Capitolo 2


Jungkook


Piacere è quello che senti, quello che invade il tuo corpo. Un fuoco che tocca ogni singolo muscolo, fa contrarre lo stomaco e arricciare le dita dei piedi. Qualcosa di umido e caldo avvolge la tua erezione pulsante, gioca con la punta andando a coprire ogni centimetro di pelle tirata. Delle dita solleticano i tuoi fianchi, ti contorci sotto quella bocca così accogliente e calda. Affondi  toccandogli la gola e gemendo più forte, infili la mano tra i capelli morbidi, stringi delle ciocche tra le dita avvicinandolo ancora di più.

All'improvviso il caldo che ti avvolge scompare, ma dura poco perché senti delle dita che fanno su e giù donandoti piacere. Spalanchi gli occhi rendendoti conto che non è un semplice sogno, c'è davvero qualcuno che ti sta facendo un pompino. Sgrani gli occhi fissando Jimin intento a farti provare piacere. "J-jimin c-cosa...ah" cerchi di fermarlo in qualche modo ma sembra che il tuo corpo non voglia. "Rilassati" la sua voce, l'hai sentita solo gemere ma è eccitante anche quando usa il tono normale. Inarchi la schiena sentendoti al limite, riesce a portarti dove nessuno è mai riuscito, non sai come fermare tutto questo o semplicemente non vuoi fermarti. Ti svuoti nella sua gola gemendo, respiri a fatica, è stato travolgente e sconvolgente.

Mentre ti riprendi, Jimin ti sistema i pantaloni sedendosi sul tuo bacino. "Allora cosa vuoi che faccia?" lo guardi ancora sconvolto. "Jimin cosa dovresti fare?" lo vedi riflettere per un attimo. "Di solito il padrone vuole essere svegliato come ho appena fatto, poi giochiamo" rabbrividisci a sentirlo parlare così, ha il tono di un bambino che racconta la giornata al parco con il padre. "Jimin non devi più fare queste cose, sei libero" lo vedi accigliarsi, quanto può essere tenero? "E cosa devo fare? Non sono stato abbastanza bravo? Posso riprovare?" una raffica di domande ti colpisce, troppe per uno che non ha ancora preso il suo caffè mattutino. "Sei stato bravissimo ma non sei più costretto a fare queste cose"

"Continuo a non capire" sospiri rassegnato. "Ho bisogno di un caffè per affrontare questa conversazione" lo vedi scendere dal tuo bacino velocemente, solo adesso noti che sta indossando una tua felpa. Gli sta enorme, gli arriva quasi al ginocchio e le maniche nascondono le sue piccole mani. Lo fissi mentre lui prepara il caffè, non vuoi sapere che il suo padrone gradiva una tazza di caffè dopo il pompino quindi ti rifugi in bagno. Hai intenzione di farti una doccia veloce ma prima di gettarti sotto il getto dell'acqua calda mandi un messaggio ad Hoseok chiedendogli di venire subito. Non riuscirai a reggere un'altra situazione come quella di prima, non riesci a rifiutarlo e il contrasto tra il suo aspetto tenero e quello che fa ti manda in paranoia. Speri che la doccia ti aiuti a tornare lucido, ti rilassi sotto il getto dell'acqua calda che lava via il sudore dell'orgasmo mattutino. Chiudi gli occhi ripensando alla scena di stamattina: Jimin che con un tono bambinesco ti chiede come preferisci essere soddisfatto, oppure, di quando ha creduto di non aver fatto un buon lavoro e se poteva riprovare. Quel pet ti manderà al manicomio, preghi che Hoseok ti raggiunga presto.

