XXX
Questo capitolo è dedicato a valearte98
nella speranza che possa farti mettere le ali e volare, alla ricerca delle stelle.
Consiglio di ascoltare la canzone suggerita a partire dal punto indicato da una freccia.
«Ancora non riesco a credere che stiamo partendo!» esclamò Fred gioioso, mentre si sistemava meglio lo zaino in spalla. «Mi hai fatto un regalo stupendo papà, dico sul serio!»
Suo padre rispose con un sorriso spontaneo dinanzi alla sua straripante felicità. «Non ringraziarmi, Freddie. Dopo tutto quello che hai affrontato in questo anno, e dopo il tempo che abbiamo perso stando lontani mi sembrava giusto concederci un po' di sano relax.»
«Tesoro, hai messo tutto nella valigia?» chiese sua madre mentre rientrava dal bagno. Sistemò il suo beauty personale dentro un grande borsone di pelle marrone e gli rivolse uno sguardo indagatore. «Non dovrò mica mettermi a controllare, vero?»
«No, mamma. Parola di lupetto. Ho riguardato almeno quattro volte di aver portato ogni cosa. E poi, stai tranquilla! Se c'è bisogno di qualsiasi oggetto, lo farò comparire con la mia bacchetta!» esclamò fiero.
George, appoggiato al davanzale della finestra della loro camera, scosse la testa divertito. «Sai che non si può usare la magia fuori da scuola prima dei diciassette anni. Sono le regole!»
«Non che tu abbia mai seguito le regole, almeno... a quanto dice Molly!» disse Isabelle rivolta a George, mentre cercava di trattenere una risata.
«Oh, e va bene. Allora diciamo che al massimo ci penserà papà. Meglio?» chiese fingendo un'espressione spazientita, ma scoppiando a ridere anche lui subito dopo.
In quel momento, Frederick Banks stava toccando il cielo con un dito. La scuola era finita e tutto sembrava essere andato alla grande: eccelleva in quasi tutti i corsi ed era stato riconfermato come battitore della squadra di Quidditch, e poteva contare sul sostegno e l'amicizia di un gruppo davvero affiatato e compatto. In quel momento si stava godendo le prime settimane di vacanze estive, passando il suo tempo equamente diviso tra sua madre, suo padre e i suoi cugini e nonni alla Tana. Per la prima volta da molto tempo percepiva una sensazione bellissima. Tutto filava per il verso giusto, e ogni mattina si svegliava con il sorriso sul volto. Cosa posso volere di più di questo?
La ciliegina sulla torta era però arrivata giusto qualche giorno prima, in occasione di una delle infinite cene organizzate da sua nonna Molly.
«Fred, vieni un secondo con me fuori? Facciamo una passeggiata» gli aveva detto suo padre, una volta finito di mangiare il terzo dolce appena servito di cui suo zio Ron aveva fatto il bis.
«Certo!» aveva risposto senza esitazioni. L'occhiata di approvazione di sua madre e il piccolo sorriso spontaneo comparso sul suo volto disteso gli diedero una carica ancora maggiore. Da qualche tempo la vedeva più felice, e questo lo rendeva estremamente tranquillo e sereno.
Seguì suo papà nell'atrio antistante la casa di famiglia, iniziando a passeggiare a fianco a lui nella calda serata estiva.
«Sono davvero pieno! Non so come faccia Alec a mangiare ogni volta tutta quella roba, io non sono abituato!» disse ridendo, e tenendosi una mano sulla pancia.
«Mi chiedo lo stesso di tuo zio Ron da una vita. Eppure, non mi sono ancora dato una risposta!» rispose George, ridacchiando sotto i baffi. D'improvviso gli mise una mano sulla spalla, avvicinandolo e stringendolo a sé. Fred sussultò a quel contatto, ma poi si accoccolò a lui, circondando la sua vita con un braccio. Dopo diversi minuti di cammino, in cui entrambi si godettero il silenzio e l'amore reciproco, arrivarono di fronte allo spiazzo dove erano soliti, da diversi mesi a quella parte, esercitarsi per il Quidditch. Si stesero di schiena sull'erba fresca e osservarono il cielo sopra di loro, illuminato dai brillanti raggi lunari.
