26.
L'ultima lezione della giornata è ginnastica, una materia che non riesco tutt'ora a capire e tollerare. Come avrete capito, non ne sono per niente portata. Palloni, i giochi di squadra, il sudore... No, non fanno per me.
« Nash cazzo, svegliati » grida mio fratello al ragazzo dagli occhi azzurri, che sembra completamente perso. Solitamente giocare a basket non gli dispiace, in questi anni che l'ho osservato mi è sempre sembrato molto entusiasta. Oggi no, oggi non sembra nemmeno lui.
Una parte di me continua a pensare che sia colpa del discorso che gli ho fatto prima di cominciare lezione, l'altra mi dice che avrà sicuramente altri problemi per la testa e che io non sono di certo quello primario. D'altro canto ha sempre Betty, che in caso di qualcosa è capace di farlo distrarre... Maledetta gelosia.
« Sam, attenta » mi avverte Cris accanto a me. Stavamo saltando la corda e non mi sono resa conto di starle andando addosso.
« Scusami » le dico:« Sono con la testa per aria »
« Cosa sta succedendo? » mi chiede.
Apro bocca per confidarmi con lei, ma ecco che arriva Susan con il suo solito EVANS e la mia amica si distrae a chiacchierare con lei. O meglio, a litigarci per l'ennesima volta.
Non posso fare a meno di notare come Betty mi stia fissando, come se fosse confusa. Che cosa le prende? L'ultima cosa che vorrei che succedesse è proprio quella di trovarmi contro Betty per colpa di Nash. Non è la persona più ragionevole della scuola, per di più cerca sempre di vendicarsi con chi le fa un torto e le sue vendette erano sempre architettare da Susan, quindi era sempre meglio non avercela contro.
Forzo un sorriso per cercare di farle capire che è tutto a posto. Ma lei distoglie lo sguardo e lo sposta su Nash, che è finito in panchina e che si sta subendo una ramanzina da parte di mio fratello. Si volta nella mia direzione, come se mi stesse chiedendo aiuto. Betty lo nota e perciò distolgo lo sguardo e torno a saltare la corda.
Il nostro era una specie di riscaldamento, dopo i ragazzi tocca a noi giocare a basket e io proprio non vedevo l'ora. Odio lo sport, odio lo sport, odio lo sport... L'ho già detto che odio lo sport?
« Ragazze, è il momento di formare le squadre» grida il professore.
Per mia sfortuna, per quanto io odi lo sport ho la fortuna di essere brevetta. Ci sono portata. Perciò a differenza di Cris, la panchina me la sogno e basta. Il mio posto è in campo.
Nella mia squadra ho anche Betty, cosa che non mi va per niente a genio visto che prima non mi stava guardando per niente bene, ma cerco di allontanare qualsiasi pensiero negativo.
I ragazzi sono seduti a terra che sono pronti a godersi lo spettacolo, aspettano sempre e solo questo momento della lezione nella speranza che qualcuna di noi si prenda a schiaffi o si tiri a capelli, ma per nostra fortuna non è mai successo.
La partita comincia, tra un passaggio e un altro cerco di collaborare con la mia squadra. Quando passo la palla a Betty lei fa finta di niente e la schiva anzi, e quando invece sono io a dirle di essere libera per ricevere, mi ignora e sbaglia a fare canestro piuttosto che passarla a me. Okay, quella ragazza sembra avercela un po' a morte con me.
Ha scoperto di ciò che è successo con Nash quella sera? Oppure l'ha capito da altre cose?
Capisco di non esserle per niente simpatica quando ad un passaggio mi viene addosso apposta e mi fa cadere a terra. Non sono molto stabile di mio e ho ancora male alla testa dalla testata che ho tirato all'armadietto l'altro giorno... Non mi ci vuole molto per cadere a terra e perdere la conoscenza per qualche secondo.
« Sam » sento le mani di qualcuno accarezzarmi il viso.
Incontro di nuovo il suo sguardo quando apro gli occhi e sento il mio corpo riempirsi di brividi, come se fosse la prima volta.
« Ma che cazzo di problemi hai Betty? Che cazzo ti passa per quel cervello? » alza la voce Nash continuando a tenermi tra le sue braccia e allo stesso tempo guardando quella ragazza.
« è stata lei a venirmi addosso» cerca di giustificarsi Betty.
« Ma mi hai preso per un cretino, Betty? » domanda lui.
« Stai calmo amico, è solo una botta, le passerà » risponde mio fratello appoggiandogli una mano sulla spalla.
Ma Nash sembra non volergli dare ascolto, anzi torna a guardarmi come se fossi fragile. Come se nessuno dovesse toccarmi perché basta poco e mi rompo. Mi piace che mi guardi così, ma allo stesso tempo no perché sento di potermela cavare benissimo anche da sola, senza qualcuno che si prenda cura di me.
« Sto bene, è tutto a posto » farfuglio alzandomi in piedi.
« Hai bisogno di andare in infermeria? » domanda i professore preoccupato.
« Sì » risponde Nash in contemporanea al mio 'no'.
