25. Il fallimento di un giovane medico
Deku tremava da capo a piedi, ma si sforzava di non darlo a vedere.
Sorrideva benevolo, dinanzi al volto imbronciato di Bakugou.
Era palesemente una recita: i suoi occhi gioivano.
<<Comportati bene.>> Lo ammonì Iida prima di lasciarlo entrare, <<Un altro scherzo come quello di questa mattina ed è la volta che ti faccio rinchiudere.>>
Bakugou, in tutta risposta, grugnì.
Iida lo lasciò entrare e si chiuse la porta alle spalle.
L'espressione di Bakugou cambiò all'istante da imbronciata a sorridente, ed i timori di Deku divennero fondati: era libero. E lui non lo avrebbe più rivisto, dopo quel giorno.
Bakugou attese silenziosamente qualche secondo e poi esplose, ridendo e gioendo come mai prima di allora, si avventò su Deku come un avvoltoio e lo abbracciò così forte da farlo quasi soffocare.
<<Ci siamo riusciti Deku!>> Esclamò, <<Mina ha la chiave! Ci siamo riusciti! Grazie per questo piano geniale!>>
Lo lasciò e gli sferrò un pugno affettuoso alla spalla, anche se un po' più forte del normale.
Izuku si portò una mano sul punti colpito, dolorante, e se lo massaggiò.
Si sforzava di sembrare felice, ma era così...complicato.
Tuttavia, Bakugou era talmente entusiasta da non accorgersi del suo turbamento e prese a descrivere, tutto assorto, l'azione fulminea che aveva svolto con Ashido.
Quando giunse la sera, dopo cena, Iida passò a prendere Bakugou come ogni giorno, ma per Izuku, vederlo andare via, fu il colpo peggiore.
Non tornerà...
Pensò sconfortato.
Infilò nuovamente la mano nella fodera del materasso, tastò le pillole e deglutì.
Non aveva intenzione di restare di nuovo solo.
Kirishima picchiettò sul vetro della sua finestra, come ogni sera, e Katsuki aprì.
Quando il rosso fu dentro la stanza, allungò la mano verso di lui e gli porse la chiave originale ed una bustina di plastica, contenente un copia identica della stessa.
<<Quella nel sacchetto è il duplicato.>> Spiegò Kirishima, <<L'altra è l'originale.>>
<<Perfetto.>> Sussurrò Katsuki, prendendole tra le mani.
<<Ringrazia Ashido da parte mia, per favore.>>
<<La ringrazierai stasera tu stesso, no?>> Domandò il rosso.
Katsuki lo guardò, ma non rispose.
Gli diede le spalle e poggiò le due chiavi sul tavolo.
Kirishima attese una risposta, e quando vide che il biondo non aveva intenzione di dargliela, chiese:
<<Katsuki, perché ne hai voluta una copia? A che ti serve una copia se hai già l'originale?>>
Bakugou si sedette sul letto accanto a lui.
<<Per fare lo scambio. Così che lo sbirro che mi sorveglia non sospetti di nulla.>>
<<Ma che senso ha?>> Insistette il rosso, <<Togliti ora la cavigliera. Torna con noi. Fallo stanotte.>>
Bakugou chinò il capo e volse lo sguardo altrove.
<<Non ancora...non posso...>> disse.
O è meglio dire..."non voglio"?
Kirishima si alzò in piedi di scatto e si volse verso di lui.
<<Perché no? Che hai da fare di più importante in un buco di culo come questo?!>>
Katsuki si alzò in piedi e volse i propri occhi dritti verso quelli di Kirishima.
Sostenne il suo sguardo, con serietà e fermezza; ma dentro i suoi occhi rosso rubino non c'era la solita cattiveria o arroganza, solo una profonda e radicata tristezza.
<<Ora so che potete aspettarmi...>> Disse il biondo, <<Perciò aspetterete.>>
<<Che hai di meglio da fare che stare con noi? Che stare con me?!>>
Bakugou espose i denti, arrabbiato.
<<E tu che avevi di meglio da fare per lasciarmi solo?>> Fece un passo avanti, trovandosi a meno di un palmo dalla faccia di quello che aveva sempre creduto essere l'amore della sua vita.
