12- Countdown
Arrivai davanti al covo con quasi un'ora di ritardo rispetto a quello che avevo detto ad Annie. Avevo cercato di prendere la via più lunga perché in realtà non avevo proprio voglia di raggiungere gli altri.
Hunter mi aveva accompagnato a casa, o meglio, mi aveva lasciato nel solito posto, mi aveva baciato ancora una volta e poi mi aveva lasciato andare. Ero talmente felice che avrei potuto toccare il cielo.
Quando entrai la festa stava già decollando, bottiglie di birra giacevano vuote sul pavimento, persone barcollavano tenendosi al muro con precarietà e risate risuonavano e si mischiavano con la musica assordante.
Qualcuno mi prese in braccio da dietro e mi fece fare un giro in aria. Emisi un urletto per la sorpresa e quando mi girai mi ritrovai Josh davanti a me «Cosa ci fai qui?!» gli chiesi, era raro che venisse alle stesse feste dove andavo io.
«Non posso nemmeno più stare nella stessa stanza con mia sorella?» sorrise e mi circondò le spalle con il braccio «Mi sei mancata così tanto in questi anni Kat!»
Il modo in cui strisciava le parole mi fece capire che doveva essere ubriaco «Quanto hai bevuto per riuscire a dirmi una cosa del genere?» lo presi in giro divincolandomi in modo scherzoso.
«Forse un po'... Ma tutto quello che sto dicendo è vero! Sei la mia sorellina Kat e mi sei mancata davvero.»
«Mi sei mancato anche tu!» lo abbracciai e lui ricambiò la mia stretta.
In quel momento ci raggiunse anche Annie «Kat! Sei arrivata alla fine!!» mi stampò un bacio sulla guancia e mi passò una birra, che subito Josh mi tolse dalle mani «Ehi!»
«Scusami, ma questa ragazzina qui non beve.»
«E da quando non bevo?» cercai di riafferrare la bottiglia
«Non voglio che tu ti ubriachi Kat.»
«Come faccio ad ubriacarmi con una birra?!»
«Avanti Josh, non fare il fratello rompipalle!» si intromise Annie «Dalle la birra!» Josh in tutta risposta iniziò a berla lui.
Annie alzò gli occhi al cielo «Te ne vado a prendere un'altra...» e scomparì tra la folla
«Allora? Cosa hai fatto oggi che avevi il pomeriggio libero dalla detenzione?»
«Niente di che...» alzai le spalle «Sono stata a casa tutto il pomeriggio.» lo dissi senza pensare
«Strano.» disse lui serio «Perché anche io ero a casa questo pomeriggio... E tu non c'eri.»
Iniziai a sudare freddo. Cazzo, perché non ci avevo pensato prima di aprire bocca?!
«Allora dov'eri?» in quel momento tornò anche Annie con la birra per me, me la passò e poi ci guardò con aria interrogativa.
«Kat.» mi ammonì Josh
«Cosa sta succedendo?»
«Niente Annie... Josh, possiamo parlarne a casa?» non potevo far scoppiare la bomba lì al covo davanti a tutti.
«No, ne parliamo ora. Dov'eri questo pomeriggio?»
«A casa con vostra madre Josh...» si intromise Annie, cercando di difendermi, ma non sapendo di star complicando ancora di più la situazione.
«Peccato che io sia stato tutto il pomeriggio a casa e non abbia nemmeno visto l'ombra di Kat.»
Ora sì che ero nella merda. Spostai lo sguardo da mio fratello alla mia migliore amica, non sapendo cosa dire e come spiegare la situazione.
«Ero-» in quel momento un colpo assordante seguito da altri mi fece azzittire all'istante. Josh mi prese per la mano e mi tirò verso il basso. Lo vidi tirare fuori una pistola da sotto la camicia.
«Non ti muovere da qui Kat. Torno subito.»
«Josh aspetta!!»
Hunter POV
«Dove sei stato?» la voce di mio padre mi diede il benvenuto non appena entrai in casa.
«Cosa ci fai qui?» ormai per me rispondere ad una domanda con un'altra domanda stava diventando abitudine.
«Sono venuto a vedere come stavi.»
«Sto bene.» risposi togliendomi la giacca e lanciandola sul divano «Hai novità?»
«Ho saputo che hai fatto a botte con Lodge.»
