62.

Sono sveglia già da un po e le lacrime non vogliono smettere di venire giù, eppure nemmeno voglio provare a farle smettere,perché so di essere rimasta sola in camera,quindi posso dare sfogo al mio dolore.

L'ho sentito baciarmi e sfiorarmi,ma ho fatto finta di dormire, sarebbe stato ancora più doloroso sentirgli dire che tra noi era finita.

Lo sapevo già, le mie esigenze non potevano coincidere con le sue,non in questo momento.
Eppure lo sentivo,lo sapevo e lo dicevo, ma cazzo se fa male.
È un dolore troppo forte,come se mi stessero uscendo,a mani nude,il cuore dal petto.

Ho creduto in noi,ci ho messo tutta me stessa eppure non è bastato,ed ora sono stanca,
stanca di sentirmi una nullità.

Forse avrei dovuto lottare di più,o forse non avrei dovuto affidarmi così a lui.
Ho sbagliato,per l'ennesima volta ho sbagliato tutto e ancora una volta ne pago le conseguenze.

Ho pensato che tutto sarebbe stato più facile,invece...Sono una povera illusa,convinta che nonostante tutto,la nostra vita poteva essere più facile,ma non è vero.
Ci sarà sempre qualcosa o qualcuno pronto a buttarti giù un'altra volta,ed è quello che sto vivendo adesso.

Ma adesso devo  calmarmi ,non posso passare tutto il giorno chiusa qui dentro,devo pensare anche a me stessa e convincermi che ciò che sta succedendo non è colpa mia,e non sarà facile.

Stringo il cuscino sul mio viso,lanciando un urlo strozzato per evitare di farmi sentire,do sfogo alle ultime lacrime e poi

"Dai Clear,la vita va avanti nonostante giochi sempre sporco".

Dopo un po mi alzo e vado in bagno,cercando di non farmi vedere da nessuno, devo riprendere il controllo di me stessa.
Mi faccio una doccia fredda ne ho bisogno,e quando finisco,per la prima volta,mi trucco e sistemo i capelli e corro in camera per vestirmi.

Mentre sto  sistemando
le cose che non mi servo più,qualcuno bussa alla porta,ma non entra...
<Avanti > dico sbuffando
<Tesoro sono io,non entro ma ti aspettiamo di la per la colazione.>
< Non ho fame mamma>
le fatidiche parole per farla entrare in camera
< Che vuol dire che non hai fame?
Sono due giorni che mangi poco,per non dire nulla,quindi adesso ti alzi e vieni di la> comincia a dire senza guardarmi e cominciando a sistemare il letto.
<Ok mamma>
< Tu non stai bene,ma ne riparleremo. Adesso sbrigati.> e finalmente mi guarda
<Clear?
Che succede?
È la prima volta che ti sistemi così.>
<Sto male?> effettivamente non mi sono mai truccata,non ho mai avuto bisogno di nascondermi.
< No amore mio,stai benissimo e dovresti farlo più spesso, anche se senza trucco, sei bellissima ugualmente.>
< Grazie mamma> le dico lanciandomi su di lei e abbracciandola.

Avrei bisogno di questo,un abbraccio che mi faccia capire che tutto si sistemerà, che tutto può tornare come era prima.
Ma l'unica  persona capace di darmi questa sicurezza è andato via,decidendo per entrambi.

<  Mamma,io dopo esco.>
<No Clear,da sola non esci.
Per fare cosa?
Per andare dove?
E correre il rischio di non vederti tornare? Scordatelo.>

<Mamma ho bisogno di pensare.
Perché ogni nostro discorso deve finire sempre sulla droga?
Non è per questo che voglio uscire,voglio solo stare in pace un po,è chiedere troppo?>
<Ascolta Clear...>
<No,ascolta tu.
Io capisco che non ti fidi,ma devo respirare,quindi togliti dalla testa  che torno a casa e sto chiusa in camera mia,perché non sarà così.
Se sentirò il bisogno di "scappare",lo farò.
Ed ora se vuoi scusarmi io vado.
La colazione la faccio fuori.>
< Tu non esci.>
<Prova a fermarmi>

Metto tutto quello che può servirmi in borsa,compreso il bigliettino scritto da Stefan,senza più ascoltare le urla di mia madre.
Mio padre mi ferma sulle scale
<Clear...>
<Ti prego papà, fidati.>
<Lo faccio,penso io a tua madre.>
<Grazie>

Come fossi un automa, attraverso le  strade che mi  portano  nell'unico posto in cui posso permettermi di essere me stessa,ma ad ogni strada,ogni angolo che passo o che guardo,e come se mi arrivasse un schiaffo.
Qui tutto ha un nostro ricordo,e non so quanto tutto questo mi possa far bene.

