XXI


Happiness hit her like a train on a track
Coming towards her stuck still no turning back
She hid around corners and she hid under beds
She killed it with kisses and from it she fled
With every bubble she sank with her drink
And washed it away down the kitchen sink
The dog days are over
The dog days are done
The horses are coming
So you better run
Run fast for your mother, run fast for your father
Run for your children, for your sisters and brothers
Leave all your love and your longing behind
You can't carry it with you if you want to survive
The dog days are over
The dog days are done
Can you hear the horses?
'Cause here they come


«Non ci credo, questa è davvero... quella mappa?»

«E tu come fai a conoscerla?»

«Teddy, ti vorrei ricordare di chi è figlio Freddie. Insomma, era normale che lo zio George gliene parlasse, no?» rispose Vic piccata. «Sono stati lui e zio Fred a darla a zio Harry, che poi l'ha donata a te... quindi, ecco svelato il mistero!»

«Posso vederla?» chiese Fred con gli occhi luminosi di curiosità.

«Adesso?» Il volto di Teddy era una maschera di agitazione, e anche i suoi capelli mostravano l'ansia che stava provando: continuavano a cambiare colore ogni minuto.

«Non mi sembra proprio il momento...» sussurrò Alec. «Dai, adesso dobbiamo andare!»

«No, aspetta! Fran non ci ha ancora inviato il segnale!» esclamò ad alta voce Fred.

«Shh! Vuoi farci scoprire?» lo zittì Victoire, indicando con una mano il corridoio alla loro sinistra. «Già è un miracolo che al momento non stia passando nessun professore, o peggio... la McGranitt!»

«Lo sapevo, ci faremo sospendere...»

«Grazie della botta di autostima e speranza, Alec!»

«Vicky, mi sembri particolarmente acida stamani... che c'è, Mark Green non ti ha ancora invitato ad uscire ad Hogsmeade?» disse in modo tagliente Teddy riferendosi a un Corvonero che sembrava aver adocchiato la sua bionda amica, mentre lanciava sguardi di fuoco.

All'improvviso un fischio prolungato li distrasse, e sporgendosi con la testa nel corridoio, videro Franziska che insieme ad altre due amiche e compagne di casa, stava uscendo dalla porta delle cucine. Il loro compito era distrarre gli elfi addetti alla preparazione dei pasti, in modo da avere campo libero per attuare il loro piano per il primo scherzo dell'anno. Volevano che fosse memorabile e si erano impegnati tutti tantissimo dall'inizio della scuola.

Si mossero insieme, furtivi e compatti, e le raggiunsero. «Come avete fatto a convincerli a lasciare le cucine?» chiese Fred trafelato.

«Ehm... non è stato semplice...»

«Direi addirittura impossibile!» fece eco Erin, una Serpeverde molto amica di Fran.

«Abbiamo dovuto dare la pozione anche a loro...» confessò timidamente Linn, una ragazzina dai tratti orientali, anche lei compagna di casa verde argento. «Avevano iniziato a fare domande strane, ci siamo dovute arrangiare!» esclamò quando vide le occhiate torve dei Tassorosso di fronte a loro. «Mentre noi cercavamo di distrarli, Fran ha versato mezza boccetta in del succo di zucca e glielo ha offerto. Sono stati titubanti inizialmente... ma alla fine hanno ceduto!»

Teddy sbuffò sonoramente. «Non era così che doveva andare il piano! L o sapevo... non dovevamo fidarci di voi! Non siete buone nemmeno a distrarre degli stupidi elfi...»

Sul volto di Franziska scese un velo di delusione, mentre Fred si inalberò immediatamente. «Ehi, non è certo colpa loro! Smettila con questi discorsi insensati!»

A volte trovava davvero insopportabile il modo di fare dei suoi compagni di casa. Da quando aveva incluso Fran e le sue amiche nel loro gruppo, non era mancata occasione in cui Ted o Vic, e un paio di volte anche Alec, facessero notare il disgusto che provavano verso i Serpeverde, e Fred iniziava a mal tollerare certi atteggiamenti. Le sue amiche Serpeverde erano tre ragazzine davvero gentili e premurose...certo, probabilmente un po' troppo ambiziose e dedite allo studio, ma questo non giustificava il trattarle male ogni volta che era presente la possibilità.

