Capitolo 20
Nuray
Da quando Bülent mi ha raccontato la verità sono passati alcuni giorni. Giorni in cui ho cercato di pensare alla mia felicità con tutto che inizialmente crollai tra le braccia di Can. Ho capito che ormai il passato non si può cambiare però posso cambiare il mio presente, cercando di andare oltre e se ho trovato la forza di farlo è grazie a Can, all'uomo che amo con tutta me stessa. Lui durante questi giorni ha messo da parte il lavoro per dedicarsi completamente a me e nonostante la mia iniziale negazione devo ammettere che ho adorato ogni singolo momento passato insieme a lui. Sono state tante le volte che ho passeggiato lungo la tenuta Magnolia ma non ho mai visto il sentiero che c'è nascosto proprio dietro l'albero, giù al lago, e quando Can me lo mostrò ho scoperto un nuovo angolo di paradiso. Superando tutti gli alberi, lungo quel sentiero ho scoperto una piccola casetta fatta in legno, costruita proprio da Can, ed è lì che abbiamo passato le notti precedenti, nascondendoci in quello che io inizio a considerare il nostro nido d'amore. Nonostante la casa è piccola lui è riuscito a realizzare dalla cucina al bagno, e naturalmente c'è anche la camera da letto dove la sera ci addormentavamo abbracciati per poi svegliarmi la mattina grazie all'odore della colazione da lui preparata. E ricevere tutte quelle attenzioni da lui mi ha fatto capire non solo quanto lui mi ama ma anche quanto io sono perdutamente innamorata di lui, per questo per una volta ho scelto di sorprenderlo, preparandoli una sorpresa.
<Hai finito di uccidere queste povere rose?> domanda Cansu facendomi sussultare.
<E tu da dove sei entrata?> domando curiosa mentre respiro profondamente, cecando di calmare il mio povero cuore. Cansu ha sempre avuto la mania di prendermi alla sprovvista, spaventandomi, e penso che questo aspetto di lei non cambierà mai.
<Dalla porta> risponde con fare ovvio facendomi sbuffare.
<Dato che decidi di entrare in casa delle persone senza il loro consenso almeno sii più rumorosa. Magari così non mi verrà nuovamente un infarto> borbotto infastidita mentre riprendo a staccare i petali da queste rose che sotto le mie mani sono morte.
<Finiscila di fare la tragica, non di si addice. Comunque, è morbido il letto?> domanda per poi tuffarsi di sopra a peso morto.
<Cansu>
<Si Nuray?>
<Scappa> dico con la voce ferma cercando di non urlarli contro. Ho impegnato tutta la mattina a realizzare il cuore fatto di petali, lo stesso che lei ha rovinato con il suo sedere.
<Perché mai dovrei farlo?>
<Perché se ti prendo ti liscio i ricci> dico tutto d'un fiato per poi scagliarmi contro di lei ma la stronza riesce a scapparmi, dirigendosi addirittura fuori di casa.
<Tu sei pazza, i miei ricci non si toccano> urla contro di me mentre corre lungo il sentiero.
<Aspetta, ho cambiato idea> dico, usando un tono di voce al quanto dolce senza però smettere di rincorrerla.
<Secondo te sono così stupida da fermarmi? Come minimo me li taglierai>
<Infatti, era quella la mia idea> ammetto ridacchiando.
<Can! Toglimi questa pazza di dosso!> urla ancora più forte appena raggiungiamo il lago, trovando praticamente tutta la famiglia presente.
<Ma se siamo a miglia di distanza idiota> sbotto contro di lei e quando la vedo avvicinarsi al pontile un sorriso maligno si forma sulle mie labbra.
<Di addio ai tuoi ricci Cansu> mi affretto a dire mentre l'attimo dopo le mie mani si possano sulla sua schiena, spingendola in acqua.
<Queste cose non si fanno> sento la voce di Cemal e non faccio neanche in tempo a girarmi per cercarlo con lo sguardo che l'attimo dopo, proprio come Cansu, finisco in acqua.
<Chi la fa l'aspetti> sento le parole di Cemal appena riemergo, nascondendomi però sotto il pontile.
<Nuray! Perché non è riemersa?> domanda pinco panico con la voce alterata ed io ho l'ennesima conferma che certe volte è davvero stupido.
<Non sa nuotare! Nuray!> urla la mia amica in modo disperato facendomi ridacchiare. Certe volte Cansu è davvero stronza ma non sopporta quando qualcuno mi fa uno scherzo al suo posto, e in questo caso Cemal dovrà pagare, e il mio povero fratello è così preoccupato che ha persino dimenticato che una volta mi ha trovato nuotare nelle acque gelide del lago tempo fa.
<Perché non me l'hai detto prima> sono queste le parole che dice in modo disperato prima di tuffarsi.
<Vieni qua> sento il mormorio di Can e non aspetto altro per uscire dal mio nascondiglio e quando mi offre la sua mano io la afferro, tirandolo più forte che posso e quando lui va sott'acqua io prendo una boccata d'aria, raggiungendolo, e proprio come il nostro primo incontro al lago lui mi afferra per la gamba, tirandomi in giù. E se la prima volta siamo rimasti fermi a guardarci per pochi secondi, questa volta mi avvicino a lui, unendo le nostre labbra. Ed è così che riemergiamo, senza neanche prendere aria, continuando a baciarci.
<Ti amo> sussurro piano sulle mie labbra mentre appoggia le mani sui miei fianchi, tirandomi ancora più vicino a lui, ed io istintivamente circondo il suo collo con le mie braccia mentre con le gambe mi avvinghio ai suoi fianchi.
<Ti amo così tanto Can> dico dolcemente senza avere il tempo di riprendere fiato dato che le sue labbra si uniscono nuovamente alle mie in modo bramoso.
<Ci sono gli altri> sussurro tra un bacio e l'altro.
<Siamo rimasti soli> ammette in modo sincero quando si stacca di poco da me, dandomi la possibilità di guardarmi intorno.
<Andiamo a casa> dice in modo dolce per poi uscire dall'acqua con me in braccio. Ed è così che mi porta fino a casa nonostante le mie preghiere di mettermi giù.
<Ti preparo la vasca> dice piano mentre varchiamo la porta di casa ma io senza darli tempo di mettermi giù lo bacio, prendendolo alla sprovvista.
<Fa l'amore con me> sussurro piano per la vergogna ma con la consapevolezza nel cuore di volerlo realmente. Dopo la violenza subita ho pensato che nessuno mi avrebbe mai amata, così come pensai di non avere più il coraggio di lasciami andare con qualcuno, ma ho capito che non era di qualcuno a caso di cui avevo bisogno, ma dovevo solo rincontrato il mio angelo, dovevo solo unirmi nuovamente a Can.
Così, lentamente, lui con me ancora in braccio si dirige verso la camera da letto dove mi fa sdraiare dolcemente dopo aver buttato sul pavimento i nostri vestiti fradici. E quando lui si sdraia su di me le nostre mani si cercano, accarezzandoci dolcemente, così come le sue labbra bacia ogni centimetro della mia pelle, e quando i suoi occhi incontrano i miei capisco che questo non può essere sbagliato come pensai inizialmente. Quella che sembrava un attrazione sbagliata in realtà è la cosa più bella che poteva capitarmi.
<Ti amo piccola Lya> sussurra piano sulle mie labbra prima di lasciarci andare corpo e anima, amandoci lentamente, cancellando ogni traccia del dolore, lasciando spazio solo al nostro amore.
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