24. L'esito della sfida
Tutto era stato predisposto alla perfezione, Izuku ne era certo.
Era sveglio dalla sera prima.
Aveva passato l'ennesima notte in bianco.
A rimuginare sull'esito che avrebbe avuto quella fatidica mattina.
Non gli accadeva da tempo, di essere così ansioso e nervoso per qualcosa.
Se il piano andrà a buon fine, da domani Bakugou non sarà più qui.
Da steso qual era, fissò i propri occhi sul soffitto e strinse le lenzuola ai lati del proprio corpo.
Le sue nocche sbiancarono e le sue mani iniziarono a tremare.
Fremeva di rabbia.
Rabbia verso se stesso.
Rabbia per aver ideato il piano che gli avrebbe portato via Kacchan.
Quello avrebbe potuto essere l'ultimo giorno in sua compagnia.
I suoi occhi s'inumidirono.
Strinse le palpebre ed una gocciolina fuoriuscì e percorse la sua guancia per poi stamparsi sul cuscino, a lato della sua testa.
Non voleva pensarci.
Non voleva pensare a quello che sarebbe stato il suo futuro.
Sarebbe rimasto solo.
Ancora una volta.
Bakugou si sedette sul letto e sospirò.
Era nervoso ed eccitato al contempo.
Si perse un secondo nei propri pensieri, ma fu Iida a richiamarlo, bussando alla porta.
<<Bakugou? Bakugou, sei sveglio?>>
Lui raccolse tutta la calma che gli era rimasta in corpo.
Devo sembrare arrabbiato, pensò, mi serve per portare a termine il piano.
<<Ci sono!>> Urlò stizzito, <<E dammi un attimo, cazzo!>>
Raccolse in fretta la propria giacca di pelle, se la caricò in spalla per poi aprire la porta con uno scatto, mancando la faccia di Iida per un pelo.
<<E sta calmo!>> Esclamò lui, in allerta.
Bakugou ringhiò.
<<Non dirmi cosa fare, dannazione! Oggi non sono in vena!>>
Iida lo guardò storto, ma non aggiunse altro.
Chiuse la porta e si limitò a lasciare che il biondo proseguisse lungo la ripida scalinata, per poi iniziare a seguirlo.
Non era la prima volta che Bakugou si alzava col piede sbagliato.
Nulla di nuovo.
Katsuki camminava per strada a testa alta, ma, mentre teneva fermo il capo, i suoi occhi ruotavano in tutte le direzioni in cerca di Ashido.
Le aveva spiegato per filo e per segno il percorso e gli orari, ora stava a lei.
Mentre proseguiva ad un tratto la vide, in lontananza.
Era vestita con dei leggins neri, ed aveva una maglietta giallo canarino, sopra la quale teneva una giacchetta di jeans piena di borchie.
I suoi capelli rosa spuntavano insistenti da sotto un cappellino azzurrognolo, ed a coprirle gli occhi teneva dei grossi occhiali da sole.
Camminava verso di lui con le mani in tasca e masticava un chewin gum col quale, ogni tanto, creava delle bolle.
Bakugou si assicurò che Iida fosse esattamente dietro di lui, e controllò anche che il suo obiettivo fosse agganciato al lato destro della sua cintura, come sempre.
Iida guardava altrove, distratto da un negozio di occhiali alla sua sinistra.
Perfetto.
Bakugou si rivolse nuovanente ad Ashido, la quale si era fermata in attesa di ordini, e chinò il capo.
Era il segnale.
La ragazza prese a correre verso di lui e quando fu a pochi passi, accelerò, colpendolo in pieno e spingendolo indietro, addosso ad Iida.
In quel secondo netto di contatto, Katsuki portò la propria mano destra all'indietro, fermo come un chirurgo e sganciò la chiave dalla cintura di Iida senza che lo sbirro se ne accorgesse.
Tutti quegli anni passati a fare il ladro per campare hanno dato i loro frutti...