«Non mi sembra il caso di metterci a litigare, ragazzi. Se vedete bene, la mappa dice che Lumacorno si trova a tre corridoi di distanza da qua, e sembra proprio venire nella nostra direzione! Quindi basta discorsi, diamoci da fare!» chiosò Alec.

«Ma la pozione adesso non basterà per tutti! Lo scherzo verrà malissimo!» rispose Vic con tono triste.

«Ho un idea» esclamò all'improvviso Alec con un ghigno malefico in volto. Tutti drizzarono le orecchie e lo ascoltarono attentamente. «Abbiamo detto che Lumacorno sta venendo verso di noi, giusto? Questo significa che sta facendo la sua camminata mattutina, divisa tra corridoi ed esterno del castello.»

«Non ho mai capito questa sua abitudine alle sei del mattino... ma non ha sonno?» sussurrò Victoire.

Alec annuì. «Quindi non sarà nel suo ufficio. Potremmo...»

«Intrufolarci e vedere se ha del distillato soporifero nella sua dispensa! Che grande idea, Al!» disse Fred terminando ancora una volta le frasi al posto di suo cugino. «Così potremo continuare con lo scherzo come da programma!»

«Esattamente, Freddie. Allora, facciamo così. Voi» disse indicando sua cugina e Teddy, oltre alle ragazze Serpeverde «andate nelle cucine e portate avanti il piano. Questa mattina dovrebbe esserci la torta al doppio cioccolato per colazione e tutti ne vanno matti; quindi, direi di iniziare a mettere la pozione nella glassa di alcune delle torte che sono state già preparate. Io e Fred intanto andiamo a dare un'occhiata nell'ufficio del professore, e appena troviamo quello che ci serve torniamo subito, proseguendo con il piano. Ci state?»

Tutti annuirono elettrizzati e scattarono, eseguendo i proprio precisi compiti.

«Andiamo!» disse Alec sorridendogli. Fred si sentiva estremamente emozionato e su di giri. Da quando i suoi cugini gli avevano parlato dello scherzo di inizio anno che intendevano fare, aveva contato i giorni che lo separavano dall'evento. Si era ben guardato dal dire qualsiasi cosa sia a sua madre (che era assolutamente contraria anche nella scuola babbana a quel genere di cose) ma anche a suo padre. Si sentiva a suo agio con lui, anzi... a dire la verità si sentiva molto, molto bene. Ma aveva preferito aspettare. Voleva ancora calibrare la fiducia da dare a George. La loro situazione era estremamente delicata e intendeva comunque andarci con i piedi di piombo. Voleva salvaguardarsi... non voleva soffrire ulteriormente.

In quel momento, però, mentre correva a perdifiato tra i corridoi della scuola, ridendo come un matto insieme ad Alec si sentì molto vicino a suo papà, e si rese conto di avere già parecchie cose in comune con lui. Da quello che gli aveva detto, lui e suo fratello erano soliti combinare scherzi anche peggiori, e i racconti di Alec e dei compagni di scuola avevano solo confermato ciò che aveva ipotizzato: i gemelli Weasley erano stati delle leggende ad Hogwarts. E lui voleva rendere onore al nome di suo padre e suo zio. Non voleva deluderli.

«Per di qua!» lo esortò Alec, mentre faceva una virata improvvisa in uno dei corridoi. «Passiamo da questa parte, è una scorciatoia che mi ha insegnato Teddy, e sbuca proprio davanti all'ufficio di Lumacorno!»

Con il fiatone e con il sudore che colava dalle loro fronti nonostante le temperature invernali, i due amici arrivarono di fronte a una grande porta in legno. «Dai, Freddie, entra! Io rimango a guardia!»

