribatté Liam tranquillamente, "ed è come se io facessi parte della famiglia di Harry da sempre, perciò...alla fine non è poi così assurdo."

"Ma non so nemmeno che faccia abbiano!" sbuffò Zayn, ansioso. Liam rise, senza scomporsi.

"Non è difficile, sono tutti uguali. Anne e Gemma sono le esatte copie al femminile di Harry, non puoi sbagliarti."

Liam continuò a vedere la preoccupazione negli occhi di Zayn. "C'è qualche altro problema, Zaynie?" gli chiese, aggrottando le sopracciglia mentre lo osservava mordicchiarsi il labbro inferiore.

"Non so come comportarmi" borbottò il ragazzo, "sono stato solo una volta ad un matrimonio cristiano, ed ero piccolo."

"Non fa nulla, stai tranquillo" gli sorrise lui, rassicurante. "In caso, ci sarò io come sempre a darti una mano, no?"

Zayn non parlò, ma sorrise leggermente. Si sporse verso Liam e, semplicemente, lo abbracciò stretto, cingendogli le braccia intorno al collo e riempiendosi le narici del suo profumo.

"Ti voglio bene, sai." disse, quasi casualmente, come se avesse già dimenticato tutto. Sembrava più un abbraccio tra amici che tra fidanzati, ma a Liam non dispiacque; anzi, lo strinse forte di rimando, sussurrandogli un "anch'io ti voglio bene, Zee" all'orecchio.

"Mi piace come ti comporti con me" aggiunse Zayn, posandogli un lievissimo e dolce bacio sul collo, su quella voglia così particolare. "Da amante, da amico, da fratello" elencò sottovoce, "a volte persino da padre."

Liam ridacchiò leggermente, scompigliandogli affettuosamente i capelli a mo' di conferma. "E a me piace prendermi cura di te, tesoro" replicò.

Zayn soffiò a sua volta una risata, dritta nell'orecchio di Liam, stringendo più forte le sue spalle come a voler fare combaciare perfettamente i loro corpi. "Secondo me, dire 'ti amo' è stupido, perché come fai a racchiudere tutto quello che provi in due sole parole?" rifletté, tra sé e sé. "Quindi non mi sembra abbastanza, è come se sminuisse tutto. Non te lo dico" sorrise, "perché tanto lo sai già."

Sciolse di poco l'abbraccio, giusto quanto bastava per posargli un bacio sulle labbra e accarezzargli la schiena con le mani. Si separarono con uno schiocco, guardandosi poi negli occhi senza parlare.

"Io invece te lo dico" riprese parola Liam, dopo qualche istante, "perché meriti che ti sia detto ogni minuto. Io ti amo, Zayn" disse, baciandolo di nuovo, "e non smetterò di pensarlo."

Zayn ricambiò tutti i suoi baci, gli lasciò il libero accesso alla propria bocca e intrecciò le dita ai suoi capelli. E poi, probabilmente rovinando il momento di intimità, scoppiò a ridere nel bacio.

"Cosa c'è?" chiese Liam, perplesso, timoroso di aver fatto qualcosa di stupido. Zayn si ricompose, sorrideva contento.

"Oh, nulla" continuò a ridacchiare, "è solo che..."

"È solo che?" lo incitò Liam. Zayn abbassò gli occhi, timido.

"Doniya ha detto che io e te sembriamo già sposati" affermò piano, arrossendo impercettibilmente. "E, magari sono io a prenderla troppo sul serio" mormorò, "però a me fa piacere pensarlo."

Liam fece per aprire bocca, ma Zayn lo anticipò; "sì, sì, lo so che siamo giovani e siamo stupidi e cambieremo idea e-"

"Nemmeno a me dispiace, come idea" lo interruppe Liam, posandogli una mano sulla bocca morbida per farlo stare zitto. "Anche se siamo giovani, stupidi e cambieremo idea."

Il ragazzo sentì le labbra dell'altro curvarsi in un sorriso contro il palmo della sua mano, quindi la spostò e sorrise a sua volta. Zayn avvolse di nuovo le sue spalle con le braccia, prendendo a baciarlo in modo languido e lento.

