14- Non ti sto chiedendo di cambiare

«Puoi dormire qui questa sera.» me lo disse dopo un attimo di silenzio, guardandomi negli occhi e facendomi sciogliere dentro.

«Sei al sicuro qui con me.» mi era sembrato di vederlo tentennare di nuovo nel pronunciare quella frase, ma forse ero solo io.

Annuii.

Lui mi precedette nella stanza, aprì l'enorme armadio che occupava quasi un'intera parete e tirò fuori una coperta.

«Io sono sul divano sei hai bisogno di qualcosa.»

«Grazie, buonanotte.» avrei voluto chiedergli di dormire con me, ma non trovai abbastanza coraggio per parlare.
Se mi aveva detto così ci sarà stato un motivo.

Lui non rispose e uscì lasciandomi sola.
Mi infilai sotto le coperte e spensi la luce che Hunter aveva lasciato accesa sul comodino.

Fissai il soffitto per un tempo indeterminato, ogni volta che chiudevo gli occhi sentivo i colpi di arma da fuoco e vedevo persone cadere a terra. Mi girai su un fianco "È tutto ok... Dormi Kat, forza".

Nulla da fare.

Avrei potuto contare le pecore fino ad un numero infinito, ma non sarebbe comunque successo nulla.
Continuavo a ripetermi che ero al sicuro, ma non serviva per togliermi dalla mente la scena di un Riot che sparava ad altezza uomo.

Hunter avrebbe potuto fare la stessa cosa.

Per quanto mi fidassi di lui sapevo che aveva sicuramente partecipato a cose del genere, proprio come mio fratello e la maggior parte dei miei amici.
Ero circondata da assassini a sangue freddo, e non l'avevo realizzato fino a quel momento. O meglio, non ci avevo mai speso troppo tempo a pensarci...

Mi voltai ancora un paio di volte, in cerca di una posizione comoda.

«Problemi a prendere sonno?» la voce di Hunter mi fece sobbalzare

«Ho solo troppi pensieri in testa.»

«Immaginavo.» rispose lui «Sarebbe strano il contrario...» poi senza aggiungere altro si avvicinò al letto e si coricò accanto a me.

«Vieni...» allungò un braccio e mi sfiorò la vita fasciata invitandomi ad avvicinarmi a lui.
Non me lo feci ripetere due volte, con calma mi portai di fianco a lui.

«Cerca di dimenticare tutto ciò che hai visto e che ti è accaduto, ok? Non ti fa bene rimuginarci troppo sopra.»

«Non è una cosa facile dimenticare.» dissi quasi seccata, come faceva a non capire?

«Ricordando non potrai cambiare ciò che è successo.»

«Ma posso ricordare per far sì che non ricapiti più.»

Lo sentii ridere in modo sommesso e con una nota di ironia.

Mi staccai da lui e mi misi seduta «Penso che non ci sia proprio nulla da ridere.»

«Non stavo ridendo della situazione, quanto più della tua ingenuità.»

«Cosa vuoi dire?» allungai la mano verso il comodino dall'altro lato del letto e accesi l'abat-jour. Volevo vederlo in viso, non volevo che l'oscurità celasse la sua espressione.

Anche lui si mise a sedere, appoggiando la schiena alla testiera del letto «Cosa voglio dire?» si passò una mano sul viso «Pensi davvero che tu, figlia minore di un membro degli Scorpions possa davvero cambiare la situazione? Per anni la mia banda e la tua si sono odiate e ammazzate a vicenda! Penso seriamente che adesso che sei tornata le cose cambieranno?!»

«Penso che le cose stiano già cambiando!» dissi quasi urlando indicando prima me e poi lui, i suoi occhi però mi fecero dubitare delle mie stesse parole «O sbaglio?»

Hunter continuava a non dire nulla e a mantenere quella strana luce negli occhi, come per dirmi che in realtà io non ero poi così importante.

«STO SBAGLIANDO HUNTER?» ripetei la domanda alzando ancora di più la voce.

Niente. Da lui non ricevevo altro che uno sguardo vuoto e inespressivo.

«Bene, tolgo il disturbo allora.» mi voltai e feci per scendere dal letto per andare a raccogliere le mie cose, ma la mano di Hunter mi afferrò il braccio tirandomi verso di lui e facendomi praticamente cadere sopra il suo corpo.

«Non te ne andare Kat.» mi supplicò

«Non c'è nulla per me qui.»

«Il mio silenzio non equivale al rifiuto Kat. Ma più ad uno stato di confusione.»

«Confusione?»

«Tu non mi sei indifferente, anzi. Quello che sto provando per te non l'ho mai provato per nessun'altra...» potevo sentire il suo fiato sul collo talmente eravamo vicini «Ma dall'altra parte tu sei una Scorpion e non una qualsiasi... Sei la sorella del ragazzo che ha ucciso Aaron.»

«Non posso cambiare chi sono Hunter.»

«Lo so.» mi lasciò andare il braccio. Colsi l'occasione per scivolare giù dal letto e dirigermi verso il salotto.

Afferrai la giacca da per terra anche se ancora sporca di sangue e me la buttai sulle spalle. Posai una mano sulla maniglia

«Non ti sto chiedendo di cambiare chi sei... Ti sto chiedendo di rimanere, come Katharine Rolland, sorella di Josh, ragazza che mi ha fatto perdere la testa in così poco tempo.»

Mi voltai e lo guardai negli occhi. Il suo sguardo era limpido e sincero.
E per la prima volta mi sembrò che stesse dicendo la verità.

Feci due passi avanti e mi buttai sulle sue labbra, baciandolo con tutta me stessa.
La giacca cadde di nuovo a terra, il suo braccio mi circondò la vita eliminando la distanza già minima tra i nostri petti.

Passai una mano tra i suoi capelli e quando lui iniziò a farmi indietreggiare di nuovo in camera da letto, e io mi aggrappai saldamente alle sue spalle.

Mi ritrovai coricata di schiena sul letto e Hunter era sopra di me, continuava a baciarmi e non sembrava aver intenzione di smettere.

Afferrai il lembo della sua maglietta e lo tirai verso l'alto. Le sue labbra si staccarono dalle mie solo il tempo necessario per sfilarla e poi ritornarono su di me.

Avessi pensato con più lucidità quella sera probabilmente non mi sarei trovata lì: sfuggo ad una sparatoria tra gli Scorpions e i Riots, per trovarmi a letto con uno di quest'ultimi.

Ma non mi importava.
Non me ne fregava niente.

Tutto quello che volevo, e di cui avevo bisogno in quel momento, era lui.

Era Hunter.

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