«I-io?» chiese titubante. «N-no, Al... vai tu!» Non si sentiva in grado di affrontare una missione di quel tipo. Se non fosse riuscito a trovare la pozione giusta? Sapeva quanto Teddy e gli altri tenessero a quello scherzo... doveva essere portato a termine in maniera magistrale, come da tradizione di famiglia, e non voleva quel peso sulle spalle. Non avrebbe sopportato di essere guardato in modo torvo o di essere rifiutato dal suo nuovo, fantastico gruppo di amici.

«Stai scherzando? Sei stato il primo della tua classe a saper fare l'Alohomora! Dai, muoviti!»

Annuì ancora incerto ed estrasse la bacchetta da una delle grandi tasche della divisa. Pronunciò con voce tremante l'incantesimo e la bacchetta rispose immediatamente al suo comando. Questo gli diede una carica nuova, l'energia giusta per continuare.

«Hai visto? Sei stato grande!» lo incoraggiò Alec. «Dai, adesso vai e cerca la pozione!»

Entrò dentro la stanza e si socchiuse la porta alle spalle. Di fronte a lui Freddie notò una grande confusione e un grande disordine: sulla grande scrivania in legno c'erano fogli di pergamena volanti e libri antichi e consunti in quantità industriale. Boccette, alambicchi e ingredienti di ogni tipo erano situati in ogni angolo e su ogni ripiano, mentre un grosso calderone di colore nero pece era posto al centro della stanza, sopra un piccolo fuoco scoppiettante. Fred si sporse e vide all'interno un liquido verdastro, che veniva rimestato in modo continuo da un paiolo stregato.

«Dai. Freddie! Andiamo!» sussurrò Alec da fuori.

Si riscosse dal suo stato di trance e si avviò verso l'armadio nella parte laterale dell'ufficio e vi si posizionò davanti. In quel momento, il racconto di suo padre riecheggiò nei meandri della sua mente, e percepì un forte calore al centro del petto. Anche se in maniera inconsapevole, Fred stava seguendo le orme di George, e se ne sentì particolarmente orgoglioso. Non vedeva l'ora di raccontargli tutto, per filo e per segno.

In questo modo... sarà fiero di me!

Il solo pensiero lo fece sorridere a trentadue denti, ma un nuovo rumore lo distrasse. Era Alec, che stava dando colpi alla porta.

«Sì, un momento!» disse mentre l'agitazione ritornò ad attanagliarli lo stomaco.

Dopo aver trafficato per qualche minuto con la bacchetta rivolta verso la serratura, Fred si rese conto che gli sportelli dell'armadio erano soltanto socchiusi, e si sentì un perfetto idiota. Aveva pronunciato forse dieci volte la formula magica, e non era successo niente! Ma subito dopo sorrise felice. La sbadataggine di Lumacorno non aveva limiti, e questo andava soltanto a loro favore!

Con dita tremanti scorse tra le varie boccette, e si accorse che sopra ognuna di essere era presente un etichetta con il nome.

Distillato della morte vivente

Pozione Drizzacapelli

Veritaserum

Amortentia

Distillato soporifero

«Eccola!» esclamò felice. Richiuse gli sportelli in tutta fretta e corse fuori incontro ad Al.

Mentre correvano guardinghi di ritorno verso le cucine, i due amici si lanciarono delle occhiate complici che non avevano bisogno di tante parole. La loro amicizia stava crescendo ogni giorno di più, e ogni minuto passato insieme restituiva a Fred la certezza di aver davvero avuto una grande fortuna nella vita. Dopo le disastrose esperienze con Martin alla scuola babbana si sentiva finalmente invincibile, potendo contare sull'aiuto e sul sostegno del suo migliore amico.

Sgattaiolarono dentro le cucine e videro i loro amici intenti a finire di versare la pozione dentro la ciotola della glassa al cioccolato, pronta per essere versata sulle torte.

Furono accolti con applausi, risate e pacche sulla spalla dal resto del gruppo, e portarono a termine la loro missione in fretta e furia, avendo paura di essere scoperti e messi in punizione.

