Capitolo 13: Vendetta

Yuki si toccò il kanji che aveva sulla pelle scritto in rosso, guardando l'orizzonte, sulla spiaggia alla mattina presto. Non riusciva a dormire per qualche strana ragione.

<<Ti ricordi allora. Quel momento...>> disse una voce dietro di lui che riconobbe subito. Si girò lentamente e lo guardò, portava come al solito un cappuccio nero che copriva parzialmente il suo viso. <<Come potrei scordarlo.. Lucas?>>.

Lui fece una smorfia per nascondere il sorriso, Yuki lo guardò avvicinarsi a lui mentre si sedeva anche lui ad ammirare l'orizzonte. <<Quanti anni sono passati da allora?>> chiese il ragazzo incappucciato <<Non lo so, una decina forse, qualcosa di più, qualcosa di meno>> rispose il ragazzo che si stava facendo cullare dal dolce suono che provocavano le onde del mare. <<Dieci anni... Dieci anni per la mia vendetta.. Non mi hai fatto aspettare un po' troppo? Yuki>> il suo volto si girò verso il ragazzo e il suo sguardo gli penetrava gli occhi che erano grigi. Entrambi si fissarono, avevano uno sguardo freddo, da una parte il color rosso fuoco da brivido di Lucas, e dall'altra il grigio tenebre di Yuki.

<<Non so perché tu continui con questa storia. E' stato un incidente, non l'ho fatto apposta e lo sai bene...>> le parole del ragazzo con i capelli rosa vennero fermate da quelle di alto tono dell'altro <<Mi fidavo di te!>>.

Calò il silenzio, si guardarono per pochi secondi, poi il ragazzo si tolse il cappuccio. Mostrava il suo intero volto, i suoi capelli color corvini, il suo volto più vecchio ma comunque giovane, rovinato da un'abrasione causata da colui che gli stava di fronte. Yuki lo guardò attentamente, poi toccò quelli che erano i segni che Lucas avrebbe dovuto portarsi per il reso della sua vita; si fece toccare, chiuse gli occhi concentrandosi sul suo tocco che svanì dopo poco. <<Perché non ti vendichi subito? Perché stai aspettando così tanto?>> riaprì gli occhi e gli rispose <<Non è il momento. Ma fra poco giungerà, e capirai perché ho atteso tanto>> poi si alzò e camminò a passo lento nella direzione da cui era provenuto, il suo corpo era avvolto da una temperatura gelida.

''Era stato un incidente...'' pensò ma non fece in tempo a finire che sentì un'altra voce alla sue spalle <<Yuki!>> era il suo fidanzato, Hinata. <<Cosa fai qui? Mi sono spaventato non vedendoti nel letto...>> chiese il ragazzo dopo che anche lui si mise di fianco a lui come aveva fatto Lucas. <<No niente, scusami ma non riuscivo a dormire, quindi sono venuto qua. Stavo pensando e...>> non riuscì a finire la frase che venne ancora interrotto <<Chi era il tizio di prima? Lo conosci?>>.

Yuki venne un attimo gelato e guardò il compagno senza dire una parola. Poi cercò di spiegare <<S-si. Era un mio amico, ma ora ce l'ha con me...>> Hinata lo guardò con uno sguardo un po' sorpreso <<E come mai? Cosa è successo?>>. Non seppe bene se rispondere a quella domanda in modo sincero o meno, ma se non l'avesse fatto probabilmente si sarebbero creati molti più problemi di quelli che non aveva già. <<Hai presente che io ero in un orfanotrofio? E che questo ha preso fuoco? Te l'avevo già raccontato ma te lo ridico per farti un quadro migliore. Dopo circa un anno che ero lì sono stato io stesso ad appiccare l'incendio, per sbaglio ovviamente. Si era sparsa la voce dei miei ''strani poteri'' come li chiamavano loro all'epoca. I bambini continuavano a prendermi in giro ed a starmi lontano per paura. C'erano soltanto 4 bambini che mi avevano accettato ed io ero molto felice per questo. Uno di quelli, è colui che hai visto andarsene, Lucas. E' stato il primo bambino che si è avvicinato a me e che mi ha presentato agli altri, mi ha sempre protetto da coloro che mi volevano far del male; era il mio migliore amico. Quando ci fu l'incendio io ero dentro all'orfanotrofio e tutti i bambini riuscirono a scappare, Lucas sapeva che io fossi ancora dentro così mi cercò. Ero circondato dalle fiamme, ero spaventato ma anche arrabbiato. Non notai chi fosse, quindi lo colpii con la mia magia. Lui spaventato scappò, ma fu travolto da una trave che gli causò un'enorme ustione che gli lasciò il segno. Sarebbe morto se anche lui, come me, non fosse stato in grado di usare la magia; la magia del ghiaccio. Da quel giorno ce l'ha con me, giurando vendetta contro la mia persona. Io preso dal panico scappai e poi... va beh il resto lo sai>>.

Hinata ascoltò tutta la storia che Yuki gli stava raccontando, aveva uno sguardo di infelicità e di nostalgia mentre pronunciava quelle parole. Gli passò una mano dolcemente in mezzo ai capelli, accarezzandogli la testa, poi lo abbracciò. <<Non preoccupartene ora. Non essere triste, ti aiuterò io>>. La testa di Yuki era contro il petto di Hinata che lo teneva stretto ma con delicatezza <<Se dovessimo scontrarci, non so come andrebbe a finire. Subiremmo grosse perdite entrambi. Ma non mi arrendo, combatterò per te>> ricambiò poi l'abbraccio.

<<Dai ora torniamo indietro va, godiamoci questi giorni di vacanza. Yara fra nemmeno quattro giorni partirà e saremo soli, quindi stiamo con lei più che possiamo>> lo avvertì il pallavolista mentre tenendolo per mano si diressero verso l'abitazione. Entrati dentro, si cambiarono, si misero il pigiama e si addormentarono ancora, ognuno fra le braccia dell'altro, mentre un velo caldo di color arancione fuoriuscente dal corpo di Yuki, cullava entrambi verso il mondo dei sogni.

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