New friends

Entra una ragazza alta con i capelli biondi che indossa una camicia bianca e dei jeans chiari. Porta degli occhiali da sole scuri, perciò, non posso dire di che colore siano i suoi occhi.

<Signorina Visconti! Le sembra davvero l'ora di arrivare in classe? Vuole davvero guadagnarsi un rapporto il primo giorno di scuola?>
<Mi scusi prof, ma non ho sentito la sveglia. Così, sono dovuta venire col motorino, preoccupando i miei genitori. E lei vuole davvero farmi la predica?>
<In effetti, posso. Forse, se va subito a sedersi al suo posto, evito di assegnarle il tuo primo rapporto di quest'anno.>
<Che rogna...>
<Come prego?>
<Niente.>

Il suo comportamento da sbruffona mi ricorda molto un mio vecchio amico, Giovanni. Di quest'ultimo, mi ricordo molto bene quella volta in cui la professoressa d'arte gli aveva messo una nota per essersi lamentato sul fatto che, secondo lui, era inutile studiare la sua materia alle medie. Ricordo che era così incavolato con lei per avergli messo la nota, tanto da buttarle la borsa dalla fuori finestra. 
Non mi sorpresi quando fu sospeso e, se non sbaglio, ebbe 7 in condotta del secondo quadrimestre.
Spero solo che lei sia più ragionevole di lui.

Vedo che è alquanto disorientata. Beh, come tutti direi.
È iniziato un nuovo anno ed è sempre la solita canzone.
Entri, cerchi di piazzarti nel banco che preferivi di più l'anno scorso o di trovare una certa distanza dai compagni che ti stanno meno simpatici e cerchi di raccontare la propria estate con i compagno che ti sono mancati di più. Invece, se sei nuovo come me, cerchi di mantenere un po' le distanze ed eviti di diventare un'icona già il primo giorno.

Quella ragazza si siede davanti al mio banco, posando lo zaino vicino alla finestra. Si toglie gli occhiali da sole e continua a fissare il professore. Però, il resto della classe continua a prestare la loro attenzione su di me. A quanto pare, non mi rimane altra scelta se non quella di presentarmi.

< Mi chiamo Alessandro Martini. Ho 16 anni e, nonostante abbia vissuto gli ultimi due anni a Milano, sono nato e cresciuto a Firenze. Mi piace molto leggere o ascoltare musica metal nel tempo libero. Se devo essere sincero, non ho mai nutrito un eccessivo rispetto per la sua materia. Probabilmente, non sarò stato il primo a confessarle tale disprezzo per lo studio della lingua latina ma volevo che ne fosse comunque informato.>

<Beh, se proprio si sentiva obbligato a rivelare il suo giudizio della mia materia di fronte a me e alla classe, non posso di certo biasimarla. Ciononostante, grazie per la sua condivisione. Si sieda, prego.>

Mi siedo, sentendo che c'è stato un notevole aumento del mio battito cardiaco, dovuto all'imbarazzo nel dovermi confrontare di fronte ai miei nuovi compagni. 

Veronica mi passa subito un foglietto come aveva fatto prima.

"Attento a dichiarare guerra al prof. Quello non ha rivali in ambito di serietà. Per quanto possa sembrarti educato e rigoroso, noi lo vediamo come un comandante di alto rango della Gestapo."

Dopo aver nascosto il bigliettino dentro l'astuccio, passo l'intera ora di latino, ascoltando il suo discorso di benvenuto ai nuovi arrivati e della sua spiegazione riguardo al fatto che quest'anno dovremmo lavorare come si deve, poiché avremo i crediti a fine anno che serviranno per passare all'esame di stato.

Per le due ore successive, c'è stata la professoressa d'italiano e storia che, come il professore di latino, non si è trattenuta nel farmi sentire al centro dell'attenzione della classe.
Che noia, però.  

Fortunatamente, ho scritto dei bigliettini con Veronica per tutto il tempo, fingendo di prendere appunti e cercando di conoscerci meglio.
Devo ammettere che il fatto di incontrare un'altra appassionata del ciclismo è piuttosto interessante. Inoltre mi ha rivelato che, durante il periodo in cui frequentava le medie, anche lei si è dovuta trasferire per un paio di anni a Milano. 

Suona la campanella della ricreazione che ci salva dell'ennesimo avvertimento per questo temibile anno scolastico. Tuttavia, temevo che questa giornata sarebbe stata un vero inferno e il che, molto probabilmente, è dovuto dall'assenza di Angelica. 

Prima che possa alzarmi per andare a prendere qualcosa alle macchinette, Veronica mi ferma tenendomi per il braccio.

<Scusami, Ale, ma voglio presentarti un paio di ragazze.> 

Non capisco cosa posso aver fatto per meritare tanta confidenza con Veronica che mi dice che le ragazze che mi vuole presentare non sono solo le sue due migliori amiche, ma sono anche le uniche persone che possono avvicinarsi a tale definizione. Arrivati di fronte alle macchinette del piano inferiore, Veronica saluta due ragazze che ricambiano il suo gesto.

<Alessandro, ti presento Maddison e Jasmine.>
<Molto lieto.> 

Maddison è una ragazza alta quasi quanto, ovvero su un metro e ottanta più o meno. Ha i capelli biondi corti e mossi e gli occhi azzurri. Indossa una camicia di jeans e dei pantaloni elastici neri. Porta delle scarpe blu di tela, direi un paio di Diadora.

Invece, Jasmine è abbastanza bassa tanto che, praticamente, mi arriva all'altezza della spalla. Ha i capelli neri lunghi e lisci, gli occhi marroni e la bocca piccola. Indossa una maglietta bianca senza maniche, dei pantaloni neri e delle Adidas nere. Vedo che porta una collana con al centro una gemma, oserei dire di smeraldo a forma di cuore. 

Solo Jasmine si fa avanti e mi stringe la mano.

<Piacere mio. Ti assicuro che il fatto che Veronica ci presenti un ragazzo sia una rarità e sono del tutto sorpresa come lo puoi essere te. Comunque, il mio cognome sarebbe Malik, come il cantante Zayn Malik.>

Aspetta. L'ex cantante degli One Direction? Per l'amor del cielo... 
Però, ha l'aria di essere una ragazza aperta e simpatica.

Vorrei parlare anche con Madison ma suona la campanella che ci fa segno a me e a Veronica di tornare in classe. Una volta arrivati, ci sediamo nei nostri posti e aspettiamo il prossimo professore. 

Note dell'autore:
No, non sono morto. Non mi sono neanche dimenticato di voi.
Forse, lo speravate.
Sono tornato ora che è finita la scuola e, quindi, non ho nulla di cui preoccuparmi.
Spero che vi sia piaciuto il capitolo. Vi chiedo di lasciare la vostra opinione nei commenti.
Al prossimo capitolo!

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