«Adesso usciamo e dividiamoci, se ci beccano insieme potrebbero sospettare di qualcosa. La preside mi sta facendo la posta da diversi giorni... Secondo me si è immaginata che stavamo escogitando qualcosa!» disse Teddy con un lampo negli occhi. «Ci vediamo più tardi in Sala Grande e mi raccomando... ricordatevi di non mangiare la torta!» terminò ridendo. Poi prese improvvisamente Vic per mano e la trascinò con sé, diretto ai dormitori di Tassorosso.

Anche gli altri si dispersero e dopo aver salutato Fran e le sue amiche, Fred e Alec si incamminarono piano verso la loro sala comune.

«Mi sento... così eccitato! È stato fantastico! Dobbiamo farlo più spesso... e giuro, non sto nella pelle, i professori ci rimarranno malissimo quando vedranno cosa abbiamo combinato!»

Alec non sembrava però dello stesso parere. Aveva assunto un espressione imbronciata, preoccupata. «Che ti succede?» gli chiese Fred.

«N-niente...» disse sospirando. «Solo che... ho paura di cosa potrebbe dire mio padre se scoprisse che c'entro anche io in questa cosa. L'anno scorso... si è arrabbiato tantissimo per lo scherzo che abbiamo fatto a Vitious con la pozione Drizzacapelli... mi ha messo in punizione sia ad Hogwarts che a casa... e non è stato piacevole sentire le urla di mamma!»

Fred si avvicinò a lui, circondandogli le spalle con un braccio. «Non ti preoccupare, cugino! Se questo dovesse succedere chiederò a George- insomma... a mio padre» disse arrossendo «di difenderci! Lui ne ha combinate di cotte e di crude, e sono sicuro che non mi direbbe niente... lui difenderà anche te dalle temibili punizioni di tua madre! A proposito, quando me la farai conoscere? Anche io voglio che tu conosca meglio la mia! So che erano davvero tanto amiche alla nostra età... proprio come noi!»

Una volta arrivati al dormitorio, Alec si era tranquillizzato e Fred ne fu felice. Sapere di riuscire a far tornare in così poco tempo il buon umore al suo amico lo rendeva orgoglioso e sicuro di sé. E poi, aveva fatto così tanto per lui in quel breve periodo... sentiva in qualche modo di dovergli restituire il favore.

«E adesso godiamoci lo spettacolo!»

~~~~~~

«Che sta succedendo?» chiese agitata la preside.

«Dormono! Gli studenti dormono!» urlò in modo esasperato Vitious. «Sono entrato questa mattina nella mia classe e tutti gli studenti del secondo anno dormivano!»

La preside rientrò nella stanza e osservò i ragazzi seduti ai banchi, tutti completamente addormentati. Chi con la fronte appoggiata sul banco, chi con un braccio fuori, chi appoggiato alla schienale e con la bocca aperta rivolta al soffitto.

«È una vergogna! Una vergogna!» continuava a ripetere il vecchio professore di Incantesimi. «Non si può lavorare così! Sono indignato!» Il volto dell'uomo era rosso, livido di rabbia, e il fumo usciva della sue piccole narici. Aveva un diavolo per capello e non faceva niente per nasconderlo.

«Filius, adesso cerca di calmarti. Vorrei capire se anche gli altri insegnanti hanno riscontrato la stessa problematica...»

Uscirono nel corridoio e incrociarono Madama Bumb, il professor Paciock e il professor Weasley. «Ero nella serra con i Grifondoro del terzo anno, abbiamo iniziato presto questa mattina... e improvvisamente si sono appisolati tutti! Non sono riuscito a svegliarli...» sussurrò timidamente Neville.

«Stesso discorso con i Serpeverde e i Tassorosso del primo anno. Qualcuno è caduto anche giù dalla scopa! Per fortuna ci stavamo esercitando con le virate a pochi centimetri da terra, altrimenti sai che botta!» disse sogghignando l'insegnante di volo, che sembrava trovare il tutto estremamente divertente.

«La mia lezione con gli studenti del quarto anno iniziava alle nove e trenta, ma non si è presentato nessuno. Sono tornato dentro per capire cosa fosse successo, e ne ho trovati alcuni addormentati in Sala Grande e alcuni in biblioteca... questo è di sicuro uno scherzo di cattivo gusto!» disse Charlie arrabbiato. «E posso immaginare di chi sia la colpa...»

Furono raggiunti anche dalla professoressa Sinistra e dalla professoressa Redman, che confermarono i loro sospetti: tutti gli studenti di Hogwarts, di ogni casa e anno, dormivano sonni tranquilli dietro ai loro banchi e in punti diversi del castello.

«Prima di cercare i colpevoli dobbiamo far svegliare gli studenti e far proseguire le lezioni. Neville, vai a chiamare Madama Chips, abbiamo estremamente bisogno di lei. Spiegale la situazione e se c'è bisogno aiutala a preparare qualche pozione risvegliante» disse in tono serio la McGranitt. «Charlie e Filius, vi chiederei cortesemente di pattugliare i corridoi della scuola, vediamo se scoviamo chi ha escogitato questo fantastico scherzetto, magari sta girovagando e cercando un posto in cui nascondersi per non farsi trovare!»

E presto i colpevoli vennero individuati, ma non erano quelli che credeva il professor Weasley. Infatti, solo sette studenti del terzo anno di Corvonero vennero trovati svegli, e la loro punizione per quello scherzo così infantile fu presto dichiarata: fare compagnia a Gazza nel lucidare i trofei del suo ufficio e nel pulire i corridoi della scuola per un mese intero.