A quella distanza, tempo addietro, l'avrebbe baciato, ma ormai le cose non andavano più così.
<<Quella è stata una tua scelta!>> Esclamò Kirishima, <<Ti ho pure chiamato, ma hai comunque voluto fare di testa tua!>>
<<E farò di testa mia anche adesso.>> Ringhiò Katsuki, <<Tieni i ragazzi al covo, non lasciare che facciano cazzate. E questa non è una richiesta, è un ordine.>>
<<Dimentichi che sono stato io a metterti nella posizione di leader.>> Lo sfidò Kirishima.
<<Non fosti tu, ma il nostro capo. Perciò esegui i miei ordini, e stai al tuo posto.>>
Kirishima si allontanò un poco e gli sputò ai piedi.
<<Sono stato stupido a raccoglierti dalla merda, dovevo lasciarti affogare.>>
Bakugou deglutì.
<<Ed io sono stato stupido a credere che tu mi amassi.>>
Kirishima sgranò gli occhi e si bloccò per un istante, ma non rispose.
Si avvicinò alla finestra e la aprì, per poi uscire coi piedi sul cordolo e spostarsi fino alle scale antincendio.
Il tutto senza dire una parola.
Sparì poco dopo.
Bakugou, il quale aveva trattenuto le lacrime fino a quel momento, si abbassò e si rannicchiò in un angolo della stanza, nascose il proprio viso contro le ginocchia e pianse.
La mattina successiva, Mirio stava facendo il giro di controllo mattutino, e mentre camminava, salutava caldamente tutti coloro che gli capitava d'incrociare.
Svolgeva il proprio lavoro sempre sorridendo caldamente e per questo era apprezzato da tutti.
L'esatto opposto rispetto al primario, il Dottor Nighteye, figura stimata, ma difficilmente apprezzata.
Togata teneva in mano la cartella di Izuku, quando sollevò una mano e bussò alla sua porta.
Nessuna risposta.
<<Midoriya?>> Domandò.
Niente.
<<Permesso?>> Chiese allora, mentre apriva piano la porta, ma quando si affacciò sulla stanza, ciò che vide gli parve orribile: il ragazzino dai tagli sui polsi era riverso a terra con della schiuma alla bocca ed alcune pillole sparse attorno.
<<Cazzo!>> Esclamò il biondo.
Si portò con uno scatto dietro al letto, ove in alto a sinistra stava il pulsante per le emergenze, lo premette ed una sirena acuta prese a suonare, rimbombando per i corridori dell'ospedale, dopodiché, il medico si avventò sul corpicino del più piccolo e portò due dita alla sua gola nel tentativo di percepirne il battito.
Stava iniziando a sudare freddo.
Le pulsazioni c'erano, ma erano molto deboli.
Il corpo di Izuku si contorse un poco, come scosso da una scarica elettrica e, subito dopo, il ragazzino vomitò.
Era semicosciente, aveva la vista annebbiata e la pelle fredda.
<<To...gata...>> sussurrò non appena lo riconobbe, ma non appena fece per dire altro, i soccorsi arrivarono e le loro voci lo sovrastarono.
<<Che è successo?!>> Chiesero gli infermieri.
<<È andato in overdose...credo sia intossicazione da antidepressivi!>> Esclamò Togata, fissando le pillole sparse attorno al corpo di Midoriya, <<Fategli una lavanda gastrica e portatelo nel reparto anti-veleni! Tenetelo sotto osservazione!>>
I colleghi di Togata caricarono Izuku su di una barella e corsero via.
Il giovane medico si allontanò dalla pozza si vomito e si appoggiò con la schiena contro il muro per poi sedersi a terra.
Si portò una mano alla fronte e se la passò tra i capelli.
Gli occhi azzurri come il cielo, lucidi di pianto.
Si sentiva come se avesse fallito.
Angolo autrice
Izuku tenta nuovamente il suicidio.
Raga, la solitudine è una bestia davvero brutta, lasciatemelo dire.
Si salverà? Non si salverà? Ostacolerà le cure?
Lo sapremo lunedì.
Un abbraccio a tutt*!
Cya cya
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