Capitolo 17


CAPITOLO 17


Luce's POV


Dodici giorni erano passati dalla nostra partenza da Camelot.

Dieci giorni erano passati dal nostro arrivo al famoso Vallo di Adriano.

E mancavano solo sei giorni allo scatenarsi della battaglia finale contro le streghe ed il loro esercito sanguinario.

I miei occhi scrutarono l'orizzonte dall'alto della collina scorgendo le tende dei cavalieri ben piantate nel terreno sottostante ed ora illuminate dai molti falò che servivano per sorvegliare e riscaldare la pianura che – calata la notte – diventava più fredda e buia.

Il cielo era tinto dei magnifici colori del tramonto ed il sole si stava eclissando per lasciar posto alla regina della notte, una luna quasi piena ma comunque splendente.

<< Quali pensieri vi turbano mia signora? >>.

Voltai la testa verso destra, scorgendo Merlino scalare il pendio per raggiungermi e fissare a sua volta lo sguardo verso il tramonto.

<< La paura di fallire sta stringendo le sue spire su di me, facendomi temere per tutti i compagni che con coraggio e fierezza stanno attendendo l'arrivo del giorno decisivo. La speranza di vincere si sta affievolendo ogni minuto che passa, facendo avvicinare la guerra ed i nemici a noi >> confessai flebilmente.

<< Dovreste provare ad aver più fiducia in noi, ma soprattutto in voi stessa >> notò Merlino.

<< Non ho mai partecipato ad una battaglia ed ora mi ritrovo ad affrontare un esercito guidato da due streghe malvagie e senza pietà. Non sono ancora pronta a fare i conti con la morte, con i corpi feriti e sanguinanti. Come posso accettare questa oscurità se non riesco a vedere la luce che può aiutarmi a contrastarla? Ho paura Merlino, sono terrorizzata dal futuro >> ammisi con voce bassa e gli occhi lucidi.

Il mago si voltò per osservarmi meglio, mostrandomi la sua comprensione ed il suo sostegno attraverso i suoi occhi azzurri.

<< Anche noi abbiamo paura Principessa. Non conosco nessuno che non tema la morte nonostante poi combatta con tutte le sue forze fino all'ultimo respiro. E' normale provare queste sensazioni, è umano tremare ed essere preoccupati per noi stessi e per coloro che sono al nostro fianco >> proferì.

Mi strinsi le braccia al petto, cercando di placare i piccoli tremiti del mio corpo.

<< Ho paura di deludere tutti ed è l'ultima cosa che voglio. Desidero vedere il trionfo di Artù, dei suoi cavalieri e dei suoi alleati, voglio che Camelot vinca e che la pace regni sovrana. Voglio molte cose e non so nemmeno se riuscirò a vederne realizzata anche solo una >> dissi.

Merlino rimase in silenzio alcuni istanti, ponderando attentamente le parole.

<< Qual è il vostro desiderio più grande? >> domandò con cautela.

<< Il mio desiderio? Che Camelot- >>.

<< Intendevo personale, non collettivo. Cosa desiderate con così tanta intensità da essere disposta ad affrontare una guerra in un'epoca che nemmeno vi appartiene? >> chiarì interrompendomi.

Mi zittii, osservando il mago per una manciata di secondi prima di sospirare e rivolgere il mio sguardo al sole morente.

<< Voglio che Harry vinca e sopravviva perché non riesco ad immaginare un futuro senza di lui. Non è solo mio marito, il mio amante, il mio compagno o un amico. E' l'uomo che il mio cuore e la mia anima hanno designato per farmi sentire completa, protetta, e amata >> sussurrai.

<< Allora affrontate le vostre paure per il Principe. Ogni volta che siete in dubbio, ogni volta che qualcosa vi fa' tentennare o impaurire, pensate che lo state facendo per Harry e per l'amore che provate nei suoi confronti. Pensate a lui e sono sicuro che sarete la miglior guerriera scesa in campo per difendere e proteggere l'uomo che ama >> mi rassicurò.

E Merlino aveva ragione perché il pensiero del riccio riusciva a placare il mio tormento ed a rasserenare il mio spirito, ridonandomi quel coraggio di cui avevo bisogno.

<< Ti ringrazio di cuore Merlino >> sorrisi.

