63.


I giorni seguenti furono devastanti.

I primi giorni, forse per via dei tranquillanti  che Jon aveva deciso di darmi,riuscivo a dormire,anche se la mattina non  mi svegliavo così riposata.
Ma dopo la prima settimana decisi che non voler più prendere quelle gocce.
Credevo che sarei diventata,un'altra volta,dipendente e non volevo avere altri problemi.
Jon continuava ad insistere che non avrei avuto nessun tipo di dipendenza e che quella la provocano gli ansiolitici.
A me non importava,volevo riuscire a superare anche questa situazione senza medicine di nessun tipo.

Cercavo di dare il meglio in qualunque cosa facessi,ma la notte....

Tutte le maledette notti era un incubo.

Il buio mi spaventava e rimanere sola,su di un letto che,per me,era diventato troppo grande e freddo,mi agitava ancora di più.

Non chiudevo occhio e se lo facevo,mi apparivano tutti gli scenari peggiori che potessi immaginarmi.
Tutti riguardavano Stefan.

Mi alzavo sempre urlando e piangendo e niente e nessuno riusciva a calmarmi.
Spesso Sam e Val rimanevano con me,ma non stavo tranquilla nemmeno con loro,e poi non riuscivano nemmeno a riposare.

Mi ero chiusa in me stessa e non parlavo più con nessuno,non di quello che provavo,e comunque non ci voleva nemmeno una laurea per capire che sarei esplosa da un momento all'altro.

Per puro caso,un pomeriggio,sono riuscita a trovare il mio rimedio personale.

* * *
Mi trovo fuori con la piccola Samy,quando sento dei rumori di motori.
È giornata di visita per gli altri ragazzi della comunità, e molti dei loro amici sono venuti con delle moto di grossa cilindrata,altri con degli scooter normalissimi,all'apparenza,ma sapevo che potevano arrivare a toccare anche i 100 kmh.

A differenza mia, la piccola si avvicina per salutare,mentre io ammiro quelle meraviglie.

< Vuoi provare a fare un giro?>
< Sarò anche pazza,ma non così tanto da salire su questo mostro dietro a qualcuno.>
Risposi senza guardarlo
< E non puoi chiederle nemmeno di competere perché Clear ti farà mangiare la polvere.>

Alzo di colpo la testa ma non mi volto
Questo che ha parlato mi conosce e anche se la voce non mi è nuova,non riesco a collegarla ad un viso.

Continuo a guardare il resto
<  Vedo che mi conosci,ma non così bene.
Io non corro,o meglio lo faccio,ma non per competere.
Quindi il tuo amico può stare tranquillo.>
< Certo che ti conosco Clear,e ti trovo pure bene.,>

Mi volto a guardarlo,è un viso famigliare ma....

< Matt? Sei tu?>
Mi fa un sorriso,e li ho la mia conferma.
< Ciao Clear.> e viene verso di me  abbracciandomi.
Mentalmente lo ringrazio pure,perché rivederlo mi ha letteralmente bloccato.

Non lo vedevo dal periodo di Ed,e noto,con immenso piacere che anche lui adesso sta bene.
Finalmente il mio corpo sembra reagire e lego in torno al suo collo le mie braccia.
Quando ci stacchiamo rimaniamo un po a scrutarci.

< Dove cazzo eri finito?
Nessuno ha più avuto tue notizie!>
Lui scoppia a ridere
< Sto bene grazie, e noto che ti sei ripresa anche tu.>
< Grazie,ma non cambiare discorso.
Che fine hai fatto? Dove sei  stato?
E che cazzo ci fai qui?>
<Ehi ehi calmati eh.
Sono con loro che sono venuti a far vista a JJ, lo conosci?
E cmq sono stato fuori.>
<Matt che fai,vieni?> chiede uno dei ragazzi
< No,vi aspetto qui.> e voltandosi verso di me
< Ho ritrovato un'amica e devo chiarire con lei.>

Porto la piccola a Sandy e la informo che sono fuori con un amico appena ritrovato.

Quando ritorno fuori,Matt è appoggiato alla sua moto
< Perciò, cosa hai fatto?>
Gli faccio segno di seguirmi e ci incamminiamo verso la grande quercia.

