12 - Bussavano in silenzio alla porta del mio cuore
Ryūga
Tornai al covo verso le cinque del mattino, stanco morto da una missione, per lo meno con la soddisfazione di averla vinta.
Era uno scontro a breve distanza con delle bombe molotov. In breve tempo siamo riusciti a creare parecchio danno, incendiando ciò che si trovavano davanti.
Andai verso la mia camera quando passando per il corridoio noto una figura distesa sul bancone del mini bar.
Mi avvicino per curiosità e noto che è Charles.
Accanto a lui un calice vuoto e sporco e tra le sue braccia una bottiglia di Muscat Bailey rosso.
Scuoto la testa, per l'ennesima volta si era ridotto uno schifo.
Invoco le mie lame di luce, e come se ormai fosse di routine lo afferrai per il petto per portarlo in camera sua, ma non appena feci per sollevarlo sentì il suo corpo irrigidirsi, i suoi muscoli contrarsi e la sua mano lasciare la bottiglia facendola cadere e spaccarsi per terra.
Che sarà una paralisi? Non cerco di svegliarlo, lo alzo con più forza e lo trasporto fino al suo letto.
Sento solo un suo sibilo nella voce <lasciami Dav->
Non mi faccio domande, anche se vorrei svegliarlo e chiedergli spiegazioni su tutto,
Su ciò che è successo ieri sera, sul perché si fosse scolato una bottiglia di vino e su David.
Ho mille domande per la testa, ma cerco di assopirle per non creare disturbo a Charles anche perché poi so che non dormirei come minimo due notti dipende la gravità della situazione.
Che se riguarda David Omi, beh, è molto importante.
Apro la porta della sua camera e lo metto a letto in modo che riuscisse a stare più comodo possibile.
La sua rigidità permane, anche se minore rispetto a prima e questo mi sollevava di molto l'umore. Era vivo e stava fisicamente bene.
Magari psicologicamente so che non sarà il massimo ma spero solo non sia troppo pesante per lui, da farlo ridurre in questo modo.
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