« No, non ne ho bisogno. Sto bene. Mi siedo un attimo in panchina e mi passa » forzo un sorriso più che altro per convincere Nash della mia sincerità, ma lui sembra non cascarci.
Nash mi guarda con sguardo rassegnato, come se fossi un caso perso nell'ambito del lasciare che le persone si prendano cura di me.
Non appena mi siedo in panchina, sento vibrare il mio cellulare.
Da Nash Grier:
Dopo ti va di farci due passi?
A Nash Grier:
Passo, ho appena preso una botta e non mi va .
Spero che la mia risposta riesca ad accontentarlo, ma non è così.
Da Nash Grier:
Va bene, allora ti aspetto fuori dallo spogliatoio delle ragazze. Da lì vediamo cosa fare.
Lo guardo non appena leggo il messaggio e lo vedo sorridermi da distanza, come se fosse davvero fiero del fatto di quasi costringermi a rivolgergli parola. Queste attenzioni non mi dispiacciono per niente, anzi, Nash è sempre stato il ragazzo dei miei sogni e che ora mi cerchi così tanto mi fa piacere. Ma la mia paura è che sia una cosa temporanea. Mia mamma mi aveva detto di farmi desiderare... Ma come si comporterà Nash nel caso io decidessi di mollare?
Quando finisce la lezione, vado in spogliatoio aka uno degli ambienti più brutti della scuola. Io odio cambiarmi davanti a tutte le ragazze, ed è infatti con la scusa della doccia che mi isolo e che soprattutto mi astengo dai loro commenti sul fisico delle altre ragazze.
Come mio solito prendo dall'armadietto il cambio intimo e l'asciugamano, poi mi fiondo nella doccia e lascio che l'acqua lavi via il sudore. Non mi è mai piaciuta l'idea di girare per la scuola tutta sudata dopo la lezione di ginnastica. Mi spoglio e mi sciacquo, quando sento la tendina della doccia spostarsi di colpo e il flash di un cellulare puntato nella mia direzione.
Non sono riuscita a vedere chi sia stato, è stato tutto troppo veloce, ma per la paura comincio a vestirmi senza nemmeno asciugarmi il corpo ed esco di getto dalla doccia in cerca della persona meschina che mi ha fotografata nuda.
Non ho nemmeno dubbi quando vedo due persone ridacchiare guardando il cellulare: Susan e Betty. E forse il motivo è più ovvio di quanto sembri.
« Cancellala immediatamente » grido allungando la mano verso il cellulare, ma riescono a salvarlo appena in tempo.
« Cara la nostra Sammy, sperava di riuscire a prenderselo » ridacchia Susan.
« Cancellala » ripeto.
« Altrimenti cosa succede? » domanda, ma non so nemmeno che cos rispondere.
« Ti prego » mollo, sentendo le lacrime accumularsi.
« Oh non piangere Sam, la situazione si risolve nel modo più semplice possibile. Se non vuoi che questa foto faccia il giro per la scuola, ti conviene stare solo lontana da Nash» mi spiega Betty.
« Lo sai che sono capace di diffonderla, mi basta inviarla a Lexy e fa tutto lei » minaccia Susan.
« Stai lontana da Nash, usa una scusa qualsiasi per fare in modo che non ti rivolga più la parola e se porti avanti tutto bene, la cancello » continua Betty.
Me lo sentivo. Sapevo che prima o poi sarebbe finita così, che anche Susan avrebbe avuto in pugno anche me.
« Tutto chiaro? » domanda Susan.
« Tutto chiaro » rispondo arrabbiata e sul punto di scoppiare a piangere.
Prendo le mie cose e me ne esco dallo spogliatoio sbattendo la porta dietro di me.
Quando sono fuori, vedo Nash che mi aspetta. Mi dispiace avere questo comportamento nei suoi confronti, mi fa anche male trovare una scusa per allontanarlo da me definitivamente, in fondo avevo sempre voluto un po' far parte della sua vita e conoscerlo. Ma se prima ero frenata dai suoi comportamenti, ora non posso per motivi più che evidenti.
Vado nella direzione opposta alla sua e lui mi segue:« Mi puoi aspettare? » chiede camminando dietro di me.
« Che cazzo vuoi dalla mia vita, Nash? » mi volto di scatto.
« Perché stai piangendo? » chiede notando le lacrime sul mio viso.
« Sparisci dalla mia vita. Non ti voglio vedere, non mi interessi minimamente, come diavolo devo fartelo capire?» grido:« Non ho mai voluto conoscerti. Ti sei messo in mezzo alla mia vita senza che io nemmeno te lo abbia chiesto. Non sono un cazzo di gatto randagio che ha bisogno di essere tenuto d'occhio, posso farcela benissimo senza Nash Grier »
Cerco di essere più convincente e cattiva possibile, ma le mie parole non sembrano minimamente toccarlo.
Mi giro e me ne vado via. Non voglio guardarlo ancora o sentire una sua risposta. Sto troppo male in questo momento per fare qualsiasi cosa.
Quando arrivo all'uscita della scuola crollo. Mi siedo sulla scalinata e per me diventa impossibile trattenermi dal piangere.
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