~~~~~~

«Ve lo giuro... mi fanno una pena immensa! Mi dispiace che si siano beccati la colpa al posto nostro...»

«Fran, non essere sciocca! Non potevamo mica presentarci dalla preside e dirle che tutto quel casino lo avevamo combinato noi! E poi, non potrei mai immaginare di pulire i trofei pieni di polvere nell'ufficio del custode! Mi viene da vomitare al solo pensiero...» rispose Vic con una faccia disgustata.

«Sarà... ma mi dispiace in ogni caso...» Franziska abbassò lo sguardo colpevole, e Fred la osservò. Nei suoi grandi occhi chiari si rifletteva la luce del tiepido sole mattutino di novembre, ma non solo. Il ragazzo vide riflesso anche un forte dispiacere per la sorte toccata a quegli sfortunati compagni e tanta, tanta tenerezza. A volte avrebbe voluto che i suoi compagni di casa si rendessero conto di queste sue caratteristiche, quando pensavano o parlavano male di lei. Essere Serpeverde non significava essere insensibili o cattivi, e Fran ne era la prova. Era una ragazza molto dolce e premurosa, e lui era felice di essere suo amico.

Era passata una settimana dalla riuscita del loro fantastico scherzo e ancora nessuno aveva scoperto come erano andate realmente le cose. Nessuno sapeva che avevano preparato in gran segreto la pozione polisucco con i capelli dei sette sfortunati studenti di Corvonero per evitare di farsi incolpare. Dopo averla bevuta e aver atteso che agisse, si erano appostati in punti diversi della scuola e si era fatti catturare quasi appositamente. Dopo aver ricevuto la punizione esemplare si erano nascosti nei bagni, aspettando che l'effetto della pozione passasse e poi erano rientrati nei dormitori. Con l'enorme confusione del momento nessuno si era accorto che, una volta tornati nelle loro vesti, non avevano bevuto la pozione risvegliante preparata in men che non si dica da Madama Chips e il professor Paciock.

«Comunque, la prossima volta ci penserò due volte prima di bere di nuovo quell'intruglio... insomma, era così amaro! Faceva davvero schifo! E poi mi sono sentito accartocciare dopo... è stata una sensazione orribile!» esclamò Fred.

