47.

Per quanto io possa aver reagito ieri sera, le parole di Cameron mi sono rimaste impresse nella testa come se mi fossero state incollate. Non faccio altro che pensare a come Nash possa stancarsi di me, di avere accanto una persona che non fa altro che nascondersi dal fratello per motivi stupidi. Ma Nash ne sarebbe mai capace? Potrò mai avere una vita semplice? Una vita in cui ogni giorno non si debba presentare un problema? 

Arrivo a scuola con qualche minuto di anticipo, così decido di fiondarmi in caffetteria per pendermi un caffè e ripassare arte, ho un test importante e devo prendere il massimo dei voti. Ma dopo essermi seduta, non posso fare a meno di pensare a come la mia vita sia cambiata da quando Cris ha messo piede in questa scuola. É come se il suo arrivo avesse risvegliato qualcosa, forse lo spirito di Carly che sta ancora creando la sua vendetta, nonostante non se la meriti minimamente. 

A inizio scuola la mia vita era monotona, non succedeva niente di interessante e ora... Ora non ho un attimo di pace. Non so cosa sia meglio. La monotonia o la frenesia? 

« Sam » sussurra Nash, sedendosi accanto a me:« Come mai qui così presto?» mi chiede sorridendo.

Ieri sera non ho nemmeno avuto il coraggio di connettermi in videochiamata con lui. Ero davvero scossa e non sarei stata di buona compagnia, così con la scusa del mal di testa me ne sono andata a letto. 

« Avevo bisogno di uscire di casa il prima possibile » rispondo. 

« Cameron?» chiede, come se non fosse abbastanza ovvio.

« Già » dico.

« Immaginavo, non ha avuto una giornata semplice ieri. Per questo ti ho chiesto di venire in videochiamata. Me lo sentivo che si sarebbe sfogato con te » risponde.

« In che senso?» 

« Sai che era in punizione con Cris? Ecco, quei due, non idea come, sono rimasti chiusi nello sgabuzzino della palestra per un'ora intera. Son dovuto scendere io a prenderli perché hanno dimenticato la chiave nella serratura esterna della porta. Ti rendi conto di quanto possono essere scemi?» ridacchia. 

Ecco perché Cameron era così scosso ieri sera. 

« C'era un po' di tensione nell'aria, quando sono arrivato io » 

« Dici che hanno litigato?»

« No, non era tensione da litigio. Non sembravano arrabbiati, ma... Non saprei, imbarazzati?» 

Mio fratello non è di certo il tipo di persona che si imbarazza per le più piccole cose. Deve essere sicuramente successo qualcosa tra quei due... Qualcosa che a me non sta per niente andando a genio, se devo essere sincera. 

« Un altro stupido piano di mio fratello » dico.

« Non credo c'entri il piano questa volta... O almeno, in parte » spiega.

« Perché dici?» domando curiosa.

Nash non mi risponde per qualche minuto. Sta in silenzio, con il pensiero lontano da me. Sono l'unica a essere turbata dalla situazione che si sta creando? 

« Mi spieghi come fai a essere così bella la mattina? Cavoli, ne ho viste di ragazze ma tu le superi tutte in qualsiasi cosa » sussurra poi, avvicinandosi a me e strappandomi un bacio.

Arrossisco immediatamente, non mi aspettavo un complimento da parte sua. Insomma, è da una vita che sogno che Nash mi dica anche solo un 'ciao' e ora siamo insieme, a parlare di prima mattina. Mi mancava così tanto sentire il suo tocco sul mio corpo, così mi avvicino anche io per dargli un bacio e poi accoccolarmi tra le sue braccia. Ho bisogno di una piccola carica per cominciare la mia giornata, so che lui è capace di darmela. 

Mi stringe forte tra le sue braccia e giocherella con i miei capelli, mentre io continuo a lasciargli baci sulla guancia e lungo il collo. 

Poi il mio sguardo si sposta verso una persona che non sembra stare per niente bene. Matthew cammina in giro per la caffetteria, ha le occhiaie evidenti in volto, come se non avesse chiuso occhio per tutta la notte. Cosa gli sta succedendo? Non ho nemmeno il coraggio di salutarlo, ho paura che possa scoppiare a piangere da un momento all'altro.

