27. Un'attesa snervante
Katsuki attese.
Attese pazientemente che Izuku tornasse in sé.
Togata aveva detto che quasi tutte le pillole ingerite non erano riuscite ad essere assimilate in tempo per scampare alla lavanda gastrica, ed era stato quel fattore a salvagli la vita.
Il coma è uno stato del corpo umano che si "attiva" quando il cervello entra in sofferenza, aveva spiegato il medico, Quando si subisce un forte shock tutte le funzioni vitali vengono tagliate di netto e le energie rimanenti si concentrano sul preservare le funzioni cerebrali.
Se avessimo tardato un altro po', ed il suo corpo avesse assimilato altre sostanze, ora sarebbe morto.
Bakugou pensò un po' alla spiegazione di Togata.
Poggiò una mano sul petto di Deku il quale si sollevava a malapena.
Il suo respiro era debole, e così anche il suo cuore.
<<Idiota...>> mormorò, <<Perché non ti svegli?>>
Qualcuno bussò alla porta e Bakugou ritrasse in fretta la mano.
Togata entrò poco dopo.
<<Cambiamenti?>> Chiese.
Katsuki scosse la testa.
I macchinari attorno a lui erano stabili, non sapeva dire se fosse una cosa buona o meno.
Togata, con sguardo sconsolato, si avvicinò al letto e prese a controllare il monitoraggio generale.
Buttò un occhio anche all'ago della flebo, probabilmente per assicurarsi che fosse ben inserito.
<<Ora il suo corpo dovrebbe essere completamente disintossicato. Con i trattamenti giusti, dovrebbe svegliarsi nel giro di qualche giorno.>> Mormorò.
<<Starà bene?>> Chiese Katsuki.
<<In teoria. Ciò comunque non significa che sia completamente fuori pericolo.>>
Bakugou guardò il corpicino ossuto del ragazzino, disteso sotto le coperte.
<<Può sentirci?>> Chiese.
Togata rimase un po' perplesso da quella domanda.
Se anche Bakugou fosse riuscito a parlargli, che cosa sarebbe cambiato?
<<No...>> Rispose scuotendo la testa, <<Il cervello in questo stato pensa solo a mantenersi vivo. È tagliato anche ogni contatto con gli organi di senso.>>
<<Quindi non può sentirmi...>> mormorò il biondo, <<...né vedermi, né toccarmi...>>
<<No, non può.>>
Bakugou sospirò e si sedette su di una sedia, nell'angolo della stanza.
Si portò una mano sulla fronte.
<<Sua madre lo sa?>> Chiese allora.
Togata deglutì.
<<Sì. Anche se il Dottor Nighteye l'ha avvisata con riluttanza.>>
Certo, pensò Katsuki, quale stronzo vorrebbe che venisse messa in discussione la sua terapia?
<<Ora devo andare.>> Disse Togata.
Si sforzava palesemente di sembrare distaccato, ma i suoi occhi erano comunque tristi.
<<Come sempre...avvisami se cambia qualcosa.>>
Inko Midoriya giunse in tutta fretta quello stesso pomeriggio.
Spiegò di aver cambiato il proprio turno all'ultimo secondo e di essersi catapultata lì il prima possibile.
Bakugou non la biasimò, non ne aveva il diritto.
La donna chiese cosa fosse successo e come stava adesso suo figlio.
Bakugou riferì a grandi linee le parole di Togata sullo stato di Izuku.
Comprendendo che il ragazzo aveva tentato nuovamente la stessa azione, la donna si mise a piangere.
Katsuki rimase in disparte mentre la osservava.
Avrebbe voluto consolarla, ma sapeva che in fondo aveva solo bisogno di sfogarsi.
Inko sedette a lato del letto e con una mano accarezzò i capelli del figlio, assopito in un sonno tranquillo e pacifico, simile alla morte.
<<Non vuoi più vivere, vero?>> mormorò ad un tratto.
Bakugou non sapeva se la donna fosse consapevole del fatto che il figlio non potesse udirla, ma decise di non toglierle anche quella speranza.
