22. Invito o minaccia?

<<A cosa devo l'onore?>>
<<Vi stanno cercando. Hanno quasi capito dove vi trovate.>>
<<Non preoccuparti di questo, siamo un passo avanti a loro. In un paio di giorni sposteremo baracca e burattini.>> Rispose la voce al di là della linea, <<Piuttosto dimmi qualcosa di te. A quando l'evasione?>>
Bakugou deglutì.
<<Non ci ho ancora pensato.>> Rispose.
La voce rise.
<<Ma come? Il Bakugou che ricordo io si sarebbe staccato il piede a morsi, piuttosto che essere bloccato da una mera cavigliera.>>
<<Come sai della cavigliera? Te lo ha detto Kirishima?>>
<<Chiaramente.>> Sussurrò il boss, <<Cosa l'avrei mandato lì a fare, altrimenti?>>
L'ha...mandato?
Non è venuto di sua iniziativa?
Bakugou avrebbe voluto quasi chiederlo.
Non ne ebbe il tempo.
<<Cazzate a parte, Bakugou...>> Tagliò corto il boss, <<Trova in fretta un modo per fuggire da lì. Quel tuo branco d'idioti è allo scatafascio senza un leader degno di tale nome, e Kirishima fa ridere in quel ruolo. È più coglione lui di tutti gli altri messi insieme.>>
Normalmente Bakugou si sarebbe incazzato perfino col boss per un commento del genere, ma in quell'occasione, la cosa non lo sfiorò neanche.
La voce fece una breve pausa e poi riprese:
<<Non intendo tenerli a bada per te ancora a lungo. Se dovessero beccarli durante una delle loro cazzate e si azzardassero ad aprire bocca, sai già come mi comporterei.>>
Morte, pensò Katsuki, morte certa per chiunque avesse avuto voglia di fare la spia.
Col boss non c'era tanto da scherzare.
Il rumore di una cicca mentre viene masticata si fece strada fino all'orecchio di Katsuki.
Il biondo rabbrividì.
<<È il mio ultimo avvertimento, Bakugou...>> disse quindi la voce, <<Vedi di spicciarti a tornare.>>

A inizio maggio, le piogge ed i venti avevano preso a farsi più frequenti ed intensi.
Nulla di strano per il mese corrente.
La pioggia, tranquilla o battente che fosse, non era in grado di disturbare le brevi passeggiate di Iida e Bakugou, ma di certo non era apprezzata durante la notte, quando il rumore costante del tempo meteorologico sempre peggiore, spesso non gli lasciava chiudere occhio.
E ciò lo rendeva spesso e volentieri irritabile.
Tuttavia, Katsuki si sforzava di non riversare le proprie frustrazioni su Deku, come aveva fatto in passato.
Non era amichevole, non spesso, ma almeno non si sfogava su di lui.
Non potendo uscire e non essendo dell'umore di giocare, nei giorni di pioggia intensa, passava ore intere a guardare le goccioline d'acqua stamparsi sul vetro dell'ospedale e scendere pigramente verso il basso.
La pioggia lo calmava, era cosa nota.
Ma troppa lo irritava.
E la cosa peggiore in assoluto, erano i ricordi portati dalla pioggia.
I ricordi delle notti passate al caldo, accanto ad Eijirou.
Più di ogni altra cosa, aveva il terrore che il rosso potesse farsi beccare.
Temeva di star tardando troppo, e aveva una paura fottuta che se gli altri si fossero cacciati in qualche casino, avrebbero finito per farsi ammazzare.
Erano allo sbaraglio senza di lui.
Da quando era entrato in contatto col boss, quel pensiero fisso e martellante occupava il grosso della sua quotidianità.
<<A cosa stai pensando?>> Chiese ad un tratto Deku.
Bakugou si voltò verso di lui.
Lo guardò con un sottile velo di apprensione.
La sua memoria lo rimandò a quando, nello spogliarsi, gli aveva dato le spalle; ricordò di aver compatito quel corpo così esile e fragile.
<<Niente di rilevante.>> Rispose, e si alzò.
Prese una delle sedie vicino al muro e la avvicinò al letto.
<<Posso stare un po' qui?>> Chiese.
Deku lo guardò sorpreso, ma poi sorrise benevolmente ed annuì.
Bakugou si sedette, portò le braccia incrociate sul materasso e vi appoggiò sopra il mento.
I suoi occhi erano rivolti verso l'alto, in cerca di quelli di Izuku.
Midoriya ebbe l'impressione che quelli fossero gli occhi stanchi e preoccupati di un cane che prima era rabbioso ed ora era solo esamine.
<<Sicuro di sentirti bene?>> Chiese Izuku.
Il biondo annuì.
<<Sì...ho solo bisogno di dormire un po'...>> Rispose con voce sonnacchiosa.
Izuku non ebbe il tempo di voltarsi per prendere e passargli uno dei suoi cuscini, che Bakugou era già crollato.
Sorrise mentre lo guardava.
<<Sogni d'oro, Kacchan.>>

