22.
Il mio obiettivo di ignorare Nash non ha per niente funzionato, stupida me che sono un'imbranata patentata che non sa nemmeno raccogliere un libro da terra. Quando apro gli occhi e mi guardo attorno, noto le pareti bianche dell'infermeria scolastica e capisco che la botta che ho preso è stata più grave di quello che pensavo.
« Ecco, finalmente qualcuno ha aperto gli occhi » sussurra una signora nella stanza e quando mi volto confusa, vedo l'infermiera scolastica e Nash che mi guardano.
Che diamine ci fa lui qui? Non dovrebbe essere a lezione?
« Allora, sicuro che te ne vuoi occupare tu? Posso chiamare i suoi genitori per farla venire a prendere, così torna a casa e se ne sta tranquilla, non me la sento di mandarla a lezione con la botta che si è presa » spiega l'infermiera.
In che senso lui dovrebbe occuparsi di me? Mi volto subito confusa, cercando di capire in quale guaio io mi sia cacciata.
« Non si preoccupi, la porto nella stanza e appena sta meglio può scendere a lezione o tornare a casa in base a come si sente lei. Ci penso io » risponde Nash.
La timidezza che è in me comincia a manifestarsi non appena sento quelle parole uscire dalla sua bocca. Sento le mie guance bruciare per la sola idea di avere l'occasione di passare un po' di tempo da sola con Nash... Mi riprendo da sola per il pensiero che ho appena avuto. Tutto ciò che dovrei provare per lui è indifferenza visto quello che ha combinato ieri sera, non dovrei nemmeno lasciarmi portare via da qui, eppure la mia testa non ha il coraggio di farmi fare veramente queste cose...
« Mi fido di te Nash, lo sai. Non combinare niente, mi raccomando » gli sorride l'infermiera.
Chissà quante ragazze avrà salvato portandole nella sua stanza prima di me. Mi viene spontaneo pensarlo viste le parole della donna.
« Non si preoccupi» risponde lui sorridendole.
Mi guardo attorno confusa con la tranquillità di una persona che si trova in mezzo al mare da sola, mentre non sa nuotare. Penso che la metafora faccia capire bene la mia situazione.
« Sam, mi segui? » domanda Nash guardandomi con i suoi occhioni azzurri.
Vorrei tanto rispondergli a modo, dirgli che preferirei restare qua in infermeria, ma alla fine senza dire una parola mi arrendo e scendo dal lettino sul quale ero stesa. Lo seguo fino in corridoio, poi mi fermo a guardarlo come per capire le sue intenzioni nei miei confronti. Sono stata presa in giro troppe volte in questa scuola per permettere a Nash di farlo di nuovo, dopo ieri sera soprattutto. Non voglio che si approfitti della mia debolezza, non voglio che pensi che la povera Samantha gli starà dietro sempre.
«Tutto a posto? » mi chiede quando si accorge che sono rimasta ferma in mezzo al corridoio.
« Perché dobbiamo andare in camera tua? » nella mia testa la domanda sembrava avere più senso.
« Che domanda è? » chiede:« Per chiuderti dentro a chiave e non farti uscire mai più, è ovvio » scherza.
« Nash, te lo chiedo seriamente » rispondo senza nemmeno ridere.
« Hai sbattuto la testa, hai bisogno di stenderti e riprenderti prima di tornare a lezione»
« Mezz'ora e poi torniamo qua»
« Mezz'ora e torniamo qua, o quando vuoi tu, dipende da come stai, va bene? » chiede.
« Va bene» rispondo tranquillizzandomi.
Nash sembra abbastanza confuso dal mio comportamento, non mi rivolge parola fino a quando non arriviamo in camera sua. Durante il tragitto ha continuato a girarsi per assicurarsi che lo seguissi, io non ho nemmeno voluto stargli accanto. Prendetemi per esagerata, per strana ma se c'è una cosa che non tollero delle persone è quando queste pensano di potermi prendere in giro e beh... Nash l'ha fatto ieri sera visto che mi ha fatto credere di essere l'unica ragazza con cui si sarebbe approcciato. E invece è finito a letto con un'altra. Il solo pensiero mi fa venir voglia di scappare via da qui.
*Da Cameron:
Dove diamine sei finita? Devo chiamare mamma e papà e dirgli che sei irresponsabile? Che nemmeno ti presenti in classe?* mi arriva il messaggio a da mio fratello.
Sento il suo sguardo minaccioso fino a qui, chissà come reagirebbe se sapesse che sono in camera con Nash, da soli. Probabilmente uscirebbe da lezione solo per trascinarmi via da qui.
« Puoi stenderti a letto se vuoi, intanto vuoi un bicchiere d'acqua? »
Annuisco sedendomi sul suo letto. Mi guardo attorno, la stanza di Nash sembrava molto più piccola quando ieri sera era piena zeppa di persone. Assurdo come sia bravo a nascondere il fatto che qua dentro fino a poche ore fa c'era gente talmente ubriaca da non essere capace di stare in piedi.
« Mi spieghi che cos'hai? Mi sembri spaventata... »
« Non lo sono, ho appena preso una botta in testa... Sai com'è »
« Quella botta ti ha resa più indifferente nei miei confronti? »
« Sono indifferente con il mondo, non prenderla troppo sul personale » rispondo.
