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Il cielo era proprio come l'aveva descritto Yekson: una volta verde acqua che abbracciava tutto il circondario.
All'orizzonte si scorgevano molti alberi ad alto fusto. Quelli che avevano l'onore di possedere le foglie erano molto variopinti; prevalevano varie tonalità di viola, rosso e blu.
Per non parlare degli altissimi edifici costruiti in metallo e vetro, una visione insolita per i tre ragazzi.
'D'altronde, se siamo davvero in una zona pressoché sana' pensò Xenya 'è più conveniente ampliare edifici verso l'alto.'
Si trattava di tre grattacieli a pianta triangolare con i vertici convergenti alla strada asfaltata che li collegava al piazzale dove tutti i selezionati si trovavano. Le costruzioni erano particolari: il vetro che componeva ognuna di esse rimandava bagliori di colori differenti. Quella di fronte ai giovani, al termine del lungo viale, sembrava verde. A metà del percorso d'asfalto, una seconda strada perpendicolare intersecava la principale e collegava altri due edifici a destra e a sinistra che, rispettivamente, erano uno rosso e uno azzurro.
Stendendo lo sguardo oltre al complesso centrale si intravedevano delle piccole costruzioni, forse le case degli abitanti del Primo, che distavano comunque diversi chilometri.
Una folata di brezza calda investì Xenya, spostandole alcune ciocche rosse sul viso. Sorridendo, le scostò con un gesto rapido della mano e gustò il sapore dolceamaro dell'essere lontana da tutto ciò che fino ad allora era stato casa. Un nuovo inizio l'aspettava e, per la prima volta da quando le era stata recapitata la lettera di selezione, percepì la pressione di quello che sarebbe potuto accaderle. Non importava quanto sconosciuto o segreto il Progetto X potesse essere, da quel momento era compito suo tracciare il proprio percorso verso l'ignoto.
Nel primo sopralluogo visivo dell'ambiente irruppe una figura femminile: era molto alta, ben vestita con un tailleur nero gessato e sgargianti capelli biondo platino raccolti in uno chignon dietro la nuca. Si passò le lunghe dita pallide della mano destra sulla testa per sistemarsi i ciuffi indisciplinati e poi si schiarì la voce.
«Sono Madeline Foxn, Direttrice del Progetto X e ho l'onore di darvi il benvenuto.» Sorrise benevola. «Ora stiamo aspettando i tre giovani provenienti al Settore Sessanta. Ancora un caloroso benvenuto a voi, ragazzi del Cinquantatré... Signorina, è un piacere fare la sua conoscenza.» Chinò di poco il capo in segno di riverenza verso Xenya che, in tutta risposta, sogghignò imbarazzata.
La soldatessa notò solo in seguito un enorme gruppo di ragazzi che indossavano la sua stessa uniforme e che assomigliavano molto a David per la muscolatura, il portamento e lo sguardo così orgoglioso da risultare quasi fastidioso.
La guardavano tutti: chi sorpreso, chi quasi ammaliato, chi malizioso e chi solo confuso.
Nel frattempo, tre giovanissimi ragazzini scesero da un altro autoveicolo giunto e Madeline si avvicinò a loro.
Xenya dubitava che avessero raggiunto l'età prefissata dei sedici anni prima dell'arruolamento. Prova ne fu che ognuno di loro aveva le lacrime agli occhi, quasi fosse stato strappato via dalla famiglia con ferocia.
«Non possono avere sedici anni...» sussurrò Yekson.
«No» confermò Xenya. «Ma nel Settore Sessanta tutto l'esercito è morto quest'inverno: i troll hanno sabotato la loro caserma. Ricordi?»
«Vero, l'hanno detto al notiziario di Settore. E allora non era meglio evitare di chiamare tre bambini?» chiese ancora lui, esterrefatto.
Erano davvero molto giovani: uno di loro non superava certo i dieci anni. Quello più alto poteva averne forse sedici, appena compiuti, ma non di più: ciò significava comunque che non era stato addestrato - o almeno non a dovere. Tutti gli altri soldati pareva fossero di diciassette anni come quelli provenienti dal Cinquantatré.
«Benvenuti ai Palazzi!» L'agitatissima donna bionda li accolse, tutta affabile. «Io sono Madeline Foxn, a capo dell'organizzazione del Progetto X. Ora che siamo tutti presenti, direi di farvi accompagnare alle vostre stanze. L'indomani inizierà il Progetto con un breve discorso iniziale del Capo del Consiglio di Clock che vi illustrerà in modo schematico cosa accadrà. Bene, vi auguro una buona cena e una buona notte!» Madeline sorrise ancora una volta e fece segno ai soldati di proseguire lungo la strada asfaltata, verso l'edificio più vicino.
Xenya si incamminò affiancata dai suoi due compagni ma venne poi tirata per la manica della giacca e fu costretta ad attardarsi per capirne il motivo.
«Ma tu sei una femmina!» esclamò il più giovane del Settore Sessanta. Gli sorrise.
«Già. Mi chiamo Xenya. Tu?»
«Jamie. Ma le ragazze possono fare questa cosa?» chiese il bambino, imbronciato, ancora con le lacrime agli occhi.
«Certo! Non sono debole, io!» Gli fece l'occhiolino. «Quanti anni hai?» chiese, non riuscendo a trattenere la sua curiosità.
«Ne farò dieci in autunno» borbottò, tirando su col naso.
«Wow» si lasciò sfuggire Xenya. «Andiamo?» chiese di nuovo, notando che il gruppo si stava allontanando molto in fretta.
Jamie annuì e fianco a fianco entrarono in un enorme edificio in metallo e vetro dopo aver camminato a passo sostenuto per raggiungere i compagni.
«Dividetevi per Settori» ordinò numerose volte una voce all'altoparlante.
Superata una porta a vetri - grande stranezza sia per Xenya che per Jamie - si accedeva a un grande salone trapezoidale, il cui pavimento lucido rimandava alla ragazza la sua espressione dura e la squadrata forma delle spalle.
Avanzarono di qualche passo, ricongiungendosi del tutto al gruppo di soldati, concentrato al centro della sala. Erano tutti accalcati al piano terra del palazzo intrattenuti solo dalle alte vetrate da cui si intravedevano i primi bagliori del sole al tramonto.
Xenya scombinò i capelli di Jamie in segno di saluto affettuoso e raggiunse i suoi due compagni, lasciando che bambino si ricongiungesse ai suoi.
«Dov'eri finita?» chiese David al suo arrivo, affabile come un pugno di spine.
«Ho parlato con Jamie, il bambino di nove anni del Sessanta» affermò Xenya, cercando di trafiggere la corazza del biondo.
«Nove anni?» Persino il signor simpatia ne fu scandalizzato. «A nove anni io nemmeno sapevo esistessero i mutanti» sussurrò.
Alzarono gli occhi verso uno schermo che, illuminandosi all'improvviso, rivelò la propria presenza a tutti coloro che non l'avevano notato prima. Xenya sobbalzò appena quando, di colpo, venne mostrato il viso di Madeline Foxn in alta definizione.
«Eppure lui è costretto a combatterli. Mi stupisco che i suoi genitori gli abbiano permesso di partire.» Yekson assunse un'espressione corrucciata.
«Sempre che siano ancora vivi» esalò David.
Un brivido corse lungo la spina dorsale di Xenya, ma non disse niente. Sospirò solo, in attesa come tutti di nuove istruzioni dalla Direttrice che, sorridendo, si sistemò ancora una volta i capelli sopra l'orecchio sinistro.
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