60.


Non mi sono sbagliata.

<Jackie>dico guardandola incredula e con la voce che trema.
<Ciao piccola Clear> col suo solito sorriso rassicurante,che nonostante sia deturpato dagli acidi,stranamente io trovo bellissimo.
Era l'unica,che cercava di aiutarmi durante le mie crisi,senza darmi mai niente.
L'unica,insieme ad altri due,di cui potevo fidarmi,senza che avessero secondi fini.

<Jackie> stavolta urlo il suo nome e le salto addosso,con gli occhi che cominciano a pizzicare.
Ha sempre lo stesso profumo,si proprio profumo,non pensate che qui sotto ci sia soltanto la feccia,come ero io,ma ci stanno pure persone come lei,che nonostante tutto cercano di avere  un aspetto decente,perché fuori da questo schifo,continuano ad avere una vita sociale,e come lei,una famiglia.

<Ciao piccolina. Sei bellissima e vedo che ti sei ripresa alla grande. Ho avuto paura di non vederti più, King mi ha raccontato di quel bastardo e di come ti ha ridotta.
Credevamo di averti persa.
Oh piccola mia,fatti guardare!>

Ha le lacrime,e non riesco nemmeno io a trattenermi.
<Jackie,mi sei mancata da morire.
Come stai? Che ci fai qui?>
<Noto con piacere che la tua parlantina c'è ancora.
Sto bene,stiamo bene.
Sai quanto è difficile per noi uscire da questo giro,ma io Nora e The King,ci stiamo provando.
Abbiamo ripreso le nostre vite,non del tutto visto che oggi sono qui,ma piano piano ci riusciremo. Tu invece, che ci fai qui?>

Abbasso il viso e guardo le mie scarpe,ma solo perché ripenso subito a Stefan,e le lacrime non vogliono smettere di scendere.
Jackie mi prende tra le sue braccia
<Stai tranquilla, va tutto bene e qualunque cosa sia,ti aiuterò come ho sempre cercato di fare>

<Che succede qui? Cosa ci fate voi perfettini a casa nostra? Non siete graditi>

È proprio lui,impossibile dimenticare la sua voce.
Mi scosto da Jackie per guardare verso l'entrata.
È proprio lui.
Sempre avvolto dal suo chiodo,nonostante le temperature abbastanza alte.
Sempre con i capelli perfettamente a posto e con la barba ben curata.

<King,sono con me,lasciali stare>
<Ah ok,potevi anche avvisarmi Clear....>

Nora resta a guardarmi a bocca aperta,incredula nel rivedermi,mentre King,si volta verso di me

<Clear? La nostra piccola Clear?
Cos'è, uno scherzo?>
<No King,sono io...>

Con due enormi falcate me lo ritrovo davanti e subito dopo sono avvolta dalle sue forti braccia
<Piccola,sono così felice di rivederti> e per la prima volta lo vedo con gli occhi lucidi,così mi attacco al suo collo
<Sto bene e sono felice di averti rivisto.>
Al nostro abbraccio si aggiunge anche Jackie e Nora,è la compagna di King,una bellissima donna.
Alta,capelli neri che le arrivano sui fianchi e occhi verdi.

Questa è stata la mia famiglia per un po di tempo e ritrovarli,più tranquilli,mi rende felicissima.

< Piccola Clear,ci sei mancata tantissimo.> continua King
<Dopo quel giorno,in cui ti hanno portato via,non abbiamo più avuto tue notizie,e viste le condizioni in cui ti aveva ridotto quel lurido verme,non credevo ce l'avresti fatta. Abbiamo pure provato a cercarlo,ma non si è più fatto vedere. Sapeva che tornando qui non sarebbe uscito più con le sue gambe.>
Mi mette giù, e stringe talmente forte i pugni che le sue nocche diventano bianche.

Prendo le sue enormi mani tra le mie
<Tranquillo,sto benissimo e mi sono pure ripulita.
Per quanto riguarda quel bastardo,l'ho lasciato che correva piegato in due e dolorante.
Credo che le sue palle adesso si trovino al posto delle tonsille.>
<Cosa hai fatto?>
Nora non riesce a credere alle sue orecchie,e così racconto quello che è successo poco prima in piazza.
Al discorso si uniscono anche Jon e Samuel,ma King non smette di guardarli male.