«Papà, sono felice. Tutto questo... non credevo che sarebbe mai stato possibile. Questo immenso amore, questo affetto... tutte le risate che mi faccio, che facciamo insieme, il benessere che sento prima di andare a dormire. Non pensavo di meritarmelo... ma sto iniziando a cambiare idea adesso!»
«E invece ti meriti tutto, e anche di più amore mio. Ti è stato tolto troppo, per troppo tempo» sussurrò suo padre incupendosi e spostando lo sguardo lateralmente. A Fred sembrò che volesse nascondere qualcosa, forse una smorfia di dolore e dispiacere. Ma, come un fulmine, quel momento passò e George gli rivolse uno sguardo dolcissimo. Si alzò di scatto, portando le braccia a circondare le ginocchia. «E nonostante tutto quello che hai passato, continui ad essere un bambino meravigliosamente sensibile e premuroso. E io... io ti voglio davvero tanto bene. Lo sai, questo? E sono immensamente fiero di te. Sia io che tua madre lo siamo» confessò, con l'emozione sul volto e gli occhi lucidi.
«Certo che lo so! E anche io ne voglio a te, papà. Un sacco di bene!»
Dopo essersi scambiato un abbraccio stritolante, George si staccò ed estrasse con mani tremanti una busta dalla tasca dei suoi pantaloni. «So che il tuo compleanno è la prossima settimana ma... questo regalo deve essere dato in anticipo. Tanti auguri, mio dolce bambino».
Fred sentì i suoi occhi illuminarsi e la curiosità farsi strada in lui. Prese la busta, iniziando a scartarla velocemente. «No... non ci credo!» esclamò felice, quando vide il contenuto. «Una vacanza di due settimane in Polinesia francese? Oh... è stupendo!»
Osservò meglio i biglietti contenuti dentro l'involucro e, quando notò che erano nominativi, strabuzzò gli occhi. «Ma- ma sono tre! Il mio, il tuo e... quello di mamma?» chiese perplesso.
George annuì. «Sì. Ti sembrerà strano ma ha accettato di venire con noi. La nostra prima vacanza... come una vera famiglia».
Non riusciva ancora a credere che stessero davvero per affrontare insieme quel viaggio. Per lui, che aveva sempre e solo vissuto a Columbus (che non amava particolarmente e che aveva sempre trovato troppo industriale e periferica) e da un anno a quella parte Hogwarts e i suoi dintorni, pensare di avventurarsi in territori nuovi e bellissimi era un emozione incontenibile. E sapere di poterlo fare con la sua famiglia di nuovo riunita era qualcosa di estremamente sorprendente.
«Siamo pronti?» chiese sua madre finendo di chiudere le ultime borse.
«Si, andiamo!» rispose suo padre, mentre si apprestava a tirare su i pesanti bagagli. «La prossima volta che mi viene in mente di prendere un aereo cercate di farmi cambiare idea, va bene?»
«Dai, George. Vedrai che sarà divertente! E poi, è stato anche tuo fratello a consigliarci di prendere questo mezzo tradizionale. Sai, per la lunga distanza e per il fatto che Fred non è ancora molto abituato alle passaporte o alla materializzazione...» disse Isabelle, mentre gli rivolgeva un sorriso timido.
«Mamma, non scordare che anche tu potresti avere delle problematiche nell'uso di questi mezzi! È meglio così, fidati papà! Ci divertiremo!» esclamò Fred, stringendo forte la mano di suo padre e sorridendogli.