"Ci vengo, al matrimonio" bisbigliò tra un bacio e un altro, "ma solo se prometti che mi amerai per sempre."

"Promesso" rise piano Liam, senza la minima esitazione. "E prometto anche di sposarti e di dare vita con te ad una famiglia."

Zayn, il concetto di 'famiglia', l'aveva imparato solo grazie a lui; si sentì stranamente pizzicare gli occhi, come se stesse per cominciare a piangere senza motivo, e per distrarsi lo coinvolse in un bacio bagnato e passionale.

Non era sicuro di volerci credere -non avrebbe retto una simile delusione. "Per il momento, lasciamo stare le promesse" decise di tagliare corto, "ne riparliamo tra qualche anno."

Liam rise della sua espressione seria; "perfetto" affermò, "ma nessuno ci vieta di fare l'amore durante l'attesa, no?"

*****

Nick avrebbe potuto considerarlo uno dei suoi passatemi preferiti; per quanto suonasse strano pronunciarlo, adorava osservare Niall mangiare.

Niall aveva un modo tutto suo, particolare, di farlo; con dedizione, avrebbe detto scoppiando a ridere. Mentre masticava, ogni altra azione diventava impossibile da compiere, e quando si trovava davanti qualcosa di buono, far concentrare la sua attenzione su altro diventava un'impresa.

E a Nick, ovviamente, le sfide erano sempre piaciute.

Stava giusto fissando Niall mentre mangiava un dolce al cioccolato; si trovavano a casa del più giovane, vuota a quell'ora della mattina, poiché i suoi genitori erano andati al lavoro e suo fratello stava passando le vacanze in compagnia della sua ragazza. Niall non prestava molta attenzione a lui, mentre mangiava con difficoltà il dolce che Nick gli aveva portato per fargli una sorpresa.

Nel freddo gelido si era conservato abbastanza bene, ma al caldo della casa di Niall si stava velocemente squagliando; mangiarlo velocemente senza sporcarsi era praticamente impossibile. E Nick non avrebbe potuto esserne più felice.

Niall aveva il mento e le labbra sporche di cioccolato, come un bambino alle prese con il primo gelato; l'espressione era concentrata a capire quale zona mangiare prima che il dolce si sciogliesse del tutto, ed era completamente incurante di Nick e del suo sguardo divertito che gli aveva puntato addosso. Solo quando Nick gli ricordò della sua presenza, ridacchiando, Niall alzò gli occhi su di lui.

"Che c'è?" chiese, alzando un sopracciglio. "Ti sei sporcato tutto" gli fece notare Nick, prendendo un tovagliolo e sistemando il disastro, ignorando le sue proteste infantili.

Niall borbottò fra sé e sé, con ancora uno sbuffo di cioccolato sul labbro superiore. Stava per sbottare qualcosa, quando dallo sguardo di Nick comprese quello che stava per succedere.

"Oh, no no no no no, non lascerò che questo si squagli solo perché vuoi baciarmi, non-"

Troppo tardi; Nick lo stava già baciando, soffocando le parolacce che il ragazzo tentava di esclamare tra un bacio e un altro.

E anche Niall, alla fine, si scordò del dolce.

*****

Mentre Louis sistemava nell'armadio alcuni vestiti ancora conservati in valigia, Harry sfogliava pigramente alcuni suoi vecchi manga; per un certo periodo li aveva adorati, poi non aveva avuto più tempo -né voglia- di leggerli.

Anche perché, quando Gemma lo aveva sorpreso con uno yaoi in mano e un'espressione imbarazzatissima in viso, aveva capito che avrebbe dovuto rinunciare per sempre.

"Quindi verranno anche Liam e Zayn al matrimonio?" chiese per conferma, quando Louis glielo accennò. Il maggiore annuì, aprendo la tasca principale della valigia per controllare che non fosse rimasto niente al suo interno. "Già, penso che partiranno domani pomeriggio, in treno" lo informò, "hanno già pronti i vestiti e-"

Si interruppe, e Harry gli lanciò un'occhiata da sopra il manga per controllare che stesse bene; quando lo sentì fare un verso soddisfatto, corrugò incuriosito la fronte.

"Hai trovato qualcosa?" gli domandò. Il ragazzo si voltò verso di lui, mostrandogli un pacchetto di sigarette.

