5. Mai sfidare la bestia

L'intrattabilità di Bakugou peggiorò col passare del tempo.
Si dimostrò ogni giorno più irritabile e meno propenso a parlare con il povero Midoriya, la cui unica colpa era quella di trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
<<Ehm...Bakugou?>> Domandò titubante il verdino, rivolto al teppista, seduto al suo solito posto, attaccato alla finestra.
<<Sì?>> Rispose lui, con voce lievemente scocciata.
<<Non...non ci converrebbe fare un salto all'esterno, di tanto in tanto?>>
Il biondo spostò il suo sguardo da oltre il vetro, al ragazzo seduto sul letto, sgranò gli occhi ed aggrottò le sopracciglia, confuso.
<<Possiamo uscire?>> Domandò allora, con un'intensa luce di speranza negli occhi.
Vedere quella luce fu quasi un sollievo per Midoriya, il quale però, per quanto avrebbe voluto, non potè mentire:
<<Ehm...sì, ma solo nel giardino dell'ospedale...>>
Quella luce, che fino ad un secondo prima aveva pervaso il biondo, si affievolì per poi spegnersi.
Distolse lo sguardo e tornò a guardare fuori dalla finestra.
<<È troppo freddo per uscire. Io odio il freddo.>> Borbottò.
Bakugou non è il tipo che si accontenta.
Concluse Izuku, sconsolato.
Strinse i pugni sulle coperte e guardò verso il basso, frustrato.
<<Ma se non cogliamo l'occasione ora che la neve non si è ancora sciolta, pensa quando non ci sarà più e al tempo che dovremmo aspettare per rivederla...>>
Bakugou inarcò un sopracciglio e sollevò le labbra, mostrando i denti, al pari di un cane rabbioso.
Ecco, l'ho fatto arrabbiare...
<<Se dico che non usciremo, vuol dire che non usciremo.>> Rispose seccamente.
Devo impormi.
Pensò invece Midoriya.
Devo dimostrargli un minimo di coraggio o sarò sottomesso a lui per tutto il periodo in cui sarà costretto a stare qui...
Izuku si guardò attorno in cerca d'idee e l'occhio gli cadde proprio a lato destro del letto, ove un piccolo pulsantino molto a portata di mano, giaceva indisturbato.
Un bottoncino necessario a chiamare un'infermiera in caso di necessità.
Izuku non l'aveva mai usato prima.
Lo premette, sperando nell'arrivo di qualcuno di gentile.
Qualcuno bussò neanche un minuto dopo.
<<Hai chiamato, Midoriya?>> Domandò con fare tranquillo l'infermiera.
In volto aveva un largo e caloroso sorriso.
<<Eh? Noi non->> Fece per dire Bakugou appoggiando un piede a terra, come un gatto pronto a scattare verso il topo, ma Midoriya gli passò sopra:
<<Ah sì, scusa se ti ho disturbato, mi piacerebbe fare un salto all'esterno, saresti disposta a farmi strada?>>
Bakugou sgranò gli occhi e diventò paonazzo tutto in una volta.
<<Certo, non c'è nessun problema.>> Rispose gentilmente lei.
Si avvicinò all'armadietto contenente le scarpe ed il giubbotto di Izuku, le prese e le porse al paziente.
Gli allungò anche i guanti e la cuffietta portate da sua madre con l'ultima visita, perché lo proteggessero dal freddo e dalla neve.
<<Ah...purtroppo posso solo accompagnarti fino ad uno degli ingressi al parco, ma non posso assisterti per il tempo che desideri...perciò Bakugou dovrebbe uscire con te.>> Spiegò l'inserviente.
Bakugou si trattenne maggiormente, ma Izuku notò distintamente le vene gonfiarsi lungo il suo collo.
<<Beh, io credo non ci siano problemi.>> Disse Midoriya con un largo sorriso provocatorio stampato sul viso.
Successivamente si voltò per prendere dal comodino il proprio taccuino e la penna, nel caso una volta fuori gli fosse venuta voglia di disegnare.
Ci mise un po', ma alla fine Bakugou si ricompose, prese un profondo respiro, e, non si sa come, tornò normale.
Sorrise, ed il suo sorriso si rivelò essere perfino più spaventoso della sua faccia normale, così snaturato, forzato e pieno di riluttanza.
Izuku s'impietrì a quella vista e si chiese come gli fosse anche solo passato per l'anticamera del cervello di ribellarsi ad un essere del genere.
Tuttavia, Midoriya sembrò l'unico ad accorgersi della vera natura di Bakugou.
Così infima e crudele.
E non aveva più modo di tornare sui propri passi, ormai.
<<Perfetto, allora andiamo!>> Esclamò l'infermiera, per poi riaprire la porta della stanza ed invitarli a seguirla.
Bakugou si avvicinò a Izuku con passo sicuro e sguardo truce, invitando il più piccolo a seguire la ragazza con un cenno della mano e nient'altro.
Midoriya realizzò che il Bakugou ringhiante non era nulla in confronto alla versione silenziosa.
Una sfumatura di lui che raramente avrebbe avuto occasione di rivedere.
La donna fece strada a passo svelto, lungo i vari corridoi, conducendo i due attraverso il labirintico ospedale, fino ad uno degli ascensori destinato a portarli entrambi al piano terra.
Il tragitto, per quanto breve, bastò a far tremare Izuku di fronte alla tensione spigionatasi nell'ambiente attorno a Katsuki.
Come un fuoco tenuto a bada solo da un paio di pietre.
Non avrei dovuto stuzzicarlo a tal punto.
Pensò Midoriya, sempre più a disagio.
Una volta giunti al piano terra, un altro paio di svolte condussero i tre al tanto decantato giardino dell'ospedale, una grande distesa circolare posta al centro della struttura ospedaliera, a forma di anello.
Quel ristretto spazio era normalmente di colore verde vivo, ma in quel momento, era semplicemente ricoperto da soffice e candida neve.
Essendo un'ospedale psichiatrico, chi lo costruì deve aver pensato fosse necessario che non avesse recinzioni in grado di essere scavalcate, ed ha reso la struttura dell'edificio, il limite stesso del parco.
Normalmente vi sarebbero stati quattro accessi al parco, dai quali sarebbero partiti quattro diversi sentieri, incidenti al centro, tuttavia, per via della neve, tali sentieri erani indistinguibili, almeno al momento.
<<Eccoci, siamo arrivati!>> Esclamò entusiasta l'infermiera, <<Non prendete troppo freddo, e mi raccomando, divertitevi!>>
Li salutò e se ne andò poco dopo, lasciando Izuku solo.
Solo con Bakugou.
Il verdino sollevò lievemente lo sguardo verso il ragazzo più grande.
La tensione, il nervosismo e l'odio da lui costantemente sprigionati, sembravano essersi dissolti come neve al sole.
Il suo sguardo era fisso fuori.
Vuoto e cupo.
Izuku sospirò, e, mettendo un piede dietro l'altro, imboccò quella che sarebbe ipoteticamente dovuta essere la strada ufficiale per il centro del parco.
Mentre la neve inghiottiva i suoi stivaletti, Midoriya era impegnato a maledire il momento in cui si era messo in testa l'idea di potersi scontrare alla pari con il biondo.
Ma che lui avesse cambiato idea o meno, ormai era troppo tardi per tornare indietro.

Angolo autrice
Bakugou avrà ingoiato il rospo questa volta o sarà pronto a dare battaglia?
Presto lo scopriremo!
Spero il cap vi sia piaciuto.
A lunedì^^

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