È come se fosse un capo branco,pronto a difendere tutti da qualsiasi minaccia.
< King ascoltami,sono loro che mi hanno salvata.
Jon era su l'ambulanza che quel giorno mi ha portata in ospedale,
mentre Samuel gestisce la comunità che mi ha aiutata tantissimo in questi mesi.
Sono miei amici,stai tranquillo.>

E finalmente si rilassa.
<Ma spiegami che ci fai qui,se sei uscita da tutto questo.>

Prendo un sospiro che mi costa un enorme fatica, e racconto loro di Stefan  e Mary.

<Ma Mary non si fa più vedere qui.
L'ultima volta l'ho incontrata al centro e le ho chiesto come stava,anche se si vedeva lontano chilometri come stava ridotta.
Mi ha detto di avere una casa,ma non credo sia così.> mi dice Nora

< Non mi interessa di lei,e non mi frega passare per una insensibile,ma lei non si è fatta nessuno scrupolo con me.
Mi ha lasciata qui sotto come se fossi stata un peso per lei.
Se non fosse stato per voi,non sarei nemmeno qui oggi.
Voglio solo ritrovare Stefan.>

<Stefan è quel tuo amico di cui parlavi sempre?
Forse è pure quello che ti ha trovata qui sotto.
Ma non capisco piccola,perché andare con quella,sapendo cosa ti ha fatto!>
< Si sente in colpa,dice che se Mary sta così la colpa è sua.
Ma non importa questo,voglio solo parlare con lui e poi lasciarlo alle sue scelte,e mi costa tutto questo.
Stefan non è più solo il mio migliore amico,ma è la mia metà, la mia vita,la mia rinascita da tutto questo.>

< Tesoro>dice Jackie
< Non sappiamo dove si possa trovare Mary,ma torniamo sempre,e l'hai fatto anche tu oggi, dove tutto è cominciato.
Prova a pensare a questo,saranno sicuramente lì.>

Torniamo sempre dove tutto è cominciato.
Che vuol dire?

<Che pensi Clear?>
<Dove tutto è cominciato....potrebbero essere alla villa?> dico scattando come una molla,e facendo riaccendere quella piccola fiammella di speranza che stava per spegnersi.

<Non credo, adesso la villa la chiudono arrivando ad una certa ora,e degli agenti stanno dentro a sorvegliare> dice Samuel,mentre io mi lascio cadere su una sedia.
<Pensa Clear, ci deve essere un posto particolare.>

Ma non mi viene in mente nulla,nessun posto.
< Sentite,adesso sono stanca e non mi viene in mente un bel niente.
Torniamo a casa.
Spero di rivedervi presto,magari fuori da qui.>
<Dai usciamo insieme,anche noi ritorniamo a casa.>

Mentre ci avviamo verso l'uscita,mi perdo a guardare questo mondo.
Vorrei poter far qualcosa per ognuno di loro,ma ormai ho imparato,a spese mie,che non tutti vogliono o posso essere aiutati.

<Ciao Ed....> saluta King un ragazzino,ed io mi volto subito a guardarlo.
So che non è il nostro Ed,ma....
<  Cazzo!!! Jon,sono a casa di Ed.>
<Eh?> mi guarda non capendo.
< Ti ricordi dove ci siamo conosciuti? Quando hai aiutato Stefan?>
< Certo che ricordo,ma quel palazzo è stato posto a sequestro e dichiarato inagibile.>
<Sono li,lo so.
Dammi le chiavi oppure corri con me.
Ragazzi scappo,vi faccio sapere.>

Mando un bacio volante a tutti,e corro su per quelle scale,con una voglia nuova,è come avere  l'impressione di correre verso una nuova vita.

Salto in moto con Jon,seguendo un Samuel scatenato.
Sono sicura di trovarli lì.

Quando arriviamo è tutta una desolazione, non solo il palazzo,ma l'intero quartiere.
I pali della luce non funzionano e quei pochi rimasti,danno un senso di tristezza e di abbandono.
Com'è possibile che in una città bellissima come questa,ci siano intere zone abbandonate a se stesse,come se questi quartieri non facessero parte della stessa città,eppure non siamo lontani dal centro e dalla vita notturna,di cui vive la stessa.