< Quella maledetta sera sono scappato,non volevo far parte di quel casino,ma una volta fuori ho chiamato un ambulanza,dicendo che c'erano dei ragazzi che forse stavano male.
Sono andato subito dai miei e gli ho raccontato tutto.
Non era quella la vita che volevo Clear.
Così mi mandarono in una comunità, dove con fatica,ne sono uscito.
Ho completato li i miei studi ed ora sono all'Università.
So cosa è successo hai ragazzi,mio padre me l'ha detto ed io ringrazio sempre per aver avuto un'altra possibilità.
Ma mi dispiace essere scappato via così, ma ho pensato a me stesso!
Scusatemi.>
< Non importa,anzi hai fatto bene.>
<Tu invece?>

Alzo la testa verso il cielo,mentre il vento mi accarezza il viso e comincio a raccontare tutto,da quella maledetta notte,fino ad ora,senza tralasciare nulla.

< È un debole Clear.
Una persona che si lascia influenzare così,soprattutto dopo aver lottato insieme a te,è soltanto un debole.
Ma ora,come stai?>
<Male,non riesco a dormire la notte,nonostante cerchi di sfinirmi durante il giorno.
È un'agonia continua,non riesco a venirne fuori.
E come se si fosse portato via un pezzo della mia vita quella che mi faceva andare avanti.>
< Hai provato ad andare in palestra?
Io mi sfogavo con la boxe e funzionava.
Perché non provi?>
< Non ci ho pensato,e comunque qui non abbiamo una palestra,ma la prossima settimana,quando ritorno a casa,mi iscrivo,tentare non nuoce.>
< Intanto proviamo una cosa,se funziona,me lo fai sapere domani! Vieni!>

Mi aiuta ad alzarmi e ci dirigiamo verso la sua Ducati Monster 750.

< Puoi uscire?>
<Devo chiedere, ma che devi fare?>
<Io nulla,tu devi scaricare.>
<No Matt,è nuovissima ed ho paura di rovinarla.>
< Non importa della moto,basta che non ti fai male tu>.

In quel momento passa Jon che vedendomi osservare quella meraviglia
< Vai Clear. Vai a fare un giro,ma stai attenta.>
< No Jon,non posso.>
< Metti il culo su quella moto e vai,ora!>
Quando Matt che mi porge il casco, e mi volto mimando un grazie verso Jon.

Solo montarla,mi fa aumentare i battiti,metterla in moto e sentire il suo rombo,mi libera,in un secondo,la mente.
Matt sale dietro di me,ed io parto.

Quando arrivo sulla strada asfaltata,non esistono pensieri, paure,nulla.
Siamo io,la moto e la strada.
Do gas,e finalmente sono libera

* * *
Quella fu la prima sera,che riuscì a dormire senza avere nessun incubo.
Il concentrarmi su quel mezzo e sulla strada,aveva assorbito gran parte delle mie energie.

La settimana successiva tornai a casa definitivamente.
I miei organizzarono una grande festa con tutti i miei amici e Matt mi regalò il suo vecchio scooter modificato.
Piano piano ripresi la mia vita in mano.
Avevo chiarito con i miei genitori,mi ero scritta in palestra e facevo kick boxing,e quando sentivo il bisogno di sfogarmi,o andavo alla scogliera,o correvo.
Tutti i fine settimana uscivo con i ragazzi, che ancora suonavano nei locali.

* * *

13/11/2001

< Mamma,hai chiamato la dottoressa?>
Urlo dalla mia camera,mentre cerco di indossare un paio di pantaloni che non ne vogliono sapere di entrare.

Da quando sono tornata ho messo su qualche chilo,che non mi sta male, ma se lo uniamo al fatto che non mi viene il ciclo da un po,il risultato cambia.

< Martedì abbiamo appuntamento> dice mia mamma entrando in camera
< Amore,sicura di non essere incinta?>
<Mamma abbiamo fatto insieme il test,ed era negativo,l'hai visto.
Sono ste cazzo di ovaie policistiche che rompono.
Comunque martedì ti darà conferma la dottoressa.
Ora,mi aiuti a farmi la treccia?
Tra un po arrivano i ragazzi.>
<Dove andate?>
<Siamo in piazza vicino al teatro, suonano li> dico a mia madre mentre cerco un elastico nel cassetto.
Ma quando vedo la foto di Stefan,mi arriva dritto nello stomaco,una sensazione che non provavo da tanto.
Indietreggio come spaventata,e se ne accorge anche mia mamma
<  Che succede? Stai bene?>
<Stefan,ho la sensazione che sia successo qualcosa.
Mamma...>
<Ehi ehi,guardami.
Non è successo nulla,non lo senti da troppo tempo e forse quella foto non ha aiutato.
Adesso cerca di calmarti e vai a divertiti.>
< Non lo so,forse è meglio se rimango a casa,non mi sto sentendo bene>
<  No,è soltanto il pensiero di lui.
Dammi il codino e siediti ora!>
<Spero mamma,lo spero.>

Quando finisce con i capelli esce e mi lascia sola.
Tra un po i ragazzi saranno qui ed io vorrei restare a casa
Non lo so,mi sento strana,ma non ho il tempo di pensare ad altro che il campanello suona e sento la voce dei ragazzi.

