22 | Minaccia e protezione •

Ethan

Non sono passate nemmeno ventiquattro ore dalla festa di Aaron e nella mia mente si sono insidiati pensieri che non riesco ad ignorare.

Ci sono due cose che al momento mi sono chiare. La prima è che Alec sta dalla parte di Aaron. Per mesi interi ho sperato che non fosse così, che fosse successo qualcosa che lo avesse spinto a voltarmi le spalle, ma dopo gli ultimi avvenimenti non posso più concedermi il lusso di sperare nel contrario.

La seconda è che ho sempre più voglia di ridurlo a brandelli per aver messo in pericolo Diana. Portandola dentro al tendone, davanti ad Aaron, era ben consapevole di metterle un mirino dritto in fronte.

Ha la coscienza talmente sporca da portare a fondo con sè anche le persone innocenti.
Diana ha solo sedici anni, a breve ne compirà diciasette, ma è pur sempre una ragazza giovane che non possiede ancora la capacità di notare il pericolo. Troppo impulsiva, troppo testarda, troppo vera per far finta di nulla e proseguire con la sua vita.

Ha bisogno di scoprire una verità che è ben nascosta ed è meglio per tutti che resti così.
Faccio il mio ingresso al Red and Black, uno dei locali più famosi di Aaron, con passo sicuro. Qui si possono scovare tutti gli scarti della società, ma anche i componenti della sua banda.

L'odore acre del fumo di sigaretta mi riempie le narici già al primo passo che faccio all'interno del locale. Mi sento osservato, come se avessi addosso più di cento occhi.

Sono consapevole del rischio che corro venendo qui, ma per il momento ho l'accordo con Aaron a farmi da garanzia. Da quando sono uscito dalla banda mi è arrivata più di una voce che mi raccontasse del crollo che ha subito nelle gare automobilistiche illegali.

Nemmeno un componente della sua banda è più riuscito a salire sul podio, perdendo così molti più soldi di quanti se ne possa immaginare. Quindi, Aaron ha bisogno di me per vincere. Di conseguenza, nessuno dei presenti si sarebbe intromesso nel mio cammino, nemmeno uno di loro avrebbe osato sfiorarmi con un dito.

Più mi guardo intorno e più mi rendo conto di quanto questo posto non sia cambiato di una virgola. Quando facevo parte del gruppo passavo qui gran parte delle mie serate, in alcune anche tutta la notte.

Le pareti sono dominate principalmente da due colori: il rosso e il nero, incatrati tra di loro in un vortice di sfumature. Il bancone del bar possiede dei pali di metallo in cui le spogliarelliste si destreggiano in continui spettacoli per uomini alla ricerca spasmodica di una donna coi cui andare a letto, anche se questo significa desiderare una ragazza con la metà dei loro anni.

Strafatti e con il cazzo duro di chi non vede il sesso femminile da molto tempo, ma la prima regola che ha imposto Aaron nel Red and Black è: guardare senza toccare.

Sotto al bancone sono stati piazzati dei divanetti rossi in cui ci si puo' sedere per sorseggiare comodamente un drink con una visuale perfetta delle ballerine. La musica che riempie il locale è delicata ed elegante, accompagna le spogliarelliste nei loro movimenti sensuali.

Le ignoro, ovviamente. Per quanto siano tremendamente belle e seducenti non sono venuto fin qui per divertirmi.

Dopo aver ordinato un cocktail mi siedo su uno dei divanenti e aspetto che sia Alec a trovarmi. Non devo attendere molto, visto che si siede accanto a me dopo circa dieci minuti.

«Non ti hanno insegnato che non si va nella tana del lupo?»
«Strano» mi fingo pensieroso, mentre mi tiro su col busco e affondo i gomiti nelle cosce, «fino a poco tempo fa tu eri la pecora che stava dietro al mio culo»

Il mio sguardo si posa su di lui, una smorfia disgustata si impossessa del suo viso. Gli occhi vitrei, spenti, senza alcun tipo di emozione. Non è più lo stesso bambino con cui giocavo a nascondino dietro casa, non è lo stesso ragazzino con cui andavo alle feste al liceo, non è lo stesso amico che mi è stato accanto per quasi tutta la vita.

Il suo tradimento è stato difficile da mandare giù, anche adesso, mentre lo guardo, un nodo alla gola si fa sempre più pesante.

«Cosa sei venuto a fare qui?» dice a denti stretti, accompagnando la sua domanda con un piccolo cenno del capo.

«È vero che hai detto a Diana che c'è una verità che le riguarda, portandola a cercare Aaron?»
Un angolo della sua bocca si solleva, mostrandomi tutta la sua soddisfazione, per poi nascondersi dietro il bicchiere del suo cocktail.

