2. Louis I Le Pieux




Lo straccio la colpì in volto con forza. Socchiuse gli occhi in direzione della ragazza che l'aveva lanciato. Avrebbe voluto restituirle il favore.

«Lava anche questi panni, sguattera» ordinò quella, ridacchiando ed indicando una cesta di biancheria enorme. Allacciò un nastro rosa pallido in vita con energia e sparì.

Mariette rimase dov'era. Non aveva senso ribattere e se lo avesse fatto si sarebbe presa solo l'ennesima bastonata sulle spalle. Non voleva altre botte. Un brivido freddo le corse lungo la schiena. Prima o poi si sarebbe vendicata di tutte quelle ragazze malvagie dalla vita stretta. Se lo prometteva ogni volta in cui le tiravano un nuovo straccio in viso o le facevano lo sgambetto. Si svegliava ogni mattina con l'istinto di afferrare un pugnale e cominciare una vendetta che non poteva essere compiuta.

Non era piena di grazia ed eleganza, Mariette. Aveva le labbra screpolate per le troppe promesse fatte. Non sapeva ancheggiare. Non sapeva sedurre uomini, nè deliziarli come le altre ragazze della taverna. I loro corpi pieni e formosi erano ben lontani dal fisico esile e sottile di lei. A volte di notte si chiedeva se in un paio d'anni sarebbe potuta essere come loro. Non lo era. Mariette l'ébauche* la chiamavano. Mariette la bozza, Mariette l'incompiuta. Lo soffiavano divertite tra i denti quando la ragazzina passava a rassettare le stanze e raccoglieva i loro panni sporchi. Lei chinava la testa e taceva. Sentiva il sangue bollire nelle gote e una bile amara avvelenarle il cuore. Stringeva i denti tanto da farsi male, conficcava le unghie nella carne. Lasciava le braccia pendolare sconfitte, sentiva le lacrime agli angoli degli occhi. Ma lei non avrebbe pianto. Si sarebbe fatta uccidere piuttosto. Nessuna soddisfazione per quelle ragazze più grandi dai modi aggraziati. Mariette l'ébauche sopportava. Piegava le spalle e proseguiva. Loro continuavano. Lei giurava vendetta in un silenzio di pietra, lo stesso di chi sa che neanche dalla tomba potrebbe ottenere il riscatto che non vuole arrivare.

Mariette raccolse la cesta, le risate dell'arpia si erano perse nei corridoi della grande casa dove tutte loro abitavano. La campanella del sarto davanti a loro tintinnò. Mariette sapeva cosa significava.

Abbandonò la cesta e corse alla finestra, con un'urgenza impagabile.

Quello era l'unico momento della giornata che gettava un po' di luce nella sua misera vita. Si affacciava con ansia tremante alla finestra e li spiava. Non era niente di speciale, in realtà. Era solo un uomo che accompagnava la moglie a consegnare le merci che lei ricamava per il sarto. Nient'altro. Eppure ogni volta era come immergersi in una sorgente d'acqua limpida e fresca.

Mariette la chiamava 'la sua famiglia'. Le piaceva immaginare che in un'altra vita sarebbe potuta essere loro figlia. O sposare quel soldato distinto ed elegante. Lui si fermava ogni sera alla taverna, sorseggiava tre dita di vino rosso. Non un goccio di più: Mariette lo guardava mentre puliva i tavoli. Lui aveva lo sguardo triste e malinconico di chi è stato picchiato dalla vita, ma all'ébauche faceva tenerezza. Non toccava nessuna ragazza, lei non credeva che il soldato sarebbe stato in grado di tradire sua moglie. Avrebbe voluto trovare il coraggio di parlargli un giorno, ma avvertiva perforante il terrore di infrangere un sogno.

La ragazza scostò la tenda veloce. Le dita tremavano in attesa con ardente trepidazione. Si chiese se la moglie avrebbe indossato il vestito blu o grigio. Mariette inspirò profondamente, godendosi ogni secondo della snervante e piacevole attesa. Quello era il suo momento. Sentì il cuore esultare nel petto all'idea di ciò che avrebbe visto.