"Ti ho portato il caffè, ma non so ancora come devo chiamarti" Jimin entra senza bussare e con non chalance ti passa la tazza con il liquido caldo. Ti copri con la tendina guardandolo con occhi sgranati. "Jimin devi bussare prima di entrare!" forse urli un po' troppo forte ma ti ha preso impreparato. Il ragazzo salta dallo spavento facendo cadere la tazza che si rompe al contatto con il pavimento, si inginocchia continuando a farfugliare "Perdonami, starò attento. Ti prego perdonami" mentre raccoglie i pezzi di porcellana. Velocemente ti copri con l'accappatoio fermando ogni sua azione. "Fermo così rischi di farti male" stringi le sue mani tra le tue cercando di rassicurarlo. Lo porti in salotto facendolo sedere sul divano, ti abbassi sulle gambe per essere alla sua altezza. "Hey, non piangere, non è successo niente" raccogli con i pollici le lacrime che bagnano le sue guance paffute: è tutto rosso e continua a mordersi il labbro inferiore. "Ti ho fatto arrabbiare" dice trattenendo un singhiozzo, sembra così piccolo.

"Scusami, non dovevo urlare in quel modo. Adesso non piangere, fallo per me" annuisce asciugandosi il viso con le maniche della felpa. Non sai perché ma prima di alzarti gli carezzi la testa, lasci un bacio sul naso per poi scappare in cucina con le guance rosse. Noti solo il dolce sorriso che fa dopo. Mentre sei occupato a togliere il caffè dal pavimento del tuo bagno il campanello suona. "Jimin stai fermo, vado io" chiudi meglio l'accappatoio e sbirci dallo spioncino della porta. Sospirando di sollievo vedi che sono Hoseok e Yoongi, li fai entrare velocemente.

"Hyung!" Jimin salta in braccio a Yoongi sorridendo felice. "Jiminie perché hai gli occhi rossi?" mentre parla ti guarda come per ricevere una spiegazione. "Niente hyung, va tutto bene" bene un cazzo!

"Jimin perché non vai a farti una doccia, io devo parlare con loro due"  il più piccolo annuisce per poi guardarti come se avesse bisogno di avere il permesso, annuisci lasciando perdere il discorso sull'essere libero di stamattina.

"Cosa è successo?" prendi un profondo respiro ed ancora in accappatoio inizi a spiegare come si è svolta la vostra mattinata. Yoongi sospira rassegnato massaggiandosi le tempie come se dovesse affrontare un problema cruciale. "Jungkook devo avvisarti su un paio di cose. Jimin non ha mai conosciuto altra vita se non quella del pet, i suoi genitori l'hanno venduto quando aveva cinque anni. Per lui è normale comportarsi da pet, quindi dovrai avere molta pazienza con lui"annuisci sovrappensiero, bevi un po' del tuo caffè mentre ti prepari a fare la tua domanda. "E tu Yoongi hyung, a quanti anni sei diventato un pet?" vedi i suoi occhi cambiare, la tristezza prende per un secondo il sopravvento, ma dura pochissimo perché ritorna a fissarti con indifferenza come se la storia che sta per raccontarti non fosse sua.

"I miei genitori erano persone molto religiose, erano incatenati al loro credo, rigidi e severi. Non sopportavano l'idea di avere un figlio gay, per loro ero solo una puttana e quindi non degno di avere il loro cognome. Hanno inscenato la mia morte, perché uccidere è pur sempre peccato, e venduto come pet all'età di quindici anni"

Cerca di non piangere a quei ricordi dolorosi ma ha gli occhi lucidi. Prima che scoppi Hoseok le stringe tra le sue braccia, la sua mano lascia carezze lungo la schiena dell'altro per farlo calmare. Per lasciarli soli ne approfitti andando a vestirti, non ti sembra una buona idea restare in accappatoio. Nella tua stanza trovi Jimin completamente nudo mentre fruga nel tuo armadio, alla ricerca di chissà cosa. "Jimin cosa stai cercando?" tira fuori la testa per dedicarti tutta la sua attenzione. "Non so cosa posso mettere"

"Lascia fare a me" prendi un paio di boxer dal cassetto e una felpa bianca enorme, glieli passi e mentre cerchi dei vestiti per te lui si copre. "Non so ancora il tuo nome" sussurra alle tue spalle mentre infili una maglietta. "Puoi chiamarmi Jungkook" sorridi per non farlo spaventare, hai paura che possa fare come prima. "Piacere di conoscerti Jungkook, io sono Jimin" ridacchi, sembra un cucciolo. "Jimin quanti anni hai?"

"Ventitré" risponde tutto soddisfatto.

Sgrani gli occhi incredulo.

Non posso crederci... è un mio hyung.

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