Fa qualche sorso dalla cannuccia, senza rispondermi, ma per me quella è già una risposta.
La sua aria da stronzo presuntuoso mi fa ribollire il sangue e, in un attimo, mi fiondo contro il suo corpo. Affondo le dita nella sua gola, ho davvero intenzione di fargli capire che non sto scherzando.

Sbarra gli occhi dalla sorpresa e il suo cocktail cade a terra, un suono secco del vetro che si rompe porta alcuni sguardi su di noi. So che presto verrò circondato, ma non mi importa. Deve capire contro chi si sta mettendo.

«Io non l'ho portata a cercare Aaron, ha fatto tutto da sola» la sua voce esce come un flebile sussurro dalle sue labbra, se non fossi così vicino al suo viso probabilmente non lo avrei sentito.

«Se Diana dovesse scoprire una sola cosa o, se peggio ancora, dovesse accaderle qualcosa, ti riterrò responsabile» aumento la stretta che ho su di lui, in un attimo il viso gli si colora di rosso, «e ti ammazzerò con le mie stesse mani, sono stato chiaro?»

A quel punto lo libero, perché se avessi continuato ancora per poco non lo avrei solo spaventato. In un gesto del tutto istintivo, si porta le mani intorno alla gola e tossisce rumorosamente.

Quando sollevo lo sguardo da lui mi rendo conto che degli uomini sono intorno a noi. Saranno almeno sei o sette. La musica si è arrestata e con la coda dell'occhio noto che persino le ballerine alle mie spalle hanno smesso di dare spettacolo.

Sollevo le mani in segno di resa con un sorriso innocente a far da padrone.
«Calmi ragazzi, stavamo solo chiacchierando da buoni vecchi amici» mi umidifico le labbra con la lingua, «Vero, Alec?»

«Tu non hai ancora capito chi sono davvero i tuoi amici» replica, tra un colpo di tosse e l'altro.
«Ti sbagli» gli rivolgo uno sguardo truce prima di continuare, «Io so benissimo chi sono i miei amici»

Scuote il capo, mentre sul suo viso si crea un sorriso amaro a cui non riesco ad attribuire un senso.
«Vattene Ethan»

Non replico, perchè è esattamente quello che voglio fare. Sono venuto qui solamente per spaventarlo e per tenerlo lontano da Diana. Non so se il mio colpo è andato a segno, conoscendo Alec non è tipo che si lascia intimorire tanto facilmente. Gli rivolgo un'ultima occhiata piena d'odio, per poi dargli le spalle e allontanarmi.

«Perchè dobbiamo passare due giorni con delle liceali?» borbotta Jared dal sedile posteriore, legandosi i capelli color miele in un codino scompigliato, «Quando potremmo sballarci con delle tipe da sogno alle nostre feste?»

«Perchè Ethan ha deciso di creare una relazione con una di loro» replica Josh con tranquillità, come se non fossi in macchina con loro e, per giunta, non fossi seduto al lato del passeggero.

Lo guardo di bieco. E non perché si stiano prendendo gioco di me in mia presenza, ma semplicemente per aver insinuato che io e Kim abbiamo intrapreso una relazione. Solo il pensiero di trovare la parola "Kim" e "relazione" nella stessa frase mi provoca la nausea.

«Nessuno vi ha obbligati a venire, mi pare»
«Non mi perderei mai l'inizio della prima vera relazione di Ethan Miles» mi beffeggia Josh.
Sollevo gli occhi al cielo, se non stesse guidando gli avrei tirato un pugno dritto in faccia.

«Non c'è nessuna relazione in corso» replico stizzito, incrociando le braccia al petto e chiudendomi nella mia solita corazza.
«Allora perchè non l'hai liquidata subito, come fai sempre?» Jared si sporge in avanti col busto, infilandosi tra il mio sedile e quello di Josh.

«Mai sentito parlare di semplice e sano sesso?»
«Certo, come no...»
«Adesso basta, mi avete stufato!» mi lamento, infilando nelle orecchie le cuffie bluetooth già collegate al mio cellulare, «Per quanto mi riguarda possiamo tornare indietro»

Aumento al massimo il volume della musica per sovrastare la voce di Jared, anche se il cellulare mi segnala che il suono è troppo alto e mi suggerisce di abbassarlo per proteggere l'udito.

Mi basta osservarlo di sottecchi per farmi un'idea della risposta che mi ha dato: Sta implorando Josh con lo sguardo e congiunge le mani sotto al mento a mo' di preghiera.
Ridicolo.