Pensò, ma si sforzò di rimanere concentrato.
Passò immediatamente alla fase due: si portò la chiave nel palmo, chiuse il pugno perché Iida non la vedesse, e si concentrò sulla figura di Ashido, la quale, da brava attrice, aveva già iniziato a scusarsi.
<<Perdonami! Non ti avevo visto!>> Esclamò la ragazza.
<<Ti sembro forse invisibile?!>> Inveì Katsuki, come da programma, <<Eh?! Brutta stronza!>>
Si avvicinò a lei in fretta, senza che Iida avesse il tempo di fare niente e portò le mani avanti nell'atto di spingerla.
Infilò la chiave elettronica nel taschino anteriore della sua giacca di jeans e subito dopo usò entrambi i palmi spalancati per darle un violento spintone.
Ashido arretrò di un paio di passi.
Non aveva accusato minimamente, ma si portò una mano al petto in tono drammatico.
<<D'ora in poi guarda dove metti i piedi, puttana!>>
Fu in quel momento che Iida si frappose tra loro.
<<Smettila!>> Urlò, <<Falla finita, Bakugou!>>
Katsuki, con un'espressione da cane rognoso, ringhiò un poco, ma poi si zittì e si ritirò.
Mantenne il broncio mentre Iida si scusava con Ashido al posto suo, ma dentro sé, rideva di gusto.
La ragazza proseguì con la recita, scusandosi per essere corsa addosso a Bakugou, ringraziando lo sbirro e rassicurandolo, dicendogli di non essersi fatta niente.
Quando venne per loro il momento di proseguire, si levò il cappello e li salutò entrambi, sventolandolo.
Mentre Iida, ora alla testa dei due, riprendeva il passo senza esimersi dal criticare le azioni di Katsuki, il criminale si voltò verso la ragazza, la quale mise una mano nel taschino ed estrasse la chiave, per poi sventolarla e salutarlo con quella.
Ashido sorrise e Bakugou ricambiò.
Il piano era andato a buon fine.
Mina corse a perdifiato per tutti i vicoli più poveri e malfamati dell'intera città, fino a raggiungere il covo.
All'entrata c'era Sero di guardia, ma le aprì la porta non appena l'ebbe riconosciuta.
Aveva istruzioni ben precise per quella piccola chiave: doveva darla a "Twice".
"Twice" era il miglior contraffattore e duplicatore di oggetti di tutto il Giappone, e la sua qualità più apprezzata era l'imparzialità: lavorava per tutti, e per nessuno.
Ashido, dopo varie rampe di scale raggiunse l'ufficio del contraffattore.
L'uomo risiedeva nella sede del boss solo ed esclusivamente per avere protezione, ma lavorava sia per il boss che per la concorrenza.
Bastava che lo si pagasse.
La ragazza raggiunse la sua scrivania e vi lasciò sopra la chiave.
<<Cos'è?>> Chiese il falsificatore, aguzzando la vista.
<<La chiave elettronica della cavigliera di Bakugou. Me ne serve una copia per questa sera.>> Disse Ashido, respirando affannosamente.
<<Riscrivere i codici perché funzioni richiede il doppio del prezzo concordato.>> Rispose "Twice".
Lei prese un profondo respiro, stufa di quell'avido bastardo e disse con calma:
<<Deve solo apparire uguale all'originale. Non serve che funzioni.>>
"Twice" allungò la mano, prese il pezzo di ferro e lo osservò.
<<Taccagni maledetti.>> Commentò, poi sorrise, guardò la ragazza e aggiunse divertito:
<<Lasciate fare a me.>>
Angolo autrice
A Katsuki serve una copia della chiave, ma perché? Con l'originale sarebbe potuto scappare all'istante...
Si scoprirà nel prossimo capitolo, il motivo delle sue azioni.
Spero che il cap vi sia piaciuto! Passate una buona giornata❤
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