Him.

Sto bene.
Sì, sto bene.
Lui può confermare.
Io sono sano.
Io sto bene.

Thomas ricominciò a singhiozzare.
Ancora... quelle... strane visioni...
Thomas non capiva.

"《Ciao.》
Sempre quella voce.
Sempre quei capelli biondi.
Sempre quegli occhi castani.
Sempre lui.
《Non ti ricordi di me?》
Quel misterioso ragazzo rise amaramente.
Thomas voleva parlare, dire che non l'aveva mai visto.
Come si fa a ricordare una persona mai vista prima?
Ma non riuscì a dirlo.
La sua voce non voleva saperne di vibrare.
《No, ovvio. Tu non ti ricordi mai nulla.》
Thomas si sentì ferito.
Ma perchè?
《Ti odio, Tommy.》
Tommy?
Perchè quel soprannome?
E come sapeva quel ragazzo il suo nome?
Come faceva a conoscerlo?
《Ma non so se è vero. Ti odio, Tommy? Oh, sì che ti odio.》
Quel ragazzo gli rivolse un sorrise sprezzante.
Thomas voleva piangere.
Voleva disperarsi.
Quelle parole lo ferirono, ferirono profondamente.
Ma non capiva perchè...
《Ma non ti odio, Tommy. Non posso odiarti. Perchè ti amo.》
Quel misterioso ragazzo baciò Thomas.
Thomas non rimase spiazzato.
Thomas...
Non ricambiò.
Non provò nessuna emozione.
Una persona mai vista prima lo aveva baciato.
Perchè non aveva nessuna reazione?
《Perchè non hai voluto farlo, Tommy?》
Il suo tono di voce era estremamente tagliente.
La ferita che le parole di quel ragazzo avevano creato nel suo petto, si ingrandì.
Thomas non capiva...
《Perchè non hai voluto premere il grilletto?》
La sua espressione era un misto di collera e odio.
《Mi hai abbandonato al mio destino. Sapendo che era orribile, più di qualunque altra cosa. Ora rimedia.》
Thomas rimase immobile.
D'un tratto non provava nulla.
Tranne dolore.
Provava un lancinante dolore.
Al cuore.
《Rimedia!》
Thomas si guardò le mani.
Aveva un coltello.
《Forza, codardo.》
Gli diceva il ragazzo, sputndogli in faccia.
《Fallo!》
Thomas alzò il coltello.
《Ricorda che non ti odio. Ma che non ti amo.》
Disse con disprezzo il ragazzo.
Poi Thomas abbassò io coltello."

Thomas rivisse quel suo incubo.
Ma non sapeva se chiamarlo incubo.
Era sempre lo stesso.
Sempre lo stesso, da ogni notte di cui aveva memoria.
Sempre quel ragazzo... Quel coltello... Quel suo cosiddetto rinunciamento ad uccidere lo strano ragazzo in passato... Quel soprannome... Lui che uccideva quella persona...
Thomas non aveva idea di chi fosse.
Non l'aveva mai vista.
Non aveva mai vissuto cose del genere.
Di giorno viveva una vita felice.
Aveva una ragazza splendida, Teresa.
Thomas la amava alla follia.
Studiava nella scuola migliore della regione.
Aveva dei genitori fantastici.
Degli amici stupendi.
Una vita perfetta.
Ma di notte cambiava.
Di notte c'era quel ragazzo.
Di notte c'era quel bacio.
Di notte c'era quel coltello.
Thomas si prese la testa fra le mani, mentre singhiozzava.
Aveva quella 'visione' da sempre.
Fin da quando era piccolo.
Evitava quel sogno, faceva finta di niente.
Ma non avrebbe retto a lungo.
Aveva 16 anni.
Poteva sentire quella 'visione' scavare dentro di lui.
Distruggerlo.
Distruggere tutto.
Da dentro.
Thomas non capiva.
Voleva delle risposte.
Ma come averle?
Nessuno sapeva dei suoi incubi notturni.
Solo lui, e quel ragazzo.
Come avere delle risposte?
Come?
Thomas si ridistese nel letto e cercò di calmarsi.
Aveva mai visto quel ragazzo?
No.
Sapeva cosa centrava con la sua vita?
No.
Sapeva perchè avesse quelle visioni?
No.
Allora come trovare risposte?
Magari, potrebbe provare ad... Essere cosciente nella visione.
Potrebbe provare a... A parlare... A dire qualcosa...
Non ci aveva mai provato. O pensato.
Thomas non pensava che potesse essere possibile.
Non credeva di poter cambiare qualcosa, lui non le governava.
Ma poteva provarci...
Così si riaddormentò.

