55.
Arrivo,singhiozzando,nella parte più alta di questa tenuta.
Non mi soffermo nemmeno a guardare il paesaggio,visto che in questo momento,non riesco a vedere altro che Stefan urlare contro di me.
Mi guardo intorno solo per vedere se qualcuno mi ha seguita,e quando sono sicura di essere sola,urlo.
< VAFFANCULO> talmente forte che l'eco sarà sicuramente arrivato dall'altra parte del mondo.
Ma non mi fermo,continuo ad urlare la mia disperazione,la mia rabbia ed il mio senso di inutilità,che provo in questo momento,fino a ché non mi stanco ed incomincia a farmi male anche la gola.
Quando finisco il mio sfogo,mi lascio andare sull'erba,davvero sfinita.
Comincio a ripensare alle parole di Stefan e,non nascondo che hanno fatto male.
La sua non fiducia nei miei confronti,il fatto di non avermi detto nulla,eppure gli ho dato tutto,non ho tenuto nulla per me.
Cosa e dove ho sbagliato?
Non voglio che vada da lei,è così difficile da capire?
Non voglio rimanere qui ad aspettarlo nell'angoscia,perché questo sarebbe.
Ho il terrore di perderlo,come fa a non capirlo?
Sono passati quattro mesi e sono pulita,ma non nascondo che, spesso e volentieri,cerco il modo di procurarmi qualcosa,perché la voglia c'è ed è tanta,anche se ho sempre rinunciato a farlo.
Ho paura di uscire,perché so che,se mi dovesse passare davanti una canna,non la rifiuterei,quindi come faccio a stare tranquilla per lui?
Come fa a dire di potercela fare?
Eppure mi ha vista,ha vissuto con me il mio dolore,mi ha vista stare male,mi ha vista cadere e lottare,allora perché?
Perché vuole correre questo rischio?
E che non mi venga a dire che non ha nessuna voglia,perché davvero non ci credo.
Vorrei avere fiducia in lui anche su questo,ma non ci riesco.
Come posso fargli cambiare idea,cosa impossibile visto la testa dura che si ritrova?
Sento dei passi e spero vivamente che non sia lui,visto che non ho le forze e la voglia di discutere,ma non è lui.
< Clee> è Sam,lo guardo alzando il viso verso di lui < Posso?>
< Fa pure> rispondo con una voce rauca che stento a riconoscere come mia.
< Ti è servito?>lo guardo facendo finta di non capire
< Far arrivare le tue urla in Australia,è servito?>
< Si,solo che adesso sono svuotata e priva di forze!>
<Ascolta Cle...>
<No eh,non cominciamo con la paternale perché non ne ho di bisogno.
Sto già di merda per i cazzi miei senza che aggiungiate nulla di vostro.>
<Non voglio proprio farti nulla.
Sai perché ogni tre,quattro mesi
prima del vostro arrivo,tornavo sempre fatto?
Non l'ho mai detto ai ragazzi, temevo,inutilmente,una loro reazione,ma dopo lo farò anche con loro,ma per il momento lo dico a te.
Non ho mai conosciuto mia madre,è morta quando io sono nato,pensandoci bene,non ho nemmeno una sua foto.
Aveva la sclerosi multipla e sapeva come sarebbe andata a finire,ma insieme a mio padre,avevano deciso di provarci ugualmente.
Sono cresciuto con lui,che per motivi di lavoro non era mai a casa,ma non mi ha mai fatto mancare nulla,nemmeno l'affetto.
Se sapeva di una recita o di qualche progetto scolastico in cui dovevano partecipare anche i genitori,lui faceva di tutto per esserci,non si è mai perso nulla,almeno fino ai miei quindici anni.
Quel giorno,avevo deciso di parlare con lui,visto la disponibilità che ha sempre avuto nei miei confronti,ma non credevo che avrei rovinato tutto.
Gli raccontai della mia sessualità, ero convinto di essermi innamorato di un ragazzo,più grande,della mia scuola e così era,anche se a distanza di tempo ho capito che non era amore,avevo soltanto voglia di provare.
Mio padre pensò fosse uno scherzo e di cattivo gusto pure,ma quando capì che ero serio e che non stavo scherzando,cominciò ad allontanarsi da me.
Eravamo arrivati al punto che stavamo interi mesi senza vederci.