Quando sono arrabbiata con qualcuno si vede lontano un miglio, dal modo in cui parlo con quella persona e dal modo in cui la guardo.
Nash si mette a ridere come se avesse davanti a sé la persona più buffa della Terra, ma non ha capito con chi ha a che fare. Meglio una Sam innocente piuttosto che una Sam arrabbiata.
« Cos'ho combinato, sentiamo?» mi domanda porgendomi il bicchiere d'acqua.
Trova la situazione così tanto divertente che prende la sedia e l'appoggia davanti a me, che sono seduta sul suo letto. Si siede e mi guarda dritto negli occhi, quasi come se fosse in segno di sfida.
Mi intimidisco in tre secondi non appena incontro il suo sguardo.
« T- tu... T- tu... » balbetto senza nemmeno sapere che cosa rispondergli.
Cos'ha combinato? Mi chiedo da sola, no perché me lo sono completamente dimenticata.
« Tu sei qui con me, cosa che non dovrebbe nemmeno esistere visto che se Cameron lo sapesse sarebbe la fine del mondo per entrambi » sparo.
« Mmmh, interessante... » commenta:« ... E quando mai mi è importato di cosa pensa Cameron? Se avessi veramente dato importanza alla sua opinione, non sarei nemmeno qui, giusto?»
« Sono già in pessimi rapporti con mio fratello, a me importa
« Dovresti imparare a fregartene un po' di più dell'opinione di Cameron e concentrarti sulle cose davvero importanti, come quella che ho appena detto» risponde.
So bene che con il suo Se avessi veramente dato importanza alla sua opinione, non sarei nemmeno qui, giusto? intende dire che preferisce stare qui con me piuttosto che dare importanza al suo migliore amico. Questo mi manda in confusione perché non capisco che cosa voglia da me questo ragazzo.
« Smettila... » gli dico alzandomi dal letto per distogliere lo sguardo.
« Di fare cosa? » chiede confuso.
« Di fare quella cosa che fai sempre » cerco di spiegarmi ma mi rendo conto che più lo faccio, più sembro pazza.
« Cosa farei sempre?» domanda divertito.
« Cercare di darmi importanza, farmi capire cose confuse, parlare e dimostrare tutt'altro... Non lo so, quella che cosa che fai con tutte le ragazze » rispondo.
Si alza dalla sedia confuso e divertito allo stesso tempo. A quanto pare gli faccio parecchio ridere.
« Prima cosa: io non faccio un bel niente con nessuna ragazza. Se ho qualcosa da dire a qualcuno, lo faccio senza nessun problema. Non mi sembra di essermi trattenuto con te ieri sera, o sbaglio?»
« Non ti sei trattenuto nemmeno dopo, con quell'altra ragazza » sembro una pazza gelosa.
« Ero ubriaco» cerca di giustificarsi.
« Lo eri anche con me »
« Non lo ero»
«Lo eri »
« Ti puoi fidare di me? Non lo ero»
« Tanto nemmeno mi importa, quindi possiamo anche cambiare argomento» cerco di sembrare più indifferente possibile.
« Non ti importa, davvero?» chiede avvicinandosi a me.
« No, non mi importa» scuoto la testa.
« Pensavo ancora a te quando è arrivata quella ragazza. Te ne sei andata via senza dire nulla, ti ho anche scritto ma non ho ricevuto nessun messaggio da parte tua» spiega, lasciandomi senza parole. Una parte di me esulta, fa i salti di gioia. L'altra parte di me mi dice di non dargli ascolto, ma di mettere da parte qualsiasi farfalla che c'è ne mio stomaco:« Ti importa ancora poco?» continua.
« No, meno di zero » la mia voce mi tradisce e lui lo sa.
Lo capisco dal modo in cui mi guarda che sa che questa situazione mi fa stare parecchio a disagio.
« Buono a sapersi, tanto la verità la leggo nei tuoi occhi» dice:« Sei un libro aperto per me Samantha»
Mi sembra di sognare. Queste cose le vivevo solo nei miei sogni, ma qui è tutto vero. Nash mi sta dicendo che prova dell'interesse nei miei confronti e io non so come prendere tutto ciò...
Fa un altro passo verso di me, e io ne faccio uno indietro per riflesso e finisco con la schiena addosso al muro. Lui si avvicina ancora sorridendomi.
Cosa vuole fare? E se volesse baciarmi di nuovo, come mi comporterei sapendo che quelle labbra hanno baciato una ragazza poche ore prima?
Il mio respiro comincia a farsi più affannoso, mi sembra quasi di annegare mentre fa l'ennesimo passo verso di me.
Appoggia una mano sulla mia testa e domanda:« Come va la testa?»
« Come scusa? » chiedo confusa, per poi rendermi conto di aver appena fatto una grandissima figuraccia:« Voglio dire, va molto meglio. Infatti credo sia giunta l'ora per me di andare a lezione» ne approfitto per allontanarmi da lui.
« Ci vediamo dopo, grazie per avermi portata in infermeria» lo ringrazio mentre esco dalla stanza.
Non appena giro l'angolo, mi fermo per qualche secondo in corridoio. Cos'è successo?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top