58.
Con in braccio la piccola,che ormai tanto piccola non è più, e con mio padre,che mi segue con la mia valigia, entro dentro casa.
L'odore è quello che riconoscerei anche ad occhi chiusi,anche in mezzo a mille altri profumi.
Sarà l'emozione di ritrovarmi qui,ma ho un capogiro,tanto che mi costringe a mettere giù mia sorella e far in modo che mio padre mi raggiunga e sostenga per non farmi finire a terra,e mi aiuta a sedermi sul divano.
Vedo subito il viso preoccupato di Giuly
< Stai tranquilla,è stato soltanto un giramento di testa> ma lei continua a guardarmi e forse nemmeno a creder mi così la tiro verso di me,facendola sedere accanto a me
< Davvero piccola,sto bene, ma forse il ritrovarmi qui,a casa,con te,mi ha emozionato troppo.>
<Sei sicura vero?
Non è che stai male e devi ritornare?>
Ha quasi gli occhi lucidi,come se volesse piangere,e così la prendo tra le mie braccia e annusando i suoi capelli,che sanno di albicocca
< No amore mio,non sto male e non devo ritornare in comunità.
Abbiamo tre giorni da passare insieme e finito questo mese,torno e non vado più via.>
Con un salto si attacca al mio collo e urlando
< Finalmente sei qui.
Ma preparati,ci sono tanti libri che mi devi leggere,mi devi portare al parco e mi devi aiutare con i compiti e poi....dobbiamo dormire insieme.>
<Ehi ok ok,mi hai già riempito le giornate eh!
Comunque,vai a sistemare tutto in camera mia,che stasera abbiamo la maratona dei libri>
e prima di scendere mi lascia un grandissimo bacio e continuando ad urlare
< Papà dove hai messo il telefonino? Dobbiamo avvisare mamma che Clee è tornata e che stasera andrò a dormire tardi.>
Mio padre le porge il telefono e lei corre subito in camera a chiamare mamma.
Sono davvero felice di essere qui, con lei soprattutto,tanto da non badare a mio padre che mi sta guardando come fossi un alieno.
<Che succede Clear? Davvero stai bene? >
Mi alzo e lo abbraccio fortissimo.
Ritrovarmi tra le sue braccia e sentirmi protetta,è la cosa che più mi è mancata.
Non ho mai avuto un rapporto straordinario con mia madre,si abbiamo sempre parlato,ma non mi sono mai confidata con lei,non che sia una cattiva persona anzi,ma con mio padre è tutta un'altra storia, correvo sempre da lui,per qualunque cosa, ed è ancora così, sarà sempre cosi.
Mi si forma un grosso nodo alla gola,e gli occhi mi pizzicano,ma ho promesso a me stessa che nessuno,avrebbe più visto una mia lacrima,e nonostante mi trovi tra le braccia della persona che più amo al modo,della persona che so,darebbe davvero la sua vita per me,e che soprattutto non mi farà mai soffrire,decido ugualmente di non piangere.
Prendo un grosso respiro
<Va tutto bene papà, sto bene.
Forse ritrovarmi qui con voi,mi ha leggermente scosso.
Ma sto bene.>
<Ok,ti credo.
E questa storia che il prossimo mese ritorni?>
<Beh doveva essere una sorpresa, ma non sono riuscita a tenerlo nascosto.
Aspettiamo mamma e poi vi spiego. Adesso vado a sistemare le mie cose e a farmi una doccia,posso?>
<Stai scherzando? Mi chiedi il permesso per la doccia?
Tesoro è casa tua,non devi chiedere nessun permesso>
<Già,allora io vado,dieci minuti se non mi sequestra Giuly,e torno>
Mio padre scoppia a ridere
<Credo che ci vedremo per la cena,perché se ti prende tua sorella, non ti molla>.
Non si è sbagliato,non ho nemmeno fatto la doccia da sola.
Giuly si è seduta sullo sgabello, raccontandomi tutto quello che ha fatto in questo periodo.
Cominciando dalla scuola,alla sua nuova amichetta Sofia,praticamente proprio tutto e senza tralasciare il minimo dettaglio.
Non ha dato nemmeno a mia madre il tempo di salutarmi come realmente voleva,ma sapevamo già che sarebbe finita così.
Durante la cena,non riesco a mangiare proprio nulla,nonostante mia madre abbia preparato le lasagne,ma sicuramente il fatto di aver litigato con Stefan,ha influito anche sul mio appetito.