"Ancora quel viso.
Quei capelli.
Quel ragazzo.
Ma stavolta, Thomas lo vide diversamente.
Sentiva di... Di essere lì.
《Ciao.》
L'incubo stava per avere inizio.
Ma Thomas era cosciente.
Sapeva quello che stava facendo.
《Chi sei?》
La domanda più ovvia del mondo.
Il ragazzo davanti a lui parve alquanto sorpreso dal sentir parlare Thomas.
Ma gli passò subito.
《Sono tutto quello che hai sempre cercato.》"

Thomas si svegliò per la seconda volta.
Mugolò e guardò verso il suo comodino.
La sveglia stava suonando, e Thomas la spense con poca grazia.
Si tirò a sedere.
E ripensò alla duplice visione di quella notte.
Aveva fatto dei progressi.
Se lo sentiva.
Ma sentiva quella visione cominciare ad abbattere le mura della sua sanità mentale.
Quella visione lo stava disintegrando.
Lo stava portando alla pazzia.
Thomas se lo sentiva.
E poi quello che aveva detto quel ragazzo...
"《Sono tutto quello che hai sempre cercato.》"
La sua voce gli risuonò in testa mentre rimuginava su quella frase.
Cosa aveva sempre cercato?
Chi era veramente quel ragazzo?
Thomas dovette alzarsi e vestirsi.
Non aveva mai fatto tardi a scuola, non aveva mai infranto le regole.
Aveva ottimi voti, i suoi genitori e i suoi professori erano fieri di lui.
Era il figlio perfetto.
Non voleva cominciare ora a fare il cattivo ragazzo.
Così cominciò con la sua routine fin troppo monotona.
Si alzò, si vestì, andò in bagno, e scese a fare colazione.
Poi sarebbe dovuto andare a scuola con Teresa, e sarebbe rimasto con gli amici fino al suono della campanella.
Poi sarebbe andato a fare lezione, e sarebbe tornato a casa con gli amici.
Sebbene fosse molto monotona, a Thomas piaceva.
Ma dopo quella notte, sentiva che mancava qualcosa. Qualcosa di importante... Ma cosa?
《Buongiorno, Thomas!》
Lo salutò suo madre.
Quella donna era sempre raggiante.
Come biasimarla?
Un marito che la ama, il figlio di cui andare fieri, il lavoro che ha sempre desiderato...
Thomas sorise alla madre, e ricambiò il saluto.
《Buongiorno mamma!》
Thomas si sedette a tavola e mangiò latte e biscotti.
Appena ebbe finito, mise via la tazza e salutò la madre.
《Mamma, io vado!》
《Fai il bravo! Ci vediamo stasera!》
Che domande.
Lui era impeccabile ogni giorno.
Thomas prese lo zaino e uscì.
Si incamminò verso scuola.
Di solito, si incontrava con Teresa sulla strada, ed insieme andavano a scuola.
Ma quella mattina, Thomas era immerso nei suoi pensieri.
Cercava ancora di capire cosa voleva dire quella frase.
Quella notte ci avrebbe riprovato.
Gli avrebbe chiesto il nome, e cosa centrava con la sua vita, visto che non l'aveva mai notato prima.
Senza accorgersene, Teresa era apparsa nel suo campo visivo.
《Ehi Tom! Giornata storta?》
Come faceva a leggergli nella mente?
《Oh, sì, tranquilla. Non ho dormito molto bene, ma è tutto okay.》
Mezza bugia.
《Uh, okay. Andiamo?》
Teresa gli prese la mano, e insieme si incamminarono verso scuola.