Correva.
Correva come un pazzo, dentro quel labirinto tutto scuro, tutto uguale.
Un ticchettio di sottofondo rimbombava nelle sue orecchie ed una voce familiare.
"Il tempo sta per scadere" diceva e "Questo è l'ultimo avvertimento".
Bakugou correva disperato per i corridoi, pregando la voce di attendere, di aspettare.
Non poteva uscire da lì in così poco, gli serviva più tempo.
Più tempo!
Alcune voci presero a chiamarlo, le voci dei suoi amici.
Tra tutte spiccava quella di Kirishima, il quale urlava e piangeva disperato.
All'ultima svolta Bakugou li vide.
Erano proprio lì, in fondo a quella via, incatenati assieme dinanzi all'uscita, tutti gli amici che non vedeva più da mesi.
Le loro voci si amplificarono quando lo videro, e divennero sempre più acute man mano che egli correva verso di loro.
Ma non appena fu ad un passo dal toccarli, sparirono come nebbia.
Confuso, si guardò attorno, e la stessa voce di prima sussurrò al suo orecchio:
"Tempo scaduto".
E neanche mezzo secondo dopo, la terra sotto i suoi piedi si aprì e si squarciò, facendolo cadere nel baratro più oscuro e profondo che avesse mai visto.

Katsuki sgranò gli occhi ed aprì le mani afferrando il tessuto del lenzuolo più vicino a lui, come se volesse aggrapparvisi per non cadere.
Aprì la bocca per urlare, ma non ci riuscì, le parole gli si inchiodarono in gola.
Le sue palpitazioni schizzarono a mille e prese a sudare freddo.
Izuku guardò per un secondo la scena e realizzò all'istante quello che stava accadendo.
Conosceva il motivo di quel comportamento, era successo anche a lui.
<<Bakugou stai avendo un attacco di panico!>> Esclamò, <<Aspetta un secondo, chiamo l'infermiera...>> fece per premere il pulsante a lato del letto, ma Bakugou si allungò oltre il materasso e gli afferrò la mano, come a dire di non farlo.
<<Non...chiamare...nessuno...>> Lo supplicò, con occhi lucidi.
Gli mancava l'aria, sentiva come se stesse per morire.
<<Aiutami tu...ad uscirne...>> Disse solo.
Izuku lo guardò con apprensione, prese un profondo respiro ed annuì.
<<Okay, prima di tutto sollevati.>> Disse portando una mano sul petto del biondo e raddrizzandolo sulla sedia, <<Guarda me, Kacchan, guarda me, e respira.>>
Bakugou fissò i propri rubini su Izuku e prese a respirare affannosamente.
<<Non così, respiri lenti e profondi, riempi i polmoni.>>
Bakugou eseguì.
Pian piano smise di tremare e quel peso opprimente che sentiva sul petto si affievolì un poco.
Qualche minuto dopo, era tutto finito.

Il biondo si sollevò ed andò in bagno a sciacquarsi la faccia.
Quando tornò con un asciugamano in mano, Izuku lo guardò pensieroso.
<<Te lo richiedo, sei sicuro di stare bene?>> Gli chiese.
<<Sì, Deku...ti ho già detto di sì...>>
Midoriya lo guardò e poi spostò il proprio sguardo all'esterno, verso la pioggia.
<<Fai proprio schifo a mentire.>>

Angolo autrice
SCUSATE IL RITARDO, SONO STATA IMPICCATISSIMA RIP

Comunque, Kacchan sta accusando il colpo, e sta pian piano venendo fuori la sindrome da crocerossina di Deku.

Spero che il cap vi sia piaciuto!
Fatemi sapere che ne pensate :)
A domani❤

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