Teddy annuì alla sua affermazione. «La prossima volta niente pozioni strane o amarognole... dobbiamo escogitare qualcosa di ancora più grande! Voglio essere ricordato per anni tra le mura di scuola, proprio come... i nostri papà» continuò guardando Fred con gli occhi lucidi, ma sforzandosi di sorridere. Era sempre così, con il suo amico metamorfomagus. Da quando aveva saputo che George era il suo vero papà, aveva iniziato a trattarlo con una sorta di particolare riverenza, e da quel che aveva capito George e suo zio Fred avevano in qualche modo portato avanti il lascito di Remus Lupin e dei suoi amici, i cosiddetti Malandrini. Forse era anche per quello che Teddy aveva iniziato a tenere a lui in modo molto più viscerale. Era come se fossero legati con un doppio filo rosso, e Fred ne era estremamente felice.

«Fino a che l'anno prossimo non farò le selezioni da battitore per la squadra possiamo organizzare tutti gli scherzi che volete... ma dopo mi fermerò! Se dovessi entrare non voglio rischiare di essere espulso per qualche stupido gioco infantile!» Fred si voltò verso il centro del campo da Quidditch dove erano stesi, e osservò Alec che si contorceva le mani in modo nervoso. «Penso che se oggi andrà bene, nemmeno Al sarà più dei nostri.» Iniziò a sbracciarsi per richiamare l'attenzione del suo amico, che si avvicinò a loro con la scopa in mano. «Ehi, Alec! A che punto sono?»

«Stanno finendo di fare le prove di lancio per i battitori e poi si ritireranno nello spogliatoio per scegliere il nuovo Cercatore e il nuovo addetto ai Bolidi! Ho sentito dire prima al capitano Payne che non è molto soddisfatto... ha detto che i due studenti del quarto anno che si sono presentati hanno forza, ma mancano di tecnica e pratica!»

«E invece per il Cercatore?» chiese Vic incuriosita. «Come è andata? Cosa hanno detto?»

«Non vorrei cantare vittoria troppo presto... ma sembravano entusiasti. Siamo soltanto in due a provare e devo dire che anche Anderson non è male... ma io ho tirato fuori alcuni trucchetti che mi ha insegnato papà questa estate! Spero che siano serviti a qualcosa... Oh, aspettate! Ci stanno richiamando!» disse prima di allontanarsi, agitato e ansioso.

«Fred, a proposito di Quidditch... la mazza di tuo zio è davvero stupenda e tenuta benissimo... tuo papà ti ha fatto un regalo magnifico!»

«Grazie, Fran... effettivamente mi piace molto» rispose lui, mentre il suo sguardo si posava per la milionesima volta sull'oggetto che teneva tra le mani. Lo stava lucidando anche in quel momento, con un panno morbido e una soluzione speciale che aveva richiesto a Madama Bumb alla fine di una delle ultime lezioni di volo. Teneva a quella mazza in modo estremo, e fino a quel momento aveva permesso solo ad Alec di impugnarla. Era particolarmente geloso di quello che considerava un tesoro di inestimabile valore: un ricordo della persona di cui portava orgogliosamente il nome.

«Lo sai, sarebbe carino aggiungere anche le tue iniziali, accanto a quelle di tuo zio! E poi sarebbe anche bello disegnare lo stemma di Tassorosso-»

«Attenzione!»

Una serie di gridi e urla li interruppero, ed entrambi si voltarono verso la direzione di quei rumori. Fred fu il primo a vedere la grossa palla marrone andare a velocità della luce nella loro direzione. Ma non fu l'unico ad accorgersi che Fran si trovava proprio sulla traiettoria di quel Bolide volante, sfuggito al controllo della squadra.

«Spostatevi!» urlò a pieni polmoni un'altra voce. Ma la sua amica, in quei millisecondi, sembrava congelata sul posto, incapace di muoversi di un solo centimetro. Osservava il Bolide che continuava imperterrito la sua corsa. Stava quasi per raggiungerla e prenderla in pieno.

Così, agì di impulso. Si alzò di scatto e impugnò saldamente la mazza, posizionandosi proprio come gli aveva insegnato suo padre.

Se sei a terra, piedi ben saldi, trova il baricentro esatto e fai un profondo respiro. Poi colpisci. Se sei sulla scopa fai lo stesso, ma tieniti saldamente con le cosce e poi metti tutta la forza che puoi nelle braccia.

