16- Stai meglio?
«Cosa ti è successo Kat?» Lowe mi corse incontro non appena uscii dal portone del palazzo.
«Sono caduta...» tecnicamente non era proprio una bugia. Ero davvero caduta... Dopo che Josh mi aveva schiaffeggiata per la terza volta perché gli avevo confessato i miei sentimenti per Hunter. Ma tutto questo Lowe non lo doveva sapere, no?
«Ti aspetti davvero che io ci creda?» rispose lui con aria di sufficienza, aiutandomi ad entrare in auto.
Non risposi e lasciai correre. Non avevo voglia di discutere la cosa adesso, sentivo dolore ovunque e tutto quello che volevo era andare all'ospedale e farmi medicare le ferite.
Lui non sembrò troppo scocciato dal mio comportamento, guidò in silenzio, lanciandomi di tanto in tanto qualche occhiata, per essere sicuro che stessi bene, e poi tornava a concentrarsi sulla strada.
Era incredibile quanto fosse cambiata in peggio la mia vita nelle ultime 24 ore... Dicevano che una volta toccato il fondo non si poteva che risalire, e speravo che fosse davvero così, perché altrimenti mi sarei trovata nella merda più profonda.
Lowe parcheggiò davanti all'ospedale e spense il motore. Io aprii la porta per uscire, ma lui mi bloccò posandomi una mano sulla spalla, praticamente l'unica parte del corpo rimasta senza un taglio o un livido.
«Kat, aspetta...» fece un cenno verso le mie mani e poi spostò lo sguardo sul labbro sanguinante «Ti chiederanno cosa hai fatto, lo sai vero?»
Effettivamente non avevo pensato a questa possibilità. Richiusi la porta e lo guardai «Cosa faccio allora?» all'ospedale ci dovevo andare per forza.
«Raccontagli la storia che hai rifilato a me...» alzò le spalle leggermente «Cerca solo di essere più convincente.»
Annuii «Cosa potrebbero farmi in caso dovessero accorgersi che sto mentendo?»
«La prima cosa che penseranno sarà violenza domestica...» rispose lui «Non ho idea di come funzioni... Ma potrebbero mandare dei controlli.»
Mi immaginai gli assistenti parlare con mio fratello, chiedergli se mi aveva mai fatto del male. Se aveva mai fatto del male a qualcuno in generale... "Non potrei mai farle del male! È mia sorella, cazzo!" Potrebbero benissimo essere quelle le sue parole, sorrisi amaramente al solo pensiero.
Tirai fuori dalla borsa il rossetto e cercai di coprirmi in qualche modo la ferita al labbro, presi un lungo respiro e poi riaprii la porta della macchina. Lowe scese con me e mi aiutò ad andare dentro, ci sedemmo su una sedia e lui mi compilò il modulo per l'assicurazione.
Dopo quella che mi parve un'eternità fui chiamata e mi dissero di seguire un medico dietro una tenda. Mi fece sedere su una specie di barella e mi esaminò le mani per qualche secondo, poi prese delle pinzette e iniziò ad estrarre pezzetti di vetro.
«Come è successo...» spostò veloce lo sguardo verso un foglio appoggiato accanto a me «Katharine?»
«Ehm...» era il momento, cerca di essere convincente, cerca di essere convincente, cerca di essere convincente «In realtà è alquanto imbarazzante ammetterlo...» feci finta di nascondermi il viso dietro la mano che non mi stava medicando «Io e mio fratello ci stavamo rincorrendo per casa...» iniziai «E io non facevo attenzione, mi sono inciampata nel tappeto e sono caduta su un tavolino di vetro, mandandolo in mille pezzi...»
«Il ragazzo che è con te è tuo fratello?» chiese sospettoso il medico
Spostai lo sguardo su Lowe «Oh no, lui è solo un amico che mi ha portato qua... Mio fratello ha dieci anni. Mi ha portato Lowe all'ospedale perché i miei non erano a casa in quel momento...» sospirai «E data la situazione non mi sembrava il caso aspettare che tornassero.»
Il medico annuì, sembrando alquanto convinto della mia versione dei fatti. Mi medicò le ferite rimanenti senza fare altre domande, e sembrò persino che il rossetto che avevo applicato in precedenza facesse la sua parte, visto che non chiese nulla del labbro.
Uscii dall'ospedale circa cinque ore dopo il mio arrivo, avevo dovuto aspettare per un po' per farmi togliere i piccoli pezzetti di vetro che mi si erano conficcati nel palmo perché il medico che aveva iniziato a disinfettarmi aveva avuto un'emergenza ed era dovuto correre via.
«Ti senti meglio?» mi chiese Lowe salendo in macchina.
«Dovrei?» risposi senza pensare, pentendomene all'istante quando notai l'espressione confusa di lui «Intendo sì, fisicamente sto decisamente meglio...» e portai lo sguardo sulla mie mani bendate.
«Lo sai che con me puoi parlare vero?» lo disse dolcemente e sorridendomi. Alla vista di quel suo sorriso così sincero e leale mi vennero le lacrime agli occhi, così mi sporsi in avanti e lo abbracciai, affondando la testa nel suo petto.
«Ho perso il controllo della mia vita Lowe... Completamente. Non so chi sia il nemico e non so chi sia l'amico!»
Lo sentii sospirare «Io sono tuo amico, lo sai vero Kat?» mi accarezzò la testa per qualche minuto, lasciandomi il tempo di sfogarmi.
Sentii una musichetta che ricordava tanto la canzone "Baby" di Justin Bieber provenire dalla tasca della giacca di Lowe. Mi staccai da lui e gli lasciai prendere il cellulare.