Ma l'attesa rimase inappagata. Il soldato non era con sua moglie. Mariette avvertì l'amaro sotto la lingua, le dita abbandonarono le tendine bianche. All'improvviso si sentì vuota: il suo momento era stato rovinato. Non ci sarebbe stata alcuna gioia, quel giorno. Avvertiva la sconfitta ronzarle in testa, mentre con un solo impassibile occhio rimase ad osservare l'uomo immobile nella strada. Da solo. La moglie non c'era. La sua famiglia non passeggiava insieme, quel giorno. Si chiese se lei fosse ammalata. Se fosse capitato qualcosa di brutto: alle persone buone succedevano sempre cose malvagie. Forse lei era scappata. Aveva occhi freddi e grigi come l'oceano del nord, quello che Mariette vedeva in lontananza dai campi di suo padre quando era bambina. La donna con il soldato era sempre così austera, emanava dignità e orgoglio quando camminava con la testa dritta. Mariette si chiese se un giorno sarebbe potuta diventare anche lei così forte. Abbassò lo sguardo, piegandosi per riprendere la cesta di panni sporchi. Altri insulti la aspettavano durante la giornata e non avrebbe potuto fare nulla per impedirlo.

Sarebbe stato meglio che non si fosse aspettata nulla, quel giorno.

Strinse gli occhi e soffocò le lacrime. Rivolse uno sguardo triste al soldato in uniforme. Trasportava un piccolo pacco per il sarto e aspettava fuori dal negozio con un sigaro in mano. Lui odiava gli spazi chiusi, Mariette lo aveva capito dallo sguardo saettante in ogni direzione.

«Ébauche» le urlò qualcuno da un'altra stanza.
La ragazza raddrizzò il collo, lo sguardo vitreo di nuovo padrone del suo viso e delle sue emozioni. Piegò le spalle. La tenda si richiuse sui vetri sporchi. Mariette camminò senza grazia, senza ancheggiare, diretta verso una vita che non credeva meritasse di essere vissuta. Il destino era stato crudele con lei, si ripeteva spesso l'ébauche. E sapeva che nessuna promessa e nessuna vendetta avrebbero potuto aggiustare quei torti. Il destino l'aveva condannata a stare lì, in eterno.

Mariette l'ébauche non sapeva di sbagliarsi. Non sapeva che se fosse rimasta ad osservare il soldato una manciata di secondi in più avrebbe visto raggiungerlo un altro componente della 'sua famiglia'. Un giovane biondo poco più grande di lei. Se lo avesse incontrato, Mariette avrebbe capito il suo errore: il destino non era stato ancora abbastanza crudele con lei.





***

*ébauche=bozza

Annotazioni storiche: non credo ce ne siano molte in questo capitolo. Lo collocherei nel periodo tra il 1799 e il 1801. Napoleone ha preso il potere, ma non è ancora l'unico re/imperatore di Francia. Mariette me la immagino aver vissuto l'infanzia da qualche parte nel nord, verso l'Ilè o lì vicino. Il mare del nord è uno spettacolo unico al mondo: in Danimarca andavo ogni domenica a guardarlo un po' in silenzio. È veramente grigio, ma un grigio magnifico. Sembra essere anche molto freddo (non ho mai avuto il coraggio di toccarlo).

Annotazioni che non c'entrano nulla: l'ébauche significa "la bozza" in francese. È ambientato in Francia, quindi vi beccate i soprannomi e tutto il resto in francese. I capitoli (l'ho già detto?) hanno il nome dei re di Francia. Sembra che il secondo sia un certo Ludovico I il Pio, che in francese suona come il titolo (ma ne esistono anche altre varianti, quindi non vogliatemene se lo conoscete come il Benevolo o roba simile). L'opera in copertina è di Munch ("Ragazza alla finestra"). Magnifica.

Mi dispiace molto per il ritardo che stanno subendo tutte le mie storie, ma mi sono laureata due giorni fa e non avevo tempo concreto di correre appresso Wattpad. Detto ciò, da oggi dovrei tornare operativa. Soprattutto con il programma di recensioni.

Ci 'leggiamo' al prossimo capitolo!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top