51.

« Sam non verrà sta sera » dice Cameron a mamma e papà quando alle sei del pomeriggio cominciano tutti a prepararsi per andare a cena dagli Evans. Mio fratello a quanto pare ha deciso per me, anche questa volta.

« E posso sapere il perché?» chiedo infastidita. L'ha fatto per sedici anni della mia vita, prendere decisione per me stessa al mio posto. Arrivata al giorno d'oggi con le parole di Cris e Nash ancora in testa, che mi hanno fatto capire che reagire è l'unico modo per sconfiggere mio fratello e la sua arroganza, non posso starmene ancora zitta.

« Perché non dovevi passare la serata con Nash, visto che avete litigato?» domanda davanti a mamma e papà.

É ovviamente una bugia. Sì, ho litigato con Nash ma non è nei nostri piani vederci questa sera. Lo sta dicendo solo per avere una scusa con mamma e papà, direi che gli sta riuscendo anche bene visto che i due si girano subito nella mia direzione.

« Tesoro, ma certo che puoi restare a casa. Non ti preoccupare, Cris capirà » sussurra mia mamma, stringendomi forte tra le sue braccia. Riesco a vedere il sorriso furbo e soddisfatto di mio fratello. Cosa posso dire in un momento come questo? I miei genitori non mi crederanno mai se dirò che è solo una scusa di Cameron.

Quando il signorino sale al piano di sopra ho finalmente la possibilità di parlargli a quattr'occhi. Entro nella sua stanza senza nemmeno avvisarlo e chiudo la porta alle mie spalle, è arrivato il momento di capire che cos'ha realmente in testa.

« Mi spieghi quale sarebbe la giustificazione per la stronzata che hai detto a mamma e papà?»

Lui si toglie la felpa e afferra la camicia bianca perfettamente stirata:« Ho i miei motivi» fa lo sbruffone.

« E potrei saperli? Visto che mi hai appena costretta a passare una serata da sola in casa quando potevo benissimo, invece, stare in compagnia di una mia amica?» domando arrabbiata.

Lui continua a prepararsi con tutta la tranquillità del mondo, come se non stesse succedendo nulla, come se non mi avesse appena esclusa da una cena che probabilmente mi avrebbe fatto bene. Ho bisogno di staccare con la testa dalle mille cose che stanno succedendo a me e nella vita delle persone che mi circondano.

« É proprio questo il punto, brava. Stare in compagnia di una amica. Ho bisogno che in questo momento Cris trovi conforto solo in me e in nessun altro. Visto che Matt le sta facendo perdere la testa apposta, avrà bisogno di me e questa notizia non sfuggirà alle orecchie di Susan che, sicuramente, perderà la testa » tutto calcolato nei minimi dettagli.

« Come avete fatto a convincere Matt?» chiedo rassegnata.

« Non è stato difficile . É già giù di morale per come stanno andando avanti le cose con Cris, ha bisogno di dimenticarla e questo potrebbe aiutarlo a riuscirci »

« Siete proprio delle brutte persone »

« Detto da te, vale meno di zero. Ora mi lasci stare? Avrei bisogno di prepararmi »

Me ne vado via senza altre preghiere da parte sua. Ho la testa che mi esplode, non ce la posso fare a sopportare altri casini. Mi butto sul letto e chiudo gli occhi per qualche istante. Se ci fosse una singola cosa che possa fare senza innescare l'ira funesta di mio fratello per poter aiutare Cris, lo farei. Ma la conosco... Se le dicessi del piano e le chiedessi di fingere che non sia successo nulla, sono sicura che non ce la farebbe. Sbatterebbe tutto in faccia a mio fratello e lui già mi odia, in quel caso potrebbe arrivare al limite. Peggio di Susan, mi ricorda la mia coscienza.

Il mio momento di riflessione viene interrotto da due messaggi. Uno da parte di Lexy, uno da parte di Nash.

Lexy: Ciao Sam. No, non è un messaggio di gossip. É una proposta per te. Siccome sei amica di Evans e sorella di Dallas, ho bisogno di una fonte intera alla loro storia per avere tutte le notizie che li riguardano in tempo reale. Ovviamente tu resterai anonima, nessuno saprà mai che sei stata tu. E riceveresti anche molti articoli a tuo favore, per emergere e farti conoscere come una persona positiva, so che ti aiuterebbe tanto. Fammi sapere se sei interessata :)

Rido quando finisco di leggere quel messaggio. Non è una cosa che mi interessa. Non ho nemmeno intenzione di risponderle. Già c'è un piano in circolazione contro la povera Cris, se mi metto a collaborare anche io con Lexy si potrebbe arrivare al colmo.

Nash: Non voglio che il piano di Cameron rovini la nostra relazione. Possiamo parlarne?