Ma suo padre trovò quella situazione tutto tranne che divertente. Riuscì a mantenere la calma fino all'imbarco, quando di fronte all'imponente velivolo e al rumore assordante dei motori in accensione, ebbe quasi un mancamento. «N-no... ci ho ripensato, prendiamo una passaporta!» disse, bianco come un lenzuolo mentre indietreggiava. «Siamo ancora in tempo, andiamo a-»
«Dai, papà! Non succede niente! Gli aeroplani sono uno dei mezzi di trasporto più sicuri! E poi, se hai preso il Nottetempo non devi preoccuparti! Quello sì che è pericoloso, mica un viaggetto di questo tipo!»
Ma la sua paura non accennava a diminuire, anzi. Continuò a balbettare frasi sconnesse anche una volta seduto al suo posto, con la cintura ben allacciata e le assistenti di volo che mostravano le procedure di emergenza. «C-che le fanno a fare queste cose? Se è un mezzo sicuro, non vedo perché far vedere le uscite di emergenza...»
«Dai, George... stai tranquillo». Fred, seduto vicino al finestrino, si voltò colpito dal tono soave che sua madre aveva rivolto, del tutto spontaneamente, a suo padre. La prima cosa che vide furono le loro mani intrecciate, la seconda furono gli occhi dolci e l'apprensione sul volto della donna. «Cerca di respirare, piano... così, bravo. Vedi che va già meglio?»
Per Fred fu strano vedere sua madre in quelle vesti. All'inizio aveva davvero fatto fatica a comprendere il suo cambio repentino di umore, soprattutto non capiva quale fosse la motivazione. Forse in parte era dovuto a quanto accaduto al matrimonio di sua zia Beth e di Caroline. Ma, in quel momento e di fronte a quel contatto così intimo, una nuova idea si fece strada nella sua giovane mente, qualcosa a cui non aveva pensato prima. Forse c'era qualche cambiamento in atto? Forse i suoi genitori si erano riscoperti ancora una volta innamorati, e avevano deciso di riprovarci? Sua madre gli aveva comunicato della fine della sua relazione con Lucas, ma non si aspettava minimamente quello che i suoi occhi stavano vedendo. Se davvero i suoi genitori stavano tornando insieme... il suo desiderio più profondo si sarebbe realizzato.
Suo padre annuì, lentamente, senza mai slacciare le loro mani. «V-va bene... grazie, Bel» concluse, rivolgendole un occhiata profonda e intensa.
Fred decise di non indagare subito, di non fare domande scomode che avrebbero messo in imbarazzo entrambi. Si sistemò meglio sul sedile, appoggiando la testa sulla spalla di George seduto accanto a lui, e cercando di infondergli un po' di tranquillità.
Il loro viaggio stava per iniziare, e lui non stava più nella pelle dall'emozione.
~~~~~~
La Polinesia francese era davvero un paradiso terrestre. Fred rimase colpito ed estasiato dalla bellezza dei suoi paesaggi: la sabbia fine color borotalco, morbida e stranamente tiepida, l'acqua cristallina che dalla riva all'orizzonte assumeva tutte le gradazioni del cielo terso e delle nuvole bianche come zucchero filato, il verde acceso dei rigogliosi alberi da cocco, pini australi e l'immensa altezza dei bambù giganti. Avrebbero passato la prima settimana della loro vacanza a Bora Bora, facente parte delle Isole Sottovento, e la seconda parte a Tahiti, un isola compresa all'interno del gruppo di quelle Sopravento.
La loro prima sistemazione era un bungalow sul mare, con una struttura in legno molto resistente e un tetto completamente in paglia, appoggiato su dei pilastri di pietra impiantanti nel fondale sottostante. Era anche presente una scaletta in acciaio che dal retro del bungalow portava direttamente in acqua, disponibile per loro uso privato e che Fred non si era fatto ovviamente scappare. Non appena arrivato, infatti, si era tolto subito i vestiti del viaggio e, una volta indossato il costume, si era tuffato nella bellissima acqua turchese. All'interno, invece, c'erano due stanze, di cui una matrimoniale con un letto a baldacchino, e l'altra singola. Fred era rimasto stranito da quella divisione: credeva infatti che lui e sua madre avrebbero condiviso una stanza, o un appartamento, mentre suo padre sarebbe stato destinato a una sistemazione diversa, anche se vicina alla loro.