Finalmente arrivo....
Mi affaccio alla ringhiera,che vieta l'accesso alla scogliera,e mi fermo a guardare il mare.
Oggi è tranquillo,tutto l'opposto di come sono io.

Scavalco e comincio a scendere  verso il mio angolo,una piccola grotta naturale,che mi permette di rimanere nascosta e di stare tranquilla senza essere disturbata.

Tiro fuori dalla borsa le sigarette e il bigliettino lasciato da lui,ma non lo leggo.
Non so quanto tempo sia rimasta così, a guardare il cielo congiungersi al mare.
So che è tutta un illusione,ma credere che due elementi,così speciali,possano in qualche modo unirsi,mi ha trasmesso quella tranquillità che fino a prima di arrivare,non avevo.
Mi convinco del fatto che,quella  stessa illusione siamo io e Stefan.
Dopo tutto,siamo stati una magnifica illusione.

Finalmente mi decido.
Accendo l'ennesima sigaretta e do fuoco al foglio...
Non voglio sapere cosa dice,sto già male così, e non ho bisogno di illudermi con le sue parole scritte, che arrivati a questo punto,non hanno più importanza.

Rimango ancora un po,finché il mio stomaco non comincia a reclamare,e così mi accorgo che  si sono fatte le 14:30.
Questo posto,mi fa perdere la concezione del tempo.

Risalto la parete e chiamo mio padre,avvisandolo di star bene e che sto andando a mangiare.

* * *
Quando ritorno a casa sono già le 18:30 e mia madre ha deciso di non rivolgermi la parola.
Capisco che per lei sia difficile, ma cavolo,non è facile nemmeno per me,ora più che mai.
Mi dispiace vederla così silenziosa,ma che si metta,per un solo secondo,nei miei panni.
Che dovrei fare io?

Decido di sistemare le mie cose e chiedo a mio padre di accompagnarmi presto l'indomani,ho bisogno di stare con i ragazzi e di svagarmi,qui comincio a soffocare.

E così, la mattina alle 6,siamo già in macchina,diretti in comunità.
Un viaggio lungo e silenzioso,anche lui c'è rimasto male.

<Scusami>
<Eh? E per cosa?
Ascolta Clear,sappiamo che non è facile,che Stefan è andato via e che le cose tra di voi stanno precipitando,ma la mamma ti vuole bene e si preoccupa,forse troppo,ma cerca di capire anche lei. Provaci.>
Non mi trattengo più e le lacrime escono senza che nemmeno me ne accorga
< Lo so papà e capisco.
Ma porca trota,io sto male.
A me manca Stefan e forse mancherà per sempre.
Devo provare a capire gli altri,ma provate a capire pure me. Ho fatto degli sbagli,enormi,ma non posso essere giudicata a vita! Capisco che si preoccupa,ma cazzo non mi ha chiesto nulla. È mia madre,ma non vede se sua figlia piange,la sente urlare e fa finta di nulla.
Non può provare a capire pure lei?
Non può capire che ho soltanto diciotto anni ,ma la mia anima sanguina,già da parecchio?
Devo capire sempre tutti, ma chi capisce me?>

Non mi ha mai risposto ed è stato il nostro ultimo discorso.
Quando arrivo,non scende nemmeno dalla macchina,e mi lascia li,come una cretina.

Vedo Sam correre verso di me,e mi tira tra le sue braccia.
Tutte le mie barriere vengo giù.
<Quando finirà tutto questo?
Non resisterò così.>

Lui mi stringe a se,non dicendo nulla,come se volesse prendersi un po del mio dolore e lenire le mie sofferenze.