"Guarda cosa c'è qui" sorrise, compiaciuto, "non mi ricordavo proprio di averle portate, saranno qui da mesi."

"Nascondile!" scosse la testa Harry. "I miei odiano il fumo, se pensano che tu sia un-"

"I tuoi odiano troppe cose, Haz" roteò gli occhi Louis, sistemandosi il pacchetto nella tasca sul retro dei jeans, e prendendolo per mano. "Andiamo a fare una passeggiata" propose, "voglio fartele provare."

Gemma intuì subito che stava per succedere qualcosa di strano; le bastò vedere suo fratello serrare leggermente le labbra, aprendo di più gli occhi con aria cauta e insicura. Arrotolò il giornale che teneva ancora in mano, prese la mira e colpì Louis in mezzo alla schiena.

Il ragazzo sbottò un'imprecazione che fece arrossire Harry, poi si voltò e incontrò il sorrisetto soddisfatto di Gemma. "Giocavo a basket" si vantò lei, fiera di sé, "ero talmente brava che mi hanno messo nella squadra maschile."

Louis roteò gli occhi. "A cosa devo l'onore?" chiese, ironico.

"Conosco quell'espressione, Lewis" lo prese in giro la ragazza, "cosa avete in mente, tu e Harold?"

Harry sgranò gli occhi e provò a balbettare una scusa; "n-noi stiamo, stiamo solo andando a fare una passeggiata, non-"

Gemma sospirò, e agitò rassegnata una mano per far loro cenno di andarsene. "Sei patetico come sempre, Harry" sbuffò, "non c'è nemmeno gusto."

Louis ridacchiò e s'incamminò già verso la porta, voltando le spalle a Gemma; lo sguardo della ragazza cadde casualmente sulla tasca piena dei jeans di Louis, e capì subito quale fosse la sua intenzione.

"Papà torna dal lavoro fra poco" commentò, fingendo indifferenza, "se vi scopre siete fottuti."

Louis si voltò di nuovo. "Come, scusa?" replicò, irritato dalle continue interruzioni.

"Non fare quella faccia, Tomlinson" riprese lei, "lo dico per voi; qui vicino c'è un parcogiochi mezzo distrutto, non c'è nessuno, andate lì."

Harry tirò Louis da un braccio, imbarazzato, cercando di uscire velocemente di casa. "Gem, guarda che non dobbiamo fare cosacce" protestò.

Stavolta, un altro giornale gli arrivò in pieno viso, colpendogli con forza il naso. Gemma sembrava molto più disperata che divertita, mentre il fratello si massaggiava il ponte del naso e cercava di capire il perché di quell'azione.

"Gem! Che ho fatto?" piagnucolò. Gemma nemmeno rispose, chiuse la porta del salotto a chiave borbottando tra sé e sé.

Louis scoppiò a ridere, e pizzicò il fianco di Harry per farlo sorridere; "non farci caso" gli disse, fra le sue risate, "andiamo, dai."

*****

Doniya, al telefono, sembrava incerta; "non sono sicura che sia una buona idea" commentò, in viva voce, "nemmeno li conosci, Zee."

"Lo so!" le diede ragione il fratello, alzando la voce per farsi sentire, mentre Liam seduto accanto a lui alzava gli occhi al cielo.

"Non potevo voltare le spalle così al mio migliore amico" si difese il ragazzo, "dovevo per forza dare una mano. E, visto che è stato Louis a chiedercelo" fece notare a Zayn, lanciandogli un'occhiata eloquente, "che è il tuo, di migliore amico, anche tu dovresti essere d'accordo."

"Zayn, se vuoi andare, vacci. Ho controllato, qui hai tutto pronto e spero che ti vada ancora tutto" aggiunse Doniya, stufa di continuare a discutere.

Liam annuì. "Io sono stato ad un matrimonio pochi mesi fa, per me va più che bene" continuò, "ma tu, Zayn? Cosa decidi?"

Il ragazzo sbuffò e si passò una mano tra i capelli nerissimi. "Lo sai che dove ci sei tu, ci sono anche io" borbottò, senza accorgersi della frase romantica. Doniya scoppiò a ridere, mentre Liam sorrise intenerito.