<< E' stato un piacere Principessa >> ricambiò.


Mancavano solo tre giorni alla battaglia e noi finalmente eravamo pronti.

Le trappole erano state disposte sia all'esterno che all'interno del Muro che ci proteggeva e solo gli ultimi preparativi dovevano essere ultimati, poi potevamo dirci completamente pronti.

<< E' quasi giunto il momento >>.

Spostai l'attenzione da Spirit, che stavo strigliando e coccolando, ad Aragorn che si era accucciato proprio alle mie spalle.

<< Saremo pronti a ricevere qualsiasi attacco. Contrasteremo e vinceremo contro le streghe che hanno osato sfidare Artù ed il suo popolo >> risposi con sicurezza.

Gli occhi rossi del drago mi scrutarono attentamente prima che facesse un cenno d'assenso.

<< Sembri cambiata, più determinata e meno insicura di quando siamo arrivati >> notò.

<< Ho capito che le paure ed i dubbi avrebbero solo dato un vantaggio a Morgana e non voglio che riescano a scamparla e così a sopraffarci. Camelot vincerà la guerra e la pace finalmente regnerà in queste terre >> replicai.

<< Non è solo questo ad averti incoraggiata. C'è dell'altro ma non vuoi che qualcuno lo noti >>.

Fermai la mano che reggeva la spazzola, fissando un punto lontano dinanzi a me.

<< Sii onesto con me Aragorn: vivrò in questo mondo o dopo la battaglia la magia mi riporterà nella mia epoca? >> domandai con voce sottile.

Il silenzio calò tra noi mentre Gray aveva alzato il capo per fissarmi e Spirit aveva rilasciato un lieve nitrito, come se fosse in attesa del verdetto.

<< Questo tempo non ti appartiene Luce, sei stata mandata qui per uno scopo ma non sei destinata a vivervi per sempre >> confessò con cautela.

Chiusi gli occhi e sentii chiaramente due lacrime scivolarmi lungo le guance, consapevole del reale significato di tali parole e delle conseguenze che avrebbero avuto su di me.

<< Perché il Fato mi ha scelta? Perché mi ha fatto conoscere la gioia e l'amore se alla fine me li strapperà dalle braccia? Che senso aveva farmi venire qui se poi dovrò tornare indietro? >> chiesi con voce spezzata.

<< In fondo al tuo cuore conosci già le risposte >> fu tutto ciò che disse Aragorn.

Sì, aveva ragione.

Anche se faceva male, anche se mi sentivo lacerata internamente, sapevo già che ruolo avessi ed il motivo per cui ero stata catapultata lì.

<< Potresti lasciarmi sola per favore? >> sussurrai.

Percepii i passi del drago che si allontanava prima di lasciarmi scivolare in ginocchio e permettere alle lacrime di scorrere sul mio viso, portandomi le mani a coprire il mio dolore.

Una sofferenza che Gray e Spirit condivisero con me, strusciando i loro musi contro le mie braccia per tentare di placare il mio pianto ed infondermi un po' di coraggio per affrontare l'infausto futuro che ci aspettava.


***


Harry's POV


<< Domani è il grande giorno >>.

Artù stava illustrando nuovamente agli altri sovrani ed ai comandanti la nostra strategia d'attacco, ricevendo assensi e consigli per migliorare o aumentare l'effetto sorpresa.

Smisi di ascoltare quando scorsi con la coda dell'occhio la figura di Luce incamminarsi verso i cavalli, seguita fedelmente da Gray.

<< Harry >>.

Distolsi lo sguardo da Lux per portarlo su mio fratello, notando i suoi occhi illuminati da una luce comprensiva e malinconica.

<< Fratello credo dovresti andare a controllare che la Principessa stia bene. Mi sembra nervosa e triste, non vorrei le fosse accaduto qualcosa e non ce l'ha riferito per non preoccuparci >> proferì Artù.

Annuii con un lieve inchino, cogliendo il sottile messaggio che mio fratello stava cercando di dirmi: mi stava lasciando andare da Luce per stare con lei in queste ultime ore di pace e serenità, per quanto il momento lo permettesse.

<< Grazie mio Re >> mi congedai.

