40.

Nash: Sicura di riuscire a scampare da sola alla furia Cameron?

Il messaggio di Nash mi fa sorridere. Da quando ha lasciato Betty, Cameron ha cominciato a tenerci d'occhio, quasi come se fosse una telecamera di sorveglianza umana. Se prima non è mai entrato in camera mia di sua spontanea volontà, solo questa sera l'ha fatto almeno una decina di volte con la banalissima scusa del 'che fai? hai piani?'. Beh fratellino mio, non è la tua serata. Faccio ciò che voglio, non mi interessa ne di lui ne di Betty. Sono settimane che mi faccio condizionare dalle persone che mi circondano. Settimane che sono gli altri a dirmi cosa devo fare. Non funziona più così. E l'ho deciso ora.

A Nash: Dovrei farcela

Nash: Se hai bisogno di distrazioni, dimmi

Ed è così che il mio cammino verso casa di Nash, inizia. Esco dalla mia stanza, tutto a posto, Cameron è in camera sua che sta guardando il cellulare. Bene, se scendo lentamente le scale non dovrebbe minimamente accorgersi della mia esistenza.

« Samantha » lo sento quando sono quasi davanti alla porta di ingresso:« Dove stai andando?»

« Vado a casa di Cris... Mi ha invitata a vedere un film da lei » mento spudoratamente.

« Sei sicura?»

« Perché non dovrei esserlo?»

«Perché se vengo a scoprire che in realtà stai andando da un'altra parte, e tu sai dove, potrò essere anche peggio di Susan » minaccia.

« Che bello sentirselo dire dal proprio fratello »

« Io non sono tuo fratello » risponde.

Ultima frase che gli sento pronunciare prima di uscire di casa e sbattere forte la porta dell'ingresso per la rabbia. Fa male. Fa male sentirsi dire da Cameron, mio fratello, che per lui non valgo niente. Sono una persona come le altre. Si merita di avere accanto Susan, si merita di stare insieme a una persona egoista come lui.

Prendo il motorino e vado dritta verso i dormitori della nostra scuola, dove dorme Nash. Nessun problema fino alla porta del suo appartamento, se no fosse per il fatto che le frasi di mio fratello continuano a ripetersi in testa e soprattutto a frenarmi dal bussare a questa maledetta porta.

Potrò essere anche peggio di Susan e se si fosse tenuto la mia foto per potermi ricattare in futuro? No, un colpo così basso non me lo aspetterei mai da lui. Eppure... Si parla pur sempre del suo migliore amico...

Io non sono tuo fratello di nuovo nella mia testa. Cavoli Sam, finalmente hai la tua occasione d'oro con Nash e la stai veramente per sprecare a causa di Cameron? Sì... No... Sì... No...

« Sam » mi passa la mano davanti al viso Nash:« Cos'hai?»

Non mi ero nemmeno accorta del fatto che mi avesse aperto la porta. Come non mi ero accorta di essere qua, davanti a lui, con le lacrime che stanno scivolando sul mio viso. Cosa mi sta succedendo?

« N-non lo so » rispondo, toccandomi le guance.

« Va tutto bene » mi dice, avvolgendo le sue braccia attorno al mio corpo:« Va tutto bene» mi ripete.

Ma non sembra andare per niente bene. Anche se mi trovo qui con lui. Mi sento di star facendo la cosa più sbagliata del mondo. Qualcosa che mi porterà solo tanti casini.

« Cameron?» chiede, come se la cosa fosse davvero ovvia.

« Sì» dico.

« Mandalo a fanculo » mi sorride Nash:« Non merita di riuscire a ferirti così tanto. Mandalo a quel paese, anzi, lo farò io quando lo vedrò ma senza fargli sapere che è da parte tua»

Sta cercando di tirarmi su di morale, ci riesce in parte. Nash ha questa grande caratteristica di riuscire a farmi sentire nel posto più sbagliato e più giusto del mondo. Come sa farmi sentire in colpa e allo stesso tempo dalla parte del giusto.

« Vieni, ho sistemato un po' la stanza e ho ordinato qualcosa di buono da mangiare » mi dice.