Mi lasciai cadere sulla poltrona davanti a lui e lo guardai, dove voleva arrivare?
«Mi pareva di averti già spiegato che in questo periodo devi tenere un profilo basso.» prese il bicchiere e se lo portò alle labbra «Un minimo errore e-»
«Lo so.» lo interruppi alzandomi «Me l'hai già detto un sacco di volte.»
«E allora attieniti al piano.»
Iniziai a camminare avanti e indietro, passandomi la mano tra i capelli. Tutto questo stava diventando più complicato del previsto.
«Io mi sto attenendo al piano. Sei tu che continui a stringermi i tempi giorno dopo giorno.» lo vidi ghignare, posò il bicchiere sul tavolino basso e poi mi si avvicinò.
«Sarò anche tuo padre, ma ricordati che prima di tutto sono il capo dei Riots.» mi puntò un dito contro «Ciò che dico è legge.»
Non battei ciglio, se pensava davvero di farmi paura minacciandomi aveva sbagliato di grosso. Non ero Aaron, ma avevo comunque il suo stesso sangue.
«Se non ti va bene come sto facendo le cose trovati qualcun altro.»
Il cellulare che avevo lasciato sul tavolo iniziò a suonare, spostai lo sguardo sul display e vi lessi "Katharine". Anche mio padre lesse il nome e sorrise «L'hai già conquistata eh.»
«No.» dissi «Non ci sono nemmeno vicino...» sapevo esattamente a cosa avrebbe portato quella conversazione, dovevo cercare in tutti i modi di sviare mio padre.
«Se lei ti chiama sei sulla buona strada allora. Due settimane ed è fatta.»
«Sono troppo poche due settimane, lasciami il mese che mi avevi promesso.»
Lui si avvicinò alla porta, l'aprì e poi si voltò ancora una volta verso di me «Due settimane. La mia pazienza sta finendo.» e poi uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Afferrai il bicchiere che aveva lasciato sul tavolo e per la rabbia lo lanciai contro la porta chiusa, mandandolo in mille pezzi. Non era così facile come la faceva sembrare lui. Per la prima volta quel pomeriggio ero riuscito ad avvicinarmi un po' di più a Kat, e adesso lui mi diceva che avevo solo più due settimane per far sì che lei si fidasse ciecamente di me.
Il cellulare iniziò di nuovo a suonare e il nome di Kat apparì di nuovo sullo schermo. Lo ignorai, andai in cucina e presi una birra dal frigo. Dovevo giocarmele bene queste due settimane, non dovevo forzare troppo la mano, ma allo stesso tempo non potevo lasciare la presa su di lei.
Il cellulare continuava a suonare e qualcosa mi diceva che avrebbe continuato finché non avessi risposto. Feci scorrere il dito sul display e lo portai all'orecchio.
«Pronto?»
Nessuno parlò dall'altro capo del telefono, udii solo dei singhiozzi trattenuti.
«Pronto? Kat?» chiesi di nuovo iniziando a preoccuparmi «Kat sei tu?»
«Vienimi a prendere Hunter.»
La sua voce era rotta dal pianto, non riuscivo a capire cosa fosse successo «Dove sei Kat?»
«Io-» sembrava stesse correndo «Io... Non lo so»
«Mandami la tua posizione per messaggio e poi non muoverti da lì ok? Puoi farlo?» afferrai le chiavi della moto e uscii di casa senza nemmeno prendere la giacca. Dovevo trovarla assolutamente.
«Kat?»
«Sì, posso farlo.»
«Ok, sarò lì tra poco.» misi giù e aspettai il suo messaggio che arrivò pochi secondi dopo. Quando controllai dove Kat si trovava digrignai i denti, era in pieno territorio degli Scorpions, se mi avessero beccato lì sarei morto.
Misi in moto e partii veloce.
Kat aveva bisogno di me, alle conseguenze ci avrei pensato dopo.
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Eiiii! Aggiorno un giorno prima del previsto perché domani sarà una giornata mega super impegnative per me e so già che non riuscirò a postare il capitolo! Quindi ecco a voi :) (per iniziare al meglio il weekend hahaha forse!)
Peace and Love for everybody <3 Ricordatevi di commentare e votare per farmi sapere che ne pensate (;
Raumalainen
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