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Settore Tre.

Chi avrebbe mai detto che Xenya avrebbe viaggiato di nuovo. Soprattutto a Clock. Soprattutto così vicina ai Palazzi.

Xenya e Zehekelion respiravano piano, ripassando mentalmente ciò che, secondo Ger, sarebbe dovuto accadere di lì a poco.

I due, insieme al guardiano Honni, erano arrivati seguendo alla perfezione la tabella di marcia che il Capo si era tanto raccomandato seguissero.

Erano appena giunti nel cuore pulsante del Settore e, sfruttando la confusione generata dal mercato intersettore che si stava svolgendo in quel momento, erano riusciti a riunirsi con alcuni sostenitori degli elfi.

Honni parcheggiò la piccola auto elettrica dietro al grosso camion della proprietaria della bancherella e, fatti scendere i passeggeri, coprì il veicolo con un telo.

«Lo sapete, io vi aspetto qui.» Honni guardò dubbioso l'intorno.

«Se le cose si mettono male, torna a Fronds» gli disse Zeke, imitando il suo gesto sospettoso.

«Ma Ger...»

«Non protestare. Ger dovrà sapere che il piano è fallito, se succede. Tu devi andartene.» Il Vice scandì bene ogni parola, assicurandosi che il guardiano capisse.

Xenya era d'accordo con lui: non potevano rischiare la vita di un altro elfo.

Con passo quasi felpato, le loro strade si divisero. Honni raggiunse il capannello di sostenitori che una certa Jade aveva radunato per spiegare loro nel dettaglio i compiti che avrebbero avuto.

Zehekelion e Xenya, nel frattempo, avevano superato il marasma del mercato e si diressero verso la mensa del Tre, mimetizzandosi con la folla di forestieri che vi stava affluendo.

I due ragazzi stavano attendendo in superficie, fuori dall'ingresso del brullo edificio. Erano in silenzio, intenti a scrutarsi intorno per capire le dinamiche.

Il cappello di lana che Xenya aveva in testa emanava dubbi effluvi, ma era del tutto necessario per nascondere la sua chioma rossa alla vista della persona che erano andati a prelevare. La ragazza, dall'agitazione, stava già sudando da dentro una giacca anonima e un paio di larghi pantaloni - il tutto con lo scopo di camuffarla.

Anche Zeke si era vestito con in mente il solo nascondersi: abiti lunghi e un cappello da aviatore che, legato sotto al mento, impediva ai piercings di essere visti.

Sembravano una coppia di vagabondi... Proprio l'effetto che volevano creare per gli occhi ignari di coloro che, con il loro compito, non centravano nulla.

Poco distante, alla bancherella che vendeva frutti, Honni stava spiegando nel dettaglio il piano di fuga per i due esponenti di Fronds. In parole povere, avrebbero dovuto lasciare il Settore Tre facendo meno rumore possibile.

Xenya notò come, grazie al parcheggio dell'autocarro di Jade, nessuno avrebbe notato l'auto degli elfi. Tirò un sospiro di sollievo: aveva una cosa in meno di cui preoccuparsi.

«Ripassiamo.» L'ansia, in Zeke, si esprimeva come un ossessivo bisogno di controllare diecimila volte che tutto fosse al proprio posto. E Xenya, nonostante lo trovasse un passatempo irritante, trovava un certo conforto nel sapere che tutto era stato considerato.

«Appena la principessa entra nella mensa, ci avviciniamo» disse la ragazza.

«Quando si dirige verso il tavolo, io la spingo e le faccio cadere ciò che ha in mano.»

«A quel punto io le prendo le mani e la lego. I sostenitori ci faranno scudo dalla vista degli abitanti.»

«Prima che inizi a urlare, le inietto il sonnifero.»

«Insieme alla banda di Jade usciamo dall'ingresso principale e poi verso Fronds.»

Si guardarono intorno: ancora nessun segno della ragazzina che avrebbero dovuto rapire.

I sostenitori li stavano guardando impazienti di ricevere il cenno che dava inizio a qualcosa di tanto pericoloso quanto potente. Xenya e Zeke annuirono verso di loro e, con calma, i due scesero le scale che li avrebbero portati nell'interrato.

La mensa del Tre era ancora per metà vuota, quindi presero posto vicino all'ingresso e presero a scrutare chiunque entrasse e uscire.

Avrebbero dovuto prendere la figlia di Zabu, colui che era stato da poco designato come il Primo Consigliere di David. La ragazzina, nome in codice principessa, si trovava nel Settore Tre per fare visita ai parenti del padre prima di tornare ai Palazzi.

Ger voleva che la rapissero perché sarebbe stata, oltre che un'ottima moneta di scambio per qualsiasi cosa, una persona che avrebbe potuto rivelare segreti a sufficienza per poter prevenire le future mosse del nuovo Strength al potere. Il padre stravedeva per lei e, anche se non avesse saputo niente, il Primo Consigliere sarebbe stato più che felice di svelare piani in cambio dell'unigenita.

Xenya ancora ricordava quando il Signor S, dopo l'intervento, le raccontò di come Zabu fosse uno dei suoi più fidati consiglieri. Anche Yekson ricordava che Strength teneva diverse riunioni con lui in privato. Ma, nonostante abile politico, tutti gli abitanti di Clock sapevano quanto fosse una pessima persona, pronta a fare ciò che più gli sarebbe convenuto.

Di conseguenza, invece che colpire David in maniera diretta, era meglio raggirarlo e colpirlo al cuore del suo regime: i suoi segreti.

Mentre Xenya ripassava ancora una volta le mosse che avrebbe dovuto compiere, anche i sostenitori raggiunsero la mensa e si misero a fingere di chiacchierare tra di loro, in piedi.