«C'era solo questa disponibile... ci siamo dovuti arrangiare» aveva detto proprio suo padre, mentre il suo volto si imporporava e la sua mano era andata, in automatico, a grattare dietro la nuca. Fred aveva poi osservato sua madre Isabelle e notato un certo imbarazzo anche sul suo viso. «Dai, Fred... non preoccuparti. Io e te divideremo la camera matrimoniale, e George dormirà qua. Ti va bene, George?» aveva poi chiesto rivolta all'uomo, che aveva risposto con un «Sì» incerto e titubante.
Quella situazione continuava a non tornargli, e l'idea di diverse ore prima si ripresentò alla sua mente. Ma decise di restare in attesa ad osservare i loro comportamenti, desideroso di capirci qualcosa in più. Per il momento si sarebbe goduto quello stupendo viaggio e la compagnia dei suoi fantastici genitori.
I primi giorni passarono in un baleno. Il mare, i colori, i paesaggi, le bellissime escursioni organizzate dal Resort riuscirono a distrarlo e a restituirgli una felicità senza precedenti. Si volle godere le infinite risate con suo padre, i momenti di dolcezza con sua madre mentre cercavano le stelle marine sul fondale bianco, la sensazione di benessere che percepiva nel suo cuore ogni sera prima di chiudere gli occhi, cullato dal rumore delle onde che si infrangevano contro i pali sottostanti e illuminato dalla tenue luce lunare.
«Sono così felice!» disse una sera a cena, dopo aver finito il buonissimo piatto di curry di pollo con patate dolci e banane. «Grazie per avermi regalato questa esperienza! Dopo tutto l'anno scolastico, gli impegni del Quidditch, gli scherzi insieme agli altri... avevo bisogno di riposo!»
Sua madre, seduta di fronte a lui, alzo lo sguardo immediatamente dal piatto. «Gli scherzi insieme agli altri?» chiese, fulminandolo. «Cosa intendi?»
«No, ma io... intendevo dire ch-che-» Fred iniziò a balbettare, pentendosi immediatamente di aver fatto uscire quella frase dalla sua bocca. Conosceva bene sua madre, e nonostante fosse sempre stata una persona molto divertente e spensierata con lui, mal tollerava l'infrangere delle regole nel contesto scolastico.
«Fred?» lo chiamò Isabelle, chiedendo risposte con lo sguardo. Inarcò un sopracciglio e lo osservò in modo torvo. «Di quali scherzi stai parlando?»
«Fred, tanto vale che tu gli racconti tutto. Dai, non temere» lo incitò suo padre, dandogli una pacca sulla spalla e facendo l'occhiolino. «Se è sopravvissuta tua nonna per sei lunghi anni con me e mio fratello, anche tua madre può resistere!» Fred sentì scendere un po' di tensione accumulata in quegli ultimi secondi di fuoco, e si decise a parlare.
«Beh, vedi mamma... con gli altri, cioè Vic, Teddy, Alec e le ragazze, abbiamo escogitato uno scherzo davvero epico per la fine dell'anno scolastico. Ne abbiamo parlato per mesi, anzi fin dalle prime settimane di scuola, e alla fine è venuto davvero bene! Vitious aveva un diavolo per capello, anche se in realtà avendo pochi peli in testa... beh, questo è un altro discorso!» disse, ridacchiando sotto i baffi. «Comunque, abbiamo approfittato del coprifuoco del penultimo giorno di scuola per agire. Ci siamo intrufolati dentro tutti i bagni di ogni piano, e con un incantesimo Aqua Eructo tutti i rubinetti hanno iniziato a perdere acqua a fiotti, era impossibile fermarla! Dopo di che siamo tornati nelle nostre camere, elettrizzati come non mai per quello che avremmo trovato la mattina dopo. Quando ci siamo alzati... che delirio! Non potete capire! Tutti gli studenti di ogni casa ed anno giravano per i corridoi completamente allagati, ci saranno stati almeno trenta centimetri di acqua! Abbiamo interrotto il procedere dei GUFO del quinto anno e i professori erano molto arrabbiati, anche zio Charlie... infatti Alec se la faceva addosso dalla paura! Ma la visione di Gazza con indosso dei pantaloni con i risvolti fino al polpaccio e Mrs Purr in braccio è stata davvero esilarante, e ci ha fatto passare ogni timore! Anche perché siamo stati molto scaltri, e non ci ha beccato nessuno.» Fred iniziò a ridacchiare al ricordo, con gli occhi luminosi e una felicità incredibile in corpo. Il ricordo di quei momenti era qualcosa di magico. L'ebbrezza, l'emozione, le risate... la complicità con il suo magnifico, nuovo gruppo di amici. Voltandosi verso suo padre vide che anche lui stava ridendo, fiero e orgoglioso di lui. D'altronde, si stava impegnando tanto per portare avanti il suo onore e la memoria di suo zio Fred.