"Lee, questa dovresti scrivertela da qualche parte" scherzò, "è davvero dolce!"

"Mi stavo lamentando, non volevo essere romantico!" sbottò Zayn, ma a quel punto Liam lo stava già baciando e Doniya non poteva saperlo.

*****

Harry osservò la fiamma dell'accendino danzare nell'aria, prima che Louis l'avvicinasse alla sigaretta, accendendola; seguì i movimenti del suo ragazzo, fissando la sua bocca che si chiudeva intorno alla sigaretta e faceva un tiro. Poi Louis l'allontanò dalle labbra, soffiandogli il fumo sul viso.

"Sembra piacerti, Haz" rise lievemente, divertito dalla sua aria sorpresa e attenta. "Vuoi provare?"

Harry scosse la testa, fedele al proprio principio. "Quella roba fa male" obiettò, "non dovresti fumare."

"Una volta ogni tanto fa bene, invece, per distendere i nervi" replicò Louis. "O per provare qualcosa di nuovo" aggiunse, con un sorrisetto.

Harry continuava a fissarlo mentre aspirava e poi soffiava fuori, intrigato da quei movimenti quasi sensuali. "Vieni qui" lo incitò Louis, sporgendosi verso di lui, "avvicinati un po'."

Il ragazzo provò a resistere, senza riuscirci; si sporse a sua volta, avvicinando il suo viso a quello di Louis.

Stavolta Louis lo guardò negli occhi, sorrise sghembo e gli soffiò poi il fumo direttamente sulle labbra. A Harry venne instantaneamente da tossire, ma Louis coprì la sua bocca con un bacio, impedendoglielo; in un attimo gli stava soffiando il fumo proprio nella gola, che Harry sentiva bruciare.

Si scostò dalla sua bocca, osservando i suoi occhi appena più lucidi per il fastidio. Prese un'altra boccata, poi posò la sigaretta tra le labbra dischiuse di Harry e il ragazzo, docile, fece lo stesso.

Non sembrava veramente convinto, solo curioso; Louis osservò il fumo danzare davanti al suo viso, e non resistette oltre ad attuare l'idea che gli girava in testa dal momento in cui aveva ritrovato il pacchetto.

Prese un respiro di fumo, ma invece di lasciarlo andare lo trattenne nella bocca; Harry lo imitò, strizzando le palpebre per il bruciore. Stava quasi per soffiarlo via, ma Louis fu più veloce e lo baciò di nuovo, dischiudendo le labbra e sentendo Harry fare lo stesso, come uno specchio delle sue azioni.

Sentiva che il ragazzo stava già per scostarsi, così fece scivolare una mano tra i ricci dietro la sua nuca e premette delicatamente il suo viso contro il proprio, per non permettergli di allontanarsi. Aspettò che ingoiasse il fumo, e quando fu certo che lo avesse fatto cercò la sua lingua per farla incontrare con la propria.

Con una leggera, leggerissima spinta, lo fece stendere sul ponte da gioco accanto al quale si trovavano; si trovavano nel parcogiochi consigliato loro da Gemma e, davvero, Louis le era immensamente grato. Harry protestò debolmente, sentendosi improvvisamente costretto a terra dal suo peso, ma Louis non se ne curò e continuò a baciarlo fra una boccata di fumo e un'altra.

Le sue pupille si erano dilatate, un po' per il fumo e un po' per la sensualità delle azioni che Louis ripeteva. Fu lui, in pochi minuti, a cercare per primo la sigaretta che il suo ragazzo reggeva tra le dita, e a baciarlo per ottenere il contatto tra le loro lingue; Louis sapeva, fin troppo bene, che sapeva imparare in fretta.

E quanto, quanto poteva essere bello vederlo privarsi ogni volta un po' di più di tutte le sue inibizioni?

Continuarono a baciarsi per minuti interi, per tanto di quel tempo che nessuno dei due avrebbe potuto definire con precisione quanto. Ormai le guance di Harry si erano arrossate, le sue labbra erano gonfie e umide di baci, e Louis stava già lottando con il proprio istinto di prenderlo lì, e subito.