Il battito di Zeke era così forte che Xenya riusciva a sentirlo.

«Non ho mai prelevato» ammise lui, quasi scusandosi.

«Nemmeno io, ma c'è sempre una prima volta.» La ragazza continuava a guardare l'ingresso. «E sono disposta a tutto pur di fermare l'orco.»

Proprio in quell'istante, una persona barcollante fece il suo ingresso. E non era la principessa.

«Il re» disse Zeke, fremendo appena.

Zabu era nella mensa. Senza scorta.

L'uomo non era sobrio e, qualunque cosa avesse assunto, lo fece passare inosservato in mezzo agli abitanti del Tre.

Gli aiutanti di Fronds, però, avevano notato e avevano iniziato a lanciare sguardi interrogativi al Vice e al Generale.

I due giovani si guardarono negli occhi.

La principessa non c'era... E perché dunque avrebbero dovuto rifiutare una tale possibilità? Avrebbero potuto saltare uno dei passaggi previsti da Ger... Avrebbero potuto ricevere i segreti subito.

Il piano sarebbe stato lo stesso. La persona però era cambiata.

Senza nemmeno parlarsi, Xenya e Zeke annuirono tra loro e poi verso i loro sostenitori.

I due si alzarono dal loro posto e camminarono disinvolti verso l'estremità finale del bancone da cui Zabu avrebbe prelevato il suo cibo.

Il piatto sul vassoio dell'uomo era ricolmo di un qualcosa dai colori inquietanti.

Gli uomini e le donne che avevano acconsentito ad aiutarli si misero in fila, quasi a formare una barriera tra la zona dove Zabu si trovava e il resto della mensa.

A quel punto, Zeke quasi corse verso l'uomo e lo urtò con molta più forza del previsto.

Nell'istante stesso in cui gli cadde a terra la sbobba, Xenya gli si lanciò addosso. Bloccò i polsi dell'uomo con una fascetta e, prima che se ne accorgesse, il sonnifero gli era già stato iniettato.

L'uomo batté un paio di volte le palpebre e si accasciò tra le braccia di Zehekelion.

Un problema non trascurabile però fece capolino: non avevano previsto come trasportare quell'uomo sovrappeso. Xenya avrebbe potuto dare una mano al ragazzo, ma il suo aiuto sarebbe stato alquanto inutile.

«Jade» sibilò Xenya, non necessariamente rivolta alla donna piuttosto a chiunque del gruppo.

Venne attirata l'attenzione di un uomo del gruppo che, accortosi del problema, corse in aiuto.

Xenya si fece da parte e, mentre tutti circondavano Zabu svenuto per scortarlo senza problemi fuori dalla mensa, lei era rimasta indietro.

Però quell'uomo era molto più difficile da trasportare senza dare nell'occhio.

Xenya, terrorizzata, prese a guardarsi in giro e una donna, voltò la testa verso di loro. Prima che potesse di fatto guardarli, l'holojournal si accese per mostrare una sorta di notizia flash.

'Grazie' pensò Xenya, davvero riconoscente a Clock per la prima volta.

L'attenzione di tutti gli abitanti rimase rivolta verso gli ologrammi riprodotti e non su un Consigliere che veniva trascinato via incosciente. Stava andando tutto più che bene - addirittura oltre le aspettative migliori.

Xenya lasciò che salissero tutti la scala prima di lei, ormai abituata al compito di chiudifila.

Ma, proprio nello stesso momento in cui poggiò il piede sul primo scalino, una voce all'holojournal parlò.

«È appena avvenuta a Palazzo della Forza l'incoronazione del primo monarca dell'Ordine di Clock, ultimo discendente dei tre oligarchi che fondarono questa gioiosa terra.»

Xenya si bloccò e ruotò piano la testa per vedere il volto gigante del suo ex compagno di Settore mentre gli veniva calata sulla testa un anello di metallo rosso.

Al centro della corona scarlatta, un cerchio perfetto.

Lo stesso che era rimasto impresso sul drone che aveva attaccato Zeke.

«In occasione dell'inizio dell'anno tremilaquattrocentocinquantasei, viene presentato al mondo David Strength, salito al trono con il nome di Eclipse

Xenya si congelò sul posto, incapace di muoversi mentre un fischio le riempiva le orecchie.

Qualcuno la strattonò per il braccio, iniziando poi a trascinarla per le scale.

Vedeva nero. Le mani le formicolavano.

Era come se l'aria non le riempisse più i polmoni in modo sufficiente per farla sopravvivere. Per un istante pregò di essere morta, di star vivendo un semplice incubo.

Xenya collassò, incapace di controllare le sue funzioni vitali.

«Tu lo sai

Si stava fissando. Ma qualcosa in lei era diverso.

«Cosa dovrei sapere?»

Quando parlò, le sue labbra non si mossero.

«Il tuo vero scopo

Un barlume scarlatto le apparve davanti agli occhi.

E capì. Una corona sul capo di David, dello stesso colore del sangue che sarebbe dovuto essere versato.

«Tu sei Xenya Cass Thompson, e dovrai uccidere l'eclissi

Quando riprese conoscenza, Xenya era abbandonata su un sedile dell'auto che stava sfrecciando in mezzo al Deserto Centrale.

Gli occhi di Zeke, in apprensione, la stavano scrutando.

Non parlarono perché nella testa di Xenya era presente un solo concetto che, nonostante si sforzasse di elaborarlo, non riusciva a esprimere.

La leggenda era vera: l'eclissi era arrivata e portava il nome di David Strange.

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