Sua madre, invece, scosse la testa, contrariata. «Ti sembra regolare, Freddie?» Sul suo volto non c'era alcuna traccia di risata e Fred iniziò a sentire colare il sudore sulla nuca.
«Mamma... è solo uno scherzo» rispose cercando di convincerla. «Ci è voluto un po' per sistemare tutto, ma non è niente-» disse con voce tremante.
«Non si tratta di questo. Sai bene come la penso, devi rispettare gli ambienti scolastici e i tuoi amici, anche se si tratta di una scuola del tutto diversa da quelle che hai conosciuto fino a qualche tempo fa!» esclamò risoluta.
«Dai, Isabelle. È davvero solo uno scherzo sciocco, niente di cui preoccuparsi. Minnie è abituata ormai da vent'anni e più a questo genere di malandrinate, e credo che con le pesti di mia sorella e Harry avrà ancora un bel po' da fare» disse George, posandole una mano sull'avambraccio. «Fred si diverte, fa qualcosa che lo ispira e lo soddisfa insieme a un gruppo di amici vero e leale... cosa potrebbe succedere?»
Isabelle sembrò tranquillizzarsi un po', mentre un lieve accenno di sorriso comparve sul suo viso.
«Già, mamma! Figurati che quando siamo passati davanti a lei con tutta la nonchalance del mondo, ho sentito la vicepreside dire qualcosa come: "Ah, tutto questo mi ricorda proprio la laguna creata dai gemelli Weasley!" E poi si è voltata verso di me e ha detto: «Signor Banks, lo sa che con quei capelli l'avevo scambiata per suo padre? Se non fossero passati venti anni mi sarebbe sicuramente venuto il dubbio di vedere davanti a me George Weasley!»
«Già... mi sembra passata una vita dall'ultima volta che mi sono visto così» disse suo padre facendo un piccolo sorriso verso sua madre, che rispose con voce dolce.
«Non sarebbe il caso di abbandonare questa pettinatura molto dark? Con il tuo rosso naturale mi... mi piacevi di più» sussurrò, diventando completamente rossa e imbarazzata.
«Oh, sì! Dai, papà! Sarebbe fighissimo, potremmo avere i capelli dello stesso colore, essere davvero due gocce d'acqua come te e zio Fred!»
Dopo qualche attimo di esitazione e svariati tentativi, George sembrò convincersi. «E va bene. Stasera, quando saremo lontano da occhi indiscreti, mi sistemerò con un ausilio speciale» esclamò, toccandosi la tasca dei pantaloni dove era sistemata la sua bacchetta. «D'altronde, il motivo per cui ho colorato i capelli in questo modo non è più importante, quindi... che rosso sia!»
«Evviva!» disse Fred, entusiasta.
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«Wow, papà! I capelli rossi ti donano davvero molto! Sei proprio bello!» esclamò Fred con naturalezza. Si sporse verso di lui, afferrando qualche ciocca tra le mani. «Adesso sembrano anche più morbidi, più lucenti... menomale che ti abbiamo convinto!»