Quando metto piede nel suo mini appartamento, resto senza parole. Due copertone giganti sono sistemate per terra con tanti cuscini. Affianco tre scatoloni di pizza e un proiettore che disegna sui muri il cielo stellato. Ha organizzato tutto questo per me? Qualcuno si è impegnato... Per me?

« Ho preso tre gusti di pizza diversi, non avevo idea di quale fosse il tuo preferito » ridacchia intimidito:« E ho preparato anche dei film, ma se vuoi possiamo farne a meno. Magari vuoi parlare di quello che è successo questa sera con tuo fratello, potrebbe farti sentire meglio»

Nash Grier imbarazzato? Pensavo di averlo visto in tutte le sue sfaccettature, ma a quanto pare mi sbagliavo. Nash si è imbarazzato... Per me. Non so nemmeno che reazione avere in questo momento per quanto tutta la situazione mi abbia lasciata senza parole. Come sono arrivata a questo? Cos'ho fatto per meritarmi tutto questo?

« Ti va se ci stendiamo intanto?» chiedo sorridendo.

« C-certo, perché non mi è venuto in mente prima... » balbetta.

Ci stendiamo sulle coperte morbidissime e comincio ad osservare il muro sopra di me.

« Non me lo aspettavo... » sussurro, tenendo lo sguardo fermo verso i puntini bianchi proiettati.

« É una cosa positiva?»

« Certo » mi volto verso di lui:« Non mi aspettavo che tu preparassi tutto questo. Ed è assurdo, è come se tu mi avessi letto nel cervello. Come se avessi sentito dentro di te che ne avevo bisogno»

« L'ho sentito, ma da tanto tempo. Non è facile stare dietro alla ragazza più solitaria e timida della scuola » mi prende in giro, anche se nelle sue parole c'è un po' di verità.

« Non è facile nemmeno riuscire a rivolgere parola a Nash Grier » rispondo, assecondandolo.

« Non è facile per le altre, ma per una Sam sono sempre pronto a sacrificarmi » dice.

Arrossisco senza nemmeno pensarci due volte.

« Cos'è successo con Cameron?» chiede.

« Solite cose... Mi ha detto che non siamo fratelli, che se mi beccava qui con te si sarebbe comportato peggio di Susan »

« Non lo capisco... É proprio un coglione »

« Ormai ci ho fatto l'abitudine, anche se le parole feriscono lo stesso »

« Non devi dargliela vinta »

« E come faccio? Non ho il coraggio di rispondergli male »

« Perché no? Chi è lui per dirti cosa fare e cosa non fare? L'ha detto anche lui... Non ti considera sua sorella. E allora che si vada a far fottere. Se non ti vuole avere come sorella, allora ti avrà come la sua peggior nemica. Non ci perdi nulla a mostrargli come stanno le cose. Come stanno le persone che si mettono contro Sam » scherza verso la fine del discorso.

« Non sono così forte come credi »

« Lo sei. Se non lo fossi stata, non ti troveresti dopo tutti questi anni a continuare a pensare che il comportamento di Cameron sia giusto. Hai resistito, per tanto tempo, ora rispondi » mi dice, guardandomi dritto negli occhi.

Ed è in questo momento che non resisto. Come faccio a resistergli? Con una spinta leggera ma veloce faccio sfiorare le nostre labbra. Ricordo questa sensazione. La stessa di quando ci siamo baciati l'ultima volta, solo senza l'ansia di essere scoperti da qualcuno. Anzi, forse sì, perché se Cameron avesse un po' di testa sarebbe già qui. Ma una parte di me, che lo conosce bene, si dice da sola di stare tranquilla.

Nash non si allontana, anzi, afferra subito i miei fianchi e mi guida su di lui. Avevo bisogno di sentirmi di nuovo così. Di sentire che qualcuno mi vuole bene. Che qualcuno ci tiene a me per la Sam che sono, non per quella che fingo di essere. Che sa accettare le mie fragilità.

Le sue mani scivolano sulla mia pelle, mentre io cerco con insistenza le sue labbra. Non ci diciamo altro. Sappiamo entrambi di cosa abbiamo bisogno. L'uno dell'altra.

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