"Louis?" chiamò Harry, la voce ridotta a un sussurro. "Perché ti sei fermato? Mi piaceva..."

E Louis non poté fare altro che ridere della sua falsa innocenza e sorridergli complice, soffiando ancora fumo sulle sue labbra.

*****

Nick scorreva i messaggi presenti sul cellulare di Niall, visibilmente irritato; il suo ragazzo era andato in bagno pochi istanti prima, e quando tornò in camera gli chiese il perché di quell'espressione.

"Hai anche il coraggio di chiedermelo?" borbottò Nick, offeso. "Mi hai salvato come 'Maniaco', nella tua rubrica!"

"Perché lo sei" sbottò Niall in risposta. "E il fatto che tu mi stia controllando i messaggi ne è una prova. Ridammi il telefono!"

"No! Non prima di aver cambiato questo oltraggio" replicò, affrettandosi a rimediare.

Niall glielo prese di mano un attimo dopo, ma Nick aveva già cambiato il proprio nome: Amore della mia vita.

Niall alzò soltanto un sopracciglio e tornò a nominarlo come prima.

"Ma dai, non puoi fare così!" si lamentò Nick, capriccioso. "Avanti, non possiamo raggiungere almeno un compromesso?"

"Sentiamo" sbuffò Niall, sedendosi anche lui sul letto.

"Allora..." Nick divenne serio tutt'a un tratto, "che ne dici di 'Bellissimo'?"

Niall non gli rispose nemmeno, la sua espressione parlava da sé. "E 'amore' con un cuoricino, almeno? Dai, è anche molto vago. Cosa ne pensi di-"

Niall non lo ascoltò; digitò solo qualcosa, mostrandogli poi il display. "Così va bene?" domandò, fingendosi scocciato.

Un semplice Grimmy ♥ che, però, andò a genio a Nick; il ragazzo sorrise e, cogliendolo alla sprovvista mentre si alzava per prendere qualcosa sulla scrivania, gli passò le braccia dietro le ginocchia e gli fece perdere l'equilibro. Il ragazzo gli finì addosso, e il più grande si ritrovò con la schiena contro il materasso.

"E poi dici che non sei un maniaco!" esclamò Niall, tentando di liberarsi dalle sue braccia intente ad avvolgergli la schiena. Nick stava lì a fissarlo, immobile, senza dover neppure sforzarsi di trattenerlo lì; gli sorrideva, aspettando che smettesse di agitarsi come se lo stessero uccidendo.

"Sei antipatico" bofonchiò Niall, quando si fu stancato di strillare come una ragazza. Posò, vinto, la testa sul suo petto, e i suoi capelli biondi solleticarono il mento di Nick.

"Ti piaccio per questo, raggio di sole" rispose divertito, con finta indifferenza. Niall sollevò il viso, guardandolo sorpreso negli occhi.

"È così che tu mi hai memorizzato?" chiese, stupito. Nick rise.

"Cosa c'è, ti aspettavi di peggio?" domandò, alzando un sopracciglio. Il più giovane si rabbuiò.

"A dire la verità, sì" confermò. L'altro sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

"Ma tu sei proprio un raggio di sole, Nialler" tornò a sorridere, "non esiste nome più adatto."

Anche Niall sorrise, intenerito. "Ah, no?" ripeté, scherzando.

"No, assolutamente no" confermò Nick, baciandolo. "Finché ci sei tu" continuò, tra un bacio e un altro, "qui splende il sole."

*****

Gemma sospirò e accese la luce, fissando seccata il fratello che continuava a rigirarsi tra le coperte e a piagnucolare tra sé e sé; Harry le dava le spalle, ma la ragazza si sporse per lanciargli un peluche preso dal comodino sul viso.

Harry aprì gli occhi e glielo tirò indietro. "La smetti di lanciare oggetti?" sbottò.

"E tu finiscila di essere acido e di disperarti" ribatté lei. "Possibile che tu non abbia un briciolo di iniziativa? Vai da lui!"

Harry sgranò gli occhi. "Intendi da..."

"Intendo da Louis, chi altri?" lo interruppe la sorella. "Avanti, alzati! Vi copro io, vi verrò a svegliare domattina prima che mamma e papà si sveglino. Però muoviti! Non lo sai che il sonno è importante, per le future spose? Mi stai facendo salire il nervoso!"