«Ho notato la somiglianza tra voi fin dal tuo primo respiro, ma adesso che vi vedo finalmente uno accanto all'altro... sono davvero strabiliata. Mi chiedo se tu abbia preso qualcosa da me!» gli disse indignata sua madre, seduta accanto a lui.
«Il sorriso» disse d'un fiato George.
Isabelle non rispose, si limitò a fissarlo imbambolata, senza riuscire a pronunciare una singola parola.
Fred si accorse di nuovo degli sguardi fugaci, intensi e profondi scambiati tra i suoi genitori, ma ancora una volta non volle dire niente. Non voleva rovinare il momento, la sorpresa che avevano organizzato per sua mamma. Si trovavano su una piccola barca di legno, guidata da uno dei pescatori della zona. L'escursione del giorno aveva una meta precisa, anche se sua madre ancora non lo sapeva. Il programma fasullo che le avevano raccontato prevedeva il fare snorkeling su una lingua di sabbia dorata, che compariva al mattino e scompariva nel tardo pomeriggio, a causa delle maree e del movimento delle onde. La realtà, invece, era del tutto diversa.
All'improvviso il pescatore che stava governando la piccola barchetta iniziò scalare la velocità mentre si avvicinava a un immensa isola di fronte a loro. Con un inglese traballante comunicò loro che erano quasi arrivati, e George annuì soddisfatto. Frugò dentro la grande tasca dello zaino che si era portato dietro e ne estrasse una benda. «Vuoi fare tu gli onori, Fred?» chiese poi, sorridendo.
«Certo, papà!» Fred era davvero emozionato, e lo stupore sul volto della sua mamma lo elettrizzò ancora di più. Non vedeva l'ora di farle scoprire cosa avessero organizzato per quella giornata così speciale, dedicata solo a lei. «Vieni, mamma. Adesso ti devo bendare, e non devi opporre resistenza!»
«Già, devi solo fidarti di noi» concluse suo padre.
Dopo aver borbottato un po' e aver posto qualche domanda a cui non ricevette risposta, Isabelle si convinse e si lascio bendare. Nel frattempo, la barchetta arrivò a pochi metri dalla riva, dove si fermò. Fred fu il primo a scendere con un balzo nell'acqua cristallina, seguito da suo papà che poi prese sua madre in braccio, per evitare di far bagnare il lungo coprisole bianco che indossava.
Dopo aver salutato il pescatore ed essersi accordati per l'orario di ritorno, i tre arrivano sulla riva. Fred si avvicinò a Isabelle, scalpitando per poterle togliere la benda e farle vedere il paradiso in cui si trovavano.
—>Paradise
Dopo aver sollevato la benda nera i suoi occhi verdi iniziarono a saettare a destra e sinistra, mentre le sue pupille si allargavano a dismisura e la sua bocca si apriva. «Oh mio dio, questo posto è meraviglioso...» sussurrò Isabelle, mentre avanzava piano sulla sabbia bianca. «Ma dove siamo? E lo snorkeling?»
«Scherzetto, mamma!» esclamò gioioso lui.
«Volevamo farti una sorpresa. Lo snorkeling ci sembrava troppo... troppo poco. Abbiamo pensato che una volta qua, sarebbe stato necessario vivere a pieno ogni esperienza che questi territori avevano da offrire, e quale modo migliore per farlo se non visitare un'isola semi-deserta? Ci troviamo a Huahine, una delle isole dell'arcipelago della Polinesia dove l'uomo non è arrivato del tutto. Non ci sono costruzioni o abitazioni, ed è accessibile solo ad un numero limitato di turisti per stagione, per fa sì che possano immergersi in questo ambiente paradisiaco» disse George, mentre avanzano fino ad arrivare all'ombra di una enorme palma.
«Ti piace?» chiese Fred, mentre si sedeva accanto a lei. «È stata un idea di papà, ma io ho accettato subito. E non vedevo l'ora di vedere la tua faccia!»