Seguito da un altro messaggio che mi è appena arrivato:

Nash: So che questa sera siete a cena dagli Evans. Quando finite, posso passare da te?

Seguito da un messaggio ancora:

Nash: Mi manchi

Resto a fissare lo schermo del cellulare per qualche minuto e rileggo in loop i messaggi che mi ha inviato. Tra me e me continuo a dirmi che non è per niente una buona idea... Sento ancora tanta rabbia addosso, non so quanto potrò sopportare il suo coinvolgimento in una cosa così grave. Ma c'è una parte di me che invece continua a dirmi che Nash ha fatto tanti passi in avanti nei miei confronti e lo sta facendo di nuovo... Sta mettendo da parte il suo orgoglio per venirmi a parlare dopo una cena alla quale non andrò. Forse è arrivato il mio turno? Il mio turno per fare un passo verso di lui, per una volta.

Ripenso alle cose che sono successe in questi ultimi mesi e mi rendo conto del fatto che più volte quel ragazzo ha cercato di capirmi, di rendermi felice e io invece? Mi sono sempre fermata davanti al primo ostacolo che mi sono trovata davanti, nonostante io abbia sempre desiderato stare con lui.

E va bene.

Per questa sera voglio mettere da parte il nostro litigio, nonostante mi faccia ancora male, e impegnarmi a mostrare a Nash che anche io ci tengo a lui.

Mentre in casa tutti si stanno preparando per fare una bella figura con gli Evans, soprattutto mia madre che sta addosso a Cameron come se da questa sera dipendesse il suo futuro, io decido di chiudermi in cucina. Non sono bravissima in cucina, ma so cavarmela con alcuni dolci.

Resto chiusa là dentro per tre ore piene, sono le nove e mezza quando finalmente finisco. Nash non mi ha più scritto, ma non ha nemmeno ricevuto una risposta da parte mia. Starà in ansia come poche persone al mondo, ma ne varrà la pena.

Metto i dolcetti che ho preparato in un contenitore e poi nel mio zainetto. Esco di casa, prendo il motorino e vado dritta verso i dormitori della scuola.

Quando arrivo davanti alla porta della stanza di Nash, sento il cuore battermi a mille. Spero solo che la prenda bene. Non voglio litigare di nuovo con lui, ne parlare del litigio di questo pomeriggio. Voglio solo passare una serata senza pensieri. Senza pesi sul petto.

Busso alla porta e sento i passi farsi sempre più pesanti:« Hayes giuro che se mi rompi i coglioni un'altra volta io- » si blocca quando mi vede.

Ha addosso la felpa della scuola e un paio di pantaloni da tutta. I capelli spettinati, lo sguardo triste ma si illumina appena incontra il mio. Sorrido nel modo più vero possibile. É inutile, quando lo vedo è come se dentro di me stesso scoppiano tanti fuochi d'artificio, è una bella sensazione.

Mi abbraccia senza dire una parola.

« Avevo paura non volessi più parlarmi » sussurra, con le braccia attorno al mio corpo.

« Mi dispiace » dico anche io.

« Lo so che ti sto deludendo, lo so che sono una testa di - » lo zittisco subito con un bacio.

« Questa sera non esistono altri problemi, va bene? Non voglio parlarne, non voglio nemmeno pensarci. Pensiamo a noi e basta » sussurro accanto alle sue labbra.

Lui annuisce, lo si vede sul suo viso che è rimasto colpito dalle mie parole e che non se lo aspettava. Non me lo aspettavo nemmeno io da me stessa, ma bisogna sempre sorprendersi in qualche modo, andare oltre i propri limiti, soprattuto quando ne vale la pena. E Nash ne vale sempre la pena.

Entro in camera sua e appoggio i dolci sulla scrivania:« Mi sono impegnata sta sera, volevo farti una piccola sorpresa »

Lui sorride e apre il contenitore per mangiarne uno. Non sono molto brava a cucinare, ma se c'è una cosa che mi riesce bene sono i brownies. Uno dei dolci preferiti di Nash. Quando veniva a casa nostro da piccolo, mi ricordo che andava matto quando mia madre li prepara a lui e mio fratello. Era il loro premio preferito dopo una partita di calcio.

« Come facevi a sapere che mi piacciono?» chiede prima.

« Mi sono ricordata delle merende che facevi a casa nostro da piccolo e che andavi matto per quelli che preparava mia mamma » rispondo.

« Non pensavo mi stessi osservando » ridacchia addentandone uno.

« Ti osservavo sempre, solo che sapevo nasconderlo bene » rispondo.

« Anche io » dice.