Ovviamente, Josh non torna indietro.
Quando parcheggiamo l'auto nel viale non riesco a far a meno di pensare all'invito di Kimberly. "Casa al lago" l'aveva definita, ma a me sembra più una reggia. La villa dei Wood è una tipica costruzione in legno con vari piani, terrazze da cui è possibile ammirare il paesaggio e tetto a falde.

Sono abituato a vivere nel lusso, ma questa abitazione riesce a suggestionarmi a tal punto da trattenere il respiro per quanto è bella.

Ad accoglierci all'ingresso c'è Kimberly. Indossa un costume intero rosa shocking con una scollatura vertiginosa che le arriva all'ombelico. Il copricostume traforato bianco è lungo e svolazza a causa dell'aria piacevole che si sta alzando. Il tutto condito con un sorriso tremendamente soddisfatto, l'aria di chi ottiene sempre ciò che desidera e gli occhiali da sole da diva sulla punta del naso.

Quando la vedo camminare verso di me, come una gatta in calore, mi pento di aver preso la decisione di accettare l'invito.
«Benvenuti, ragazzi!» squilla con la sua solita voce stridula.

L'unico momento in cui riesco a tollerare il suono della sua voce è quando urla il mio nome, ma quella è una situazione ben diversa da quella in cui ci troviamo ora.

«Vi mostro la vostra stanza, così potrete sistemarvi e raggiungerci in spiaggia»
«Grazie» dico con fare annoiato, ancora alterato dalla conversazione da cui sono sfuggito in macchina, «Chi c'è?»

«I soliti» solleva gli occhiali da sole sulla testa, facendo questo movimento si libera dai capelli che le finiscono sul viso, «Diana, Lillie, Nathan e Leon»

I suoi occhi sono grandi e possiedono lo stesso colore del cioccolato al latte, ma non riesce a trasmettermi nessuna sensazione positiva, soprattutto dopo aver pronunciato l'ultimo nome della sua lista.

Ricordo perfettamente Leon, è l'ex ragazzo di Diana che abbiamo incontrato a casa sua, dopo averla recuperata dallo studio legale.

Solleva lentamente il braccio e, con tutta la classe da cui è formata ogni sua particella, ci fa segno di seguirla. Entriamo all'interno della villa, al piano inferiore dove ogni angolazione è formata da enormi vetrate per poter avere la visuale sul lago, è un open space formato dalla cucina e dal soggiorno.

Ci spiega che in questi due giorni non è riuscita ad ottenere nemmeno una delle domestiche che lavorano per la sua famiglia e, di conseguenza, dovremo fare tutto noi per mantenere la casa in ordine.

Ci spiega velocemente dove si trova il bagno al piano inferiore e come accedere alla spiaggia privata direttamnete da casa sua, prima di salire le scale in legno che conducono al secondo piano.

Il piano superiore somiglia molto ad un hotel di lusso con il corridoio che conduce a varie camere, ai margini del pavimento si possono vedere dei led che si illuminano appena riconoscono delle presenze.

«Questa è la vostra camera» ci apre la porta, mostrando un'ampia stanza in cui ci avrebbe potuto vivere tranquillamente una famiglia, «Voi sistematevi con calma, ci vediamo giù per fare un aperitivo»

«Grazie, Kim» rispondono all'unisono i miei amici, anche loro incantati da tutta questa bellezza.
Le pareti sono colorate da un rosa tortora delicato, abbellite con qualche quadro appeso nei punti vuoti. Un televisore di almeno cinquanta pollici posizionato davanti al letto e un tappeto dall'aria morbida dello stesso colore delle mura per fare da contrasto con il parquet in legno massiccio.

Accanto al letto matrimoniale è stato aggiunto un letto singolo, sicuramente improvvisato, ma poco importa, io adoro dormire da solo.

«Avrei preferito dormire con te, ma so che non ti piace dormire con le altre persone» Con qualsiasi ragazza, avrei voluto correggerla, ma alla fine mi limito ad annuire.

Si avvicina al mio corpo quel tanto che basta da riempire le mie narici con il suo profumo alla vaniglia. Mi sfiora il petto con le unghie lunghe laccate di rosa e mi trattengo dal non spingerla via. Odio le effusioni in pubblico.

«In effetti non ha tutti i torti Ethan» Jared si rivolge a Josh, appena kimberly esce dalla stanza e chiude la porta alle sue spalle, «Anche io vorrei una relazione con uno schianto del genere»

Assottiglio gli occhi in due piccole fessure, creando uno sguardo torvo che lo fa irrigidire sul posto. Non avrei continuato a ribadire che la parola relazione e Kimberly non possono stare nella stessa frase, perché tanto non avrebbe capito e sarebbe stato inutile.

Alla fine prendo un costume a caso dal mio borsone e lo indosso il più velocemente possibile per sfuggire dalle continue chiacchiere da ragazzini arrapati dei miei amici.