<Clee,l'hai già detto alla mamma?>
La guardo sorridendo e scostando il piatto le faccio segno di venire sulle mie gambe.
< No,lo vuoi dire tu?>
<Cosa devo sapere? Mi devo preoccupare?>
Prendo la mano di mia madre
<No,almeno non credo> le dico stringendomi nelle spalle e Giuly saltando giù da me,comincia ad urlare e sussurrando dico a mia madre
< Ma quando è nata,le hanno fatto ingoiare un fischietto?>
E subito ci mettiamo a ridere,mentre Giuly,avendo sentito tutto,mette su una faccia che è davvero buffa e così continuiamo a ridere ancora più forte.
< Quando la smettete,dico quello che devo dire>
Piccola mia....
<Vai tesoro,dimmi pure> le dice mia madre cercando di non ridere, ma la vedo che sta facendo una fatica enorme.
< Clear mi ha detto che appena finisce questo mese ritorna a casa, per sempre>
E si mette a correre e saltare per tutta la cucina,facendomi venire un gran mal di testa.
Mia madre mi guarda non riuscendo a trattenere le lacrime
<È vero? Davvero puoi ritornare a casa? Sei sicura di stare bene?>
Ecco è partita a raffica con le sue domande
<Si mamma,posso tornare a casa.
Samuel ha detto che potevo farlo anche tempo prima,ma ho voluto rimandare.Volevo essere sicura ed ora lo sono.
Certo ogni quindici giorni,vorrebbero che voi mi portiate lì per le analisi e tutto il resto,ma di questo ne parleremo dopo.>
Lei si alza,facendo cadere la sedia a terra e mi tira subito tra le sue braccia
<Bambina mia> ma si interrompe subito,perché i singhiozzi le impediscono di parlare
<sono felicissima. Sapevo che ci saresti riuscita.
Sono orgogliosa di te>
E in quel momento si uniscono anche papà e Giuly...
<E Stefan?>
Ahi,sapevo che sarebbe arrivata questa domanda
<Sta bene e continua a suonare con i ragazzi>
Non voglio raccontare i problemi che abbiamo,ma posso sfuggire alle domande di mia madre,ma non a quelle di mio padre,sta già con il baffo tremulo,segno che sta per chiedere qualcosa,ma per fortuna riesce a capirmi e a stare zitto.
Dopo aver aiutato mia madre in cucina,Giuly mi costringe ad andare in camera con lei.
<Allora sorellona,cosa mi racconti tu?>
<Ma non dovevamo leggere?>
<Magari dopo,adesso voglio sapere. Come sta Samy? Come passi le giornate? Voglio sapere tutto.>
Comincio a raccontarle le mie giornate e il mio lavoro lì, ma dopo neanche dieci minuti è crollata.
Così le sistemo le lenzuola e ritorno dai miei.
Ma ci sta solo mio padre, seduto sul divano che guarda la TV.
<Che succede a Stefan?>
Frustrata, mi passo le mani sul viso
<Non lo so papà.
È cambiato, da quando va in giro con Jon E Steve per cercare Mary,non è più lo stesso,è più scontroso e non fa altro che litigare con tutti.
Io non riesco più a capirlo.>
<Aspetta,frena un attimo.
Stefan ha deciso di andare a cercare quella ragazza?
Ma cosa passa nella testa di quel ragazzo,non gli è bastato vedere in che stato eri tu?>
< Forse no,è convinto che se lei sta così, la colpa è sua e non c'è verso di fargli cambiare idea.>
<Cos'è questa storia?>
Io e mio padre saltiamo,per lo spavento dal divano. È mia mamma.
<Sai che potrebbe perdersi,un'altra volta?
Se così fosse,tu non lo vedrai mai più.>
< Mamma...>
< No,niente mamma.
Abbiamo rischiato di perderti una volta,non lo farò una seconda.>
<Sentite,non mi va di parlarne,sono stanca e ho pure mal di stomaco.
Quindi adesso vado a dormire e domani mattina porto Giuly al lungomare,voleva andare alla villa,ma non sono ancora pronta.
Buonanotte>
Sono in camera mia e sono già le sei del mattino,non sono riuscita a chiudere occhio.
Non ho fatto altro che pensare a lui,e mi è mancato,più di quanto sono disposta ad ammettere.