<Io non credo che li troveremo qui Clear. Non ci sta niente.> dice Samuel richiamandomi alla realtà.
< Sono qui,guarda.> e gli indico una luce fioca proprio nell'appartamento di Ed.
< Su andiamo>
<Clear aspetta...> Jon mi richiama
<Anche se dovesse essere qui,non possiamo costringerlo a ritornare se non lo vuole.
Lo stiamo facendo solo per te.
Tu hai lottato per riprendere in mano la tua vita,non vogliamo vederti ricadere in quel vortice che ti stava risucchiando l'anima.
Solo per questo lo facciamo.>

Mi avvicino e lo stringo a me
< Lo so,e vi ringrazio.
Ma non voglio obbligare nessuno,e se lo sto facendo è solo per me stessa.
Adesso andiamo.>

Riusciamo ad entrare da un ingresso secondario e arriviamo alla porta.

Mi sudano le mani e mi tremano le gambe,ma sono pronta a tutto,anche se già so che non sarà la fine che spero.
Con una sicurezza che non mi appartiene,busso decisa alla porta,non sapendo cosa aspettarmi.
Ma nessuno apre,così busso più forte
<Mary,apri questa cazzo di porta. Lo so che siete li dentro.>
Nulla da fare...
< Mary o apri sta dannata porta,o giuro su quanto ho di più caro,che te la butto giù...>
Finalmente la signorina si degna,ma quella che mi trovo davanti non è Mary,non può essere lei.
Faccio un passo in dietro finendo su Jon che mi blocca per le spalle,ma è solo questione di un attimo,mi riprendo subito.

<Che cazzo hai fatto?> non ci posso credere,è ridotta uno schifo e puzza da far paura
<Mary....>
<Non cominciare,non ho bisogno delle sue lagne principessa...>
< Non devo lagnare un bel niente,ma fai davvero schifo e puzzi di fogna.Forse dovresti lavarti un attimino,si chiama igiene mia cara.
Ma sei solo una lurida...> fa per bloccarmi ma questa volta non glielo permetto
<Non sono cazzi miei,fai pure quel che vuoi.
Devo solo parlare con Stefan>

<Clear>
È la sua voce,che nonostante tutto riesce ancora a farmi mancare l'aria, ma devo resistere e non mi volto verso di lui,resto a guardare Mary,che vedendo Stefan  avvicinarsi,abbassa il viso non riuscendo a guardarlo.
Lo vuole ancora.
< Clear,guardami.
Che ci fai qui?>
  Non mi volto,continuo guardare Mary
<Se magari ti fossi degnato a mandare un messaggio e a dire che stavi bene,non sarei arrivata fino a qui,a sentire sto fetore.>
< Clear...>
< Clear un cazzo Stefan,non ci si comporta così, sapendo che ci sono persone fuori, che si preoccupano per te.
Comunque vedo che stai bene.
Possiamo andare ragazzi.>
< Sarei ritornato, stavamo solo parlando.
Le ho detto di chiamare per qualunque cosa, ma non ho intenzione di stare qui.>
Lo guardo e sembra sincero,ma io lo conosco,e quel suo modo di giocare con l'anello è un'altra conferma.
Lui vuole rimanere ad aiutarla.
<Resta pure Stefan,so che tornare a casa con me,non è quello che vuoi. Quindi resta.>
<No. Non voglio che resti qui,e poi devo lavorare,torna a casa.
Se dovessi avere bisogno,ti chiamo.> dice Mary
< Noto con piacere che ragioni, ogni tanto.
Io vado. Ciao Mary una buona vita.>

Mi volto lasciando entrambi davanti la porta.
Nessuna scenata,nessun pianto isterico,anche se la voglia di urlare è tanta.
Arrivo davanti la moto e mi accendo una sigaretta,non ho pensieri per la testa,nessuno.
L'espressione di Stefan parlava da sola.
<Clear,mi dispiace tanto.>
< Per cosa? Io sapevo già che sarebbe finita così.
Adesso ritorno a casa,ci vediamo lunedì.>
< Dai ti accompagnamo,e poi c'ho preso gusto con questa moto >
< Clear aspetta,vengo con te>
È Stefan che urla alle mie spalle.
Sospiro,e non riesco più ad essere normale con lui,non adesso.
< Ti conviene andare con i ragazzi,perché sto tornando a casa mia.>
<No,vengo con te.>

E così torniamo a casa,in assoluto silenzio,riuscendo pure a non far sentire i nostri respiri.
Quando arriviamo,nessuno ad aspettarci,nemmeno mio padre.
Ci facciamo una rapida doccia e non insieme,e subito,almeno io,mi addormento,forse troppo stanca pure per pensare.

Ho cercato di fare il prima possibile....
Non ho riletto,quindi....SCUSATE GLI ORRORI.
Bacioni Chiara😘❤

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top