"Tu sei sempre nervosa, Gem" borbottò il ragazzo, alzandosi dal letto e fermandosi poi ad un passo dalla porta. "Quindi..." mormorò, incerto, "vado da lui?"

"Harry, per l'amor di Dio, se non sei fuori da questa stanza in cinque secondi, io-"

"Okay, okay, non c'è bisogno di fare così" sbottò lui, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle. Avanzò nel buio, sperando che tutti stessero dormendo, mordicchiandosi il labbro inferiore per il timore di essere scoperto.

Aprì silenziosamente la porta della sua vecchia stanza, e camminò in punta di piedi fino al letto, dove Louis sembrava star dormendo. Si sedette con le ginocchia sul materasso, accanto al suo ragazzo, scuotendolo leggermente per una spalla.

"Lou, uhm...amore?" sussurrò. "Sei sveglio? Posso dormire con te?"

Non c'era verso di svegliarlo, così Harry alzò un lembo della coperta e si intrufolò accanto a lui nel letto. Solo allora, Louis sollevò pigramente le palpebre.

"Haz" sbadigliò, "che ci fai qui?"

Parve rendersi conto soltanto in quel momento dell'infrazione alla regola; sorrise, contentissimo, e lo avvolse tra le sue braccia stringendoselo forte contro.

"Così mi soffochi, però" protestò Harry, sorridendo segretamente. Gli era mancato essere abbracciato di notte, sentirsi protetto dall'odore e dal calore di Louis.

"Sono felice che tu sia qui..." spiegò il ragazzo, già tornato nel dormiveglia, con gli occhi chiusi ma un sorriso sulle labbra. Harry si sollevò solo un istante; "aspetta" disse sottovoce, levandosi la felpa di Louis che indossava sopra al pigiama, "questa non serve più."

Sentì Louis ridere contro la sua pelle, si nascose nell'incavo del suo collo e si sentì, finalmente, felice.

*****

Due giorni dopo, Harry sembrava a Louis più bello che mai; indossava un completo simile al suo, ma gli stava talmente bene da apparire totalmente diverso. Non poteva saperlo, ma Harry pensava lo stesso di lui.

"Sembra quasi che siamo noi, a starci sposando" gli ridacchiò dritto nell'orecchio, abbracciandolo con dolcezza, sentendo i suoi ricci solleticargli il viso. Harry rise timidamente a sua volta, posando la fronte contro il suo collo e inspirando a fondo il suo profumo.

Due mattine prima erano stati quasi scoperti; per fortuna, ci aveva pensato Gemma a distrarre Anne che camminava nel corridoio, e Harry era riuscito a fuggire in tempo.

"Dai, andiamo a vedere la sposa" il più giovane sciolse l'abbraccio, completamente arrossito, e Louis gli mordicchiò intenerito una guancia. "Smettila" rise Harry, spingendolo leggermente indietro, sempre più felice e in imbarazzo.

Fu l'arrivo di Zayn e Liam a distrarli; Liam tossicchiò per attirare la loro attenzione, e Harry fu talmente felice di vederlo che si scostò immediatamente da Louis per gettare le braccia al collo del migliore amico.

Sia Louis che Zayn gli lanciarono un'occhiata assassina, ma quando incontrarono l'uno lo sguardo minaccioso dell'altro scoppiarono a ridere.

"Ciao, Zayn" sorrise Louis, battendo il proprio pugno contro il suo. "Stai bene, sembra" osservò, notando che non c'era nemmeno un livido sulla sua pelle. Zayn annuì contento, sorridendo con la lingua in mezzo ai denti, ma si riscosse quando si rese conto che Liam e Harry erano ancora abbracciati; picchiettò l'indice sulla schiena di Liam, e "Lee" sbottò, "ti stai dimenticando di me."

"E tu torna qui, Haz" aggiunse Louis, indignato. Entrambi i due risero, sciogliendo l'abbraccio.

"Mi dispiace che Louis vi abbia avvisato così tardi" prese parola il più giovane, mordicchiandosi il labbro inferiore, "ma c'era in gioco la sanità mentale di mia madre."