Voltai le spalle al gruppo per seguire a passo rapido mia moglie, trovandola intenta a carezzare il collo e la criniera di Spirit. Lo stallone era già sellato ed in attesa, proprio come lo era il mio cavallo.

<< Dove vai? >> domandai confuso.

<< Vieni con me e lo scoprirai >> rispose con un sorriso accennato.

La osservai montare in sella a Spirit con una sicurezza degne di una Principessa, poi il suo sguardo incontrò il mio in una muta richiesta. Mi issai a mia volta sul cavallo e con un piccolo colpo di tacco lo spronai al passo dello stallone, affiancando Luce mentre Gray trotterellava davanti a noi.

<< Seguimi >> sussurrò al mio orecchio.

Poi la osservai spronare Spirit al galoppo in direzione della foresta oltre la collina.

Senza distogliere lo sguardo da lei incitai il mio cavallo a correrle dietro, ammirando l'eleganza e la sicurezza con cui Luce cavalcava. I capelli lunghi che svolazzavano attorno al suo volto a causa del vento e della velocità, la schiena ritta che seguiva con prontezza i movimenti del destriero, le mani serrate sulle redini per mantenere il controllo e guidare l'animale dove desiderava.

S'inoltrò nella boscaglia e seguì un percorso che supposi avesse imparato nei giorni precedenti perché altrimenti non sapevo spiegarmi come potesse conoscere quella zona a me ignota.

La vidi rallentare e la imitai, fermando il cavallo proprio accanto a lei. Smontò da Spirit e legò le briglie ad un ramo basso ma resistente, carezzandogli il collo e ringraziandolo.

<< Dove siamo? >> domandai curioso.

Seguii il suo esempio e scesi dal mio destriero, legandolo con lo stallone prima di seguire mia moglie che camminava a pochi passi da me reggendo una coperta che prima non avevo notato.

Trattenni il respiro quando mi condusse in un piccolo paradiso circondato dalla selva: dei ruscelli facevano confluire la loro acqua in un laghetto che dava vita poco più avanti ad un torrente più grande, permettendo all'occhio umano di scorgere le piccole e lisce rocce che decoravano il fondale coi loro colori delicati.

<< Gray ha trovato questo posto e me l'ha mostrato qualche giorno fa. Volevo condividerlo con te prima di... prima della battaglia >> tentennò.

M'intenerii per la sua titubanza e la sua insicurezza, così l'abbracciai e le baciai la nuca.

<< Sono contento che tu l'abbia fatto >> mormorai.

Le presi la coperta dalle mani e la stesi sul terreno ricoperto di sassolini e foglie, stendendomi per lanciarle uno sguardo incoraggiante. Luce mi imitò e si strinse contro il mio petto, permettendo alle mie braccia di circondarla.

Gray era accucciato vicino ai cavalli in modo da lasciarci un po' d'intimità, ma sapevo che era vigile e pronto ad avvisarci in caso di pericolo.

<< Sei strana in questi giorni >> ammisi.

<< Penso che sia normale, domani affronteremo una guerra ed io non so bene come comportarmi >> sussurrò.

<< Non è per la battaglia che sei così, c'è dell'altro vero? >> negai.

La sentii sospirare profondamente, prima che sciogliesse il nostro abbraccio e si sedesse osservando il laghetto con tristezza.

<< Non voglio andarmene una volta compiuto il mio dovere. Non voglio lasciarti per tornare nella mia epoca >> confessò flebilmente.

A mia volta mi sedetti ed alzai la mano per carezzarle la guancia, attirando i suoi occhi lucidi e colmi di lacrime.

<< Troveremo una soluzione per questo perché nemmeno io voglio separarmi da te. Come farei ad andare avanti senza la donna che amo al mio fianco? Non riesco a sopportare nemmeno l'idea della distanza che ci separerebbe, perciò troveremo un modo per stare insieme. Impediremo al Fato di dividerci >> la rassicurai.

<< Il tempo è contro di noi, come faremo a- >> singhiozzò.

La baciai per fermare il fiume di parole che stavano lasciando le sue labbra, sentendo le mani di Luce circondarmi le spalle per afferrarmi i capelli in un gesto disperato.

<< Troverò il modo di stare insieme. Te lo giuro amore mio >> sussurrai a pochi centimetri dal suo volto quando riprendemmo fiato.