«Tutto questo è davvero bellissimo. Questo posto è bellissimo, e anche voi lo siete. Grazie, a tutti e due» esclamò, mentre si avvicinava a lasciare un dolce bacio sulla fronte di Fred e poi uno sulla guancia di George.
La mattinata passò così, con l'esplorazione dell'isola e di tutti i suoi templi abbandonati ma perfettamente intatti. Fred si divertì un mondo, fingendo di essere Indiana Jones alla ricerca di un tesoro perduto e facendo ridere di gusto entrambi i suoi genitori. Dopo la faticata, però, tutti si concessero un bagno rinfrescante in quelle acque paradisiache. Nuotarono, si schizzarono e crearono castelli di sabbia, e Fred fu davvero al settimo cielo. Non aveva mai provato niente del genere, si era perso i momenti migliori della sua infanzia per lungo, lungo tempo: l'affetto di una famiglia unita nelle cose semplici, l'amore di due genitori affiatati e complici. Ma finalmente il momento di sperimentare quelle sensazioni era arrivato, e lui avrebbe voluto far durare quel momento per sempre.
Dopo essersi rifocillati, George fece una proposta. «Allora... ho già parlato di questo a Fred, che si è dimostrato estremamente d'accordo. Io vorrei farti fare un esperienza particolare, Bel. Qualcosa che avrei dovuto fare quando era il momento. Ma, come sai... ci è stato rubato tempo. E io non posso più aspettare per recuperare tutto quanto» disse con il magone. Sua mamma non rispose, lo fissò in silenzio aspettando un suo gesto.
George guardò Fred, annuendo deciso. Entrambi estrassero le bacchette e le mossero all'unisono, facendo comparire due scope. Fred montò immediatamente, iniziando a volteggiare a diversi metri da terra.
«Ma cosa...» chiese Isabelle, incredula. «Fred, fai attenzione! George, e se ci vede qualcuno?»
George montò in sella alla sua scopa. «Potrei aver convinto il personale del Resort a non organizzare nessuna escursione per oggi, al di fuori della nostra» esclamò ridendo. «Vieni...ti fidi di me?» sussurrò, tendendo una mano verso di lei.
Dopo qualche attimo di esitazione, sua mamma si alzò e si posiziono a cavalcioni dietro di lui. Avvolse le braccia intorno al suo busto e appoggiò la testa alla sua schiena. Avvicinandosi, Fred la sentì dire piano: «Mi fido ciecamente di te».
Dopo quelle parole, anche suo padre prese il volo, iniziando a salire su lentamente, nel cielo terso e luminoso.
«Oh, oh! George, attento-»
«Stai tranquilla, mamma! Cerca di rilassarti, è un po' come andare in bicicletta! Ci si fa subito l'abitudine, basta non essere troppo rigidi!» esclamò Fred, cercando di infonderle sicurezza. Continuò a volteggiare, facendo capriole, giravolte, un paio di volte lasciandosi addirittura penzolare a testa in giù dalla scopa mentre si teneva solo con le gambe, gesto che fece agitare sua mamma, che con voce stridula lo richiamò a fare attenzione.
«Queste sono sciocchezze! Devi vedere le acrobazie che faccio durante gli allenamenti, o durante le partite!» rispose ridendo fiero, mentre sfrecciava davanti a loro.