Liam strinse le spalle. "A dire la verità ne ero sicuro" rise, "conosco Anne quasi meglio di quanto la conosci tu! Mi aspettavo che succedesse qualcosa di questo tipo."

"Ed io ero certo che il mio migliore amico non avrebbe tardato" sogghignò Louis, portando un braccio attorno alle spalle di Zayn. "Oh, io sono stato il primo a dire di venire" mentì Zayn, ma Liam alzò gli occhi al cielo e lasciò correre.

Chiacchierarono fino a quando la cerimonia iniziò; Louis rischiò di addormentarsi, Zayn messaggiò di nascosto, Liam finse di ascoltare attento per non fare brutta figura nel filmino e, ovviamente, Harry si commosse.

Diede una gomitata a Louis affinché si riprendesse dal dormiveglia poco prima che gli sposi uscissero dalla chiesa; e il resto della giornata passò in fretta.

*****

Harry si lasciò cadere a peso morto sul letto, sfinito; "non posso credere che ci lascino dormire insieme" espirò, lasciando andare in un sospiro tutta la stanchezza. Il matrimonio si era celebrato molto lontano dalla città, e si era deciso di restare a dormire in albergo.

"Sono più sorpreso di te, Hazza" rise Louis, togliendosi le scarpe, "però meglio così, no?"

Harry sollevò le palpebre, che aveva tenuto abbassate fino a pochi secondi prima, riconoscendo quel tono di voce; fu sicuro della sua impressione quando incontrò i suoi occhi, che lo scrutavano già in un modo che ben conosceva.

"Muoio dalla voglia di fare l'amore con te. Da quant'è che non lo facciamo? Sarà almeno una settimana, forse di più. Ed io non riesco a resistere un giorno, senza di te" fece Louis, avvicinandosi già al letto.

Harry lo spinse leggermente indietro. "Fammi fare una doccia, prima" borbottò, "odoro ancora della torta che mia cugina piccola mi ha spalmato in faccia."

"Voleva solo toccarti le fossette" rise l'altro, "e non mi interessa."

Non lo lasciò replicare, perché cominciò a baciarlo appassionatamente; percepiva Harry essere ancora cauto, attento, all'erta. Si scostò dai loro baci dopo aver lottato per fargli dischiudere le labbra strette, quasi a malincuore dopo tanta fatica, guardandolo negli occhi con un sopracciglio alzato.

"Harry" lo chiamò, irritato, "non dirmi che non ti va."

"Sì che mi va" sbottò Harry, sincero, "ma..."

Louis intuì dal rossore sulle sue guance quale fosse il problema; scoppiò a ridere. "Non ci sono i tuoi, qui" gli ricordò, "possiamo fare quello che ci pare."

"È strano" replicò Harry tra un bacio e un altro, "però-"

"Però ti piace" concluse Louis al posto suo, e non gli fece aggiungere altro perché insinuò la lingua tra le sue labbra e riprese da dove aveva interrotto.

Anche Harry, a quel gesto, si lasciò andare. Attraversò a palmi aperti tutta la schiena di Louis, salendo fino al collo e intrecciando le dita ai suoi capelli, ancora in ordine per la lacca che gli aveva spruzzato sopra; gli lasciò qualche morsetto sul labbro inferiore, piegando poi leggermente la testa per lasciargli spazio d'azione sul suo collo. Louis sembrò non essersi dimenticato della telefonata, perché prese a baciargli ogni centimetro del collo con nuova dedizione, con accurata attenzione; lo faceva tremare, tornando sui suoi punti deboli e sbottonandogli nel frattempo la camicia, infilando le mani sotto al tessuto per accarezzargli i capezzoli e i muscoli appena accennati.

Harry lo spogliò con urgenza della cravatta e della giacca, sbottonandogli la camicia a sua volta e lottando contro il tremore delle proprie mani mentre toglieva i bottoni dalle asole. Le loro labbra non si allontanarono nemmeno un istante, continuando a muoversi le une sulle altre come se fossero nati solo per quello; baciarsi, accarezzarsi, amarsi. Finalmente furono nudi entrambi, e Louis si sistemò tra le cosce di Harry senza attendere ancora.