Si piazzò in un secondo davanti a Franziska, che nel frattempo era sbiancata, e con una forza che non credeva nemmeno di avere rinviò il Bolide, respingendolo fino alla parte opposta del campo.

«Fran, stai bene?» chiese subito dopo, lanciando la mazza a terra e inginocchiandosi di fronte alla sua amica. I suoi occhi chiari erano vitrei e la bocca leggermente socchiusa. «F-fred... s-sì... adesso sì... ho avuto tanto paura!» esclamò buttandogli le braccia al collo e stringendolo a sé. Fred si sentì diventare tutto rosso, ma fu anche felice di aver fatto una buona azione. Stando ai racconti di suo padre, un Bolide in pieno volto poteva romperti il naso, spaccarti un labbro o peggio, disintegrarti i connotati.

«Fred... quel rinvio è stato pazzesco! Ma dove hai imparato a lanciare così?» chiese Teddy incredulo, mentre Vic accanto a lui faceva cenni di assenso con la testa.

«I-io... veramente non ho mai giocato, ho solo fatto qualche tiro con George l'ultima volta che ci siamo visti...»

«Fred!» urlò Alec mentre correva verso di lui. «Sei stato grandissimo! Hai salvato Franziska dal dover andare in infermeria e credimi, non sarebbe stato per niente piacevole!» Alzò la mano verso di lui e senza bisogno di parole, Freddie gli diede il cinque. «Ma non mi stupisco più di niente ormai, nelle tue vene scorre buon sangue! E con un papà e uno zio battitori, non potevi che avere lo stesso talento!» terminò felice. «Comunque... so che probabilmente non avete sentito perché eravamo lontani ma... mi hanno preso! Sono il nuovo Cercatore della squadra! Ci credereste?» disse con un sorriso che esplodeva sul suo volto. «Non vedo l'ora di dirlo a papà e mamma! Ne saranno felicissimi!»

Tutto il gruppo, compresa Fran che si stava riprendendo dallo spavento, circondarono il nuovo membro della squadra di Tassorosso, felici ed estasiati per questo suo risultato.

«Adesso dovrai veramente fare a pezzi i Serpeverde!» esclamò Teddy ghignando.

«Ehi, vacci piano con le parole!» rispose Fran fingendosi offesa, e facendo ridere tutti di gusto.

Si erano appena staccati dal quel contatto quando vennero raggiunti dal capitano Mike Payne. «Ehi, chi è che ha fatto quel lancio pazzesco? Era davvero difficile poter sostenere il carico della palla, stava girando da circa due ore per le selezioni ed aveva raggiunto una velocità incredibile!»

Fred alzò una mano timidamente, ma senza rispondere, e Mike lo scrutò con curiosità. «Ma tu sei uno studente del primo anno...» A Fred sembrò di sentire una punta di delusione nel suo tono di voce e ci rimase un po' male.

«N-no, non fraintendermi! È solo che... non me lo aspettavo. Ma... c'è da dire che per la tua età mi sembri già ben piazzato, e hai una potenza notevole nelle braccia...» si grattò la nuca, imbarazzato. «Ascolta... oggi le selezioni per i battitori sono andate davvero da schifo. T-ti... ti andrebbe di tornare domani a provare qualche lancio a cavallo della scopa? Se sei bravo anche con quella... saremmo salvi! Stiamo cercando disperatamente l'ultimo giocatore necessario per la squadra... se poi andassi bene posso provare a intercedere con la preside. Solitamente per il Quidditch è propensa a fare questi strappi alla regola. Che ne pensi?»

Fred si fece pensieroso. Nella sua mente rimbombò la voce di sua madre che gli diceva di non correre pericoli, di non farsi male. Ma sapeva di non voler rinunciare a quell'opportunità. Era solo uno studente al primo anno... per quanto ne sapeva, non era mai successo che venisse data un opportunità del genere a quelli come lui. Così, decise ancora prima di subito.

«Va bene! A che ora devo venire domani?»

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top