Dopo che mi sono leggermente calmata,entriamo dentro e mi prepara la colazione,mentre piano piano tutto comincia a prendere vita.

Sono in giardino con Samy,mentre sento Val parlare con Alan.
<Sarà una grande batosta,ma lo deve sapere>
<Aspettiamo che torna Jon....>
<No,non voglio nasconderle niente,deve sapere...>
<Cosa devo sapere?> dico avvicinandomi a loro.

< Clear, si tratta di Mary e Stefan>
<Oh...è successo qualcosa?>
< Mary è in ospedale e le sue condizioni sono critiche.
Non sappiamo i dettagli,stiamo aspettando che torni Jon...>
< E Stefan? È con lei?>
Si guardano per un attimo
<Stefan l'ha trovata ed è andato con lei in ospedale,ma quando Jon è uscito per dare  informazioni,lui era già andato via.
Non riusciamo a rintracciarlo.
Mi dispiace Clear>

Non sento più nulla,solo rumori e voci confuse e poi buio.

Mi sveglio e sono nella mia stanza con una flebo attaccata.
< Hai cominciato a vomitare e poi hai perso i sensi>
Mi volto e seduto su una sedia c'è Jon.
< I ragazzi mi hanno detto di averti raccontato cosa è successo.>
< L'hai rintracciato?>
< No Clear,e non credo che riusciremo a farlo,non stavolta.>
<Ma...>
<No Clear.
Ha trovato Mary in condizioni pietose.
L'hanno pestata di botte,rotto tre costole,spappolato la milza e accoltellata all'addome.
Non era un bel vedere e per lui è stata una grande botta.
È stata operata,ma continua ad essere in pericolo.
Quando sono uscito per andare da Stefan,lui non c'era più.
Ha lasciato un biglietto con un numero di telefono,e ha scritto di non cercarlo,che sarebbe tornato lui.
Piccola,cosa posso fare per te?
Non voglio vederti così.>

Guardo fuori dalla finestra,mentre ricomincio a piangere,non riesco a trattenermi e non capisco il motivo.
< Nulla Jon,nessuno può fare nulla.
Devo solo abituarmi e forse col tempo mi riprenderó,almeno è così che dicono tutti.
Adesso lasciami sola,e staccami questa cosa,che sto bene.>
< Clear devi reagire,non puoi stare così.>
< Lo farò, ma a modo mio e con i miei tempi.
Adesso vai.>
Gli dico mentre mi toglie la flebo.

Il problema è quando resto sola.
Mi fa male restare qui,con le sue cose e non so cosa succede,ma senza urlare comincio a rompere tutto.
Stacco le foto dalle pareti, gettando tutto a terra.
Tolgo e strappo pure le lenzuola che profumano di lui.
Non lo rivedrò mai più,e non oso pensare come si possa sentire in questo momento.
Solo e senza nessuno...
No no no....

Troppo dolore, rabbia,un mix di emozioni che non riesco più a controllare.
Mi manca l'aria e sento il cuore cedere.
Un dolore lancinante al petto,che mi fa urlare con tutta l'aria che ho nei polmoni.

Crollo a terra,piangendo e strappando le nostre foto.
Sandy entra subito seguita da Val e mi prendono cercando di cullarmi.

<Starai bene Clear,te lo prometto.
Adesso sfogati,urla,piangi fai quel che ritieni giusto,ma fallo.>

< Clear,ti prego non escluderci>
mi dice Val e quando alzo il viso su di lei,anche lei piange.

Mi lancio su di lei,non riesco a parlare solo piangere ma la stringo cercando di farle capire che ho bisogno di lei,di loro,per superare tutto.







Il 19 luglio hai deciso di finirla...
Non riuscivi più a combattere contro i tuoi demoni e spero che adesso tu sia tranquillo.
Il 19 luglio hanno ripreso a sanguinare cicatrici che credevo si fossero rimarginate,ma ho capito che non erano mai guarite....
Il 19 luglio ho visto volare via gran parte della mia adolescenza...
Ricordi di una camera piena di poster e con la tua musica che non smettava mai di suonare.

Rip C.❤




Scusate il ritardo...gli errori...
SCUSATEMI❤


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