《Thomas!》
Il ragazzo asiatico dai capelli perennemente perfetti gli venne incontro.
《Minho!》
Thomas non era particolarmente entusiasta quella mattina.
Perchè?
Penso che l'abbiate capito.
Quel ragazzo era ancora nella sua mente, e non pensava di uscirne.
《Cosa succede?》
Domandò subito preoccupato l'amico.
《Non ha dormito bene, lascialo stare per oggi. Ehi la campanella sta per suonare. Dai, andiamo.》
Thomas non aveva aperto bocca, nel mentre che i suoi amuci conversavano.
Entrando in classe, si sedette accanto a Minho e non disse nulla.
Quel ragazzo assorbiva tutte le sue attività, lo faceva pensare. Pensare solo a lui.
Era la prima volta che Thomas non prestava attenzione alle lezioni.
Aveva sempre ascoltato, sempre fatto il bravo.
Adesso non più.
Per colpa di quel ragazzo.
Quando era piccolo, a volte, aveva paura di andare a dormire, perchè non voleva vederlo.
Quel giorno, invece, non vedeva l'ora che calasse la sera.
Le lezioni erano finite, Teresa e Minho lo avevano accompagnto a casa.
Lui non aveva spiccicato parola.
《Tom, ma che ti prende?》
La sua ragazza era seriamente preoccupata.
《Giornata storta, Tess. Lascia perdere, domani sarà tutto apposto.》
Le diede un bacio sulla guancia e si girò verso casa sua.
《Bleah! Magari cercate di togliere dal copione queste smancerie quando sono qua io!》
Minho e Teresa stavano ridendo, e Thomas sorrise.
《Vedremo quello che possiamo fare. Ciao Minho, ciao Teresa! Ci vediamo domani!》
Poi entrò in casa sua.
Quel pomeriggio i suoi genitori non c'erano.
Avevano una riunione importante dopo il lavoro, sarebbero tornati verso sera.
Thomas non aveva fame, allora salì on camera sua per fare i compiti.
Si disse che per almeno un'ora avrebbe fatto uscire il ragazzi dalla sua testa per fare i compiti.
Dopo, io ragazzo, aveva tutto il tempo che voleva per impossessarsi della sua mente.
L'ora passò, e Thomas finì i compiti.
Si distese sul letto.
Ovviamente pensava a quel ragazzo.
Thomas chiuse gli occhi.
Potè rivedere i suoi capelli biondi, gli occhi castani, quel viso a prima vista angelico...
Riaprì gli occhi.
Sentiva la visione urlare da dentro di lui.
Squarciare i tessuti della normalità.
Il giorno dopo non sarebbe passato tutto.
Sarebbe peggiorato.
Forse non sarebbe più neanche riuscito a salutare Teresa.
Risposte.
Questo era quello che gli serviva.
E le voleva subito.
Così richiuse gli occhi.
E si addormentò.

"I capelli dorati.
Gli occhi scuri.
Eccolo, era lì.
Il ragazzo era lì.
Thomas non perse tempo.
《Come ti chiami?》
Il ragazzo non rimase sorpreso questa volta. Come se se l'aspettasse.
Ghignò e guardò Thomas.
《Non sai poprio nulla, eh?》
Thomas si disse di rimanere impassibile.
E così fu.
Se voleva delle risposte non diveva cadere nei giochetti del ragzzo biondo.
Lui ridacchiò e fissò Thomas negli occhi.
《Mi chiamo Newt.》"

Thomas sbarrò gli occhi e si alzò istintivamente.
A quanto pare ogni sogno era destinato a finire con la risposta di... Di Newt.
Ora aveva un nome.
Newt.
Strano...
Non l'aveva mai sentito.
Guardò il suo orologio.
Erano le 16.45.
Aveva dormito per un bel pò.
Newt.
Quel nome gli tornò in testa.
Gli mandava un senso di familiarità... Come se fosse a casa...
Thomas prese il pc e digitò su Internet "Newt".
Come se servisse a qualcosa.
Non risultò nulla, e Thomas chiuse il computer.
Si massaggiò la testa.
Sapeva due cose di quel ragazzo.
Che era tutto quello che aveva sempre cercato.
E che si chiamava Newt.

Bum.
Un'altra Newtmas.
Spero vi stia piacendo la mia idea, è un pò particolare OwO
Il titolo non si se lo cambierò.
Non ho idea di come chiamare questa storia AwA
Al prossimo capitolo *W*

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top