Luce annuì prima di baciarmi nuovamente, stavolta in maniera più pacata e gentile.

Avrei mantenuto la promessa ed avrei impedito al Fato di seguire il percorso che aveva già scritto per noi.


***


Luce's POV


L'acqua fresca del laghetto cingeva i nostri fianchi mentre i nostri corpi caldi si stringevano in un abbraccio deciso e le nostre lingue si scontravano tra le nostre bocche unite.

Era un bacio colmo di passione e desiderio, proprio come bramose erano le nostre mani che birichine scivolavano sulla pelle nuda dell'altro per disegnare linee immaginarie o seguire i muscoli definiti.

Le parole non erano necessarie perché erano i nostri occhi, i nostri gesti, i nostri cuori, le nostre stesse anime a comunicare frasi silenziose.

Scivolammo nell'acqua finchè il livello non raggiunse le spalle, permettendoci di sentirci più liberi e leggeri in quel liquido fresco e puro. Avvolsi il collo di Harry ed infilai le mani tra i suoi capelli bagnati, scostandoglieli dal viso per perdermi nell'intensità dei suoi occhi smeraldini.

Come potevo percorrere la mia strada senza quello sguardo colmo d'amore?

Come potevo continuare senza quelle braccia e quel corpo che m'infondevano protezione attraverso un semplice sfioramento?

Come potevo continuare senza quella voce roca e sensuale o quei baci da mozzare il fiato?

Come potevo continuare semplicemente senza Harry?

<< Ti amo Haz. Ti amo più di quanto riesca ad esprimere >> sussurrai.

Un piccolo sorriso si disegnò su quelle labbra piene e morbide, rosse dei nostri baci e bagnate della nostra passione.

<< Siamo in due piccola Lux. I sentimenti che ci legano non possono essere espressi perché il nostro amore è molto più profondo e forte di quanto frasi o parole siano in grado di comunicare. Possiamo provare a dare un significato a questo legame, ma l'unica parole che mi viene in mente e che possa esprimerlo è: noi. Siamo tu ed io, siamo noi, e nessuno potrà cambiare questo fatto né ora né mai >> proferì.

Alcune lacrime solcarono il mio viso mescolandosi alle gocce che già mi bagnavano, mentre annuivo concordando con mio marito con un sorriso accennato.

<< Non lasciare che il dolore ti assalga amore mio. Godiamoci questo momento di pace e serenità che appartiene solo a noi >> sussurrò Haz.

Una sua mano cancellò le tracce del mio pianto prima che la sua bocca reclamasse la mia con passione.

Mi strinsi maggiormente contro il suo corpo, avvolgendogli il bacino con le gambe e lasciando che la sua virilità si scontrasse col mio centro. Un gemito si perse tra le nostre labbra dove le lingue si carezzavano e cercavano senza freni, mentre le sue mani scivolarono lungo la mia schiena per chiudersi sui miei glutei.

L'acqua gli permetteva di percepire appena il mio peso e questo era un enorme vantaggio per entrambi. Mossi i fianchi contro il suo sesso, facendolo strusciare sulla mia intimità per aumentare il desiderio che scorreva e faceva tremare i nostri corpi.

Le sue mani artigliarono con forza le mie cosce per sorreggermi meglio, permettendogli di scivolare dentro di me con un movimento fluido ed elegante. Da subito le spinte furono incalzanti e profonde, a volte quasi disperate e violente, ma entrambi gemevamo di piacere e volevamo semplicemente condividere in tutto e per tutto quell'intimo – e probabilmente ultimo – momento.

Sentivo l'apice farsi sempre più vicino finchè non mi travolse, facendomi sospirare come una preghiera il nome di mio marito proprio nel medesimo istante in cui anche lui gemeva il mio, rilasciando la sua essenza dentro di me.

I nostri petti si scontravano per i respiri affannati, ma sorridemmo quando i nostri occhi lucidi e colmi d'amore s'incrociarono ancora, permettendoci di leggere le emozioni che provavamo mentre i nostri cuori battevano in perfetta sincronia quella melodia che ci avrebbe legati per sempre.

Non importava gli anni che ci avrebbero separati,noi eravamo destinati l'uno all'altra e niente e nessuno avrebbe mai potutocambiare quel fatto.


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