«Cerca di goderti lo spettacolo Bel... adesso si sale» sussurrò George voltando la testa. Salirono di quota, riuscendo ad ammirare lo spettacolo della natura. Sotto di loro si estendeva maestosa l'isola in tutta la sua vastità e grandezza. Le immense distese di alberi nei vari toni del verde, dal più scuro al più chiaro, l'azzurro del cielo e del mare che si estendevano uno sopra l'altro, ma che sembravano ricongiungersi sulla linea dell'orizzonte, e infine la luce del sole, che scaldava e rischiarava la bellezza di quel posto così esotico. Fred ammirò a lungo quella visione, senza riuscire a staccarsi da essa. Nella sua breve vita si era sempre dovuto accontentare dei grandi palazzoni e delle costruzioni industriali di Columbus, e in quel momento gli parve di sognare. Ma quel sogno era realtà, e lo stava vivendo insieme alle due persone che amava di più al mondo. Mentre continuava il suo percorso, si prese del tempo per osservare i suoi genitori. Sua madre sembrava essersi calmata, e osservava a bocca aperta lo spettacolo della natura, mentre suo padre continuava a voltarsi verso di lei, sussurrando alcune parole. Sua mamma poi alzò la testa lentamente, e Fred riuscì a scorgere il suo labiale. Ti amo
Il suo cuore scoppiò di gioia. Due semplici parole, ma che per lui rappresentavano tutto. Finalmente sembrava essersi lasciata andare, sembrava aver compreso quanto fosse inutile resistere a qualcosa di così profondo e viscerale. Un amore infinito, un amore mai finito.
Quando atterrarono, non riuscì più a trattenersi. Doveva avere conferma di tutto ciò che sospettava, di tutto ciò che sperava. «Mamma, papà... che succede tra voi? Siete tornati insieme, non è vero?»
I due adulti divennero rossi e si guardarono intensamente per qualche secondo, prima di voltarsi di nuovo verso lui. «Freddie, ma cosa-»
«Perché questa domanda?» chiese Isabelle.
«Perché vi ho visto! In realtà mi ero accorto di qualcosa quando vi ho visto ballare insieme al matrimonio di zia Beth, ma ho pensato che fosse solo una coincidenza! Poi tu e Lucas vi siete lasciati, e hai accettato di venire in vacanza con noi... e poi, è impossibile non accorgersi di quello che succede! Vi mangiate con gli occhi, non riuscite a resistere e dovete sempre avere un contatto, e poi adesso ho visto che hai detto a papà che lo ami! Ti ho sentito!» I suoi occhi si inumidirono dall'emozione e dalla contentezza. «Vi prego, ditemelo! Siete ritornati insieme? Io lo devo sapere!»
George si avvicinò, inginocchiandosi davanti a lui. «Hai ragione, Freddie. Sì, io e tua mamma siamo tornati insieme... non ti abbiamo detto niente perché avevamo paura di spaventarti, di sconvolgerti-»
«Tesoro... spero solo che questo non ti renda triste» disse Isabelle, mentre spostava un ciuffo di capelli dalla sua fronte.
Fred si asciugò le lacrime con il dorso della mano. «Niente affatto! Sono lacrime di gioia! Aspetto questo momento da sempre, in pratica! Sono così felice!»
Mentre chiudeva gli occhi, in preda alle emozioni e scosso da piccoli singhiozzi, Fred si sentì avvolgere in un abbraccio delicato ma forte allo stesso tempo. Si ritrovò circondato da entrambi i suoi genitori e dal loro immenso affetto. «Lo siamo anche noi, amore» sussurrò sua madre, mentre stringeva la presa.
«Quando andremo a Tahiti voglio che dividiate la camera matrimoniale. È così che funziona, e io non voglio più tenervi separati! Va bene?» chiese risoluto Fred, staccandosi dall'abbraccio e osservandoli con uno sguardo severo. «E non azzardatevi più a lasciarvi!»
«Mai... mai più» esclamò sorridendo suo padre.
La serata terminò con un ultimo bagno al calare del sole. Tutti e tre si strinsero poi sotto uno degli asciugamani portati da Isabelle. Con la magia avrebbero potuto asciugarsi direttamente o far comparire più teli, ma preferirono godersi la loro compagnia. Si cullarono nella loro reciproca presenza, nella loro pelle salata e bagnata, nei loro sorrisi felici e spensierati.
E un pensiero balenò in testa a Fred. Un pensiero che gli fece compagnia fino al momento di chiudere gli occhi e lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo.
Finalmente tutto è tornato al suo posto, e io mi sento completo... ti prego, Merlino. Fa che questo momento duri per sempre.
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