«Lowe? Seriamente?! Hai Justin Bieber come suoneria del telefono?» mi misi a ridere
«Non chiedere!» mi rispose lui alzando gli occhi al cielo e scorrendo il dito sullo schermo.
«Pronto?» non appena udì la voce dall'altro capo del telefono si fece più serio e più concentrato «Sì. Certo... Va bene... No, arriviamo.» e poi chiuse la telefonata.
«Chi era?» chiesi curiosa
«Tuo fratello. Vuole che ti porti al nuovo covo.» rispose senza esitazione e mettendo in moto.
«Adesso vuole vedermi?!» ero più arrabbiata che altro, adesso dava anche ordini a Lowe?
«Così mi ha detto...» rispose lui concentrato sulla strada «È preoccupato per te.»
«Sì, certo... Dove si trova il nuovo covo?»
«Adesso vedrai... Alex ha dovuto spostarlo dopo la sparatoria di ieri. Penso che sia alquanto improvvisato, ma per adesso dovrebbe andar bene.»
Annuii, ovviamente non potevano più tenere quello vecchio dopo ciò che era successo ieri. I Riots ormai sapevano dove trovarlo, non era più un buon rifugio.
Ci infilammo in vie che non avevo mai visto prima, decisamente lontane dal nostro territorio «Alex ha voluto giocare sul sicuro questa volta eh?» dissi ridendo
«Come?»
«Piuttosto di rischiare di essere scoperti un'altra volta, Alex ha deciso di farlo fuori dal nostro territorio il covo.» ripetei
«Oh sì, non so bene il perché ma sicuramente voleva evitare nuove sorprese.»
Lowe fermò la macchina dietro un edificio di mattoni «Si trova nel cortile interno, puoi iniziare ad andare io prendo solo delle cose che devo consegnare ad Alex.»
«Posso aiutarti se vuoi!»
Lui mi guardò alzando un sopracciglio «Certo, con quelle mani?» si mise a ridere «Tranquilla Kat, riesco da solo.»
Iniziai a camminare nella direzione che mi aveva detto il ragazzo. Non so come avrei fatto senza di lui oggi, Sapevo che avrei dovuto parlare con Annie prima o poi di quello che era successo, e lo stesso avrei dovuto fare con mio fratello. Ma quello non era il giorno giusto, avrei lasciato correre un po' di tempo...
Per quanto riguarda Hunter invece, avrei fatto meglio a dimenticarmene. Il suo era tutto un gioco, lo era stato fin dall'inizio e io me n'ero accorta decisamente troppo tardi. L'avrei superata prima o poi la cosa, su quello non c'erano dubbi.
Non doveva essere così difficile alla fine, era l'ultimo anno di liceo, sarei partita per non tornare mai più in questo inferno.
Strano no? Come la percezione di un posto cambi a seconda di quello che ti accade in quel luogo: all'inizio non vedevo l'ora di tornare a NYC, volevo rivedere la mia famiglia, Annie e persino Alex. Adesso invece mi chiedevo perché i miei non mi avevano lasciato in Inghilterra... Non avrei mai incontrato Hunter e tutta la mia vita sarebbe stata perfetta come lo era sempre stata.
E invece no.
Avvertii la tasca vibrarmi impercettibilmente, tirai fuori il cellulare e sbloccai lo schermo: Josh mi aveva appena mandato un messaggio.
Dove sei? Ti aspetto a casa. Mi dispiace per come ho reagito prima. Dobbiamo parlare.
Ok. Questo era strano.
Non aveva appena telefonato a Lowe dicendogli di andare nel covo? Come mai adesso mi aspettava a casa?
Entrai nel panico. Cosa sarebbe successo se i Riots fossero riusciti ad entrare in casa mia e a rapire mio fratello? Magari era proprio andata così! E ovviamente loro non potevano sapere della telefonata che aveva fatto lui in precedenza a Lowe.
Dovevamo tornare indietro! Dovevamo aiutarlo.
Mi voltai e tornai quasi correndo alla macchina «Lowe!» gridai «Lowe! Dobbiamo tornare a casa! Hanno mio frate-»
Qualcosa di duro e freddo mi colpì alla testa, facendomi rotolare a terra, mi lasciai sfuggire un gridò di dolore. Macchie nere entrarono nella mia visuale, non facendomi più vedere bene ciò che mi circondava.
Cercai di portarmi seduta, dovevo andarmene, dovevo trovare Lowe e correre via.
Non ebbi il tempo di riprendermi per alzarmi in piedi che qualcuno mi tappò il naso con un fazzoletto.
Un odore pungente mi entrò nelle narici, facendomi girare la testa. Cercai di dimenarmi il più possibile, ma poco a poco sentivo le forze scivolarmi via e gli occhi farsi sempre più pesanti. Il mio aggressore mi lasciò andare e io senza forze caddi a peso morto al suolo.
L'ultima cosa che vidi fu una figura passarmi davanti e andare verso la macchina di Lowe. Avrei voluto urlare, per avvertirlo del pericolo o per farmi sentire da qualcuno del covo. Ma in un secondo l'intero mondo davanti a me si fece completamente nero.
E io non sentii più nulla.
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Eilà Gente!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo!
La vita di Kat si sta facendo davvero impossibile e piena di drama eh? Cosa accadrà dopo?
Ringrazio tutti per continuare a supportarmi e a leggere/votare/commentare! Love y'all muchissimo (hahaha non chiedetemi il perché di questo miscuglio... Era solo per farvi capire che vi adoro davvero!)
Hasta la vista alla prossima :)
Raumalainen
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