Trovava sempre una scusa per non parlare neanche al telefono.
Così dopo pianti,urla e disperazione,decisi di uscire per sempre dalla sua vita.
Stavo bene economicamente,quindi non mi sono mancati i soldi per un piccolo appartamento da dividere insieme a quel ragazzo.
Durò un paio di mesi,ero convinto che stavamo bene,fino a quando non ho scoperto che andava a letto con qualunque essere respirasse.
Mi ero fatto abbindolare dai suoi modi gentili,così cominciai con tutto quello che mi ha portato qui.>
< Mi dispiace Sam. Anche io avrei la tua stessa reazione,credo,non sopravviverei se dovessi scoprire Stefan con qualcun'altro.>
<Lo credo anche io sai?
Comunque mi pento ogni maledettissimo giorno della mia vita,perché se avessi ragionato un po' di più,non sarei arrivato tanto in basso e non avrei perso mio padre.
Non sono gay Clear,mi piacciono le ragazze,una in particolare,ma forse è meglio definirmi bisex,visto la mia unica storia con un quel ragazzo.
Se solo avessi aperto prima gli occhi...>
Rabbia e malinconia attraversano il viso di Sam,e non è giusto che si debba sentire così,solo per un errore ( se vogliamo chiamarlo tale) fatto quando aveva solo quindici anni.
< Ascolta Sam,io non sono pentita di nulla,e hai visto come sono arrivata e in che condizioni ero,eppure se potessi tornare indietro,rifarei esattamente tutto,senza escludere niente.
Dopotutto se ho conosciuto delle persone che stimo e a cui mi sono legata,è grazie a quello che ho fatto prima.
Quindi non avere rimpianti,goditi quello che la vita adesso ti offre,come meglio credi.>
< Lo sto facendo.> mi risponde sorridendomi,ma poi si volta verso l'orizzonte e continua
<Da quando siete arrivati voi,non faccio più uso di nulla e le mie analisi risultano sempre pulite.
Tu e Stefan mi avete fatto capire che basta avere qualcuno al proprio fianco,qualcuno che conta davvero,e tutto si può superare,in qualunque cammino.
Ho intenzione di affrontare mio padre e sono pronto a farlo,perché non sarò più solo,so che ci sarete voi insieme a Jon e Samuel.
Ma ci sono arrivato solo grazie a te.>
Istintivamente prendo la sua mano tra la mia.
< Adesso ti dico un'ultima cosa e poi ti lascio sola.
Non voglio difendere Stefan,perché so che ha sbagliato a non dirti nulla,ma non lasciarlo solo.
Non fargli varcare quel cancello senza che lui abbia la certezza di che tu sarai qua,ad aspettarlo.
Non dico che devi seguirlo,perché capisco che non è facile,ma appoggialo anche perché non andrà da solo,Jon e Steve saranno con lui.>
Lo guardo,e so che non ha torto,ma a parlare è la mia paura
< Come posso farlo Sam?
Non mi piace questa storia e poi chi dice che Mary sia ancora lì fuori,o che voglia farsi aiutare?
Non posso,non ci riesco e la paura che lui possa ricadere in quel tunnel è tanta!
No no no,non ci riesco.>
< Tu sei sicura che lui ci ricada,io non credo,perderebbe te.
Ma se anche fosse come dici tu, vuoi rimanere col rimpianto di averlo lasciato andare senza combattere?
Sei sicura di voler rimanere con questo dubbio?
Io non ci riuscirei.
Adesso vado,ah Val ti ha lasciato delle scatole davanti la tua stanza.>
Prima di alzarsi mi lascia un delicato bacio in fronte e poi
< Grazie per avermi ascoltato>
Va via,lasciandomi lì con i miei pensieri.
Effettivamente non ha tutti i torti,perché se dovesse succedere qualcosa a Stefan,mi darei la colpa e forse non vivrei più.
Ma come posso fare?
Le parole tra noi,sono state abbastanza pesanti e poi,quello schiaffo,che ridarei altre mille volte.
< Fanculo a te e alle tue felici idee> borbotto mentre mi alzo,e guardando l'orizzonte
< Non potevamo stare tranquilli,no che c'entra...
Giustamente io e la tranquillità non ci siamo mai conosciute>
E così dicendo ritorno sui miei passi.
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