Non aspetto nemmeno che finiscano di prepararsi, sono troppo irritato e nervoso per stare ancora in loro compagnia. Seguo le istruzioni che mi ha dato Kim per raggiungere la spiaggia, devo solamente attraversare la sala per raggiungere la portafinestra che conduce all'esterno.

Un portico cosparso da sabbia artificiale con tanto di sdraio e ombrelloni.
Sarebbe questa la "spiaggia privata"?

Le scale all'estremità del portico si collegano con le acque cristalline del lago, in modo da avere facile accesso al lago.

«Ciao Ethan!» mi saluta calorosamente Nathan che in questo momento sta galleggiando in acqua vicino a Leon.

Quest'ultimo mi sta guardando con astio e stringe cosi forte la mandibola da pensare che a breve si sarebbe rotto tutti i denti.

Non posso biasimarlo, gli ho fatto credere di stare con Diana, alimentando una gelosia che non ha il diritto di provare. Faccio un piccolo cenno del capo in direzione di Nathan, per poi guardarmi un po' intorno.

I miei occhi si catapultano sul fisico mozzafiato di Diana. Indossa un costume a due pezzi dello stesso colore dei suoi occhi e si sta rilassando contro i raggi solari che le accarezzano la pelle morbida.

È distesa su una sdraio, gli occhi chiusi e le labbra carnose socchiuse. Sono ancora arrabbiato con lei per quello che ha combinato con Aaron, ma l'espressione innocente che le dipinge il volto mentre ruba l'attenzione del sole su di sè, mi fa solo desiderare di strapparle via le mutandine.

La sua amica dai capelli rosso fuoco si accorge di come la sto mangiando con gli occhi, perchè si avvicina a Diana e le sussurra qualcosa all'orecchio che, di conseguenza, si volta nella mia direzione.

Non le sorrido, non le mostro nemmeno un piccolo accenno di riconciliazione da parte mia. Deve capire che tutto ha un limite e, quello che ha fatto alla festa, è stato stupido e pericoloso.

Anche lei è arrabbiata con me, lo so. Increspa le labbra in un'espressione di disgusto e assottiglia così tanto gli occhi da non poterli quasi vedere. Sono stato cattivo con lei, sapevo i suoi punti deboli e li ho sfruttati per ferirla.

La verità è che avevo bisogno di allontanarla da quel mondo il prima possibile e, per farlo, dovevo prima allontanarla da me.
Meglio così, ho un motivo in più per mantenere le distanze da lei.

«Ethan!» strilla Kimberly, entrando in "spiaggia" dalla portafinestra.
In un attimo torno alla realtà, come se mi fossi assentato per un momento.

Mi circonda il collo con le braccia e, prima di voltarmi verso di lei, noto Diana sollevare gli occhi al cielo in modo teatrale.

La stringo contro il mio corpo con un'urgenza tale da farla ridacchiare, ma ho solo il bisogno di allontanare dalla testa l'immagine di Diana vestita con dei semplici pezzi di stoffa facili da strappare.

«Ti va se saltiamo l'aperitivo e andiamo in camera tua?» le sussurro all'orecchio, ma i miei occhi cercano involontariamente quelli di Diana, alle sue spalle.

Mi sta ancora fissando, ora non sembra più disgustata ma... delusa, forse?
«Mi piacerebbe molto, ma non è giusto lasciare gli ospiti da soli» cinguetta, mentre la sua mano scivola lentamente sui miei addominali, «Ma possiamo andare a fare un bagno, se ti va»

«Quando inizia l'aperitivo?» la voce di jared fa sussultare Kim, che si stacca dal mio corpo con un balzo.

Josh, al suo fianco, sta ridendo sotto i baffi. Mi conosce così bene da potermi leggere nella mente senza il bisogno di dovere aprire bocca. Sollevo le spalle in un gesto automatico, il distaccamento dal corpo di Kimberly non mi suscita nulla. Forse, solo un po' di sollievo.

• Angolo Hopeless •

Preparatevi, perché nei prossimi capitoli
ne succederanno delle belle!
Inutile dirvi che mi soffermerò in modo
più dettagliato per descrivere al
meglio quello che accadrà alla casa sul lago, non aggiungo altro perché rischierei di fare spoiler!

Se il capitolo vi è piaciuto vi chiedo di
lasciare una ⭐️ in modo da far
crescere la storia di Ethan e Diana 💙

Come vi avevo già detto, nei prossimi capitoli aggiungerò le storie che mi sono entrate nel cuore e che vi consiglio di leggere.

La storia che voglio proporvi oggi è:
La risposta è negli aromi
Autrice: Frahppuccino

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top