< Ehi Clear,sei pronta?
Sbaglio o sei un po più tonda?>
< Val,hai intenzione di cantare o vuoi che ti stacchi le corde vocali?>
< Ok,non parlo più! Ma stai bene.
Su andiamo>
< Prendo la borsa e....cazzo!
Ho scordato di caricare il cellulare.>
<Dai,tua madre ha il nostro numero.>
<Si ma se dovesse chiamare Stefan?>
<Clear,non l'ha fatto per due mesi,credi possa farlo giusto oggi?
Dai piccola!>
<Forse hai ragione. Andiamo.>

Saluto i miei e dico che il tel è sotto carica, che se devono chiamarmi lo possono fare dai ragazzi.
Partiamo e arriviamo al locale,come al solito preparano gli strumenti, mentre io mi siedo fuori sorseggiando una birra.

Mi passo,frustrata, una mano sul viso.

Cazzo! Non mi sento tranquilla!

Ma decido di non pensarci e di dedicarmi ai ragazzi.
Passo la serata a chiedere se qualcuno mi ha cercata e quando arriva Matt,gli chiedo di accompagnarmi a casa,che ho una strana sensazione.

<Clear, che succede?>
<Non lo so,ma non mi sento tranquilla.
Oggi ho rivisto una foto di Stefan e da allora ho questa strana sensazione.
Non so spiegarlo.>
<Ma stai tranquilla invece,vedrai che non è nulla.
Tu ti stai distruggendo da sola,non parlare di lui con nessuno,fare finta che va tutto bene,quando entrambi sappiamo che non è così, non ti aiuta.
Io non posso aiutarti se mi tieni fuori.>

Ha ragione,non parlo con nessuno di lui,solo il mare conosce i miei segreti,ma sentirmi dire che tornerà, che andrà tutto bene,non mi aiuta.
Ho imparato a gestire le miei emozioni su Stefan e non intendo cambiare ora.

<Senti Matt,o mi accompagni oppure vado da sola.>
Mi porge le chiavi della moto,che rifiuto.
Non ho la testa per guidare e voglio arrivare a casa tutta intera.
<Sei messa proprio male,se ti rifiuti pure di guidare>
Non gli rispondo e il tragitto fino a casa lo passiamo in silenzio.

Quando finalmente arrivo scendo al volo dalla moto e saluto Matt urlando e correndo verso casa!

Quando entro,trovo i miei intorno al tavolo.
< Clear,già qui?
È successo qualcosa?>
Mio padre mi guarda senza parlare
< No,niente. Ma non so perché volevo ritornare>

<Clear,siediti ti devo dire una cosa!>
<Stefan?>
<Si.>
Mi mancano una serie di battiti,oppure il cuore riprende a funzionare correttamente,non ho capito.
< È venuto a cercarti qui.
Dice che ha provato a chiamarti,ma il tel risultava spento.>
<Lo sapevo,dovevo rimanere a casa!> urlo mentre le lacrime cominciano a farsi strada
< Ehi calmati,gli abbiamo detto dove eri,ma si farà sentire domani.>
<Non importa,dovevo rimanere,dovevo caricare prima quel cazzo di telefono.
Dovevo essere qui!>
Mi dispero e mio padre mi abbraccia
< Non stava così male,stai tranquilla.
Adesso vai a dormire,domani arriverà prima.>

Dopo essermi convinta vado a dormire, o provo a farlo,visto che dopo due mesi, sono solo incubi i miei.

La mattina mi sveglio che sono le 7,e stranamente sono tranquilla.
Accendo il telefono e trovo le chiamate e un messaggio di Stefan

" Ti amo principessa."

Con un sorriso stampato in faccia,mi alzo per farmi una doccia, ma il suono del campanello mi blocca.

Corro alla porta,continuando a ripensare a quel messaggio.
Apro....

Il sorriso mi si spegne subito,
faccio di no con la testa,senza che dalla mia bocca esca alcun suono,fino a quando non sbatto contro mio padre,che sta dietro di me.

Le gambe non reggono il mio peso....

Nessuna lacrima,niente.
Solo un urlo straziante,che lascio andare io stessa,senza accorgermi.

E poi il vuoto.

Un enorme vuoto dentro che risucchia anche la mia anima.




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