Capitolo 1
Sento la sveglia suonare e incomincio a stiracchiarmi.
Chi ha avuto la brillante idea di mettere la sveglia alle cinque?
«Helen muoviti a scendere, altrimenti ti lasciamo a Los Angeles!»grida mia madre al piano di sotto.
Oddio, oggi si parte per Miami!
Come ho fatto a dimenticarmene!?
Mi sciacquo la faccia e scendo di sotto per la colazione.
«Buongiorno» dico con aria assonnata.
«Buongiorno, dormito bene?» dice mio padre con tono interrogativo.
«Certo, soprattutto quando bisogna svegliarsi alle 5 del mattino» ironizzo.
Mi siedo e incomincio a gustare il mio latte che stranamente invece del Nesquik contiene il caffè.
«Papà, mi sa che questo è il tuo latte, ha il caffè dentro»
«No, il Nesquik è finito, e poi ti fa bene rimanere sveglia in aereo, non vorrei fare figuracce di te che russi in continuazione»
«Graziè papà, ti voglio bene anche io» dico in tono ironico.
A un certo punto entra Rikki che con fatica, trascina una valigia che dimostra di essere pesante.
Io e papà la guardiamo in tono interrogativo, come per dire "Cosa stai facendo?".
Lei ci guarda stranita e poi dice «Che c'è?I miei vestiti non entrano in una sola valigia»
Guardo divertita papà e poi dico «Ti ricordo che non sei una tartaruga, non dovresti portarti la casa»
Mia sorella mi lancia un occhiataccia e poi dice «Io ti ricordo, invece che il volo è alle 6 e che adesso sono le 5:30, quindi se non ti sbrighi ti lasciamo qua»
Sono davvero le 5:30?
Guardo l'orologio e per mia sfortuna è la verità.
«Grazie sorellina» dico, poi bevo in fretta e in furia il mio latte che sembra non finire mai.
Corro verso il bagno e mi lavo in denti, per poi mettermi un filo di mascara.
«Tesoro, sono le sei meno venti dobbiamo scendere» urla mia madre esasperata.
Corro in camera mia e cerco nell' armadio qualcosa di veloce da mettere.
Scelgo un vestitino a righe semplice, dopo di che mi metto dei sandali bianchi anch' essi semplici come il vestito.
Riesco a fare tutto in meno di cinque minuti , e Rikki fa un sospiro di sollievo non appena mi vede.
«Mamma stava prendendo in considerazione l' idea di andarcene senza di te»
«Ah bene, grazie mamma» ironizzo.
«Dov' è Dorothy?Non l'ho vista neppure fare colazione.»domando.
«Tua sorella Dorothy è già salita in macchina da un pezzo, oggi non ha voluto fare colazione perché diceva che altrimenti avrebbe vomitato in aereo» dice mia madre mentre porta le valigie nel cofano.
La vedo in macchina con le cuffiette nelle orecchie.
Possibile che io sia l'unica ritardataria?
Dorothy è sempre precisa in tutto ciò che fa, io invece sono sempre impreparata, eppure ci tenevo davvero di andare a Miami.
Dorothy , nonostante abbia un solo anno in più a me è una ragazza responsabile, bella, educata , precisa e fine, io al contrario sembro un ghiro in letargo bruttino e che si muove come un elefante imbizzarrito.
Non si può dire lo stesso di Rikki, che è più piccola di me di un anno , mi assomiglia un po' sia fisicamente che mentalmente, però lei ha solo 13 anni, ha tutto il tempo per migliorare , io sono un caso perso invece.
Rikki mi sventola una mano davanti a gli occhi ed io torno con la testa sulla terra.
«Helen, sali in macchina dobbiamo andare in aereoporto» dice Dorothy accompagnata dalla mano sventolata davanti al mio viso da Rikki.
Salgo in macchina senza esitare, e dopo meno di quindici minuti ci ritroviamo in aereoporto, aiuto mio padre e mia madre a trasportare le valigie nel bagagliaio dell'aereo , mentre Rikki e Dorothy incominciano ad entrare in
aereo.
Successivamente entro anche io, e l' hostess mi accompagna al mio posto .
Sono capitata vicino ad un vecchietto che continua a raccontarmi delle sue esperienze amorose, faccio finta di essere interessata,e cerco in qualche modo di interrompere la conversazione che il vecchietto continua a prolungare, in qualche modo riesco a stopparla, dopodichè mi abbandono in un sonno profondo.
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