"Sarai strettissimo" sorrise il ragazzo, osservando le guance rosse e accaldate del minore, la sua solita espressione di attesa e eccitazione insieme. "Per cui, oggi ho un trattamento speciale per te."

Harry lo guardò confuso, ma Louis non gli fornì ulteriori spiegazioni; lo fece spostare a suo piacimento, fino a voltarlo di schiena e seguire con un polpastrello tutto il tracciato della sua spina dorsale.

"Pronto?" gli domandò, sorridendo di sbieco, pregustando già la sua reazione. "Non so ancora cosa vuoi farmi" protestò il ragazzo, ma in un attimo qualsiasi altra obiezione gli morì in gola.

Louis non lo stava semplicemente preparando con le dita, come sempre; stavolta aveva avvicinato la bocca alla sua entrata, prendendo ad accarezzarla con la lingua.

Ad Harry si mozzò il respiro, e quando Louis cominciò a prepararlo con più decisione lo perse definitivamente, limitandosi ad affannare. Strinse le lenzuola nei pugni mentre Louis suggeva il suo anello di muscoli, facendolo tremare dal piacere, ascoltando i suoi ansiti leggeri e scomposti; solo più tardi Louis fece scivolare le falangi nella sua apertura ormai umida e pronta all'intrusione.

Non ebbe bisogno di chiedergli se gli fosse piaciuto o se gli stesse piacendo, i suoi occhi sgranati e liquidi quando lo fece voltare nuovamente verso di sé bastarono come risposta; affannava ancora, come sconvolto, rosso in viso.

Louis decise che andava bene così, e iniziò a farsi delicatamente spazio dentro di lui. Harry attirò il suo volto vicino al proprio, baciandogli prima gli angoli della bocca e poi le labbra, schiudendo le proprie per primo e respirando affannosamente contro le sue. Louis sapeva dove colpirlo, con stoccate lente e languide all'interno del suo corpo; soltanto dopo qualche minuto aumentò il ritmo, affondando con più velocità e meno attenzione, ma Harry sembrò non accorgersi nemmeno di quel cambiamento; era già così stravolto dal piacere che anche restare lucido gli era difficile. E sicuramente lo era anche per Louis, che lo guardava con gli occhi colmi di lussuria e ansimava appena tra un bacio e un altro.

Ed entrambi decisero che sì, i matrimoni non sempre erano noiosi.

*****

Nick faceva fatica a tenere gli occhi aperti; Niall dormiva accanto a lui, e nel sonno si era inconsapevolmente avvicinato a lui tanto da stringere un suo braccio e raggomitolarsi contro quel lato del suo corpo. Nick spense la televisione dopo la ricerca estenuante del telecomando sotto la coperta che si erano stesi addosso, poi prese il proprio cellulare dal comodino e vide che era ormai passata la mezzanotte.

A quanto aveva capito Niall viveva con suo fratello Greg, mentre i suoi genitori erano tornati in Irlanda. Sotto quel punto di vista, quindi, non c'erano problemi; ma non voleva comunque destare sospetti infondati, per cui sciolse la morsa letale delle braccia di Niall attorno al suo braccio e si alzò dal letto.

Niall sbottò qualcosa, lamentandosi probabilmente per il calore perso. Nick roteò gli occhi, divertito, e si affrettò a coprirlo meglio. Vederlo così, addormentato come un bambino stanco, gli fece tenerezza; si abbassò a posargli un bacio a fior di labbra, fece per andarsene ma lo sguardo gli cadde casualmente sul cellulare del ragazzo sulla scrivania.

Inizialmente le sue intenzioni erano buone, voleva solo spegnerlo perché la batteria non si scaricasse durante la notte; inizialmente, appunto. Cambiò idea e tornò a scorrere la rubrica, come pochi giorni prima.

Ecco, l'aveva salvato di nuovo come prima, ma con l'aggiunta originale di "stalker alcolista". Solo perché partecipando ad una festa aveva alzato un po' il gomito! Che ingiustizia.

Sì rinominò Bellissimo meraviglioso divino Grimmy con tanto di cuoricino, e finalmente soddisfatto spense il cellulare e uscì silenziosamente da casa Horan.

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