<<Qualunque sia il tuo desiderio...>> disse, <<...io credo che il mondo abbia in serbo di meglio per te, Izuku.>>
Sospirò.
<<Tuttavia, sappi che la mamma rispetterà ogni tua scelta...>> disse con voce sempre più incrinata, <<...ti amerà per sempre e sarà sempre fiera di averti messo al mondo, qualunque cosa accada.>>
Si abbassò su di lui e gli baciò la fronte per poi alzarsi e dire:
<<La mamma ti ama, Izuku.>>
Katsuki si ritrovò con un discreto groppo in gola ed una non indifferente difficoltà nel cacciare indietro le lacrime.
La donna si alzò dal letto, fece il giro dello stesso, si avvicinò a Katsuki e lo abbracciò.
<<Prenditi cura di lui, va bene?>> Chiese.
Bakugou annuì fermamente.
Non riusciva a parlare.
La donna sorrise e si allontanò poco dopo, per poi raccogliere le sue cose con le lacrime agli occhi ed uscire dalla stanza.
Bakugou non comprese perché la donna non avesse deciso di rimanere, ma al contempo, poteva comprendere il dolore di una madre, affatto intenzionata a vedere il proprio figlio abbandonarsi all'abbraccio della morte.
Katsuki si staccò dal muro e si avvicinò ad Izuku, poggiando le braccia sul letto ed il mento su di esse.
Avvicinò la propria bocca al suo orecchio.
<<Non so se mi senti o meno...>> iniziò, <<...ma non provarci neanche a morire...sono stato chiaro, Deku?>>
Bakugou fu svegliato da un suono stridulo ed improvviso.
Si era appisolato al suo solito posto, con le braccia e la testa sul letto, ma quel fischio irritante lo aveva destato.
Il suono proveniva dalla macchina destinatata a monitorare il battito cardiaco, ed Izuku non ne aveva più.
Le pulsazioni si erano fermate.
<<Merda!>>
Bakugou corse dall'altro lato del letto e spinse il pulsante d'emergenza per poi correre fuori ad incitare i camici bianchi perché si sbrigassero.
Quando dentro alla stanza vi fu abbastanza personale Bakugou fu mandato fuori, e sebbene il biondo non volesse essere lasciato in disparte, per evitare di essere di alcun intralcio, uscì.
Si mangiò le unghie per una buona mezz'ora, mentre attendeva notizie, e quando finalmente giunsero, per fortuna, erano delle migliori.
Vi fu perfino un'infermiera che si congratulò con lui per aver dato l'allarme: la sua azione aveva salvato la vita di Midoriya.
<<Mi hai fatto cagare addosso.>> Rise Katsuki rivolto al corpo inerte, sperando, dentro sé in una qualche reazione.
Nulla.
Sospirò e si sedette di nuovo accanto al letto, in attesa.
Nemmeno lui sapeva bene di cosa.
Quando fu il momento di andare via, Bakugou non si risparmiò una buona dose di proteste: avrebbe voluto essere presente, nel caso il cuore di Deku avesse deciso di cedere di nuovo, o, se in caso contrario, avesse tenuto botta e lui si fosse svegliato.
Alla minaccia di chiamare ancora una volta gl'inservienti del reparto psichiatrico, tuttavia, il criminale alzò le mani e decise di seguire lo sbirro in silenzio.
Il tragitto verso casa fu un incessante turbinio di dubbi e domande.
Katsuki non riusciva a smettere di temere per la vita del ragazzino, ed il solo pensiero che avrebbe potuto trovarlo morto, in quel freddo letto d'ospedale, la mattina successiva, gli metteva i brividi.
Rimuginò tutta la notte.
Non chiuse occhio, semplicemente attese.
Attese che scoccassero le otto in punto, della mattina successiva.
Angolo autrice
Katsuki è sempre più in crisi ed Izuku sempre più vicino a cedere.
Spero che il capo vi sia piaciuto, ci vediamo domani con il prossimo :)
Cyau^^
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