Sarà l'abitudine,ma il suo braccio sotto la mia testa,il suo respiro sul mio viso,la sua mano sul mio addome, è mancato.
Ma adesso è inutile pensare,così mi alzo e vado in cucina,dove già mia mamma sta preparando il caffè.
Non so cosa succede,ma quell'odore mi da troppo fastidio,così dico a mia mamma di volerlo macchiato.
Lei mi guarda no male,ma di più.
<Sei sicura di stare bene? Da quando in qua bevi caffè col latte?>
<Sto bene mamma,ma forse tutto questo casino con Stefan,mi sta scombussolando>
<Mah,sarà! Comunque tesoro,volevo scusarmi per quello che ho detto ieri.
Sei abbastanza matura da decidere da sola cosa è giusto fare.>
<Tranquilla mamma,non è successo nulla e ti capisco benissimo.
Adesso vado a lavarmi e poi sveglio Giuly.>
< Il caffè...>
Lo guardo e
<No mamma,non mi va proprio.Grazie.>
Passo l'intera mattinata insieme a mia sorella, che non ha fatto storie quando le ho detto che alla villa non potevamo andare,
come se avesse capito tutto.
Mio padre ci viene a prendere verso le 13 ed andiamo a pranzare dai miei nonni.
Onestamente non volevo
andarci,avevo il timore di essere giudicata e trattata in modo differente, ma è LA MIA FAMIGLIA,e qualunque cosa possa mai accadere saremo sempre un unica cosa.
Mi sono divertita e rilassata,con loro passa tutto,riescono a non farti pensare ai tuoi problemi,e sono riusciti pure a non farmi pensare a lui.
Ma quanto può durare tutta questa tranquillità per me?
Sono in camera mia e sto leggendo a mia sorella,la mia favola preferita,quando squilla il mio telefono.
È Val.
I battiti del mio cuore cominciano ad accelerare,e un connotato di vomito mi prende alla sprovvista.
I miei arrivano subito,attirati dalle urla di Giuly.
<Che succede Clear?>
<Ha chiamato Val,ma non sono riuscita a rispondere.
Papà, sai quando ti parlavo di quella strana sensazione? Eccola un'altra volta.>
<Stai tranquilla tesoro,datti una ripulita e vedi cosa voleva .>
E così faccio.
Dopo essermi cambiata,la chiamo.
< Pronto Clear>
Già il timbro non promette nulla di buono.
< Val,che succede?>
< Prometti di stare tranquilla,si tratta di Stefan>
< Che succede? Cazzo parla Val>
<OK OK,stavamo suonando al pub della piazza,quando Stefan si è fermato all'improvviso urlando il nome di Mary. L'abbiamo cercato ma non siamo riusciti a trovarlo,adesso siamo al centro,mentre Jon e Samuel sono fuori a cercalo.
Lo troveranno.>
Non ascolto più quello che dice,perché il telefono mi è caduto dalle mani.
Eccolo qui il mio più grande incubo.
Nel frattempo è mio padre che parla con Val e lo vedo passarsi le mani sul viso.
Devo andare,non posso rimanere qui.
<Calmati Clear,lo stanno cercando.>
<Non importa,devo andare papà.>
<Clee non ho la macchina,non posso accompagnarti adesso.>
<Ti fidi di me? Anche tu mamma,ti fidi?>
< Certo,ma che vuoi fare? C'è un'ora di strada e fuori è buio>
Ma non rispondo,prendo il mio telefono e chiamo l'unica persona che può aiutarmi in questo momento.
Dopo dieci minuti sta fuori casa mia.
I miei non fanno altro che richiamarmi,perché credono stia esagerando
<Steve,falla ragionare...non è in grado di guidare una moto così e sta senza patente.>
< Papà ti prego,fidati.
Appena arrivo vi chiamo.Starò attenta e andrà tutto bene.,>
<Philp fermala> piange mia madre
< Non posso. Vai e stai attenta.>
<Grazie.>
Metto in moto questa meravigliosa CBR 600, senza godermi a pieno quello che sto realmente guidando,visto che i miei pensieri sono tutti rivolti a Stefan.
Parto,non considerando che sono su una ruota.
Non voglio pensarci,ma so che questo è un addio.
Hai deciso,non riuscirò a portarti indietro,ma almeno Aspettami.
Sto arrivando.
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