Nash, invece, si irrigidisce. Si blocca improvvisamente, con me ancora tra le sue braccia. Sento il suo respiro farsi più pesante fino a quando alza il braccio e fa uscire dalla sua bocca:« Matt »

Mi allontano da lui, confusa. Cosa gli sta passando per la testa? No, Sam, vorrà solo salutarlo, in fondo sono amici da una vita cerco di tranquillizzarmi da sola. 

Matthew ci saluta e si avvicina per sedersi con noi al tavolo.

« Va tutto bene?» chiede Nash, ma con un sorriso che non sembra molto sincero.

« Non lo so nemmeno io » risponde Matt.

« Immagino che avrai saputo di Cameron e Cris » accenna Nash e io faccio scontrare le nostre gambe per fargli capire che deve stare zitto. 

« Cameron e Cris? Che cosa dovrei sapere?» domanda Matthew preoccupato. 

Guardo Nash mentre abbassa lo sguardo e prende un respiro profondo:« Sono rimasti chiusi nello sgabuzzino della scuola per tutto il pomeriggio ieri »

«Cosa?» Matt sembra davvero rassegnato. 

« Eh già » risponde Nash, senza aggiungere altro. 

« Non solo non è venuta a passare con me il pomeriggio, ma si è pure chiusa nello sgabuzzino con Cameron... Sono stanco, non ce la faccio più » risponde Matt:« Ce la sto mettendo tutta per far sì che il piano di Cameron non mandi a quel paese quello che ho costruito con Cris e che non la metta nemmeno in pericolo, ma lei sembra farlo quasi apposta »

« Non pensi sia arrivato il momento di lasciarla perdere?» chiede Nash.

« Cosa? Lasciarla perdere?» intervengo io, quasi senza nemmeno rendermene conto:« No, Matt. Tu non molli un bel niente, la vita di quella ragazza dipende soprattutto da te e dalla tua capacità di riuscire a tenertela stretta. Obbligala a non vedere più Cameron... » consiglio.

« Io ho la sensazione che Cameron ce l'abbia già sin pugno, è inutile che perdi tempo » risponde Nash. 

« É inutile che perde tempo? Lo sai quanto Matt ci tiene a Cris. E sai anche che è il meglio per lei, non mio fratello che pensa solo al suo stupido piano » 

« Non c'è molto da fare » risponde Nash, freddo. 

« Ci penserò, ora voglio solo prendermi un caffè altrimenti rischio di non sopravvivere a questa giornata » si alza Matt per andarsene via. 

Non appena resto sola con Nash, lo guardo malissimo. É ovvio che dietro alle cose che ha detto ci sia Cameron. 

« Cosa diavolo ti è saltato in testa?» chiedo.

« Posso farti la stessa domanda »

« Mi hai insegnato tu a non farmi mettere i piedi in testa da mio fratello, quando tu stesso sei pronto ad eseguire ogni suo ordine » dico. 

« Non sono affari tuoi Sam » taglia corto:« Possiamo tornare alla nostra mattinata tranquilla? Non ho la forza di litigare con te »

La verità è che in questa scuola sono tutti piccoli burattini di Susan e Cameron. Quei due sono nati per stare insieme, hanno la capacità di riuscire a comandare le persone a loro piacimento. Solo che non mi sarei mai aspettata un comportamento di questo tipo da Nash... Non con Matthew, suo amico dall'infanzia. Come si fa? 

Non ho la forza di controbattere, non ho la forza di litigare, mi limito a restare in caffetteria con lui in silenzio. Nash ha talmente imbarazzo in corpo che non ha nemmeno il coraggio di parlare. 

Ed ecco il primo momento di rottura tra me e Nash dettato da mio fratello. 

Lui c'entra in tutto.

E l'unico modo per far sì che tra me e Nash non ci siano problemi, è quello di andare d'accordo con mio fratello. Andare d'accordo con lui, però, equivale a doverlo aiutare in tutto e per tutto con il suo maledetto piano. 

« Nash... » apro la bocca per cercare di conversare con lui, perché più passano i minuti in silenzio, e più sento un peso sullo stomaco enorme per come mi sono comportata con lui, ma vengo interrotta dall'arrivo di un messaggio.

« Che cosa vuole ancora?» chiede Nash, vedendo di chi si tratta. 

Susan: ci sei o ci fai? Ti ho scritto ieri. Se non ti presenti in bagno delle ragazze tra dieci minuti, sei finita. 


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