Sollevo lo sguardo verso di lui per capire che si tratta di uno scherzo oppure no. E no, sembra parecchio sincero. Ma non ho il coraggio di chiedergli altro, sembra così preso da quei brownies che non voglio interrompere il momento. É una grande soddisfazione per me.

« Non lo dire a tua mamma, ma i tuoi sono molto più buoni » sussurra.

« Se lo dici tu, allora posso anche crederci » rispondo.

Ci stendiamo sul letto e Nash mi abbraccia forte a sé, come se avesse paura di perdermi. Mi lascia qualche bacio sulla fronte, ma non molla la presa. A me non dà per niente fastidio, sento il profumo dei suoi vestiti appena lavati e chiudo gli occhi per perdermi completamente tra le sue braccia.

« So che non vuoi parlarne... Ma odio litigare con te » sussurra, giocherellando con i miei capelli, ma tenendomi ancora stretta a sé.

« Anche io » ammetto.

« Non voglio perderti Sam » confessa:« Non ci frequentiamo da nemmeno due settimane, eppure da quando è cominciato questo anno scolastico ne abbiamo passate un po' insieme. Tutte le volte siamo finiti con il distaccarci o uscire con altre persone e io non voglio che accada di nuovo »

La voce gli trema. Ha davvero così tanta paura di perdermi?

« Prima hai detto che mi osservavi anche tu, quando eravamo bambini... É vero? O l'hai detto solo per non farmi sentire stupida?» chiedo.

Ho ancora la sua risposta e la sua sincerità nel dire quelle parole ancora impresse nella mente.

« Ero sincero » dice:« Devi sapere che quando eravamo bambini, mi piacevi davvero tanto. Eri diversa dalle altre bambine. Tutte cercavano di emergere, tu invece te ne stavi nel tuo. Guardavi con quegli occhioni grandi tutte le persone che ti stavano attorno con curiosità, ma continuavi a voler stare nell'ombra, come se avessi paura che se qualcuno avesse avuto l'intenzione di avvicinarsi a te, potesse metterti in pericolo »

Mentre mi racconta quello che vedeva da bambino, la mia testa comincia a tornare indietro nel tempo a ritrovare quella piccola Sam che non voleva avvicinarsi a nessuno per paura di far arrabbiare suo fratello.

« Una volta ho provato a parlarti. Mi ero preparato mentalmente tante domande per non metterti a disagio e per portare avanti la conversazione, avevo dieci anni eppure mi facevo già tanti problemi anche solo a parlarti. Solo che tu sei scappata via. Non so se te lo ricordi... »

« Me lo ricordo » rispondo sorridendo.

Me lo ricordo perché è da quel giorno che mi sono accorta dei miei piccoli sentimenti per Nash. Eravamo piccoli. Nash dopo una partita di calcio andata bene era venuto a casa nostra, come suo solito. Io ero in giardino per conto mio, che stavo dipingendo su un mio quaderno. Ricordo di aver visto il piccolo Nash uscire dalla cucina dalla porta sul retro e di avermi guardata per qualche minuto, da lontano. Non sapevo che cosa volesse da me, pensavo solo che fosse rimasto sorpreso di avermi vista in disparte mentre genitori e bambini stavano passando un pomeriggio felice nella nostra cucina.

Poi se ne tornò dentro.

Dieci minuti ed era davanti a me: aveva in mano un piattino con degli stuzzichini, una margheritina del nostro giardino sull'angolino del piatto e un bicchiere di succo in mano.

« Facciamo merenda insieme?» mi chiese.

Ero pietrificata ma anche contenta. Stavo anche per dire di sì, ero convinta di voler passare qualche minuto con Nash... Ma mio fratello sbucò dalla cucina e mi guardò arrabbiato. Corsi via.

« Ci sono rimasto molto male e non ho più provato ad avvicinarmi perché pensavo mi odiassi » continua Nash.

« No, non è assolutamente per questo che sono corsa via. Mio fratello mi ha lanciato delle occhiatine non molto carine e per paura che mi sgridasse, sono scappata via » confesso.

« Sempre tuo fratello... Ti giuro che se mi avessi detto tutte queste cose tempo fa, mi sarei allontanato da lui »

« Possiamo tornare sull'argomento 'Nash che osserva Sam senza che lei se ne accorga'?» domando. Non mi va di parlare di mio fratello anche questa sera. Il solo pensiero che in questo momento si trova a casa di Cris per prenderla in giro, mi fa innervosire.

Cerco di allontanarmi dalle sue braccia ma lui:« No, ti prego, restiamo ancora così»

Passiamo buona parte della nostra serata così, accoccolati l'uno all'altra a raccontarci cose di quando eravamo bambini. E anche se la mia testa ogni tanto vola in direzione di Cris e Cameron, mi obbligo a concentrarmi solo su Nash e me...

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